Parola «Giardino» [ Frequenza = 31 ]


08.3-Giovanni della Croce - La Salita del Monte Carmelo.html
  A008001126 

 Allo stesso modo lo sposo del Cantico voleva che fosse la sua sposa, quando diceva: Sorella mia sposa, giardino chiuso, fontana sigillata tu sei (Ct 4,12), chiusa cioè a tutte le cose che vi potrebbero entrare..


09-Giovanni della Croce - Notte oscura.html
  A009000693 

 Ciò è quanto riferisce la sposa del Cantico, la quale ha sperimentato questo tormento quando ha voluto addentrarsi nel raccoglimento interiore per godere di questi beni: Nel giardino dei noci io sono scesa, per vedere il verdeggiare della valle, per vedere se la vite metteva germogli, se fiorivano i melograni; non lo so, il mio desiderio fu turbato per i carri di Amminadib ( Ct 6,11-12), cioè dal demonio..


10-Giovanni della Croce - Cantico spirituale.html
  A010000235 

 soffia pel mio giardino,.

  A010000242 

 nel giardino ameno desiato.

  A010000744 

 Ma oltre a quest’abituale e pacifica serenità sogliono aprirsi nell’anima e spandere il loro profumo i fiori delle virtù del giardino di cui sto per parlare, in modo tale che l’anima ha la sensazione di essere colma delle delizie di Dio.

  A010000744 

 Ripeto: abitualmente essa gode della pace e della tranquillità che le recano, ma si può dire che dette virtù, in questa vita, sono nell’anima come fiori ancora in boccio, chiusi nel loro giardino.

  A010001024 

 soffia pel mio giardino,.

  A010001035 

 Soffia pel mio giardino..

  A010001037 

 Ho già detto che l’anima della sposa è la vigna fiorita di virtù; qui la si chiama anche giardino, dove sono piantati i fiori della perfezione e delle virtù.

  A010001037 

 Osserviamo qui che la sposa non dice: spira nel mio giardino, ma: spira per il mio giardino, perché vi è una grande differenza tra lo spirare di Dio nell’anima e lo spirare per l’anima.

  A010001039 

 Ciò è quanto l’anima chiama effusione dei profumi nel giardino, di cui parla nel verso che segue: diffondine gli aromi..

  A010001039 

 Spirando con il suo Spirito per questo suo giardino fiorito, schiude tutti i boccioli delle virtù e scopre tutte queste piante aromatiche di doni, perfezioni e ricchezze dell’anima; e, manifestandone il tesoro e l’abbondanza interiore, ne svela tutta la bellezza.

  A010001041 

 L’anima sembra a costoro come un giardino meraviglioso, pieno di delizie e di ricchezze divine.

  A010001043 

 E così, con il desiderio più ardente possibile, l’anima sposa anela a tutto questo, cioè che cessi la tramontana, venga l’austro e soffi per il suo giardino, perché in questo modo ella guadagna molte cose insieme.

  A010001043 

 È a questo scopo che le invia, come fece per gli apostoli, dapprima lo Spirito Santo, suo precursore, perché gli prepari una dimora nell’anima, sua sposa: la colma di delizie, dispone a suo piacere il giardino della sua anima, vi fa sbocciare i fiori e risplendere i suoi doni; insomma, la riveste dell’insieme delle sue grazie e delle sue ricchezze.

  A010001045 

 Essendo questa una cosa tanto necessaria, sorgente di tanto bene e gloria per l’anima, la sposa la desiderò e la chiese nel Cantico dei Cantici con le stesse parole di questa strofa, dicendo: Surge, aquilo, et veni, auster, perfla hortum meum, et fluent aromata illius: Lèvati, aquilone, e tu, austro, vieni, soffia per il mio giardino, si effondano i suoi aromi e le sue preziose spezie (Ct 4,16).

  A010001045 

 È quindi molto auspicabile che l’anima chieda che questo soffio dello Spirito Santo soffi per il suo giardino e che si diffondano i suoi divini aromi.

  A010001047 

 Egli pascola il gregge fra i gigli ( Ct 6,3), cioè si compiace nella mia anima, che è il suo giardino, tra i gigli delle mie virtù, perfezioni e grazie..

  A010001047 

 La sposa del Cantico dei Cantici descrive questa situazione dello Sposo con queste parole: Dilectus meus descendit in hortum suum ad areolam aromatum, ut pascatur in hortis, et lilia coligat: Il mio Diletto era sceso nel suo giardino fra le aiuole del balsamo a pascolare il gregge nei giardini e a cogliere gigli (Ct 6,2).

  A010001052 

 nel giardino ameno desiato.

  A010001062 

 Si commenta perciò il verso seguente: nel giardino ameno desiato..

  A010001064 

 A questo giardino, dove si verifica una trasformazione totale che consiste nella gioia, nelle delizie e nella gloria del matrimonio spirituale, non si giunge senza passare prima attraverso il fidanzamento spirituale e l’amore sincero, abituale tra i fidanzati.

  A010001064 

 Infatti, dopo che l’anima si è mostrata per qualche tempo fidanzata piena d’amore assoluto e soave per il Figlio di Dio, Dio la chiama e la introduce nel giardino fiorito a consumare questo stato felicissimo del matrimonio con lui.

  A010001064 

 È come se dicesse: si è trasformata nel suo Dio, denominato qui giardino ameno per il delizioso e dolce riposo che l’anima trova in lui.

  A010001066 

 Ciò è quanto lo Sposo lascia intendere molto bene nel Cantico dei Cantici, quando invita a questo stato l’anima divenuta ormai sua sposa dicendole: Veni in hortum meum, soror mea, sponsa; messui myrrham meam cum aromatibus meis: Vieni ed entra nel mio giardino, sorella mia, sposa, poiché ho già raccolto la mia mirra e il mio balsamo (Ct 5,1).

  A010001066 

 Ecco perché egli è per l’anima giardino ameno e desiato.

  A010001122 

 Nulla può avvicinarla né disturbarla, essendo ormai entrata, come ho detto, nel giardino desiato, dove gode ogni pace, gusta ogni soavità e prova piacere in ogni diletto, per quanto gliene consente la condizione del presente stato di vita.

  A010001130 

 Per muro intende il baluardo della pace, delle virtù e delle perfezioni possedute dall’anima e da cui essa è protetta: è il muro e la difesa del giardino del suo Amato.

  A010001130 

 Per questo lo Sposo del Cantico dei Cantici la chiama: Hortus conclusus soror mea: Giardino chiuso tu sei, sorella mia (Ct 4,12).

  A010001132 

 Cioè: perché assapori meglio la quiete e la soavità godute nel giardino dove è entrata, il collo reclinato sopra le dolci braccia dell’Amato.





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