01-Giovanni della Croce - Poesie.html |
A001000081 |
Quanto dolce e amoroso. |
02-Giovanni della Croce - Detti di luce e amore.html |
A002000021 |
Colui che vuole rimanere solo e senza l’appoggio di un maestro e di una guida, sarà come l’albero solo e senza padrone in mezzo alla campagna: per quanto abbondanti siano i suoi frutti, non li porterà a maturazione, perché verranno colti dai passanti.. |
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A002000032 |
O dolcissimo amor di Dio, quanto poco sei conosciuto! Chi ne ha scoperto le sorgenti, ha trovato la pace.. |
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A002000042 |
Signore Dio, amato mio! Se il ricordo dei miei peccati t’impedisce ancora di concedermi ciò che ti chiedo, si compia, mio Dio, la tua volontà, che è quanto desidero di più. |
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A002000064 |
Solo se purificherai la tua anima da ciò che possiede o desidera di estraneo, potrai comprendere spiritualmente le cose create; se di esse negherai il desiderio, gusterai la verità che esse racchiudono e comprenderai quanto v’è di certo in esse.. |
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A002000074 |
Non credere che piacere a Dio consista tanto nel fare molte cose, quanto nel farle con buona volontà, senza spirito di proprietà né rispetto umano.. |
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A002000085 |
Cerca di stare in pace allontanando da te le preoccupazioni e non pensando minimamente a quanto accade; così servirai Dio come a lui piace e in lui troverai riposo.. |
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A002000093 |
come il malato, cacciato via il cattivo umore, immediatamente si sente bene in salute e ha voglia di mangiare, così tu riacquisterai la forza in Dio se ti libererai da quanto ho detto; in caso contrario, per quanto tu faccia, non ne trarrai profitto.. |
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A002000102 |
Considerino quanto sia necessario essere nemiche di se stesse e camminare con santo rigore verso la perfezione. |
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A002000131 |
La perfezione non sta nelle virtù che l’anima pensa di avere, ma in quelle che nostro Signore vede nell’anima, che è uno scrigno sigillato; essa, quindi, non dev’essere presuntuosa, ma, per quanto la riguarda, stia con il petto a terra.. |
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A002000141 |
Quanto sarà dolce per me la tua presenza, che sei il sommo bene! Mi accosterò a te in silenzio per scoprirti i piedi, perché ti degni di unirmi a te in matrimonio, e non mi rallegrerò finché non godrò tra le tue braccia (cfr. Rt 3, 4-9). |
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A002000143 |
Il demonio teme l’anima unita a Dio tanto quanto Dio stesso (CA 15,3; CB 24,4).. |
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A002000174 |
Nelle cose che vorresti fare non prendere mai a modello l’uomo, per quanto santo sia, perché il demonio ti metterà davanti le sue imperfezioni. |
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A002000181 |
Per mortificare le quattro passioni naturali, che sono la gioia, la tristezza, il timore e la speranza, tenga conto di quanto segue: Cerchi di scegliere non il più facile, ma il più difficile. |
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A002000194 |
Quanto più ti allontani dalle cose terrene, tanto più ti avvicini a quelle celesti e trovi di più in Dio.. |
03-Giovanni della Croce - Cautele.html |
A003000036 |
Si tratta di questo: guardati con ogni cura dal pensare e dal parlare di ciò che avviene in comunità, di quanto sia o sia stato di qualche religioso in particolare; non parlare, con il pretesto dello zelo o di rimedio, della sua condizione né del suo modo di fare e delle sue cose, per quanto gravi siano, se non a colui al quale conviene dirlo per diritto, a tempo debito. |
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A003000038 |
Ricordati di quanto dice l’apostolo Giacomo: Se qualcuno pensa di essere religioso, ma non frena la lingua e inganna così il suo cuore, la sua religione è vana ( Gc 1,26). |
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A003000038 |
Se non custodisci te stesso, lo ripeto, comportandoti come se tu non fossi in convento, non potrai essere un buon religioso, per quanto tu faccia, né riuscirai a raggiungere il santo spogliamento e il raccoglimento, né evitare i possibili danni. |
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A003000044 |
La prima di tutte le cautele sia questa: non ti decidere mai a fare una cosa, al di fuori di ciò che prescrive la religione, per quanto buona e piena di carità ti possa sembrare, sia per te che per qualsiasi altra persona dentro e fuori convento, senza il comando dell’obbedienza. |
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A003000046 |
La tua obbedienza poi sarà tanto più inutile e infruttuosa quanto più tu ti preoccupi per il cattivo umore avverso del padre superiore o ti rallegri per il suo temperamento buono. |
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A003000046 |
Se non agisci così con decisione, in modo che per te sia indifferente che sia tuo superiore questo o quello, per quanto riguarda i tuoi sentimenti particolari, non potrai assolutamente essere uomo spirituale né osservare bene i tuoi voti.. |
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A003000058 |
La terza cautela sia questa: l’uomo spirituale negli esercizi di pietà non deve mai guardare all’aspetto piacevole per attaccarsi ad esso e farli solo in vista di esso, né deve evitare l’amaro che contengono, ma cercare quanto vi è di sgradito e faticoso e abbracciarlo, per porre un freno alla sensualità. |
04-Giovanni della Croce - Quattro consigli a un religioso.html |
A004000014 |
Per operare con forza e con costanza e arrivare presto all’eccellenza delle virtù, cerchi di preferire le cose difficili a quelle facili, le amare alle dolci, quelle più penose a quelle piacevoli e gustose; non cerchi ciò che ricorda meno la croce, perché questa è un peso leggero (Mt 11,30), tanto più leggero quanto più pesa, se portato per Dio. |
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A004000018 |
Ricordi bene che se Dio chiederà conto a chiunque per ogni parola oziosa, quanto più dovrà chiedere conto di tutto al religioso, che ha consacrato la vita e tutte le sue opere a Dio!. |
08.1-Giovanni della Croce - Il monte della perfezione o Monte Carmelo.html |
A007000054 |
I sei né quello si riferiscono, come evidenza il tratto che parte da essi, ai cinque generi di beni del cielo enumerati nel percorso di sinistra e, inoltre, al cielo in quanto ingloba quanto segue.. |
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A007000060 |
Sopra la serie dei né quello: Quanto più volli avere tanto meno ebbi.. |
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A007000062 |
Sopra la serie dei né questo: Quanto più volli cercare tanto meno ebbi.. |
08.3-Giovanni della Croce - La Salita del Monte Carmelo.html |
A008000012 |
Ove si spiega quanto sia necessario all’anima attraversare realmente questa notte oscura, che consiste nella mortificazione dei sensi, al fine d’incamminarsi verso l’unione con Dio.. |
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A008000013 |
Ove si continua a parlare dello stesso argomento, dimostrando con prove e immagini della sacra Scrittura quanto sia necessario all’anima andare a Dio attraverso questa notte oscura della mortificazione delle passioni.. |
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A008000019 |
Ove si prova quanto sia necessario all’anima, per raggiungere l’unione divina, liberarsi da tutti gli appetiti, anche se minimi.. |
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A008000028 |
Ove si dice, in maniera generale, come l’anima, per quanto dipende da essa, debba starsene al buio per essere ben guidata dalla fede sino ai vertici della contemplazione.. |
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A008000031 |
Ove si mostra quanto sia angusto il sentiero che porta alla vita eterna e quanto spogli e liberi debbano essere coloro che vogliono percorrerlo. |
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A008000038 |
Ove si dimostra la convenienza di questi segni, spiegando quanto sia necessario per l’anima saperli riconoscere al fine di progredire.. |
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A008000042 |
Ove si parla del danno che certi direttori spirituali possono recare alle anime non guidandole con sano criterio per quanto riguarda le suddette visioni. |
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A008000071 |
Ove si parla delle conoscenze spirituali in quanto possono risiedere nella memoria.. |
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A008000078 |
Ove si mostra quanto sia vano riporre la gioia della volontà nei beni naturali e come bisogna servirsene per andare a Dio.. |
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A008000101 |
Ove si dice quanto sia necessario attraverso queste devozioni indirizzare a Dio la gioia e la forza della volontà.. |
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A008000111 |
Ho voluto raccoglierle qui tutte insieme, sia perché saranno costante punto di riferimento nella mia esposizione, sia perché si possa comprendere e vedere nel suo complesso l’essenziale di quanto commenterò. |
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A008000166 |
Per poter spiegare e far comprendere questa notte oscura, attraverso cui l’anima deve passare per giungere alla luce divina della perfetta unione con Dio, per quanto possibile in questa vita, occorrerebbero una scienza e un’esperienza superiori alla mia. |
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A008000168 |
Invero, durante l’esposizione di quanto, con l’aiuto di Dio, intendo dire, soprattutto delle cose più importanti e difficili a capirsi, mi avvarrò della sacra Scrittura. |
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A008000168 |
Pertanto, per dire qualcosa di questa notte oscura, non mi affiderò né all’esperienza né alla scienza, perché entrambe possono venir meno e trarre in inganno, pur cercando di avvalermene per quanto possibile. |
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A008000174 |
Fin allora, infatti, per quanto esse facciano e quelli dicano, non c’è altro rimedio.. |
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A008000222 |
Se invece questo gusto è spento, o per meglio dire, mortificato, l’anima cessa di pascersi del piacere di tutte le cose e, per quanto riguarda l’appetito, resta al buio e priva d’ogni cosa.. |
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A008000224 |
Quando rinuncia al diletto di tutta la soavità dei profumi, che può provare attraverso il senso dell’olfatto, anche per quanto riguarda questa potenza rimane al buio e priva d’ogni cosa. |
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A008000228 |
Anche se non può cessare di udire, vedere, odorare, gustare e toccare, tuttavia, se rinuncia e disprezza tutto questo, essa non ci pone attenzione né si lascia ostacolare più di quanto avverrebbe se di fatto non vedesse, non udisse, ecc. |
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A008000228 |
Posso, perciò, ben affermare che l’anima rimane vuota e al buio se disprezza e rinuncia a ciò che può percepire tramite i sensi, perché, da quanto ho detto, risulta che per sua natura essa può ricevere luce solo dalle suddette fonti. |
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A008000230 |
Ora parlerò di quanto sia conveniente all’anima uscire dalla sua casa in questa notte oscura dei sensi, per avviarsi all’unione con Dio.. |
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A008000236 |
La ragione di ciò, secondo quanto insegna la filosofia, sta nel fatto che due contrari non possono coesistere in uno stesso soggetto. |
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A008000238 |
Per provare meglio quanto ho detto, occorre ricordare che l’affezione e l’attaccamento che l’anima nutre per le creature la rendono simile a queste, e quanto più grande è l’affezione tanto più essa è resa uguale e simile, perché l’amore crea somiglianza tra chi ama e l’oggetto amato. |
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A008000238 |
Tutte le cose della terra e del cielo, paragonate a Dio, sono un nulla, secondo quanto afferma Geremia: Aspexi terram, et ecce vacua erat et nihil; et caelos, et non erat lux in eis: Guardai la terra, ed ecco solitudine e vuoto; i cieli, e non v’era luce (Ger 4,23). |
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A008000248 |
Aggiunge, infine, che quanto essa genera nelle anime è di gran lunga superiore all’argento puro che essi amano, cose che rappresentano ogni genere di affetto che si può nutrire in questa vita.. |
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A008000252 |
Da quanto è stato detto, si può avere un’idea della distanza esistente tra i beni creati in sé e ciò che Dio è in sé. |
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A008000252 |
Ecco quanto affermava quel santo.. |
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A008000252 |
Parimenti si può comprendere quanto le anime che si attaccano a qualcuno di tali beni siano anch’esse lontane da Dio, poiché l’amore, ripeto, crea uguaglianza e somiglianza. |
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A008000256 |
Ciò è quanto c’insegna lo stesso libro della sacra Scrittura, ove si dice che gli ebrei, non contenti di quel cibo così semplice, desiderarono e chiesero la carne (Es 16,8-13). |
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A008000260 |
Del resto si sa per esperienza che quando la volontà si affeziona a una cosa, la stima più di ogni altra; e anche se quest’”altra” è migliore, non le piace quanto la prima. |
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A008000262 |
Così, l’anima tanto più speditamente giungerà alla meta, quanto più si sarà affrettata a praticare questo distacco. |
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A008000270 |
A questo punto sembra utile fornire un’esposizione più chiara e dettagliata di quanto detto prima. |
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A008000270 |
Parlando, in primo luogo, di quello privativo, è chiaro che, per lo stesso motivo per cui l’anima si affeziona a qualsiasi bene creato, quanto più quell’appetito è radicato in essa, tanto meno è capace di unirsi a Dio. |
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A008000276 |
Da quanto detto si può notare come Dio fa più, per così dire, per purificare e liberare un’anima da queste opposizioni che per crearla dal nulla. |
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A008000280 |
Quanto alla prima forma, è chiaro che gli appetiti stancano e affaticano l’anima. |
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A008000288 |
Quanto più forte è l’appetito, tanto più grande è il tormento per l’anima, cosicché l’uno è proporzionato all’altro; più numerosi sono gli appetiti, più numerosi sono i suoi tormenti. |
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A008000300 |
Di conseguenza risulta vero quanto il Signore dice nel vangelo di Matteo: Si caecus caeco ducatum praestet, ambo in foveam cadunt: Quando un cieco guida un altro cieco, tutti e due cadono in un fosso (Mt 15,14). |
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A008000300 |
Gli appetiti, inoltre, accecano e ottenebrano l’anima perché, in quanto tali, sono ciechi; per parte loro, infatti, non comprendono nulla: devono essere guidati sempre dalla ragione. |
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A008000302 |
Altrimenti oso dire che, per progredire nella perfezione e nella conoscenza di Dio e di se stessa, non le giova mai quanto farà, come non produce il seme sparso sulla terra incolta. |
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A008000304 |
Davide, per mostrare la cecità degli appetiti, quanto essi impediscano all’anima di vedere la luce della verità e quanto irritino Dio, si esprime in questi termini: Priusquam intelligerent spinae vestrae rhamnum: sicut viventes, sic in ira absorbet eos (Sal 57,10 Volg.), come a dire: Prima che le vostre spine, cioè i vostri appetiti, si sentan fatte un roveto, così (Dio) nel suo sdegno li divorerà quasi ancora vivi. |
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A008000312 |
Occorre notare che il Saggio paragona le cose create alla pece, perché tra l’eccellenza dell’anima e quanto di meglio c’è in tali cose intercorre una differenza maggiore di quella esistente tra il diamante puro o l’oro fino e la pece. |
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A008000316 |
L’anima disordinata, infatti, sebbene per natura sia perfetta come Dio l’ha creata, tuttavia in quanto essere razionale è divenuta brutta, abominevole, sporca, priva di luce, piena di tutte le imperfezioni di cui sto parlando e altre ancora. |
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A008000316 |
Quale sarà, allora, la bruttezza di quella che è tutta disordinata, immersa nelle sue passioni e schiava dei suoi appetiti? Quanto sarà lontana da Dio e dalla sua purezza?. |
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A008000316 |
Se volessimo parlare espressamente dell’aspetto brutto e sporco al quale gli appetiti riducono l’anima, non troveremmo un luogo, per quanto pieno di ragnatele e di vermi, né un cadavere con tutta la sua deformità, né qualsiasi altra cosa immonda e sporca che si possa immaginare in questa vita, con cui paragonarla. |
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A008000324 |
Quanto è stato detto fin qui è sufficiente per darci un’idea del disordine causato nell’anima dai suoi appetiti. |
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A008000334 |
Anche se non arrivano a tanto, è tuttavia cosa degna di compassione il considerare lo stato in cui gli appetiti riducono l’anima e quanto la rendono insopportabile a se stessa, insensibile verso il prossimo, tarda e pigra nelle cose di Dio. |
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A008000334 |
Non esiste, infatti, umore cattivo che renda al malato il camminare così pesante difficoltoso o il mangiare così disgustoso, quanto l’appetito delle cose create appesantisce e rattrista l’anima nell’esercizio della virtù. |
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A008000342 |
Quanto agli appetiti volontari, che sono peccati veniali deliberati, ne basta, ripeto, uno solo, anche se minimo, non mortificato per impedire l’unione divina. |
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A008000346 |
Questo è quanto ha voluto insegnarci il Signore, quando dice: Chi non è con me è contro di me e chi non raccoglie con me disperde (Mt 12,30). |
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A008000352 |
Anche nel libro di Giosuè abbiamo una figura di quanto sto dicendo. |
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A008000352 |
Ecco quanto ci dice l’Apostolo, insegnandoci come dobbiamo tener distaccata l’anima da tutte le cose, per andare a Dio.. |
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A008000356 |
Mi sembra, infatti, d’aver spiegato sufficientemente perché la mortificazione degli appetiti si chiami notte e quanto sia opportuno entrare in essa per andare a Dio. |
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A008000356 |
Tuttavia, per lo scopo che mi sono prefisso, basta quanto è stato detto. |
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A008000358 |
In secondo luogo ci si potrebbe chiedere se sia sufficiente qualsiasi appetito, per quanto piccolo e di qualsiasi genere, a causare tutti questi cinque danni insieme, oppure se alcuni appetiti causino determinati danni, e altri danni diversi; per esempio, se alcuni causino tormento, altri stanchezza, altri tenebra, ecc.. |
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A008000366 |
Opponendo resistenza ad essi, infatti, acquista fortezza, purezza, luce, consolazione e molti altri beni, secondo quanto il Signore ha insegnato a san Paolo: La virtù si manifesta pienamente nella debolezza (2Cor 12,9). |
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A008000366 |
Quanto agli appetiti volontari, essi provocano tutti i mali di cui abbiamo parlato e molti altri. |
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A008000372 |
I suggerimenti seguenti, necessari per vincere gli appetiti, sebbene siano brevi e pochi, sono, a mio avviso, molto utili ed efficaci quanto concisi. |
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A008000376 |
Ci si comporti allo stesso modo nel parlare, nel compiere qualche altra azione o nel soddisfare qualche altro senso, per quanto sarà possibile. |
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A008000378 |
Per mortificare e placare le quattro passioni naturali, che sono la gioia, la speranza, il timore e il dolore, dalla cui concordia e pacificazione derivano questi e altri beni, è rimedio efficace, fonte di grande merito e causa di grandi virtù mettere in pratica quanto segue.. |
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A008000389 |
non alla ricerca del meglio nelle cose terrene, ma al peggio, e desiderare in tutto nudità, vuoto e povertà di quanto v’è al mondo per amore di Cristo.. |
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A008000393 |
Per entrare nella notte dei sensi è sufficiente eseguire bene quanto ho detto. |
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A008000437 |
Non è possibile né opportuno dire in questo luogo quali e quanti siano i desideri d’amore che le anime nutrono agli inizi di questo cammino di unione; quali siano le attenzioni e gli espedienti da loro adoperati per uscire dalla propria casa, cioè dalla propria volontà, nella notte della mortificazione dei loro sensi; e, infine, quanto le ansie dello Sposo rendano facili, dolci e piacevoli le fatiche e i pericoli di questa notte. |
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A008000457 |
La fede viene qui chiamata segreta scala, perché tutti i suoi gradini o articoli di fede che essa contiene sono segreti e nascosti tanto ai sensi quanto all’intelletto. |
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A008000457 |
La sua sorte è stata tanto più felice in quanto ha incontrato maggiori difficoltà per addormentare la casa nella parte spirituale ed entrare in questa oscurità interiore, che è privazione spirituale di ogni cosa, tanto sensitiva che immateriale, appoggiandosi solo alla pura fede e per mezzo di essa salire fino a Dio. |
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A008000461 |
Ciò è quanto verrà esposto diffusamente in questo libro II. Sarà, perciò, necessario che il devoto lettore ponga attenzione, perché in esso dirò cose molto importanti circa il vero spirito. |
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A008000461 |
Difatti, per quanto fonda possa essere una notte, tuttavia si scorge qualcosa, mentre al buio non si vede nulla. |
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A008000461 |
Quanto meno essa si affida alle sue capacità naturali, tanto più avanza sicura, perché procede nella fede. |
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A008000465 |
Infatti, da un punto di vista naturale, è pur vero che Dio per l’anima è come una notte oscura quanto la fede. |
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A008000465 |
La fede, infatti, in quanto mezzo, può essere paragonata alla mezzanotte. |
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A008000469 |
Del suo aspetto passivo, cioè di quanto Dio faccia per introdurla in questa notte, senza il concorso dell’anima, tratterò a suo luogo, cioè nel libro terzo.. |
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A008000475 |
Se a un cieco nato, che non ha mai visto alcun colore, si volesse descrivergli il bianco o il giallo, per quanto si insista, egli non se ne potrà mai fare un’idea, perché non ha mai visto quei colori né qualcosa di simile; gliene rimarrà solo il nome, che ha potuto sentire con l’udito, ma non la forma e la figura, che non ha mai visto.. |
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A008000479 |
La fede, inoltre, supera di molto quanto ci possono far capire i precedenti esempi. |
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A008000479 |
È, dunque, chiaro che la fede è notte oscura per l’anima, e solo così la illumina; quanto più l’ottenebra, tanto più luce le comunica, perché, accecandola, le dà luce, come dice Isaia: Perché, se non crederete, non comprenderete, cioè non avrete luce. |
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A008000489 |
Ora, poiché la trasformazione e l’unione non dipendono né dai sensi né dall’abilità umana, l’anima deve, per quanto le è possibile, svuotarsi completamente e volontariamente di tutto ciò che dipende da lei, sia nella parte superiore che inferiore, cioè secondo l’affetto e la volontà. |
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A008000491 |
Se si avvale di qualche sua conoscenza, di qualche suo gusto o sentimento di Dio, per quanto ottime mediazioni, sono sempre poca cosa e impari all’Essere divino; si sbaglia facilmente nel seguire tale cammino o si arresta, perché non vuole affidarsi, completamente cieca, alla fede che è la sua vera guida.. |
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A008000493 |
Come ho già detto, la meta a cui tende sorpassa tutte queste mediazioni, quantunque esse siano il meglio di quanto si possa sapere o gustare: rinunciando a tali mediazioni, egli deve cercare di non sapere nulla.. |
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A008000493 |
Come può l’anima pretendere di unirsi per grazia perfettamente in questa vita a Colui con il quale sarà unita per gloria nell’altra, realtà, questa, che, come dice san Paolo, occhio non vide né orecchio udì né entrò in cuore di uomo? È chiaro che per giungere in questa vita a unirsi a Dio per mezzo della grazia e di un amore perfetto, l’anima dev’essere all’oscuro di tutto quanto può passare attraverso l’occhio, di tutto ciò che può ricevere tramite l’orecchio e può essere immaginato con la fantasia e compreso con il cuore, che in questo caso significa l’anima. |
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A008000497 |
Al contrario, meno valore dà a ciò che può avere, per quanto possa essere considerevole, rispetto al sommo Bene, tanto più esalta e stima quest’ultimo e, di conseguenza, tanto più si avvicina ad esso. |
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A008000497 |
Infatti, quanto più pensa a ciò che essa comprende, gusta e immagina, quanto più dà valore a tutto ciò, spirituale o meno, tanto minore stima pone nel Bene supremo e stenta a raggiungerlo. |
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A008000505 |
Da quanto è stato detto si può in qualche modo arguire che cosa s’intende qui per unione dell’anima con Dio; è possibile, così, comprendere meglio ciò che ora esporrò. |
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A008000511 |
Da quanto è stato detto risulta che, quanto più un’anima è sedotta, affettivamente e abitualmente, dalle creature e dalle proprie capacità, tanto meno è disposta a tale unione, perché non offre totalmente a Dio la possibilità di trasformarla soprannaturalmente. |
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A008000511 |
L’anima, quindi, non deve fare altro che spogliarsi di quanto è opposto e dissimile, sul piano naturale, a Dio, perché questi, che le si è già comunicato naturalmente per mezzo della natura, le si conceda soprannaturalmente per grazia.. |
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A008000513 |
Questo è quanto ha voluto farci comprendere san Giovanni quando ha detto: Qui non ex sanguinibus, neque ex voluntate carnis, nec ex voluntate viri, sed ex Deo nati sunt (Gv 1,13). |
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A008000515 |
Anzi, tanto meno la illuminerà quanto meno sarà smacchiata e pulita, e, viceversa, quanto più sarà tersa tanta maggior luce riceverà. |
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A008000521 |
Il paragone seguente ci aiuterà a capire quanto ho detto. |
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A008000525 |
Da ciò risulta altresì che, quantunque in questa vita vi siano anime che nello stato di perfezione godono uguale pace e tranquillità e ognuna di esse è soddisfatta, tuttavia alcune possono essere molto più elevate di altre, ma tutte sono totalmente contente, in quanto tutta la loro capacità è soddisfatta. |
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A008000529 |
Detto questo, apparirà chiaro quanto bisogno ha l’anima di percorrere sicura questo cammino spirituale, di passare per questa notte oscura, appoggiandosi a queste tre virtù, che la svuotano di tutte le cose e la tengono al buio nei loro confronti. |
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A008000531 |
Per quanto riguarda il nostro argomento, queste parole vogliono dire che la fede è sostanza delle cose che si sperano. |
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A008000533 |
Quanto alla speranza, non v’è dubbio che essa crei vuoto e oscurità anche nella memoria circa le cose di questa e dell’altra vita. |
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A008000547 |
Per trattare ora in modo adeguato dello spogliamento e della purezza delle tre potenze dell’anima sarebbero necessarie una mente e una scienza superiore a quelle che possiedo io, così da far capire alle persone spirituali quanto stretto sia questo cammino che, secondo le parole del Signore, conduce alla vita. |
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A008000549 |
A tale proposito è opportuno considerare le parole del Signore riportate in san Matteo circa questo cammino: Quam angusta porta, et arcta via est, quae ducit ad vitam, et pauci sunt qui inveniunt eam, cioè: Quanto stretta è la porta e angusta la via che conduce alla vita e quanto pochi sono quelli che la trovano! (Mt 7,14). |
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A008000549 |
È come se il Signore volesse dire: è davvero molto stretta, più di quanto pensiate! Va inoltre osservato come egli in primo luogo affermi che stretta è la porta, il che permette di capire che per entrare in questa porta di Cristo, che è l’inizio del cammino, l’anima deve anzitutto mortificare e spogliare la sua volontà di tutte le cose sensibili e temporali, amando Dio al di sopra di tutto. |
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A008000553 |
Per istruirci e guidarci in questo cammino il Signore, nel vangelo di san Marco, c’insegna quella mirabile dottrina che è tanto meno praticata dalle persone spirituali quanto più è loro necessaria. |
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A008000555 |
Infatti, cercare se stessi in Dio significa ricercare i doni e le consolazioni di Dio, mentre cercare unicamente Dio non è solo voler rinunciare a tutto per amore di Dio, ma essere propensi a scegliere per Cristo quanto di più disgustoso vi possa essere, sia da parte di Dio che del mondo. |
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A008000555 |
Oh!, chi potrà far comprendere, praticare e gustare tutta l’importanza di questo consiglio del nostro Salvatore? Egli chiede di rinnegare se stessi, affinché le persone spirituali vedano quanto il modo di comportarsi in tale cammino sia diverso da quello che molte di loro immaginano. |
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A008000557 |
Ciò è quanto intende dirci il Signore quando afferma: Chi ama la sua vita la perde (Gv 12,25), cioè: chi vorrà possedere qualcosa o ricercarla e tenerla gelosamente per sé, la perderà. |
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A008000567 |
Comprenda, perciò, l’uomo spirituale il mistero della porta e della via di Cristo per unirsi a Dio e sappia che quanto più per amor suo si annienterà, nelle sue parti sensitiva e spirituale, tanto più si unirà a Dio e più grande sarà la sua opera. |
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A008000569 |
Parlo di quelli che si ritengono suoi amici, non degli altri che vivono lontano e separati da lui, grandi letterati, potenti e tutti gli altri che vivono là nel mondo, preoccupati di soddisfare le loro ambizioni e le loro manie di grandezza, perché di costoro posso dire che non conoscono Cristo e che avranno una fine, per quanto buona, molto amara. |
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A008000579 |
Come a dire: essendo eccelso nella sua essenza, scorge che l’essere delle creature della terra è infimo a confronto con il suo; quanto alle cose elevate o creature celesti, le vede e conosce molto distanti dal suo essere. |
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A008000581 |
Parlando, poi, dal punto di vista soprannaturale, per quanto è possibile in questa vita, l’intelletto, secondo la sua potenzialità ordinaria, finché è nel carcere del corpo, non ha né la disposizione né la capacità di avere una conoscenza chiara di Dio, perché tale conoscenza non appartiene alla condizione naturale: o si deve morire o si deve farne a meno. |
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A008000583 |
Ciò è quanto meravigliosamente riferisce Isaia con tutta la sua autorevolezza: A chi potreste paragonare Dio e quale immagine mettergli a confronto? Il fabbro fonde l’idolo, l’orafo lo riveste d’oro e l’argentiere lo copre con lamelle d’argento (Is 40,18-19). |
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A008000585 |
E aggiunge che quanto più le cose di Dio sono eccelse e chiare in sé, tanto più sono ignorate e oscure per noi. |
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A008000591 |
Ciò è quanto intendeva dire l’autore biblico nel passo citato sopra: Chi si accosta a Dio deve credere che egli esiste (Eb 11,6), cioè è necessario che vada a lui camminando nella fede. |
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A008000591 |
Da quanto detto si deduce che, per disporsi a questa unione divina, l’intelletto deve rimanere libero e purificato da tutto ciò che cade sotto i sensi, spoglio e sgombro da tutto quanto potrebbe conoscere chiaramente, intimamente pacificato, ridotto al silenzio, stabilito nella fede, unico mezzo immediato e adeguato all’unione dell’anima con Dio. |
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A008000591 |
E così, quanto più l’anima ha fede, tanto più è unita a Dio. |
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A008000615 |
Del resto, quanto più sono esterni e corporali, tanto meno certamente provengono da Dio. |
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A008000615 |
Il senso corporale ignora le cose dello spirito tanto quanto, e forse più, il giumento le cose razionali.. |
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A008000615 |
In realtà, in queste circostanze il senso si erige a giudice ed estimatore delle cose spirituali, credendo che siano come le percepisce, mentre esse sono tanto diverse quanto lo sono il corpo e l’anima, la sensibilità e la ragione. |
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A008000617 |
Sbaglia molto chi apprezza questa sorta di favori e corre grave pericolo di essere ingannato o, quanto meno, troverà in sé un forte ostacolo per accedere al piano dello spirito. |
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A008000619 |
Al contrario, essa smarrisce la via e il mezzo della fede quanto maggiormente pone attenzione a simili manifestazioni.. |
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A008000619 |
Essendo tanto palpabili e materiali, solleticano molto i sensi, e l’anima crede che siano più preziose in quanto più sensibili. |
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A008000619 |
Tali manifestazioni e forme corporee tanto meno giovano all’anima e allo spirito quanto più sono esteriori, a motivo della grande distanza e della sproporzione che intercorrono tra il corporale e lo spirituale. |
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A008000623 |
Analogamente, quelle che vengono dal demonio provocano nell’anima, sebbene essa non le desideri, turbamento e aridità, vanità o presunzione di spirito, ma non hanno tanta efficacia nel male quanto quelle che vengono da Dio l’hanno nel bene. |
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A008000623 |
Quanto alle manifestazioni che provengono da Dio, esse penetrano nell’anima, spingono la volontà ad amare e producono il loro effetto, al quale l’anima non può resistere, anche se volesse, come il vetro non può opporsi al raggio di sole quando ne viene colpito.. |
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A008000625 |
Quest’ultimo s’imprime e si conserva nell’anima quanto più si rinuncia alle cose sensibili, molto diverse dal puro spirito. |
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A008000637 |
Capisco di essere stato anche fin troppo breve, ma credo sufficiente quanto ho detto e vorrei ripetere di avere sempre molta cura nel respingere tali comunicazioni, facendo eccezione solo per qualcuna e dietro parere di persona molto esperta; ma anche in questo caso non bisogna mai desiderarle.. |
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A008000645 |
Altre sono naturali, in quanto i sensi interni possono produrle con la loro attività, sotto l’aspetto di forme, figure o immagini. |
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A008000645 |
Ciò posto, bisogna dire che tutto quanto tali sensi possono accogliere o elaborare si chiama immaginazioni e fantasie: forme, cioè, che si presentano a questi sensi sotto l’immagine e la figura di un corpo. |
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A008000645 |
Tali forme possono essere di due specie: alcune soprannaturali, in quanto si presentano ai due sensi senza la loro cooperazione, ma vengono da essi ricevute passivamente. |
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A008000651 |
Anzi, quanto più si affannano per quel gusto che provavano prima, tanto più crescono in esse l’aridità, la stanchezza e l’inquietudine spirituale. |
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A008000651 |
In realtà, quanto più l’anima diventa spirituale, tanto più cessa di operare con le potenze in atti particolari, concentrandosi in un atto generale e puro. |
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A008000653 |
Anzi si può dire che più si affannano, meno progrediscono, perché quanto più si ostinano, tanto più si trovano a disagio; non fanno altro che sottrarre l’anima alla pace spirituale, lasciare il più per il meno e ripercorrere il cammino già percorso, siccome vogliono rifare ciò che è già fatto.. |
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A008000655 |
In questo stato, ripeto, le potenze dell’anima riposano e non sono attive, bensì passive, accettando quanto Dio opera in esse. |
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A008000655 |
Per il momento basti questo per far capire quanto sia conveniente e necessario, a coloro che vogliono progredire, sapersi distaccare, al momento opportuno, da tutti questi modi di agire o da simili rappresentazioni dell’immaginazione, quando lo richiede il progresso dello stato in cui si trovano.. |
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A008000673 |
Ad ogni modo, quanto più si abituerà alla quiete interiore, tanto più crescerà in essa e avvertirà quella conoscenza piena d’amore per Dio. |
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A008000673 |
Ciò accade per due motivi: primo, perché agli inizi questa conoscenza amorosa è abitualmente molto sottile e delicata e quasi impercettibile; secondo, perché l’anima, essendo stata abituata all’altro esercizio della meditazione, completamente basato sui sensi, non riesce a vedere e quasi non avverte questa conoscenza nuova che non passa attraverso i sensi, in |