Parola «Amore» [ Frequenza = 1076 ]


01-Giovanni della Croce - Poesie.html
  A001000004 

 Fiamma viva d'amore.


02-Giovanni della Croce - Detti di luce e amore.html
  A002000005 

 Spunti d’amore.

  A002000013 

 Io, pur trattandone, non ne ho la pratica e la virtù di cui tu, o mio Signore, ti compiaci più che della loro dotta esposizione; altri forse, però, spinti da queste parole, potranno progredire nel tuo servizio e nel tuo amore, nei quali io difetto.

  A002000013 

 Mio Dio e dolcezza mia, solo per amor tuo la mia anima si è voluta occupare di queste parole di luce e amore.

  A002000013 

 Resti da parte, allora, la retorica del mondo; lasciamo le chiacchiere e l’arida eloquenza dell’umana saggezza, che è debole e ingannatrice e non ti piace; parliamo, invece, al cuore con parole piene di dolcezza e amore, come piace a te.

  A002000013 

 Tu, o Signore, più di tutte le altre operazioni dell’anima, ami il discernimento, la luce e l’amore; questi detti, quindi, procureranno discernimento a chi cammina, saranno luce ai suoi passi e l’infiammeranno d’amore lungo il percorso.

  A002000036 

 Colui, infatti, che agisce per Dio con amore purissimo, non solo non si preoccupa minimamente di essere visto dagli uomini, ma neanche da Dio.

  A002000042 

 Chi potrà mai liberarsi dai suoi modi di agire e dalla sua bassa condizione, se non sei tu, mio Dio, a sollevarlo fino a te nella purezza del tuo amore? Come potrà elevarsi fino a te l’uomo generato e formato nella bassezza, se non lo sollevi tu, o Signore, con la stessa mano con la quale l’hai creato? Non mi toglierai, o mio Dio, ciò che un giorno mi hai dato nel tuo unico Figlio, nel quale mi hai concesso tutto quello che desidero; perciò mi rallegrerò sapendo che non tarderai, se ti aspetto.

  A002000046 

 O buon Gesù, se nel tuo amore non addolcisci l’anima, questa rimarrà sempre nella sua naturale durezza..

  A002000062 

 Tu, o Signore, sai risollevare sempre con gioia e con amore chi ti offende, e io non sono capace di risollevare e onorare chi mi offende..

  A002000069 

 In questo modo l’amore di Dio è frequentemente in atto nell’anima pura e semplice..

  A002000075 

 Alla fine sarai esaminato sull’amore.

  A002000093 

 Se vuoi che nel tuo spirito nasca la devozione e cresca l’amore di Dio insieme al desiderio delle cose divine, libera la tua anima da ogni appetito, disordinato attaccamento e pretesa, in modo da non preoccuparti di nulla.

  A002000097 

 Tenga accuratamente a freno la lingua e il pensiero e rivolga abitualmente l’affetto a Dio, così il suo spirito si scalderà dell’amore divino..

  A002000114 

 L’anima che cammina nell’amore non stanca altri e non si stanca..

  A002000122 

 I capelli vanno pettinati dalla sommità della testa, se vogliamo che siano ben lisci; così, tutte le nostre azioni devono prendere inizio dall’alto dell’amore di Dio, se vogliamo che siano pure e luminose..

  A002000126 

 La sapienza entra nell’anima mediante l’amore, il silenzio e la mortificazione.

  A002000132 

 L’amore non consiste nel sentire grandi cose, ma nell’avere grande nudità di spirito e nel soffrire per l’Amato..

  A002000138 

 Queste devono essere anche le caratteristiche dell’anima contemplativa, che deve tenersi al di sopra delle cose transitorie, comportandosi come se non esistessero, e dev’essere tanto amica della solitudine e del silenzio da non sopportare la compagnia di altre creature; deve protendere il becco al soffio dello Spirito Santo, corrispondendo alle sue ispirazioni, perché, così facendo, possa diventare più degna della sua compagnia; non deve avere un colore determinato, cioè non deve fissarsi in alcuna cosa, ma solo in ciò che è volontà di Dio; deve cantare soavemente nella contemplazione e nell’amore del suo Sposo..

  A002000146 

 L’anima che vive nell’unione d’amore, non ne avverte neppure i primi movimenti..

  A002000149 

 Ciò che occorre di più per progredire è mettere a tacere la nostra lingua e i nostri appetiti di fronte a questo grande Dio, poiché il solo linguaggio che egli ascolta è l’amore silente (L 8, 22.11.1587)..

  A002000156 

 Consideri quella sapienza infinta e quel segreto nascosto; che pace, che amore, che silenzio in quel cuore divino, che scienza sublime quella che Dio insegna lì: tutto questo è ciò che noi chiamiamo atti di elevazione mistica, che tanto infiammano il cuore!.

  A002000173 

 Dodici stelle per arrivare alla somma perfezione: amor di Dio, amore del prossimo, obbedienza, castità, povertà, presenza in coro, penitenza, umiltà, mortificazione, preghiera, silenzio, pace..

  A002000178 

 Se anche quest’ultimo non dovesse saperlo mai, egli continuerebbe a rendergli gli stessi servizi, con la stessa gioia e lo stesso amore..

  A002000180 

 Per poter far questo è necessario rinunciare a qualsiasi appetito o gusto che non sia unicamente per la gloria e l’onore di Dio e rimanere nel vuoto per amore di colui che in questa vita non ebbe e non volle altro che fare la volontà del Padre suo, che diceva suo unico cibo (Gv 4,34)..

  A002000185 

 Tenga accuratamente a freno la lingua e il pensiero e ponga abitualmente amore in Dio, così sarà infiammata dello spirito divino.


03-Giovanni della Croce - Cautele.html
  A003000030 

 La prima cautela consiste nel nutrire uguale amore e uguale dimenticanza per tutte le persone, siano esse parenti o no, distaccando il cuore da tutti loro; anzi, in qualche modo più dai parenti, per timore che la carne e il sangue non si ravvivino per l’amore naturale che vige sempre tra parenti e che conviene mortificare in vista della perfezione spirituale.

  A003000032 

 Non amare una persona più di un’altra, perché sbaglieresti; è degno di maggior amore colui che Dio ama di più, e tu non sai chi è colui che Dio ama di più.


08.3-Giovanni della Croce - La Salita del Monte Carmelo.html
  A008000033 

 Ove si prova come la fede sia per l’intelletto il mezzo immediato e adeguato che conduce l’anima all’unione divina d’amore.

  A008000201 

 Condotta da Dio e mossa soltanto dall’amore per lui, di cui era tutta infiammata, essa canta di essere uscita in una notte oscura.

  A008000213 

 Allo stesso modo, se si vuole cominciare ad andare verso Dio, occorre che il cuore sia consumato dall’amore divino e purificato da tutto ciò che è creatura.

  A008000217 

 A questo punto si verifica la trasformazione dell’anima in Dio attraverso l’amore..

  A008000217 

 Ciò vuol dire che, se il timore è perfetto, anche l’amore di Dio è perfetto.

  A008000238 

 Chi ama, quindi, la creatura, si pone al livello della creatura e, in qualche modo, anche più in basso, perché l’amore non solo rende uguali, ma assoggetta l’amante all’oggetto amato.

  A008000238 

 Per provare meglio quanto ho detto, occorre ricordare che l’affezione e l’attaccamento che l’anima nutre per le creature la rendono simile a queste, e quanto più grande è l’affezione tanto più essa è resa uguale e simile, perché l’amore crea somiglianza tra chi ama e l’oggetto amato.

  A008000238 

 Pertanto, come chi è avvolto dalle tenebre non può accogliere la luce, così non può accogliere Dio l’anima che ripone la sua affezione nelle cose create; finché non se ne sarà distaccata, non potrà possederlo quaggiù per trasformazione pura d’amore, né lassù mediante la visione beatifica.

  A008000240 

 Perciò anche l’anima che ripone in esse il suo affetto, di fronte a Dio è nulla e meno di nulla, perché, come ho detto, l’amore non solo crea uguaglianza e somiglianza, ma colloca colui che ama al di sotto dell’oggetto amato.

  A008000242 

 Messo da parte il loro sapere, servono Dio con amore.

  A008000248 

 La Sapienza divina, dolendosi, perciò, di queste persone che si abbrutiscono, si fanno spregevoli, miserabili e poveri per amore di ciò che nel mondo ritengono bello e ricco, nel libro dei Proverbi li apostrofa dicendo: O viri, ad vos clamito, et vox mea ad filios hominum.

  A008000252 

 Parimenti si può comprendere quanto le anime che si attaccano a qualcuno di tali beni siano anch’esse lontane da Dio, poiché l’amore, ripeto, crea uguaglianza e somiglianza.

  A008000264 

 Da tutto ciò possiamo comprendere che l’anima, per essere un altare degno di Dio, non deve trovarsi priva dell’amore di Dio, né tanto meno deve permettere che a questo si mescoli un amore profano..

  A008000264 

 Ivi l’anima serve solo da altare, dove Dio viene adorato in pura lode e amore e dove egli abita solo.

  A008000264 

 Queste tre condizioni ci permettono di comprendere ciò che ogni anima, che vuole salire questo “Monte”, deve compiere per fare di sé un altare sul quale offrire a Dio un sacrificio di amore puro, di lode e di profonda adorazione.

  A008000270 

 Ora, l’amore per Dio e quello per le creature sono contrari; quindi non possono coesistere in una stessa volontà l’affetto per le cose create e quello per Dio.

  A008000298 

 Anche la volontà non è in grado di amare Dio con puro amore, come lo specchio appannato dall’alito non può riflettere nitido il volto cha ha di fronte; meno ancora la memoria offuscata dalle tenebre degli appetiti è in grado di riflettere in sé, con chiarezza, l’immagine di Dio, come l’acqua torbida non può mostrare nitidamente il volto di colui che vi si specchia..

  A008000342 

 È chiaro, quindi, che per giungere a unirsi perfettamente con Dio, per mezzo dell’amore e della volontà, l’anima deve liberarsi anzitutto di ogni appetito volontario, per piccolo che sia.

  A008000376 

 Occorre liberarsene per amore di Gesù Cristo, che in questa vita non ebbe né cercò altro piacere che fare la volontà del Padre suo, che egli chiamava suo cibo e sua bevanda (Gv 4,34).

  A008000389 

 non alla ricerca del meglio nelle cose terrene, ma al peggio, e desiderare in tutto nudità, vuoto e povertà di quanto v’è al mondo per amore di Cristo..

  A008000435 

 Accade, infatti, come testimonia l’esperienza, che la sensibilità è talmente attratta verso le realtà sensibili da tante ansie di appetito che se la parte spirituale non è infiammata da un amore ancora più forte verso le realtà spirituali, non potrà spezzare il giogo della natura, né entrare in questa notte dei sensi, né avere il coraggio di starsene all’oscuro di tutte le cose, privandosi del loro piacere..

  A008000435 

 In realtà, per vincere tutti gli appetiti e mortificare le attrattive di tutte le cose create, per amore e affetto delle quali la volontà è solita accendersi allo scopo di goderne, era necessaria un’altra fiamma di un amore superiore, che è quello del suo Sposo.

  A008000435 

 Per vincere la forza degli appetiti sensibili, non basta all’anima il semplice amore per il suo Sposo; deve altresì ardere d’amore e stare in ansia per lui.

  A008000437 

 Non è possibile né opportuno dire in questo luogo quali e quanti siano i desideri d’amore che le anime nutrono agli inizi di questo cammino di unione; quali siano le attenzioni e gli espedienti da loro adoperati per uscire dalla propria casa, cioè dalla propria volontà, nella notte della mortificazione dei loro sensi; e, infine, quanto le ansie dello Sposo rendano facili, dolci e piacevoli le fatiche e i pericoli di questa notte.

  A008000459 

 Fatto questo, l’anima si unisce all’Amato in un’unione piena di semplicità, purezza, amore e somiglianza..

  A008000459 

 Per questo motivo, qui non dice che uscì con ansie, come nella prima notte dei sensi, perché, per entrare in essa e spogliarsi di ciò che appartiene ai sensi, occorreva che avesse sperimentato ansie di amore sensibile per poterne uscire; invece, per placare definitivamente la casa dello spirito, si richiede di consolidare nella pura fede le sue potenze, le sue attrattive e tutti gli appetiti spirituali.

  A008000493 

 Come può l’anima pretendere di unirsi per grazia perfettamente in questa vita a Colui con il quale sarà unita per gloria nell’altra, realtà, questa, che, come dice san Paolo, occhio non vide né orecchio udì né entrò in cuore di uomo? È chiaro che per giungere in questa vita a unirsi a Dio per mezzo della grazia e di un amore perfetto, l’anima dev’essere all’oscuro di tutto quanto può passare attraverso l’occhio, di tutto ciò che può ricevere tramite l’orecchio e può essere immaginato con la fantasia e compreso con il cuore, che in questo caso significa l’anima.

  A008000509 

 Quando, dunque, l’anima cancella in sé tutto ciò che ripugna o non è conforme alla volontà divina, allora è trasformata in Dio per amore..

  A008000509 

 Quando, perciò, parlo di unione dell’anima con Dio, non mi riferisco a quella sostanziale, che vige sempre, ma all’unione e trasformazione dell’anima in Dio, che si verifica solo quando viene a crearsi somiglianza d’amore.

  A008000511 

 Per questo, Dio si comunica maggiormente all’anima più avanti nell’amore, cioè quella che ha la volontà più conforme alla sua volontà.

  A008000511 

 Questo viene partecipato solo per amore e per grazia, che non tutte le anime possiedono in ugual misura; alcune hanno un grado maggiore di amore, altre un grado inferiore.

  A008000519 

 Da ciò risulta più chiaro che i mezzi a disposizione dell’anima per arrivare a tale unione, come si diceva prima, non consistono nel capire, nel gustare, nel sentire, nell’immaginare Dio, né in qualsiasi altra attività umana, ma nella purezza e nell’amore, cioè nello spogliamento e nella rinuncia assoluta a tutto per amore di Dio.

  A008000537 

 Nel capitolo 6 di Isaia (v. 2) leggiamo che il profeta vide due serafini ai lati di Dio, ognuno con sei ali, due delle quali coprivano i loro piedi, a significare la cecità e l’annullamento degli affetti della volontà in tutte le cose per amore di Dio; altre due coprivano i loro volti, e significano le tenebre dell’intelletto di fronte a Dio; mentre con le altre due volavano: questo è il volo della speranza verso le cose che non si possiedono, al di sopra di tutto ciò che non si può avere quaggiù e lassù, eccetto Dio..

  A008000555 

 Infatti, cercare se stessi in Dio significa ricercare i doni e le consolazioni di Dio, mentre cercare unicamente Dio non è solo voler rinunciare a tutto per amore di Dio, ma essere propensi a scegliere per Cristo quanto di più disgustoso vi possa essere, sia da parte di Dio che del mondo.

  A008000555 

 Ma questo non è rinnegare se stessi né nudità di spirito, bensì golosità spirituale! Agendo così, esse si rendono nemiche della croce di Cristo (Fil 3,18), perché il vero spirito cerca nel Signore più l’amaro che il dolce, propende più per la sofferenza che per la consolazione, più per la mancanza di ogni bene per amore di Dio che per il possesso, più per le aridità e le afflizioni che per le dolci comunicazioni, sapendo che questo significa seguire Cristo e rinnegare se stessi; il resto, invece, è cercare se stessi in Dio, cosa molto contraria all’amore.

  A008000555 

 Questo è amore di Dio..

  A008000555 

 Si preoccupano, infatti, più di nutrire e ricoprire la loro natura di consolazioni e sentimenti spirituali che di spogliarla e privarla di ogni conforto per amore di Dio.

  A008000557 

 Ma chi avrà perduto la sua vita per causa mia, la troverà (Mt 10,39, cioè: chi per amore di Cristo rinuncia a tutto ciò che può desiderare e gustare, scegliendo ciò che più assomiglia alla croce – il Signore stesso nel vangelo di san Giovanni chiama quest’atteggiamento odiare la propria vita (Gv 12,25) –, costui la guadagnerà.

  A008000559 

 Il giogo è la croce che l’uomo deve impegnarsi a portare, il che significa decidersi davvero a voler cercare e sopportare ogni sorta di fatiche per amore di Dio.

  A008000561 

 Per questo motivo vorrei convincere le persone spirituali circa il fatto che questo cammino che porta a Dio non consiste nella molteplicità delle meditazioni, nei metodi, negli esercizi, nei gusti – sebbene tutto questo sia in qualche modo necessario ai principianti –, ma in una sola cosa indispensabile: nel saper rinnegare davvero se stessi, esteriormente e interiormente, offrendosi alla sofferenza per amore di Cristo e annientandosi in tutto.

  A008000583 

 Per orafo qui s’intende la volontà, che ha la capacità di ricevere la figura e la forma dei piaceri, causati dall’oro dell’amore.

  A008000583 

 Pertanto nessuna conoscenza o percezione soprannaturale, in questa nostra condizione mortale, può servire come mezzo immediato per la sublime unione d’amore con Dio.

  A008000597 

 È, quindi, chiaro che l’anima, in questa vita, per arrivare a unirsi e intrattenersi immediatamente con Dio, deve necessariamente penetrare in questa tenebra, ove Dio aveva promesso a Salomone di abitare; deve avvicinarsi a quella nube oscura, ove Dio volle rivelare i suoi segreti a Giobbe, e prendere nelle mani le brocche vuote di Gedeone, per poter agire alla luce della fede oscura nell’unione d’amore con Dio.

  A008000629 

 Se essa saprà vincere il demonio in questo primo stadio, passerà al secondo; e se lo vincerà nel secondo, passerà al terzo e così, gradino dopo gradino, raggiungerà tutte e sette le mansioni, che sono i sette gradi dell’amore, finché lo Sposo non la introdurrà nella cella vinaria (Ct 2,4) della sua perfetta carità..

  A008000631 

 Beata l’anima che saprà lottare contro l’apocalittica bestia dalle sette teste (Ap 12,3), contrarie a questi sette gradi dell’amore, con le quali fa guerra contro questi gradi e lotta contro l’anima in ognuna delle sette mansioni, ove essa si esercita per conquistare tutti i gradi dell’amore di Dio! Se l’anima combatterà fedelmente in ciascuna mansione e vincerà, meriterà di salire, di grado in grado o di dimora in dimora, fino all’ultima, dopo aver tagliato una dopo l’altra le sette teste che le muovevano guerra spietata.

  A008000631 

 Lo stesso san Giovanni, nel libro citato (Ap 13,7), dice che fu concesso alla bestia di lottare contro i santi e di vincerli in ognuno di questi gradi d’amore, impiegando contro ciascuno di essi tutte le armi e le munizioni necessarie.

  A008000633 

 L’uomo spirituale deve, quindi, respingere tutte le percezioni accompagnate dai piaceri temporali, derivanti dai sensi esterni, se vuole tagliare la prima e la seconda testa della bestia; potrà, così, entrare nella prima dimora dell’amore e nella seconda della fede viva, non accogliendo nulla che provenga dai sensi, che lo allontanano molto dalla fede..

  A008000655 

 A costoro occorre dire che imparino a starsene in quella quiete spirituale in un’attenzione e contemplazione piena d’amore per Dio, a non occuparsi dell’immaginazione e della sua attività.

  A008000655 

 Se talvolta agiscono, non lo fanno con sforzo o con l’aiuto di prolungati ragionamenti, ma con la soavità dell’amore, mosse più da Dio che dall’abilità dell’anima, come spiegherò più avanti.

  A008000667 

 Il terzo segno, che è più sicuro, si ha quando l’anima prova piacere a starsene sola con Dio, in uno sguardo d’amore contemplante, senza particolari considerazioni.

  A008000673 

 Ad ogni modo, quanto più si abituerà alla quiete interiore, tanto più crescerà in essa e avvertirà quella conoscenza piena d’amore per Dio.

  A008000673 

 E così, sebbene sia investita da una pace interiore, piena d’amore, più abbondante, non riesce a sentirla né a goderla.

  A008000681 

 Come molti atti, in qualsiasi altro campo, finiscono per generare nell’anima un’abitudine, così molti atti di queste conoscenze piene d’amore, che l’anima ha di volta in volta emesso in particolare, con il loro ripetersi finiscono per diventare in essa un abito.

  A008000681 

 Così, appena si mette alla presenza di Dio, possiede una conoscenza di Dio confusa, amorosa, piena di pace e di quiete, in cui beve i fiotti della sapienza, dell’amore e della dolcezza..

  A008000681 

 Occorre ricordare, infatti, che scopo della meditazione e del discorrere nelle cose di Dio è quello di ottenere un po’ di conoscenza e di amore di Dio.

  A008000689 

 Credo non sia opportuno parlare ora della convenienza e necessità del terzo segno, cioè della conoscenza o attenzione generale, piena d’amore, per Dio, al fine di abbandonare la meditazione, perché è stato detto qualcosa trattando del primo segno.

  A008000689 

 Qui mi limiterò ad addurre un solo motivo che permette di vedere chiaramente come, al momento di lasciare la via della meditazione e del ragionamento, il contemplativo abbia bisogno di questa conoscenza o attenzione piena di amore per Dio, in maniera generale.

  A008000701 

 La riconosce perché sente di provare una soavità piena di amore, senza però sapere e comprendere in particolare ciò che ama.

  A008000701 

 Per questo motivo definisce generale tale conoscenza piena d’amore, perché questa si comunica all’intelletto in modo oscuro e nella volontà veicola soavità e amore in modo confuso, senza cioè che questa sappia esattamente ciò che ama..

  A008000711 

 Al contrario, si può veramente dire che, a questo punto, la conoscenza e il diletto abbondano in essa e l’unica sua attività consiste in uno sguardo pieno d’amore per Dio, senza cercare di sentire o di volere qualcos’altro.

  A008000717 

 Così, a poco a poco, e molto presto, le verranno infusi riposo e pace divina, con meravigliose e sublimi conoscenze di Dio, pregne del suo amore.

  A008000737 

 Questo testo ci fa chiaramente comprendere che nell’eccelso stato di unione, di cui sto parlando, Dio non si comunica all’anima sotto i veli di visioni immaginarie, di somiglianze o di figure, ma bocca a bocca: cioè l’essenza pura e semplice di Dio, che è come la sua bocca per amore, si comunica all’essenza pura e semplice dell’anima, che è come la sua bocca per amore di Dio..

  A008000739 

 Difatti alle visioni soprannaturali infuse non può resistere la volontà contraria, umile e piena di amore, ma solo l’impurità e l’imperfezione dell’anima, come le macchie sulla vetrata sono di ostacolo alla luce del sole..

  A008000739 

 Infatti il bene che queste visioni immaginarie possono operare nell’anima, insieme a quelle corporee esterne di cui si è parlato, consiste nel comunicare conoscenza, amore e dolcezza.

  A008000739 

 Le visioni li producono nel momento stesso in cui si presentano all’immaginazione; esse fanno sentire la loro presenza all’anima e le infondono conoscenza, amore, soavità o qualsiasi altra cosa voluta da Dio.

  A008000739 

 Pertanto, per giungere a quest’unione d’amore di Dio essenziale, l’anima deve fare attenzione a non attaccarsi a queste visioni immaginarie, forme, rappresentazioni o conoscenze particolari, che non possono essere un mezzo adeguato e immediato per tale scopo; anzi le sarebbero d’impedimento; deve quindi rinunciare ad esse e cercare di evitarle.

  A008000817 

 Il desiderio formale dell’anima, infatti, non era un determinato genere di morte, ma glorificare Dio attraverso il martirio e testimoniargli il suo amore come martire.

  A008000817 

 Ma allora perché non si è realizzata questa profezia? Perché si compirà e potrà realizzarsi secondo il senso più importante ed essenziale in essa contenuto: Dio le dà un grande amore e la gloria essenziale del martirio; così conferisce veramente all’anima ciò che essa formalmente desiderava e che le era stato promesso.

  A008000817 

 Quel genere di morte non ha alcun valore senza quest’amore; ma tale amore, l’esercizio e la corona del martirio le vengono concessi compiutamente per altra via; quindi, pur non morendo martire, l’anima è molto soddisfatta per aver ricevuto ciò che desiderava.

  A008000817 

 Questi e altri simili desideri, quando nascono da un amore vivo, anche se non si realizzano secondo i modi che l’anima pensava e intendeva, si compiono tuttavia in maniera diversa, molto superiore e a maggior gloria di Dio di quanto essa potesse chiedere.

  A008000907 

 Facciano loro comprendere che agli occhi di Dio è più preziosa un’opera o un atto di volontà, fatto per amore, che tutte le visioni, rivelazioni e comunicazioni celesti che possano avere, perché queste non costituiscono né un merito né un demerito; molte altre anime, che non hanno questi fenomeni, progrediscono assai più di quelle che ne sono abbondantemente favorite..

  A008000933 

 Tra gli effetti prodotti nell’anima da queste visioni si possono annoverare la quiete, l’illuminazione, una gioia simile a quella dello stato di gloria, la dolcezza, la purezza, l’amore, l’umiltà, l’attrazione o elevazione dello spirito in Dio.

  A008000935 

 Gli effetti che esse producono nell’anima non sono come quelli delle visioni buone, anzi provocano aridità di spirito nei rapporti con Dio, tendenza all’autostima, suggerendo di accogliere e dare importanza a tali visioni; d’altra parte esse non producono affatto la dolcezza dell’umiltà e l’amore di Dio.

  A008000935 

 Non durano a lungo, anzi si cancellano presto, eccetto quando l’anima le stima molto; in questo caso la stima stessa fa sì che se ne conservi il ricordo in modo naturale: ma è un ricordo molto arido, che non produce quell’amore e quell’umiltà procurati dal ricordo delle visioni buone..

  A008000937 

 Accade, così, che l’anima sia infiammata d’ansie di amore molto puro per Dio, senza sapere da dove vengano né su cosa si fondino.

  A008000937 

 Da ciò segue che, quanto più l’anima s’impegna a restare nelle tenebre e nel nulla rispetto a tutte le cose esteriori e interiori che le possono essere comunicate, tanta maggior fede, quindi amore e speranza verranno infuse in essa, dal momento che queste tre virtù teologali progrediscono insieme..

  A008000937 

 È vero che il loro ricordo suscita nell’anima qualche grado d’amore di Dio e la conduce alla contemplazione, ma molto di più ve la spingeranno e innalzeranno la fede pura e il cieco distacco da tutte quelle visioni, senza voler sapere come e da dove vengono.

  A008000939 

 A volte la persona non comprende né avverte quest’amore, perché esso non passa attraverso i sensi con dolcezza, ma si stabilisce nell’anima con una forza, un coraggio e un’audacia superiori al passato, sebbene alcune volte si ripercuota nei sensi e appaia tenero e dolce.

  A008000939 

 In tal modo essa fonderà questo amore e questa gioia su ciò che non vede e non sente, e che non può vedere né sentire in questa vita, cioè su Dio, che è incomprensibile e al di sopra di tutto.

  A008000939 

 Per arrivare, perciò, a questo amore, a quest’allegria, a questa gioia che tali visioni producono e causano, l’anima deve avere forza, esercitarsi nella mortificazione e nell’amore per voler rimanere libera e all’oscuro nei loro confronti.

  A008000971 

 Essi provengono da un amore molto particolare di Dio perché l’anima lo ripaghi con un amore altrettanto disinteressato.

  A008000971 

 Perché Dio conceda tali favori, bisogna essere umili e saper soffrire per amore di Dio con pazienza e disinteresse per qualsiasi ricompensa.

  A008001001 

 Per questo motivo l’anima pura, prudente, semplice e umile, con tutte le sue forze e il suo impegno deve ricusare e respingere le rivelazioni e le visioni come tentazioni molto pericolose, perché per tendere all’unione d’amore non è necessario desiderarle, anzi bisogna rifiutarle.

  A008001021 

 Difatti ciò che non genera umiltà, carità, mortificazione, santa semplicità e silenzio, ecc., che cosa può essere? Affermo, dunque, che queste locuzioni possono ostacolare molto l’anima nel suo cammino verso l’unione divina, perché, se vi dà importanza, l’allontanano molto dalla profondità della fede, ove l’intelletto deve rimanere nell’oscurità per avanzare nel segno dell’amore nella notte della fede, non a forza di ragionamenti..

  A008001025 

 L’anima, invece, senza forzare l’intelletto a considerare ciò che le viene comunicato soprannaturalmente, applichi la volontà ad amare Dio con semplicità e purezza, perché quei beni le vengono concessi per mezzo dell’amore, e persino in misura maggiore che in passato.

  A008001029 

 Imparino, dunque, queste anime a non badare alle parole successive, ma a fondare la volontà nella forza dell’amore umile, nella pratica di opere veramente buone, a soffrire imitando la vita e le mortificazioni del Figlio di Dio.

  A008001033 

 Difatti, anche se è vero che queste ordinariamente lasciano la volontà nell’aridità nei riguardi dell’amore di Dio e inclinano lo spirito alla vanità, alla stima e alla compiacenza di sé, tuttavia a volte generano una falsa umiltà e un’ardente affezione della volontà, basata sull’amor proprio, uno stato di cose, insomma, difficilmente riconoscibile dalla persona, a meno che questa non sia molto spirituale.

  A008001033 

 Quando l’anima, insieme con le parole e i concetti, sente un amore pieno di umiltà e di riverenza per il Signore, è segno che lo Spirito Santo è presente, perché egli non accorda mai simili favori senza rivestirli di queste virtù.

  A008001055 

 Se, per esempio, il Signore dicesse formalmente a un’anima: “Sii buona”, immediatamente l’anima sarebbe sostanzialmente buona; o se le dicesse: “Amami”, immediatamente avrebbe e sentirebbe in sé la sostanza dell’amore di Dio; e se avesse molta paura e le dicesse: “Non temere”, immediatamente sentirebbe grande forza e tranquillità.

  A008001132 

 Egli può, infatti, suscitare immagini, conoscenze o ragionamenti e per loro mezzo indurre l’anima alla superbia, all’avarizia, all’ira, all’invidia, ecc.; le può insinuare un odio ingiusto, un amore vano e ingannarla in molti altri modi.

  A008001140 

 Questa passa dalla gioia alla tristezza, dall’odio all’amore; essa non può mai perseverare nello stesso stato, che è un effetto della tranquillità morale, a meno che non cerchi di dimenticare tutte le cose create.

  A008001186 

 In questo modo l’anima, attratta e abbagliata da questi gusti sensibili, a poco a poco ne resta accecata, vi si attacca molto più che all’amore, o almeno non si dedica ad amare Dio; fa più caso a queste conoscenze che all’abnegazione e allo spogliamento che vi è nella fede, nella speranza e nell’amore di Dio.

  A008001212 

 Tale sostanza o spirito si unisce alle potenze dell’anima, in questa vera intelligenza e in quest’amore, solo quando cessa l’attività delle potenze, perché lo scopo ultimo di tale operazione per l’anima è quello di arrivare a possedere la sostanza conosciuta e amata di quelle forme.

  A008001214 

 Così l’anima somiglierà allo Sposo per mezzo delle opere e i movimenti d’amore, sino a trasformarsi in lui.

  A008001214 

 La peculiarità di tale amore è quella di rendere simili i due nella parte migliore d’entrambi.

  A008001214 

 Lo Sposo dice, inoltre, allo sposa di metterlo come sigillo sul suo braccio (Ct 8,6), che simboleggia l’esercizio dell’amore, ove l’amato si nutre e trova le sue delizie..

  A008001214 

 Per questo motivo egli le dice di metterlo come sigillo sul suo cuore (Ct 8,6), dove vengono a cadere tutte le frecce d’amore della faretra, cioè le opere e i motivi d’amore.

  A008001214 

 Quanto alle parole dello Sposo citate sopra, vanno riferite all’amore che egli porta alla sposa.

  A008001216 

 In altre parole: interessarsi ai sentimenti che producono amore di Dio, non già al gusto, alla soavità o alle immagini.

  A008001216 

 Pertanto l’anima deve procurare in ogni conoscenza che le viene dall’alto (immaginaria o di altro genere, come visioni, locuzioni, sentimenti o rivelazioni), di non badare alla lettera o alla corteccia, cioè quanto significano, rappresentano o danno a intendere, ma di preoccuparsi soltanto di conservare l’amore divino che tali favori infondono nell’intimo.

  A008001216 

 Queste conoscenze che s’imprimono così nell’anima producono, ogni volta che le si richiama, divini effetti d’amore, di soavità, di luce, ecc., ora più intensi ora meno; del resto, proprio a tale scopo sono stati impressi nell’anima.

  A008001216 

 Sebbene l’effetto del ricordo non sia così efficace come quando le fu accordato il favore stesso la prima volta, tuttavia il suo ricordo ravviva l’amore ed eleva l’anima a Dio, particolarmente quando si ricordano alcune figure, immagini o sentimenti soprannaturali che di solito s’imprimono profondamente nell’anima, in modo da durare a lungo e a volte da non cancellarsi più.

  A008001216 

 Solo per raggiungere tale scopo l’anima potrà a volte ricordare la tale immagine o conoscenza che le causò amore, così da fornire allo spirito motivi d’amore.

  A008001218 

 Quando un’anima possiede in sé, in maniera formale, tali rappresentazioni, può benissimo ricordarsene per l’effetto d’amore di cui parlavo: il ricordo no le sarà d’ostacolo per l’unione d’amore nella fede, purché non si lasci sedurre da tali rappresentazioni, ma se ne serva e se ne liberi immediatamente per crescere nell’amore.

  A008001228 

 Per quanto riguarda il modo con cui deve comportarsi la memoria nei loro confronti per arrivare all’unione, affermo solo che – come ho appena detto delle conoscenze formali, nel capitolo precedente, di cui fanno parte quelle che riguardano le cose create – l’anima può richiamarle alla memoria quando producono effetti buoni; non si cercherà di ritenerle in sé, a meno che non si tratti di ravvivare l’amore e la conoscenza di Dio.

  A008001232 

 Ciò che l’anima deve fare per vivere in assoluta e pura speranza in Dio, è che ogni volta che le si presentano delle conoscenze, forme e immagini particolari, non deve fermarsi ad esse, ma volgersi immediatamente a Dio con uno slancio pieno d’amore.

  A008001234 

 E il loro ricordo non mancherà di giovare all’anima, perché le ricerca solo per amore a ciò che rappresentano: essa se ne serve a questo scopo.

  A008001268 

 Essi, al contrario, dovrebbero provare confusione, perché il matrimonio, come dice san Paolo, fa sì che il cuore, diviso dall’amore che i coniugi nutrono l’uno per l’altro, non sia unicamente per Dio.

  A008001278 

 Difatti, per potersi difendere perfettamente dall’amore per un oggetto, bisogna nutrirne avversione, perché un contrario si combatte con il suo contrario.

  A008001282 

 Pertanto la caratteristica di coloro che si trovano in questo secondo grado consiste in una grande tiepidezza per gli esercizi spirituali, che adempiono male: li compiono solo per formalità, per forza o per abitudine, non per amore..

  A008001284 

 Questi sono quanti cadono in mille forme di peccati per amore dei beni temporali e innumerevoli sono i danni che subiscono.

  A008001306 

 Questo testo c’insegna che l’uomo, anziché vantarsi di questi doni naturali, deve piuttosto tenersi nel timore perché, attratto e ingannato da essi, può facilmente allontanarsi dall’amore di Dio e cadere nella vanità.

  A008001326 

 Molti sono i vantaggi che l’anima ricava quando allontana il cuore da questa gioia, perché, oltre a trovarsi disposta all’amore di Dio e alle altre virtù, viene chiaramente spinta a praticare l’umiltà riguardo a se stessa e la carità nei confronti del prossimo, in modo universale.

  A008001326 

 Quando amiamo così, amiamo secondo il volere di Dio e in piena libertà; e se questo amore si rivolge alla creatura, si dirige, però, soprattutto a Dio, perché quanto più cresce questo amore, tanto più cresce l’amore di Dio, e quanto più cresce l’amore di Dio, tanto più cresce anche quello del prossimo; infatti unica è la ragione e identica la causa dell’amore verso Dio e il prossimo..

  A008001384 

 Ne segue che questa persona, ormai purificata nel cuore, in tutte le cose scopre una conoscenza di Dio piacevole, dolce, casta, pura, spirituale, piena di gioia e d’amore..

  A008001388 

 Essa corrisponderà all’amore di Dio per il quale essi hanno rinunciato alla gioia di suddetti beni sensibili.

  A008001398 

 Il cristiano deve rallegrarsi non delle sue buone opere o dei suoi costumi retti, ma soltanto di far tutto per amore di Dio, senza altre intenzioni.

  A008001398 

 Infatti, solo le opere compiute unicamente per amore di Dio meritano una ricompensa di gloria maggiore, mentre, se fatte per altri motivi, generano una confusione più grande dinanzi al Signore..

  A008001398 

 Poiché egli possiede il lume della fede, per mezzo del quale spera la vita eterna e senza il quale nulla di ciò che è quaggiù o lassù gli sarà di giovamento, deve godere esclusivamente e soprattutto del possesso e dell’esercizio dei beni morali secondo un’altra visuale, in quanto cioè, agendo per amore di Dio, gli fanno acquisire la vita eterna.

  A008001400 

 Le sue opere sono tanto più preziose quanto più puro e intatto è l’amore di Dio contenuto in esse e quanto minore è l’interesse per la gioia, il piacere, la consolazione e la lode.

  A008001400 

 Per elevare a Dio la gioia che trova nei beni morali, il cristiano deve ricordare che il valore delle sue opere buone, dei digiuni, delle elemosine, penitenze, orazioni, ecc., non si fonda tanto sulla loro quantità e qualità, ma sull’amore di Dio che pone in esse.

  A008001410 

 Il terzo danno consiste in questo: poiché tali persone nelle opere cercano solo la loro soddisfazione, solitamente le compiono quando vedono che da esse può derivare piacere o lode, proprio come dice il Signore: fanno tutto ut videantur ab hominibus, per essere visti dagli uomini (Mt 23,5), non per il solo amore di Dio..

  A008001420 

 Queste persone diventano molto deboli nell’amore per Dio e per il prossimo, perché l’amor proprio che nutrono per le loro opere li raffredda nella carità..

  A008001444 

 A che giova o che vale di fronte a Dio ciò che non è amore di Dio? Ora questo amore non è perfetto se non è assai forte e accorto da purificare l’anima da tutte le gioie che derivano dalle cose, e compiacersi solo nel fare la volontà di Dio.

  A008001476 

 Essa gode, altresì, di soavi delizie d’amore per mezzo della carità, nella quale la volontà si compiace solo del Dio vivente.

  A008001502 

 In questo modo vengono appagati e solleticati i sensi e là si concentrano l’amore e la gioia della volontà.

  A008001512 

 Da che cosa deriva, infatti, che tu voglia avere una corona del rosario con certe caratteristiche, che sia fatta così e non diversamente, se non dal fatto che hai riposto la tua gioia in uno strumento? E perché vuoi scegliere questa immagine piuttosto che un’altra, non tenendo conto se ti risveglia maggiormente l’amore, ma solo se è più preziosa e più bella? Se tu non nutrissi altro desiderio e altra gioia che amare Dio, non ti importerebbe nulla di queste cose.

  A008001518 

 Il motivo, quindi, per cui Dio compie miracoli e accorda grazie tramite alcune immagini piuttosto che altre, non è perché valgano di più, ma per il solo fatto che risvegliano maggiormente nei fedeli la devozione assopita e l’amore alla preghiera.

  A008001518 

 Perciò, come nel tal caso e per mezzo della tale immagine si risveglia la devozione e si intensifica la preghiera, unici motivi per cui Dio ascolta e concede ciò che gli chiediamo, così, per l’orazione e l’amore risvegliati da quell’immagine, Dio continua a effondere grazie e a operare miracoli attraverso di essa.

  A008001530 

 Del resto, ogni volta che Dio concede queste e altre grazie, le accorda inclinando l’amore e la gioia della volontà verso ciò che è invisibile.

  A008001530 

 L’immagine che gli susciterà devozione soprannaturalmente, lo farà in modo più abbondante, perché egli si porterà immediatamente a Dio con amore.

  A008001536 

 Non amano di più Dio a motivo di queste cose, anzi meno, perché, come ho detto, sottraggono alla realtà vivente l’amore che portano ai dipinti e agli ornamenti.

  A008001618 

 Se in qualche modo la volontà può comprendere Dio e unirsi a lui, ciò avviene non attraverso qualche mezzo percepibile delle sue potenze, ma tramite l’amore.

  A008001618 

 Se un diletto o una soavità o qualsiasi altra gioia provata dalla volontà non è amore, ne risulta chiaramente che nessuno di questi sentimenti piacevoli può essere mezzo adeguato per l’unione dell’anima con Dio.

  A008001618 

 Tramite l’operazione essa si unisce a Dio e si realizza in lui che è amore, non attraverso il sentimento o la percezione dei suoi appetiti, che si conclude nell’anima come fine e termine ultimo..

  A008001620 

 Di conseguenza, quando una persona si decide ad amare Dio non a motivo del piacere che prova, subito lascia dietro di sé la soavità che sente e ripone il suo amore in Dio che non sente.

  A008001620 

 Poiché Dio è incomprensibile e inaccessibile, la volontà, onde mettere la sua operazione di amore in Dio, non deve fissarla su ciò che può toccare e percepire, ma in ciò che non può comprendere né raggiungere con l’appetito.

  A008001620 

 Se invece riponesse il suo amore nella soavità e nel gusto che prova, limitandosi ad essi, ciò significherebbe fermarsi alle creature o a ciò che le riguarda, facendo del mezzo un fine e un termine ultimo, e così l’opera della volontà sarebbe viziata.

  A008001620 

 Solo l’operazione della volontà, che è amore per Dio, colloca l’anima in Dio, lasciando dietro di sé tutte le cose create, così che essa ama Dio al di sopra di tutto.

  A008001628 

 Ciò che essa può gustare, se desidera qualcosa, sarebbe un ulteriore ostacolo all’amore divino.

  A008001628 

 La volontà, dunque, deve tenere la sua bocca sempre aperta a Dio, libera da ogni boccone appetitoso, perché Dio possa riempirla con il suo amore e le sue dolcezze.


09-Giovanni della Croce - Notte oscura.html
  A009000034 

 Ove si dice che l’anima, come frutto di queste dolorose prove, si sente animata da una veemente passione d’amore per Dio..

  A009000043 

 Ove vengono esposti i primi cinque gradini della scala d’amore..

  A009000054 

 Spiegazione delle strofe che mostrano come l’anima debba comportarsi nel cammino spirituale per arrivare alla perfetta unione d’amore con Dio, quale è possibile raggiungere in questa vita.

  A009000058 

 Nelle altre sei si illustrano i diversi e meravigliosi effetti dell’illuminazione spirituale e dell’unione d’amore con Dio..

  A009000112 

 Inizia la spiegazione delle strofe che mostrano in qual modo l’anima debba percorrere il cammino dell’unione d’amore con Dio, spiegazione composta dal padre fra Giovanni della Croce, carmelitano scalzo..

  A009000114 

 Poiché questa via è così stretta e così pochi sono quelli che la percorrono, come dice ancora il Signore (Mt 7,14), l’anima deve considerare una sorte davvero fortunata l’essere pervenuta per mezzo di essa alla suddetta perfezione d’amore.

  A009000114 

 Prima di cominciare la spiegazione di queste strofe è opportuno ricordare che l’anima le recita quando è già pervenuta allo stato di perfezione, cioè all’unione d’amore con Dio.

  A009000124 

 Solo così è riuscita a vivere una vita d’amore con Dio, piena di dolcezze e delizie spirituali.

  A009000126 

 Se ha potuto operare il distacco – tiene a precisare –, lo ha fatto con la forza e la veemenza dell’amore che lo Sposo le ha concesso in questa contemplazione oscura.

  A009000130 

 Difatti, anche in questo modo, essi potranno comprendere lo stato di vita in cui giacciono, per poi sentirsi spinti a desiderare che Dio li faccia entrare in questa notte, dove l’anima si fortifica attraverso l’esercizio delle virtù e gusta le inestimabili delizie dell’amore di Dio.

  A009000132 

 Ma a mano a mano che cresce, la madre diminuisce le carezze, gli nasconde il suo amore tenero, lo distacca dal suo dolce seno, sul quale pone aloe amaro; facendo poi discendere il bambino dalle braccia, lo fa camminare sulle sue gambe, perché superi le limitazioni proprie dell’infanzia e acquisti le caratteristiche dell’uomo adulto.

  A009000148 

 Tale sollecitudine d’amore li spinge, li preoccupa e li inebria talmente che non si accorgono se gli altri fanno o non fanno; e se vi pongono attenzione, sono convinti che tutti gli altri siano migliori di loro.

  A009000148 

 È così intensa la carità e grande l’amore per il Signore che tutto ciò che fanno per lui è nulla in confronto a quanto vorrebbero fare.

  A009000152 

 Quanto alle imperfezioni in cui si accorgono di cadere, sono motivo per essi di sopportarsi con umiltà, dolcezza di spirito e timore pieno di amore per Dio e di fiducia in lui.

  A009000158 

 Danno con generosità tutto ciò che possiedono e la loro gioia consiste nel privarsi dei beni, sia spirituali che temporali, per amore verso Dio e per carità verso il prossimo.

  A009000160 

 Malgrado il suo impegno, l’anima non può con le sue forze raggiungere quella purificazione che la dispone, sia pure minimamente, all’unione con Dio nella perfezione dell’amore.

  A009000166 

 Ciò accade spesso durante la comunione: poiché l’anima prova gioia e soddisfazione a compiere quest’atto d’amore, perché il Signore le concede questo dono proprio a questo scopo, anche la sensualità vuole la sua parte, come ho detto, però a modo suo.

  A009000176 

 Al contrario, quando l’amore di Dio cresce in un’anima, questa si raffredda nell’amore sensuale e lo dimentica, perché sono due amori contrari: non solo l’uno non aiuta l’altro, ma quello che predomina spegne e soffoca l’altro rafforzando se stesso, come insegnano i filosofi.

  A009000176 

 Difatti, se cresce l’amore sensuale, immediatamente si vede l’anima raffreddarsi nell’amore per Dio, dimenticarsi di lui al ricordo dell’altro e provare rimorsi di coscienza.

  A009000176 

 Difatti, se l’amicizia è puramente spirituale, crescendo essa, fa crescere anche l’amore per Dio; anzi, quanto più l’anima si ricorda di tale amicizia, tanto più si ricorda di quella con Dio e si porta ardentemente verso di lui.

  A009000176 

 Per questo il Signore nel vangelo afferma che quel che è nato dalla carne è carne e quel che è nato dallo Spirito è spirito ( Gv 3,6), cioè l’amore che nasce dalla sensualità termina nella sensualità, mentre quello che è dallo spirito termine nello spirito di Dio e lo fa crescere in noi.

  A009000176 

 Se, invece, quell’affetto umano nasce dal suddetto vizio della sensualità, produce effetti contrari: quanto più esso cresce, tanto più diminuisce l’amore per Dio insieme al ricordo di lui.

  A009000176 

 Si appura che è così quando il ricordo di quell’affetto, anziché riportare a Dio e accrescere l’amore per lui, produce solo rimorsi di coscienza.

  A009000178 

 A questo punto, però, purifica e rafforza l’amore che è secondo Dio, mentre abbandona e sopprime l’altro.

  A009000200 

 Ma il Signore, molto giustamente, con discrezione e amore, nega queste cose, proprio perché non cresca questa loro golosità e la loro avidità spirituale non li induca in mali senza fine.

  A009000220 

 La seconda notte o purificazione sarà spirituale, se purifica e spoglia l’anima nella sua parte spirituale, preparandola e disponendola all’unione d’amore con Dio.

  A009000224 

 Per questo motivo Dio vuole farli progredire gradatamente, liberarli da questo modo imperfetto di amare e condurli a un livello più alto d’amore.

  A009000256 

 Egli non mancherà di dare loro l’aiuto necessario per il cammino, fino a elevarli alla pura e chiara luce dell’amore, che comunicherà loro nella notte oscura dello spirito, se meriteranno che Dio ve li faccia entrare..

  A009000258 

 Si limiterà soltanto a un’attenzione piena d’amore e di pace in Dio, evitando ogni preoccupazione, desiderio ardente o semplice voglia di gustarlo o di sentirlo.

  A009000262 

 Egli le darà la possibilità di ardere e di infiammarsi nello spirito d’amore che questa contemplazione oscura e segreta comporta e le comunica.

  A009000262 

 La contemplazione, infatti, non è altro che infusione segreta, piena di pace e d’amore per Dio che, all’occasione, infiamma l’anima d’amore, come essa fa intendere nel verso seguente: con ansie, dal mio amor tutta infiammata..

  A009000266 

 A volte sente solo crescere in sé tanto questa fiamma e quest’incendio da desiderare Dio con un amore pieno di spasimo.

  A009000266 

 A volte, invece, con o senza questi ostacoli, l’anima comincia a provare improvvisamente un certo desiderio di Dio pieno si spasimo; quanto più questo desiderio aumenta, tanto più l’anima si sente trasportata verso Dio e infiammata d’amore per lui, senza sapere né comprendere né come né donde le vengano quest’amore e quest’affetto.

  A009000266 

 Ciò è appunto quanto Davide, che pure attraversò questa notte, riferisce di sé nei seguenti termini: Il mio cuore era infiammato, nell’amore della contemplazione, i miei reni erano alterati ( Sal 72,21-22 Volg.), cioè i miei gusti e i miei affetti sensibili sono stati trasformati, sono passati dalla vita sensitiva a quella spirituale, attraverso l’aridità e la rinuncia a tutti i gusti, di cui sto parlando.

  A009000266 

 E poiché a volte l’incendio d’amore assume proporzioni inverosimili, gli spasimi per Dio si fanno talmente intensi nell’anima da sembrare che questa sete ardente inaridisca tutte le ossa, indebolisca la natura, tolga all’anima il suo calore e la sua forza per l’acutezza della sete d’amore che l’anima sente tanto potentemente.

  A009000266 

 Essa constata soltanto di essere infiammata d’amore, senza sapere come né perché si sia prodotto tale cambiamento.

  A009000266 

 Questo incendio d’amore, di solito, non si sente agli inizi, perché non è ancora cominciato a causa dell’impurità della natura, oppure perché l’anima, non comprendendolo, non lo accoglie in sé pacificamente.

  A009000268 

 E allora, invece di quest’amore, che pure va accendendosi e che l’anima consegue in mezzo alle aridità e al vuoto delle sue potenze, c’è una costante attenzione e sollecitudine di piacere a Dio, mista al dolore e al timore di non servirlo abbastanza.

  A009000268 

 Ma nel frattempo l’anima assomiglia al malato che è tenuto sotto cura: tutto è sofferenza in quest’oscura e arida purificazione dei sensi, per guarire da molte imperfezioni, esercitarsi nella pratica delle virtù ed essere, così, degni dell’amore divino, come si dice nel verso seguente: oh, sorte fortunata!.

  A009000268 

 Occorre ricordare, come ho già detto in apertura, che ordinariamente quest’amore non si avverte all’inizio.

  A009000268 

 Questa sollecitudine e attenzione si sviluppano nell’anima in seguito alla segreta contemplazione, finché, con il tempo, accendono nello spirito quest’amore divino, dopo che sono stati alquanto purificati i sensi, cioè le forze e gli affetti naturali della parte sensitiva, per mezzo dell’aridità che si viene a produrre.

  A009000290 

 Questa considerazione genera bell’anima l’amore del prossimo, perché stima gli altri e non li giudica come era solita fare prima, quando era piena di fervore e gli altri no.

  A009000296 

 Ciò nonostante, l’anima che è introdotta in questa notte riceve abitualmente da Dio umiltà e spirito di prontezza, perché compia solo per amore e senza consolazioni quanto Dio le comanda.

  A009000314 

 Difatti, in mezzo alle aridità e angustie, molte volte, quando meno se l’aspetta, Dio comunica all’anima soavità spirituale, amore purissimo e conoscenze spirituali, a volte molto elevate, ognuna delle quali è più vantaggiosa e preziosa di quelle gustate prima.

  A009000318 

 Queste aridità, dunque, fanno avanzare l’anima nella via del puro amore per Dio.

  A009000322 

 Infatti sono gli appetiti e i vani piaceri che con i loro legami imprigionano l’anima e le impediscono di uscire da sé e di attingere nella libertà l’amore di Dio; ma privati dei legami, di cui sopra, essi non possono combattere l’anima..

  A009000328 

 Infatti sono pochi quelli che ordinariamente l’attraversano, per poi entrare nell’altra notte più terribile dello spirito fino a raggiungere l’unione d’amore con Dio.

  A009000336 

 Con altre anime ancora più deboli Dio si comporta ora mostrandosi e ora nascondendosi per esercitarle nel suo amore, perché senza tali assenze non imparerebbero mai ad avvicinarsi a lui..

  A009000336 

 Questi, in base alle maggiore o minore imperfezione che dev ’essere purificata in ciascun’anima, come pure in base al grado d’amore unitivo al quale intende elevarla, la umilierà più o meno intensamente o più o meno a lungo.

  A009000338 

 Quanto alle anime che devono arrivare al beato e sublime stato dell’unione d’amore, per quanto presto Dio ve le conduca, di solito restano molto a lungo nelle aridità e nelle prove, come dimostra l’esperienza.

  A009000343 

 In questo modo Dio purifica alcune anime che non devono arrivare all’alto grado d’amore come le altre; a volte, e a intervalli, le fa passare per questa notte di contemplazione e purificazione spirituale; spesso le fa passare dalle tenebre della notte alla luce del giorno.

  A009000343 

 Ormai la sua immaginazione e le sue facoltà non sono più condizionate, come prima, dal ragionamento e dalle preoccupazioni spirituali, perché con grande facilità trova subito in sé una contemplazione molto serena e piena d’amore, come pure un piacere spirituale senza alcun bisogno di ragionare.

  A009000353 

 Tutti quelli che non sono ancora passati per lo stato di proficienti sono soggetti a queste imperfezioni abituali, che, come tali, sono incompatibili con lo stato perfetto dell’unione d’amore..

  A009000367 

 Tale privazione è una delle condizioni richieste perché s’introduca nell’anima e si unisca ad essa la forma spirituale dello spirito che è l’unione d’amore.

  A009000379 

 Ciecamente abbandonata alla fede pura, che è notte oscura per le facoltà naturali, con la volontà colpita da dolore, da afflizione e da spasimi d’amore per Dio, uscii da me stessa, cioè dal mio modo umano di comprendere Dio, dalla mia debole volontà di amarlo, nonché dalla mia scarsa e povera maniera di goderlo, senza che la sensualità o il demonio abbiano potuto impedirmelo..

  A009000381 

 Anche la mia volontà è uscita da se stessa, diventando divina, perché, unita all’amore divino, non ama più umanamente con la sua forza naturale, ma con la forza e la purezza dello Spirito Santo.

  A009000385 

 La contemplazione infusa, in quanto sapienza piena d’amore per Dio, produce due effetti principali nell’anima: la dispone all’unione d’amore con Dio purificandola e illuminandola.

  A009000385 

 Quella sapienza, piena d’amore, che purifica i beati in cielo illuminandoli, è la stessa che qui sulla terra purifica e illumina l’anima..

  A009000385 

 Qui Dio istruisce segretamente l’anima e le insegna a perfezionarsi nell’amore, senza che essa faccia nulla o sappia come avvenga.

  A009000419 

 Questa situazione dura finché lo spirito non si umilia, non si addolcisce e non si purifica, diventando talmente sottile, semplice e puro da poter costituire un tutt’uno con quello di Dio, secondo il grado di unione d’amore che egli nella sua misericordia vorrà concedergli.

  A009000421 

 Libera e distesa spiritualmente, sente e gusta soavità di pace, amabilità e familiarità piena d’amore con Dio, inoltre riceve le comunicazioni spirituali con molta facilità.

  A009000421 

 Tuttavia essa presenta delle pause di sollievo, durante le quali, per disposizione divina, questa contemplazione oscura non investe più l’anima per purificarla, bensì per illuminarla e accordarle tanto amore.

  A009000433 

 Difatti, perché l’anima sia disposta e preparata alle realtà divine con tutte le sue facoltà e giunga all’unione d’amore con Dio, è opportuno che venga prima assorbita con tutte le sue potenze da questa divina e oscura luce della contemplazione; in seguito occorre che venga distolta da tutti i suoi affetti e conoscenze delle creature.

  A009000443 

 Basta un affetto o un oggetto particolare al quale sia attaccato, attualmente o abitualmente, perché lo spirito non senta, non gusti e non partecipi al delicato sapore dello spirito d’amore, che contiene in grado eminente tutti i sapori..

  A009000447 

 L’amore che sarà comunicato all’anima nell’unione d’amore è divino, quindi è molto spirituale, delicato e interiore; supera ogni affetto e sentimento naturale e imperfetto della volontà, come pure tutti i suoi appetiti.

  A009000447 

 Questo è il motivo per cui, se la volontà deve arrivare a sentire e a gustare tramite l’unione d’amore questa gioia divina così sublime, che naturalmente non è in suo potere, occorre che venga prima purificata e spogliata di tutti i suoi affetti e attaccamenti.

  A009000447 

 Una volta purificata, spogliata e completamente liberata nel fuoco di questa contemplazione divina da ogni genere di demoni, come avvenne quando il cuore del pesce da Tobia fu posto sulla brace degli incensi ( Tb 6,17), avrà una disposizione pura e semplice, e il suo palato sarà purificato e sano per apprezzare gli elevati e insoliti tocchi dell’amore divino, in cui si vedrà divinamente trasformata.

  A009000459 

 Questa lotta e questo combattimento sono tremendi, perché la pace che si aspetta dev ’essere molto profonda; anche il dolore spirituale è intimo e sottile, perché anche l’amore che si dovrà raggiungere dev ’essere molto elevato e puro.

  A009000469 

 Ora possiamo applicare il nostro ragionamento al fuoco divino dell’amore contemplativo che, prima di unirsi all’anima e trasformarla in sé, la purifica da tutti i suoi elementi contrari.

  A009000471 

 Anzitutto, possiamo comprendere come questa luce e sapienza piena d’amore, che deve unirsi all’anima per trasformarla, è la stessa che all’inizio l’ha purificata e preparata.

  A009000477 

 L’anima, però, non sempre avverte questo incendio d’amore, ma solo a tratti, quando non è investita troppo intensamente dalla contemplazione.

  A009000477 

 Quarto: possiamo dedurre che, a mano a mano che si spoglia e si purifica grazie a questo fuoco d’amore, l’anima se ne infiamma sempre più, come il legno s’incendia più o meno presto secondo che viene più o meno predisposto a ricevere il fuoco.

  A009000479 

 Infatti, dopo quella breve pausa che si ha quando l’anima è stata purificata soprattutto dalle imperfezioni esterne, il fuoco d’amore torna a ferirla ancora, la consuma e la purifica in profondità.

  A009000489 

 In questo verso l’anima lascia intendere che il fuoco d’amore, di cui si è parlato, si diffonde in lei – proprio come fa il fuoco naturale che brucia il legno – col favore della dolorosa notte di contemplazione.

  A009000489 

 Ivi, oppressa da tenebrose angosce, l’anima si sente ferita vivamente e profondamente da un forte amore divino; allo stesso tempo prova una certa sensazione, un vago presentimento che Dio è là, senza tuttavia comprendere nulla in particolare, perché, ripeto, l’intelletto è all’oscuro..

  A009000489 

 Se da una parte questo incendio d’amore è simile, in certo modo, a quello che si è verificato nella parte sensitiva dell’anima, come ho illustrato in precedenza, dall’altra è assai diverso, quanto lo è l’anima dal corpo o la parte spirituale da quella sensitiva.

  A009000489 

 Si tratta di un fuoco d’amore che si accende nello spirito.

  A009000491 

 Dal momento che quest’amore è infuso, è più passivo che attivo, e così genera nell’anima un’intensa passione d’amore.

  A009000491 

 La persona sente ora il suo spirito travolto da un intenso amore, perché l’incendio spirituale produce una passione amorosa.

  A009000491 

 Ma il calore, la forza, la resistenza, la passione o incendio d’amore, come qui è chiamato, procedono solo dall’amore di Dio che attira l’anima per unirla a sé.

  A009000491 

 Ora quest’amore trova tanto più spazio e accoglienza nell’anima, per unirla a sé e ferirla, quanto più essa ha domato, sottomesso e inabilitato tutti i suoi appetiti, privandoli della gioia delle cose celesti e terrene..

  A009000491 

 Tale amore ha già in sé qualcosa dell’unione con Dio, di conseguenza partecipa in qualche modo alle sue proprietà.

  A009000493 

 Davide, per poter ricevere la forza dell’amore di quest’unione con Dio, diceva al Signore: A te, mia forza, io mi rivolgo ( Sal 58,10), cioè con tutta la capacità, la brama e la forza delle mie facoltà, e non voglio impiegare la loro azione o la loro soddisfazione in nient’altro al di fuori di te..

  A009000493 

 Dio fa questo perché, separando tali gusti dal resto e riservandoseli tutti per sé, l’anima abbia più forza e capacità per accogliere quest’intensa unione d’amore con lui, che egli comincia a concederle attraverso la purificazione.

  A009000495 

 Da quanto esposto possiamo in qualche modo farci un’idea dell’intensità e della forza di questo incendio d’amore nello spirito, ove Dio tiene concentrate tutte le forze, le facoltà e gli appetiti dell’anima, sia spirituali che sensitivi.

  A009000495 

 Egli desidera che l’anima impieghi armonicamente le sue forze e le sue virtù in quest’amore e così compia realmente il primo precetto che, non disprezzando nulla dell’uomo né escludendo niente di suo da quest’amore, dice: Tu amerai il Signore tuo Dio con tutto il cuore, con tutta la tua mente, con tutta l’anima e con tutte le forze ( Dt 6,5)..

  A009000497 

 E allora, poiché tutte le facoltà e le forze dell’anima sono concentrate in questo incendio d’amore e l’anima stessa è ferita, raggiunta in ogni facoltà dalla passione d’amore, quali saranno i movimenti e gli slanci di tali facoltà, vedendosi infiammate e ferite da intenso amore, senza averne tuttavia il possesso e la gioia, perché nelle tenebre e nell’incertezza? Esse indubbiamente, come dice Davide, ringhiano come cani, si aggirano per la città, vagando in cerca di cibo, e, se non possono saziarsi di quest’amore, latrano ( Sal 58,15-16).

  A009000497 

 Il contatto di quest’amore o fuoco divino, infatti, inaridisce lo spirito e ne accende le passioni al punto che, per soddisfare la sete d’amore divino, l’anima si agita in mille modi per mostrare a Dio la sua brama.

  A009000499 

 Perciò l’ansia e la sofferenza dell’anima in questo incendio d’amore sono tanto più grandi in quanto hanno due cause: da una parte, le tenebre spirituali in cui l’anima si vede immersa e che sono i dubbi e i timori che l’affliggono; dall’altra, l’amore di Dio che la incendia, la stimola con la sua ferita d’amore e la intimorisce in modo indicibile..

  A009000499 

 Prova quest’ansia, tutta infiammata e ferita d’amore, come fa intendere il profeta Giobbe quando afferma: Come lo schiavo sospira l’ombra e il mercenario aspetta il suo salario, così a me sono toccati mesi di illusione e notti di dolore mi sono state assegnate.

  A009000499 

 Questo è il motivo per cui l’anima nel verso dice con ansie dal mio amor, e non con ansie nell’amore infiammata.

  A009000501 

 Anche se immersa in queste pene che provengono dalle tenebre e dall’amore, l’anima avverte in sé una certa presenza amica e una forza che l’accompagnano e la sostengono.

  A009000501 

 Di conseguenza, quando cessa l’azione del fuoco, cessano le tenebre, ma anche la forza e il calore d’amore nell’anima..

  A009000501 

 Questo accade perché la forza e l’energia le venivano comunicate passivamente dal fuoco tenebroso d’amore da cui era investita.

  A009000501 

 Questo è il secondo modo di soffrire, che scaturisce dai desideri e dall’ansia d’amore nell’intimo dello spirito, cioè dalle affezioni spirituali.

  A009000505 

 La purezza del cuore, infatti, non è nient’altro che l’amore e la grazia di Dio.

  A009000505 

 Perciò i puri di cuore sono chiamati dal Signore beati (Mt 5,8), vale a dire innamorati, perché la beatitudine non si dà che all’amore..

  A009000505 

 Quanto esposto sopra ci permette di notare che questa notte oscura di fuoco d’amore, come nelle tenebre purifica l’anima, così pure nelle tenebre la illumina gradualmente.

  A009000505 

 Questa infatti è la differenza: di là vengono purificati con il fuoco e di qua vengono purificati e illuminati solo con l’amore.

  A009000505 

 Si vedrà pure che, come nell’altra vita un fuoco tenebroso e materiale purifica gli spiriti, così in questa vita un fuoco pieno d’amore, tenebroso e spirituale, purifica ed emenda l’anima.

  A009000505 

 Tale è l’amore che Davide chiedeva quando pregava: Cor mundum crea in me, Deus, ecc.: Un cuore puro crea in me, o Dio … ( Sal 50,12).

  A009000507 

 Che l’anima venga purificata allorquando viene illuminata dal fuoco della sapienza piena d’amore (Dio non concede mai la sapienza mistica senza accordare allo stesso tempo l’amore, perché è lo stesso amore che la infonde), lo dimostra molto chiaramente Geremia quando dice: Dall’alto ha scagliato un fuoco e nelle mie ossa lo ha fatto penetrare ( Lam 1,13).

  A009000507 

 E Davide aggiunger che i detti del Signore sono puri, argento raffinato nel crogiolo ( Sal 11,7), cioè nel fuoco purificatore dell’amore.

  A009000507 

 Quest’oscura contemplazione, difatti, infonde nell’anima sia l’amore sia la sapienza, a ognuno secondo le proprie capacità e i propri bisogni, quando appunto l’anima è illuminata e purificata dalle sue ignoranze, come dice il Saggio (Sir 51,19), che ne aveva fatto esperienza..

  A009000511 

 La luce di Dio che illumina l’angelo, lo illumina e lo colma delle soavità del suo amore, perché è puro spirito, quindi disposto all’infusione di simili grazie; l’uomo, invece, essendo impuro e debole, viene illuminato secondo la sua natura, come ho detto sopra, introducendolo nella notte e causandogli pene e angosce, come fa il sole con l’occhio sporco e ammalato.

  A009000511 

 Lo illumina riempiendolo d’amore e di afflizione, finché tale fuoco d’amore non lo spiritualizza e lo raffina, perché, purificato, possa partecipare con soavità all’unione di quest’amoroso influsso, similmente agli angeli, come dirò in seguito, con l’aiuto di Dio.

  A009000511 

 Nell’attesa, egli riceve la contemplazione e la conoscenza amorosa nell’angoscia e nell’ansia d’amore, di cui sto parlando..

  A009000513 

 Agli inizi della purificazione spirituale, infatti, il fuoco divino si volge più ad asciugare e disporre il legno dell’anima che a riscaldarla; ma poi, con il passare del tempo, quando il fuoco comincia a riscaldare l’anima, assai sovente essa percepisce questi ardori e questo calore d’amore.

  A009000513 

 Ma non sempre l’anima sente quest’incendio e quest’ansia d’amore.

  A009000513 

 Senza fare nulla, sente ardere così tanto nel suo intimo questo fuoco divino fiammeggiante d’amore che le sembra, grazie alla viva intelligenza che le è stata offerta, di essere divenuta un braciere ardente.

  A009000515 

 Ma non si arriva a questo contatto così elevato di conoscenza e d’amore di Dio se non dopo aver attraversato molte prove e compiuto gran parte della purificazione.

  A009000515 

 Quest’incendio d’amore, nell’unione delle due potenze, intelletto e volontà, che avviene in questo momento, è fonte di grande ricchezza e diletto per l’anima.

  A009000515 

 È un certo contatto con la Divinità e un inizio della perfezione dell’unione d’amore verso cui l’anima tende.

  A009000517 

 Difatti, poiché questa notte oscura di contemplazione consta di luce e d’amore divino, come il fuoco che rischiara e riscalda, non è impossibile che, quando questa luce piena d’amore si comunica, a volte la volontà sia ferita e infiammata d’amore, mentre l’intelletto rimanga nelle tenebre e all’oscuro di tutto.

  A009000521 

 Questa intelligenza mistica si comunica all’intelletto, mentre la volontà rimane nell’aridità, cioè incapace di emettere effettivamente atti d’amore unitivo.

  A009000521 

 Quest’incendio d’amore ci permette di comprendere alcuni effetti gradevoli prodotti nell’anima dalla notte oscura della contemplazione.

  A009000523 

 Altre volte, invece, intelletto e volontà sono feriti insieme da tale incendio, come ho detto, e allora l’amore arde improvvisamente, teneramente e intensamente.

  A009000525 

 A questo punto sorge una domanda: se queste due potenze si vanno purificando contemporaneamente, perché all’inizio la volontà avverte l’incendio d’amore della contemplazione purgativa più facilmente di quanto l’intelletto ne avverta la conoscenza? A tale domanda si risponde che a questo punto l’amore passivo non ferisce direttamente la volontà, perché essa è libera; quest’incendio d’amore è più passione d’amore che atto libero della volontà, in quanto colpisce la sostanza dell’anima e quindi ne eccita passivamente gli affetti.

  A009000525 

 Del resto, per ricevere questo tocco, non è necessario che la volontà sia, come l’intelletto, purificata dalle passioni, perché le passioni stesse l’aiutano a sentire l’amore appassionato..

  A009000525 

 E poiché la passione ricettiva dell’intelletto può solo ricevere una conoscenza pura e passivamente – il che non può avvenire se esso non è purificato –, risulta che prima di tale purificazione l’anima sente meno frequentemente il tocco dell’intelligenza che quello della passione d’amore.

  A009000525 

 Per questo motivo occorre chiamarlo passione d’amore piuttosto che atto libero della volontà: infatti lo si può dire atto della volontà in quanto è libero.

  A009000525 

 Per questo motivo, ripeto, deve chiamarsi passione d’amore piuttosto che atto libero della volontà.

  A009000525 

 Possiamo, quindi, affermare che quest’incendio d’amore risiede nella volontà, cioè ne infiamma l’appetito.

  A009000527 

 Infatti, sebbene in questo caso anche i sensi abbiano la loro parte, perché partecipano alla sofferenza dello spirito, tuttavia la sorgente di questa sete d’amore è avvertita nella parte superiore dell’anima, cioè nello spirito.

  A009000527 

 Questa fiamma o sete d’amore che si produce nell’anima è già opera dello Spirito.

  A009000529 

 A questo punto occorre osservare quanto segue: se è vero che all’inizio della notte dello spirito non si avverte ancora quest’incendio d’amore, perché non ha ancora cominciato ad agire, tuttavia al suo posto il Signore dona subito all’anima un amore estimativo nei suoi confronti.

  A009000529 

 Difatti nutre per Dio un amore estimativo così profondo, anche se non se ne rende conto e non lo avverte, che non solo sopporterebbe quelle sofferenze, ma sarebbe anche contenta di morire mille volte per fargli piacere.

  A009000529 

 Ma quando all’amore estimativo che nutre per Dio viene ad aggiungersi la fiamma che l’ha già consumata, l’anima di solito acquista slancio e zelo tesi a servire Dio.

  A009000529 

 Si può, quindi, affermare che fin dal principio di questa notte l’anima è ferita da ansie d’amore, amore dovuto sia alla considerazione di Dio sia all’incendio dell’anima.

  A009000529 

 Si tratta di un amore così elevato, che tutto ciò che l’anima soffre e sopporta di penoso nelle prove della notte oscura è il pensiero angosciante di aver perso Dio e di essere da lui abbandonata.

  A009000529 

 Sono ardori d’amore comunicati all’anima, che con grande audacia, senza guardare a nulla e senza rispetto per niente, nell’impeto e nell’ebbrezza dell’amore e del desiderio, senza tener conto di quello che fa, compie cose straordinarie e insolite, in qualsiasi modo le si presentino, pur di poter incontrare colui che ama..

  A009000531 

 Era tanta l’ebbrezza e l’ardire del suo amore! Pur sapendo che il suo Amato era chiuso nel sepolcro con una grande pietra sigillata e vigilata dai soldati – questi facevano la guardia perché i suoi discepoli non lo portassero via (Mt 27,60-66) –, non si fermò dinanzi a questi ostacoli e andò di primo mattino con gli unguenti a ungere il suo corpo ( Gv 20,1)..

  A009000533 

 E ancora, spinta dall’ebbrezza e dall’ansia del suo amore, chiese a colui che credeva l’ortolano se avesse portato via lui dal sepolcro il corpo del Signore e dove l’avesse nascosto, perché voleva andare a prenderlo ( Gv 20,15).

  A009000533 

 Ma la forza e la veemenza dell’amore ha proprio la caratteristica di credere che tutto sia possibile e che tutti pensino la stessa cosa; crede, infatti, che nessuno possa occuparsi di qualcos’altro o ricercare cosa diversa da ciò che essa ricerca o ama; pensa che l’oggetto del suo amore e della sua sollecitudine sia lo stesso per tutti.

  A009000533 

 Questo è il motivo per cui, quando la sposa del Cantico uscì per cercare il suo Amato per le piazze e le contrade, credendo che gli altri stessero facendo la stessa cosa, disse loro che, se l’avessero trovato, gli dicessero che lei soffriva d’amore per lui ( Ct 5,8).

  A009000533 

 Tale era la forza dell’amore di Maria Maddalena.

  A009000535 

 Simile alla leonessa o all’orsa che con forza e ansia corrono in cerca dei loro cuccioli che hanno lasciato e non trovano (2Sam 17,8; Os 13,8), quest’anima ferita dall’amore va in cerca del suo Dio.

  A009000535 

 Sono di questo genere le ansie d’amore che l’anima avverte a poco a poco, quando è già avanzata in questa purificazione spirituale.

  A009000535 

 Tale è l’amore impaziente in cui non si può durare a lungo: o si ottiene ciò che si desidera o si muore.

  A009000535 

 Trovandosi nelle tenebre, si sente priva di lui e muore d’amore per lui.

  A009000535 

 È un amore simile a quello di Rachele che desiderava avere dei figli e diceva a Giacobbe: Dammi dei figli, se no io muoio! ( Gn 30,1)..

  A009000537 

 Così le forze che l’amore ha immesso nella volontà, accendendone la passione, la rendono coraggiosa e ardita, anche se l’intelletto, che si trova ancora nelle tenebre e senza luce, si sente indegno e si riconosce miserabile..

  A009000537 

 Perciò l’anima che non è ancora pervenuta alla perfezione dell’amore, perché non è giunta all’unione, ha fame e sete di ciò che le manca, cioè dell’unione.

  A009000537 

 Questo è possibile perché l’amore le dà la forza di amarlo davvero e la caratteristica dell’amore è proprio quella di tendere all’unione, alla fusione, all’uguaglianza, all’assimilazione con l’oggetto amato, per raggiungere la perfezione dell’amore.

  A009000541 

 D’altra parte, essendo la volontà infiammata d’amore divino, diviene divina, quindi ama come Dio ama, perché forma una cosa sola con la volontà e l’amore di Dio.

  A009000545 

 Tutta la loro attività naturale, infatti, è di ostacolo e non di aiuto per ricevere i beni spirituali dell’unione d’amore.

  A009000545 

 È opportuno, dunque, che le loro operazioni, come anche i loro movimenti, siano addormentati in questa notte, perché non impediscano all’anima il conseguimento dei beni soprannaturali dell’unione d’amore con Dio, cosa che non può accadere finché sono attivi e operanti.

  A009000547 

 È potuta, così, arrivare all’unione spirituale del perfetto amore di Dio..

  A009000591 

 In breve, agisce con molta più attenzione e sollecitudine di prima, quando era ansiosa d’amore, come si è detto sopra.

  A009000591 

 In questo modo l’anima esce da se stessa e da tutte le cose create per avviarsi alla dolce e piacevole unione d’amore con Dio, al buio e più sicura..

  A009000591 

 Quell’amore oscuro la riempie di zelo e sollecitudine per fare oppure non fare le cose per piacere a Dio; esamina e scruta mille volte se stessa per vedere se l’ha offeso.

  A009000597 

 Quanto ai primi due termini, occorre ricordare che l’anima chiama segreta scala questa contemplazione oscura, attraverso cui perviene all’unione d’amore, a motivo di due caratteristiche che essa presenta, cioè quella di essere segreta e di essere scala.

  A009000599 

 Anzitutto, chiama segreta questa contemplazione tenebrosa perché, come ho detto sopra, qui si tratta di teologia mistica, che i teologi chiamano sapienza segreta e che, secondo san Tommaso, viene comunicata e infusa nell’anima per mezzo dell’amore.

  A009000601 

 Infatti questa sapienza d’amore è segreta quando l’anima passa attraverso le tenebre e le sofferenze della purificazione e quando tale sapienza purifica l’anima, tanto che questa non sa che cosa dirne.

  A009000607 

 In quest’abisso di sapienza l’anima si eleva e cresce, dissetandosi alle acque della scienza d’amore.

  A009000621 

 Dapprima Dio le fa gustare il suo amore e la esalta, poi le consente di conoscere se stessa e la umilia, finché, acquistate le abitudini perfette, l’anima smette di salire e di scendere.

  A009000621 

 Il motivo di questa norma sta nel fatto che lo stato di perfezione esige il perfetto amore di Dio e il disprezzo di sé, il che non può verificarsi senza conoscere Dio e se stessi.

  A009000623 

 Il motivo principale per cui tale contemplazione viene qui chiamata scala sta nel fatto che essa è scienza d’amore, cioè conoscenza piena d’amore, infusa da Dio, che nello stesso tempo illumina e fa innamorare l’anima, fino a elevarla di gradino in gradino a Dio, suo creatore, dal momento che solo l’amore unisce definitivamente l’anima a Dio.

  A009000623 

 Questa scala d’amore, come ho detto, è talmente segreta che solo Dio può conoscere il peso e la misura di questo amore..

  A009000627 

 Come il malato perde l’appetito, non prova più gusto per i cibi e perde il suo colorito naturale, così l’anima in questo grado d’amore perde il gusto e il desiderio di tutte le cose; innamorata di Dio, non si lascia più prendere dalle allettanti abitudini della vita passata.

  A009000627 

 Di questo grado d’amore parla la sposa quando dice: Io vi scongiuro, figlie di Gerusalemme, se trovate il mio Diletto che cosa gli racconterete? Che sono malata d’amore! ( Ct 5,8).

  A009000627 

 Dico subito che i gradini della scala d’amore, attraverso i quali l’anima sale progressivamente verso Dio, sono dieci.

  A009000627 

 L’anima cade in questa infermità soltanto se dall’alto le viene comunicato un fuoco d’amore, come ci fa capire Davide quando dice: Pluviam voluntariam segregabis, Deus, haereditati tuae, et infirmata est, ecc.: Una pioggia generosa mettesti a parte, o Dio, per la tua eredità; questa era indebolita, ma tu l’hai ristorata ( Sal 67,10 Volg.).

  A009000627 

 Questa malattia non è per la morte, ma per la gloria di Dio ( Gv 11,4), in quanto l’anima, per amore di Dio, muore al peccato e a tutto ciò che non è Dio, come afferma Davide: L’anima mia viene meno nell’attesa della tua salvezza ( Sal 118,81).

  A009000629 

 A questo punto l’anima va guarendo e ricuperando le forze nell’amore; si prepara a salire prontamente verso il terzo gradino,grazie a qualche nuova purificazione della notte oscura, come dirò più avanti.

  A009000629 

 Arrivata al secondo grado, l’anima cerca sollecitamente l’Amato in tutte le cose; in ogni suo pensiero si rivolge all’Amato; nelle sue parole, in tutte le circostanze che si presentano, parla e si occupa sempre dell’Amato; sia che mangi, dorma o vegli, sia che faccia qualsiasi altra cosa, tutta la sua attenzione è rivolta all’Amato, come ho già detto parlando delle ansie d’amore.

  A009000629 

 La sposa dice che, quando languiva nel primo grado d’amore, lo cercò di notte nel suo letto, ma non lo trovò.

  A009000631 

 Anche Giacobbe, dopo aver servito per sette anni, ritenne poca cosa servire per altri sette ancora, tanto era il suo amore per Rachele ( Gn 29,20).

  A009000631 

 Il terzo gradino della scala d’amore è quello che fa agire l’anima e le infonde ardore perché non venga meno.

  A009000631 

 Se il timore, che è figlio dell’amore, le infonde questa brama, che cosa non farà l’amore stesso? Trovandosi in questo grado, ritiene piccole le grandi opere fatte per l’Amato, poche le molte azioni e breve il lungo tempo che spende per servirlo, tanto ardente è quest’incendio d’amore.

  A009000631 

 Se in Giacobbe l’amore per una creatura poté tanto, che cosa non potrà l’amore per il Creatore quando si impadronisce dell’anima in questo terzo grado? Per il grande amore che nutre per Dio, l’anima soffre pene profonde vedendo il poco che fa per il suo Signore; se potesse immolarsi mille volte per lui, ne sarebbe contenta.

  A009000631 

 Tutto questo produce in lei un altro effetto straordinario; è persuasa di essere la più cattiva di tutte le creature, prima perché l’amore le va insegnando quanto deve a Dio, poi perché, pur essendo molte le opere che in questo grado compie per Dio, le ritiene tutte insufficienti e imperfette.

  A009000633 

 Ciò è quanto afferma Geremia con queste parole: MI ricordo di te, dell’affetto della tua giovinezza, dell’amore al tempo del tuo fidanzamento, quando mi seguivi nel deserto ( Ger 2,2).

  A009000633 

 Come dice sant’Agostino, l’amore rende quasi insignificanti le cose grandi, difficili e pesanti.

  A009000633 

 Il quarto gradino della scala d’amore è quello in cui, a motivo dell’Amato, sorge nell’anima una capacità di soffrire che non la stanca affatto.

  A009000633 

 L’immenso amore del Verbo incarnato non può permettere che chi lo ama soffra senza ricevere conforto.

  A009000633 

 Questo grado d’amore è molto elevato.

  A009000633 

 Trovandosi nel quarto grado, la sposa, che desidererebbe essere già nell’ultimo, dice allo Sposo: Mettimi come sigillo sul tuo cuore, come sigillo sul tuo braccio; perché forte come la morte è l’amore, cioè l’atto e l’opera d’amore, tenace come gli inferi è la passione ( Ct 8,6).

  A009000635 

 Il quinto gradino della scala d’amore spinge l’anima a cercare e desiderare Dio impazientemente.

  A009000635 

 In questo grado la fame dell’anima si nutre d’amore, perché la sazietà è commisurata alla fame.

  A009000635 

 Tale amore spinse Rachele, desiderosa di avere figli, a dire a Giacobbe: Dammi dei figli, se no io muoio! ( Gn 30,1).

  A009000639 

 Animata dalla speranza e fortificata dall’amore, senza stancarsi mai, l’anima vola con leggerezza verso Dio.

  A009000639 

 Il motivo di questa leggerezza d’amore posseduta dall’anima in questo sesto grado è dovuta al fatto che l’amore in lei è molto cresciuto, e anche perché è quasi del tutto purificata, come dicono il Salmo 58,5 ( Volg.): Sine iniquitate cucurri: Io corsi e regolai i miei passi senza iniquità, e l’altro Salmo 118,32: Corro per la via dei tuoi comandamenti, perché hai dilatato il mio cuore.

  A009000641 

 A questo punto l’amore non si avvale del ragionamento per sperare, né del consiglio per desistere, né si lascia bloccare dal rispetto umano, perché i favori che Dio ha concesso all’anima la rendono oltremodo ardita.

  A009000641 

 Al settimo gradino, ove Dio concede audacia e aiuto all’anima perché si rivolga a lui con tutta la veemenza dell’amore, segue l’ottavo.

  A009000643 

 Al profeta Daniele, uomo di grandi desideri, il Signore ordinò di restare in questo grado con le seguenti parole: Daniele, uomo dei desideri, resta in questo grado d’amore dove sei (cfr. Dn 10,1 Volg.).

  A009000643 

 L’ottavo gradino d’amore fa sì che l’anima afferri e si stringa all’Amato senza mai più lasciarlo, come dice di sé la sposa: Quando trovai l’Amato del mio cuore, lo strinsi fortemente, e non lo lascerò ( Ct 3,4).

  A009000645 

 Il nono gradino fa sì che l’anima arda di tenero amore per Dio.

  A009000645 

 Qui dico solo che a questo gradino segue il decimo e ultimo gradino della scala d’amore, il quale, però, non appartiene più alla vita presente..

  A009000645 

 San Gregorio Magno dice che quando lo Spirito Santo scese visibilmente sugli apostoli, questi arsero interiormente d’amore soave.

  A009000645 

 È la condizione dei perfetti, che già bruciano d’amore soave per Dio.

  A009000645 

 È lo Spirito Santo che, in virtù della loro unione con Dio, comunica loro quest’amore pieno di soavità e di delizie.

  A009000647 

 Il decimo e ultimo gradino della scala segreta d’amore fa sì che l’anima venga assimilata totalmente a Dio, perché lo contempla com’egli è e lo possiede immediatamente.

  A009000647 

 Radicalmente purificate dall’amore, non passano neanche per il purgatorio.

  A009000649 

 In tal modo, per mezzo della teologia mistica e di quest’amore segreto, l’anima si eleva al di sopra di tutte le cose create e di se stessa e ascende a Dio.

  A009000649 

 In verità, in questi ultimi gradini, la scala non è più segreta per l’anima, perché l’amore produce in lei effetti tanto grandi da rivelare meraviglie divine.

  A009000649 

 L’amore infatti è come il fuoco, tende sempre verso l’alto, desideroso di raggiungere il centro della sua sfera..

  A009000657 

 L’anima, dunque, ferita dall’amore per Cristo suo sposo, desidera entrare nelle sue grazie e conquistarne la volontà.

  A009000667 

 Senza questa livrea verde della speranza in Dio solo non era opportuno che l’anima uscisse per raggiungere il suo amore, perché non avrebbe ottenuto nulla: ciò che muove Dio e ottiene da lui ogni cosa è la ferma speranza..

  A009000671 

 Con questa livrea della carità che è quella dell’amore, l’anima suscita maggior diletto nell’Amato.

  A009000671 

 Non solo, ma si difende e si mette al riparo dalla carne, suo terzo nemico (perché dove c’è vero amore di Dio non c’è amore di sé né interesse personale), ma rafforza anche le altre virtù.

  A009000671 

 Proprio di questa rossa livrea l’anima è vestita, quando, come ha affermato nella prima strofa, nella notte oscura esce da sé e da tutte le cose create, con ansie, dal mio amor tutta infiammata, attraverso la segreta scala della contemplazione, verso l’unione perfetta dell’amore di Dio, sua amata salvezza..

  A009000673 

 In questo modo tale virtù dispone la volontà all’unione d’amore con Dio.

  A009000675 

 Di conseguenza, se l’anima vuole raggiungere il suo scopo, cioè l’unione piena d’amore e di dolcezza con il suo Amato, ha assoluto bisogno di travestirsi con quest’abito.

  A009000675 

 Essere riuscita a rivestirsi e a perseverare con quell’abito fino al raggiungimento della meta tanto desiderata, qual è l’unione d’amore, è stata per lei una grande felicità, e per questo dice: oh, sorte fortunata!.

  A009000675 

 Se, dunque, non si è davvero rivestiti di queste tre virtù, è impossibile arrivare alla perfezione dell’amore di Dio.

  A009000685 

 Quando, dunque, l’anima dice che uscì al buio e ben celata è per far meglio comprendere la completa sicurezza di cui ha parlato nel primo verso di questa strofa e di cui gode lungo il cammino dell’unione d’amore con Dio con il favore dell’oscura contemplazione.

  A009000707 

 Il demonio, allora, non osa attaccarla, perché non potrebbe raggiungerla né riuscirebbe a comprendere questi tocchi divini che fondono l’amorosa sostanza di Dio, piena d’amore, alla sostanza dell’anima..

  A009000707 

 Poiché si tratta di un’esperienza così intima che avviene tra Dio e l’anima e del bene verso cui l’anima anela arrivare con ansie d’amore, desidera e stima questo tocco divino più di tutte le altre grazie che potrebbe ricevere da Dio.

  A009000709 

 In questo nascondimento, ripeto, l’anima si rafforza nell’unione con Dio nel segno dell’amore.

  A009000715 

 Ciò equivale a dire: quando la parte superiore della mia anima, come quella inferiore, si trovò acquietata nelle sue operazioni e facoltà, uscii verso la divina unione d’amore con Dio..

  A009000717 

 Per questo ripete due volte lo stesso verso, nella prima e nella seconda strofa, proprio perché due sono le parti dell’anima, quella spirituale e quella sensitiva; per poter camminare verso l’unione divina d’amore, devono prima essere riformate, ordinate e acquietate entrambe dal punto di vista sensitivo e spirituale, conformemente allo stato originale d’innocenza posseduto da Adamo.

  A009000719 

 Appena queste due case dell’anima riescono a calmarsi e fortificarsi, insieme con i loro familiari che sono le potenze e gli appetiti, immergendosi nel sonno silenzioso circa ogni bene celeste e terreno, immediatamente la Sapienza divina si unisca all’anima con un nuovo vincolo di possesso d’amore.

  A009000735 

 La prima, dice l’anima, consiste nel fatto che in questa notte fortunata Dio la conduce per un cammino di contemplazione così solitario e segreto, così lontano ed estraneo ai sensi, che nulla di quello che le appartiene né creatura alcuna sono in grado d’influenzarla al punto di ostacolarla o frenarla nella via dell’unione d’amore..

  A009000739 

 Solo l’amore, che arde in lei lungo tutto questo tempo, la spinge a offrire il suo cuore all’Amato, la muove, la guida e le consente di spiccare il volo verso il suo Dio attraverso il cammino della solitudine, senza sapere come ciò avvenga.


10-Giovanni della Croce - Cantico spirituale.html
  A010000053 

 Spiegazione delle strofe che trattano dell’esercizio d’amore tra l’anima e Cristo Sposo; vi si toccano e si spiegano alcuni punti ed effetti della preghiera, su richiesta della madre Anna di Gesù, priora delle Scalze di san Giuseppe a Granada, nell’anno 1584..

  A010000056 

 Anzi sarebbe un errore credere che le parole d’amore riguardanti l’intelligenza mistica, come quelle delle presenti strofe, possano essere, in qualche modo, spiegate con parole semplici.

  A010000056 

 Le seguenti strofe, reverenda Madre, sembra siano state scritte con un certo fervore nato dall’amore di Dio, la cui sapienza e il cui amore sono così immensi, che, come afferma il libro della Sapienza, si estendono da un confine all’altro (Sap 8,1) della terra; l’anima, che da lui è ispirata e mossa, partecipa in certo qual modo della sua abbondanza e del suo impeto nel suo dire.

  A010000056 

 Per questo, non intendo ora spiegare tutta l’ampiezza e la ricchezza che lo spirito fecondo d’amore ha riversato in queste strofe.

  A010000056 

 Se tali similitudini non vengono lette con la semplicità dello spirito d’amore e dell’intelligenza che contengono, sembrano piuttosto spropositi che discorsi ordinati della ragione, come si può constatare nel divino Cantico dei Cantici di Salomone e in altri libri della sacra Scrittura.

  A010000058 

 Anche se verrà offerta qualche spiegazione, non è il caso di sentirsi legati ad essa, perché la sapienza mistica che si manifesta attraverso l’amore, e di cui parlano le seguenti strofe, non occorre che sia intesa distintamente perché susciti nell’anima amore e affetto.

  A010000058 

 Credo che sia meglio così, perché è preferibile esporre i detti d’amore nella loro ampiezza, perché ciascuno, a suo modo e secondo le proprie capacità, ne tragga profitto, anziché dar loro un significato unico, non adatto a tutti i gusti.

  A010000058 

 Ora, poiché queste strofe sono state composte in uno spirito d’amore, pieno di senso mistico, non possono essere spiegate adeguatamente, né questa è la mia intenzione.

  A010000060 

 E questo per due motivi: anzitutto perché è già stato scritto molto per i principianti; in secondo luogo perché in questo scritto mi rivolgo a Vostra Reverenza che me ne ha fatto richiesta, a cui nostro Signore ha concesso la grazia di averla tratta da questi stati iniziali per introdurla nel seno del suo amore divino.

  A010000060 

 Infatti, anche se a Vostra Reverenza manca l’esercizio della teologia scolastica, tramite la quale si comprendono le verità divine, tuttavia non manca quello della mistica, per cui conosciamo tramite l’amore, nel quale le cose non vengono solo conosciute ma anche gustate..

  A010000326 

 Inizia la spiegazione delle strofe d’amore tra la sposa e lo Sposo.

  A010000339 

 In questa prima strofa l’anima innamorata del Verbo Figlio di Dio, suo Sposo, desiderando unirsi a lui con una visione chiara ed essenziale, espone le sue ansie d’amore, lamentandosi per la sua assenza.

  A010000339 

 Si lamenta soprattutto perché, avendola ferita con il suo amore, a motivo del quale ella ha lasciato tutte le cose create e se stessa, deve poi patire l’assenza del suo Amato, che ancora non la libera dalla carne mortale onde permetterle di goderlo nella gloria eterna.

  A010000341 

 In realtà, nel primo caso non può avere la certezza di essere nella sua grazia e nel secondo di esserne fuori, come dice il Saggio: Nemo scit utrum amore an odio dignus sit: L’uomo non conosce se sia degno di amore o di odio davanti a Dio (Qo 9,1).

  A010000345 

 Così, l’anima che deve trovarlo per unione d’amore deve staccare la sua volontà rifuggendo da tutte le cose create ed entrare in se stessa in un profondo raccoglimento, e instaurare con Dio rapporti pieni d’amore e di affetto, come se tutto il resto non esistesse.

  A010000353 

 È come se dicesse: non solo mi bastavano la pena e il dolore che soffro abitualmente per la tua assenza, ma dopo avermi ancor più ferita con la tua freccia d’amore e accresciuto l’ardente passione di vederti, fuggi con la velocità d’un cervo e non ti lasci afferrare neppure per poco..

  A010000355 

 Egli non l’ha ferita fino al punto di toglierle la vita e, così, permetterle di vederlo nella splendida e chiara visione dell’amore perfetto.

  A010000355 

 I desideri e le passioni, di cui parla qui il profeta adoperando il termine reni, si agitano e si trasformano tutti in divini nell’infiammarsi del cuore, e l’anima per amore si dissolve in nulla, non sapendo far altro che amare.

  A010000355 

 In questo tempo pieno d’amore, la trasformazione delle cupidigie della volontà avviene in tale tormento e desiderio di vedere Dio, che la durezza dell’amore le sembra intollerabile.

  A010000355 

 Per chiarire ulteriormente questo verso, è opportuno ricordare che, oltre alle molte visite che Dio fa all’anima in diversi modi, colpendola e accrescendo in lei l’amore, suole accordarle ardenti tocchi d’amore che la feriscono e la trapassano come frecce di fuoco, tanto da lasciarla tutta incendiata d’un fuoco d'amore.

  A010000355 

 Per questo l’anima, per manifestare e spiegare il dolore di questa ferita d’amore, provocata dall’assenza dell’Amato dice: dopo avermi ferita..

  A010000355 

 Queste vengono giustamente chiamate ferite d’amore, e di esse parla qui l’anima: infiammano talmente la volontà e il sentimento che l’anima arde di fiamma e fuoco d’amore, tanto che sembra consumarsi in quella fiamma.

  A010000355 

 Questo supplizio non è provocato dal fatto d’essere stata ferita; al contrario, essa considera salutari queste ferite d’amore.

  A010000357 

 Queste visite o ferite d’amore somigliano ad altre che Dio di solito concede all’anima per ricrearla e soddisfarla, colmandola di serena dolcezza e di quiete.

  A010000357 

 Questo profondo dolore nasce nell’anima perché in quella ferita d’amore, che Dio le infligge, si risveglia la volontà che subito si lancia a possedere l’Amato, che essa ha sentito vicino a motivo del suo tocco d’amore.

  A010000357 

 Vengono chiamate ferite d’amore e sono piacevolissime per l’anima, per cui essa vorrebbe morire mille volte per questi colpi lancinanti che la fanno uscire fuori di sé ed entrare in Dio.

  A010000359 

 Il primo si verifica quando si viene fuori da tutte le cose, aborrendole e disprezzandole; l’altro, quando si esce da se stessi, dimenticandosi completamente, cioè avendo un santo orrore di sé per amore di Dio.

  A010000359 

 La sposa sembra, dunque, dire: Sposo mio, con quel tocco e quella ferita d’amore non solo mi hai strappata da tutte le cose, ma mi hai fatta uscire anche da me stessa – in verità, sembra che Dio la separi persino dal suo corpo –, mi elevi fino a te, facendomi gridare per te, distaccata da tutto, per aggrapparmi a te..

  A010000359 

 Per le ferite d’amore non c’è medicina se non da parte di colui che ha causato la ferita.

  A010000361 

 Eri sparito! È come se dicesse: quando volli afferrare la tua presenza, non ti trovai e rimasi vuota e distaccata da tutto per amor tuo, e senza potermi afferrare a te, soffrendo perché ero come sospesa in aria, per amore, senza appoggio né in te né in me.

  A010000361 

 Essa si è già persa d’amore per Dio, ma senza ricevere, in questa vita, la ricompensa della sua perdita, perché non ha il possesso dell’Amato per amore del quale si è persa.

  A010000361 

 L’«alzarsi», parlando spiritualmente, significa salire dal basso verso l’alto e coincide con ciò che qui l’anima chiama uscire da se stessi, uscire cioè dal proprio imperfetto modo di amare, verso l’amore perfetto di Dio.

  A010000363 

 Avendo, infatti, il gusto della volontà purificato e lo spirito limpido e ben disposto verso Dio e gustando già qualcosa della dolcezza dell’amore divino, che essi bramano più d’ogni altra cosa, soffrono indicibilmente.

  A010000378 

 E dice: voi che andrete, come a dire: voi che procedete da amore puro, perché tra gli affetti e i desideri arrivano a Dio solo quelli che scaturiscono da vero amore.

  A010000415 

 Tuttavia l’anima profondamente innamorata, che stima il suo Amato più di ogni altra cosa, fidandosi del suo amore e del suo favore non teme di dire: né temerò le fiere, ma passerò i forti e le frontiere..

  A010000465 

 L’anima, dunque, ferita dall’amore mentre segue la traccia della bellezza del suo Amato, che ha conosciuta attraverso le creature, e ardente del desiderio di contemplare l’invisibile bellezza, canta la strofa seguente..

  A010000478 

 Poiché le creature hanno offerto all’anima tracce del suo Amato, mostrando in sé l’impronta della sua bellezza e perfezione, è aumentato in lei l’amore e conseguentemente il dolore per la sua assenza; quanto più l’anima conosce Dio, tanto più aumenta il suo desiderio di vederlo.

  A010000486 

 D’ora innanzi, dunque, non mi mandare messaggeri, cioè conoscenze remote, perché, se finora potevo contentarmene, non conoscendoti e non amandoti molto, ora la grandezza dell’amore che sento non può contentarsi di questi messaggi.

  A010000501 

 In questa strofa lascia intendere che è ferita d’amore a motivo di una conoscenza più alta che ha dell’Amato, per mezzo delle creature razionali, cioè gli angeli e gli uomini, che sono più nobili delle altre.

  A010000501 

 Nella strofa precedente l’anima ha mostrato di essere malata o ferita d’amore per lo Sposo a motivo di quanto di lui ha conosciuto attraverso le creature irrazionali.

  A010000501 

 Non dice soltanto questo, ma aggiunge anche che sta morendo d’amore a causa dell’immensità straordinaria che le si svela attraverso queste creature, senza riuscire a scoprirla del tutto; la chiama qui non so che, perché non sa dire cosa sia, ma è tale da farla morire d’amore..

  A010000503 

 Di questa ferita, che si può anche chiamare malattia, parla la sposa del Cantico dei Cantici, quando dice: Adiuro vos, filiae Ierusalem, si inveneritis Dilectum meum ut nuntietis ei quia amore langueo, cioè: Io vi scongiuro, figlie di Gerusalemme, se trovate il mio Diletto, ditegli che sono malata d’amore! (Ct 5,8).

  A010000503 

 Possiamo dedurre che in questo interscambio d’amore vi sono tre forme di sofferenza per l’Amato, a seconda delle tre forme di conoscenza che si possono avere di lui.

  A010000505 

 Come tali producono nell’anima un effetto più profondo d’amore.

  A010000505 

 La seconda si chiama piaga: penetra nell’anima più della ferita e per questo dura di più, perché è come una ferita trasformata ormai in piaga, così che l’anima si sente veramente piagata d’amore.

  A010000505 

 Lo sguardo qui significa la fede nell’incarnazione dello Sposo e il capello l’amore per la stessa incarnazione..

  A010000505 

 Sono queste le opere maggiori di Dio, le quali rispetto alle creature racchiudono in sé un amore più grande.

  A010000507 

 Divenuta tutta una piaga purulenta, l’anima vive morendo fino a quando l’amore, uccidendola, la farà vivere della vita d’amore, trasformandola in amore.

  A010000507 

 In questo modo l’anima è sempre sul punto di morire, e tanto più muore quanto più si accorge di non morire d’amore.

  A010000507 

 La terza forma di sofferenza per amore è uguale al morire ed è come avere una piaga incancrenita nell’anima.

  A010000507 

 Questo morire d’amore avviene nell’anima mediante un tocco di somma conoscenza della Divinità, cioè quel non so cosa – di questa strofa – che vanno appena balbettando.

  A010000507 

 Questo si chiama amore impaziente.

  A010000509 

 Secondo la strofa, queste due forme di sofferenza d’amore, cioè la piaga e il morire, sono prodotte dalle creature razionali: la piaga, per il fatto che le vanno raccontando infinite grazie dell’Amato nei misteri e nella sapienza di Dio insegnati dalla fede; quanto al morire, esso è dovuto a ciò che, come riferisce la strofa, vanno appena balbettando, cioè il sentimento e la nozione della Divinità che alcune volte l’anima scopre in quello che sente raccontare di Dio.

  A010000515 

 Perché quanto più gli angeli mi ispirano e gli uomini mi insegnano di te, tanto più mi fanno innamorare di te, e così tutti mi feriscono ancor più d’amore.

  A010000517 

 Se ciò che comprendo mi piaga e mi ferisce d’amore, quello che non riesco a comprendere, ma che avverto in modo così sublime, mi uccide.

  A010000534 

 Il senso della strofa è dunque il seguente: vita dell’anima mia, come puoi perseverare in questa vita di carne, che per te è morte e privazione della vita spirituale in Dio, nel quale per essenza, amore e desiderio tu vivi veramente, più che nel corpo? Anche se questo non fosse motivo perché tu esca da questo corpo di morte (Rm 7,24) per vivere e godere la vita del tuo Dio, come puoi permanere in questo corpo? Bastano infatti a porre fine alla tua vita le ferite d’amore ricevute attraverso le grandezze a te comunicate da parte dell’Amato oppure quelle dell’amore veemente che di lui senti e percepisci, e che sono tocchi e ferite d’amore capaci di uccidere.

  A010000534 

 L’anima, sentendosi morire d’amore, come ha appena detto, ma non potendo morire per godere con libertà dell’amore, si lamenta per il fatto di essere costretta nella vita corporale, a motivo della quale le viene dilazionata quella spirituale.

  A010000536 

 Infatti la vita naturale è come morte, perché la priva di quella spirituale, ove il suo essere, la sua vita, le sue operazioni sono piene d’amore e di zelo.

  A010000536 

 L’anima, vedendo che ha la sua vita naturale in Dio per l’essere che in lui possiede, come pure la vita spirituale per l’amore con cui lo ama, si lamenta di vivere ancora nella vita corporale, perché questa vita le impedisce di vivere veramente laddove essa ha la sua vera vita per natura e per amore.

  A010000536 

 Per capire questi versi occorre sapere che l’anima vive più dove ama che nel corpo da essa animato, perché non ha la sua vita nel corpo, ma è lei che la comunica al corpo e vive per amore in ciò che ama.

  A010000536 

 Però, oltre a questa vita d’amore, in virtù della quale l’anima vive in qualsiasi cosa che ama, possiede la sua vita originariamente e naturalmente in Dio, come tutte le altre cose create, secondo quanto afferma san Paolo: In ipso vivimus, movemur et sumus (At 17,28), che significa: in Dio abbiamo la nostra vita, il nostro movimento e il nostro essere.

  A010000538 

 È come se affermasse: oltre a quanto detto, come puoi permanere nel corpo se per toglierti la vita bastano da soli i tocchi d’amore – che qui sono chiamati frecce – con cui l’Amato colpisce il tuo cuore? Tali tocchi fecondano talmente l’anima e il cuore di amorosa intelligenza di Dio, da poter ben dire che essa concepisce di Dio, come dichiara nel verso successivo: da ciò che dell’Amato concepisci..

  A010000553 

 In questa strofa l’anima riprende a parlare con l’Amato, continuando a lamentarsi della sua sofferenza, perché l’amore impaziente, quale l’anima dimostra d’avere, non tollera indugio né concede tregua alla sua pena, manifestando in tutti i modi le sue ansie fino a trovarne il rimedio.

  A010000553 

 Vedendosi ferita e sola, senza che alcuno l’aiuti e senz’altra medicina se non il suo Amato, proprio colui che l’ha ferita, gli chiede perché, avendole piagato il cuore con l’amore della sua conoscenza, non l’abbia poi sanato con la sua presenza visibile; e inoltre, avendole rubato il cuore con l’amore con cui l’ha fatto innamorare, sottraendolo al suo stesso potere, perché mai gliel’abbia lasciato così, cioè non più suo – chi ama, infatti, non possiede più il suo cuore perché lo ha dato all’Amato –, e non l’abbia posto davvero nel proprio cuore, appropriandosene con totale e definitiva trasformazione amorosa nella gloria.

  A010000555 

 Le ferite d’amore, in realtà, sono tanto dolci e piacevoli che, se non fanno morire, non la possono appagare; e le sono tanto soavi che vorrebbe la ferissero profondamente fino a ucciderla.

  A010000555 

 L’anima non si lamenta perché l’Amato l’ha piagata – dal momento che l’innamorato quanto più è ferito d’amore tanto più è contento –, ma perché, dopo averle ferito il cuore, non l’ha guarito finendo di ucciderla.

  A010000555 

 Per questo dice: Perché, avendo questo cuor piagato, poi non l’hai sanato?, come a dire: perché, dopo averlo ferito fino a piagarlo, non lo guarisci finendo di ucciderlo d’amore? Poiché sei stato la causa della dolorosa piaga d’amore, sii anche la causa della salvezza nella morte per amore.

  A010000557 

 Questo è il lamento che l’anima rivolge all’Amato: se egli le ha rubato il cuore per amore e lo ha sottratto al suo stesso potere e possesso, perché gliel’ha lasciato in quello stato, senza appropriarsene davvero prendendoselo, come fa il ladro con la refurtiva rubata, che di fatto porta via con sé?.

  A010000561 

 L’anima che sa tutto questo per esperienza, dice: perché me l’hai lasciato così, cioè vuoto, affamato, solo, ferito e dolente d’amore, sospeso in aria? E non cogli la preda che hai rubato?.

  A010000561 

 L’anima, dunque, vedrà che il suo cuore è stato davvero rapito, se essa è tutta ardente d’amore4 per l’Amato e se non gode al di fuori di lui, come manifesta in questa strofa.

  A010000563 

 Allo stesso modo, l’anima, accesa d’amore per Dio, desidera il compimento e la perfezione dell’amore per trovarvi pieno refrigerio.

  A010000563 

 Da quanto detto si comprende come l’anima innamorata di Dio non deve pretendere né sperare altra cosa da lui che la perfezione dell’amore..

  A010000563 

 Difatti la sua opera è amare, e di questo lavoro, l’amore, attende il fine e il coronamento, cioè la perfezione e il compimento dell’amore per Dio.

  A010000563 

 L’amore, infatti, si paga solo con l’amore, come dà a intendere il profeta Giobbe quando dice: Sicut servus desiderat umbram, et sicut mercenarius praestolatur finem operis suis, sic et ego habui menses vacuos, et noctes laboriosas enumeravi mihi.

  A010000563 

 L’anima innamorata non può fare a meno di desiderare la paga e il salario del suo amore.

  A010000563 

 È per questa ricompensa che serve l’Amato, altrimenti il suo non sarebbe vero amore, perché il salario e la paga dell’amore non è altro – né l’anima può volere altra cosa – che un amore sempre più grande, fino ad arrivare alla perfezione stessa dell’amore.

  A010000578 

 Come si è detto, la concupiscenza d’amore possiede questa proprietà: tutto quello che non si accorda, a fatti e a parole, con ciò che la volontà ama, la stanca, l’annoia e la turba, lasciandola disgustata, perché non vede realizzarsi ciò che desidera.

  A010000578 

 Usa per l’appunto il termine estinguere, per far capire che essa sta soffrendo a causa di questo fuoco d’amore.

  A010000584 

 Nei due versi citati sopra è come se dicesse: poiché gli occhi della mia anima non hanno altra luce, né per natura né per amore, se non te, ti vedan i miei occhi, perché in ogni modo ne sei la luce.

  A010000609 

 In quest’ultima, quando c’è unione d’amore, l’immagine dell’Amato viene riprodotta in maniera così viva e perfetta da poter dire in tutta verità che l’Amato vive nell’amante e l’amante nell’Amato.

  A010000609 

 L’amore crea una tale somiglianza nella trasformazione degli amanti da poter dire che ciascuno di loro è l’altro e che entrambi sono uno.

  A010000609 

 Ma nell’anima innamorata, oltre a questo abbozzo di fede, vi è un altro abbozzo, quello dell’amore, che opera attraverso la volontà.

  A010000609 

 Questo perché nell’unione e nella trasformazione d’amore l’uno si dà in possesso all’altro, ciascuno si abbandona, si consegna e si scambia con l’altro; ciascuno di essi vive nell’altro, l’uno è nell’altro ed entrambi sono uno per trasformazione d’amore.

  A010000611 

 In base a questa somiglianza e trasformazione, possiamo dunque dire che la sua vita e tutta la vita di Cristo erano una vita sola per unione d’amore.

  A010000611 

 Questo stato è possibile anche in questa vita, come lo fu per san Paolo, tuttavia non è perfetto né assoluto, anche se l’anima perviene a quella trasformazione d’amore propria del matrimonio spirituale, lo stato più elevato a cui si possa giungere in questa vita.

  A010000611 

 Qui il cuore significa l’anima, nella quale in questa vita Dio è presente come sigillo di abbozzo di fede, come ho ricordato sopra; e il braccio significa la volontà forte, in cui, come ho appena detto, si trova come sigillo d’amore..

  A010000611 

 Tutto questo può essere chiamato abbozzo d’amore a confronto dell’immagine perfetta che si compie nella trasformazione della gloria.

  A010000627 

 Abitualmente, infatti, questi slanci e ansie d’amore sono seguiti da grazie e visite straordinarie che Dio concede all’anima.

  A010000627 

 Quando l’anima è animata dai grandi desideri e slanci d’amore espressi nelle strofe precedenti, l’Amato è solito visitare la sua sposa in modo elevato, delicatamente e affettuosamente, comunicandole la forza del suo amore.

  A010000627 

 Sono io quello che tu, ferita d’amore, stai cercando; anch’io, ferito d’amore come il cervo, comincio a mostrarmi a te nella tua sublime contemplazione, perché è una gioia e un sollievo per me quest’amore che mi mostri nella tua contemplazione.

  A010000627 

 Sono raggi talmente elevati e comunicati con tale intensità da farla uscire fuori di sé in rapimento ed estasi d’amore.

  A010000635 

 Coloro invece che sono già arrivati allo stato di perfezione, ricevono le comunicazioni divine nella pace e nella serenità dell’amore soave.

  A010000639 

 Ma lo Sposo l’ha fermata dicendole: Colomba mia, ritorna! Come se dicesse: colomba, nel volo alto e leggero della tua contemplazione, nell’amore che ti consuma e nella semplicità che ti è propria – sono queste le tre proprietà della colomba –, ritorna da questo sublime volo con cui vorresti possedermi per davvero, perché non è ancora giunto il momento di conoscermi in questo modo sublime.

  A010000641 

 Così fa ora lo Sposo: vedendo la sposa ferita dal suo amore, sentendone il gemito, viene ferito dal gemito d’amore di lei.

  A010000641 

 Per questo è come se dicesse: ritorna a me, mia sposa, perché se tu sei ferita d’amore per me, anch’io, come il cervo, ferito d’amore dalla tua stessa piaga, vengo a te affacciandomi dalle alture.

  A010000645 

 Come l’amore è unione del Padre e del Figlio, così è unione dell’anima con Dio.

  A010000645 

 Dio, infatti, non si comunica propriamente all’anima attraverso il volo dell’anima, che, come si è visto, significa la conoscenza che essa ha di Dio, ma attraverso l’amore della conoscenza.

  A010000645 

 E come in Dio l’amore è espresso dal soffio che procede dalla contemplazione e dalla sapienza del Padre e del Figlio, per via di spirazione, così qui lo Sposo chiama soffio quest’amore dell’anima, perché procede dalla contemplazione e dalla conoscenza che in questo momento ha di Dio.

  A010000645 

 La carità e l’amore dell’anima, quindi, fanno correre lo Sposo a dissetarsi alla fonte d’amore della sua sposa, come le acque fresche attirano il cervo assetato e ferito in cerca di refrigerio.

  A010000645 

 Molto giustamente viene designato soffio l’amore causato da questo volo, perché anche lo Spirito Santo, che è amore, nella sacra Scrittura è paragonato al soffio, in quanto spira dal Padre e dal Figlio.

  A010000645 

 Per cui, se un’anima avesse una conoscenza di Dio assai sublime, una contemplazione altissima, e conoscesse tutti i misteri, ma non avesse l’amore, come dice san Paolo (1Cor 13,2), tutto ciò non le servirebbe a nulla per unirsi a Dio.

  A010000645 

 Per volo dell’anima s’intende la contemplazione che essa gode nell’estasi della quale ho parlato, e per soffio lo spirito d’amore che causa nell’anima il volo della contemplazione.

  A010000647 

 Come l’aria offre freschezza e refrigerio a colui che è sopraffatto dal calore, così quest’aria d’amore offre refrigerio e ristoro a chi arde del fuoco d’amore.

  A010000647 

 Così, per soddisfare il desiderio di ardere sempre più al fuoco d’amore della sua sposa, rappresentato dal soffio del suo volo, dice di godere del fresco del suo passaggio.

  A010000647 

 Da qui si può arguire che Dio pone nell’anima la sua grazia e il suo amore secondo i desideri e l’amore di quest’anima.

  A010000647 

 In realtà, l’amore dell’innamorato è fiamma che tende ad ardere sempre più, come la fiamma del fuoco naturale.

  A010000647 

 Questo fuoco, infatti, ha una tale proprietà, che l’aria che gli procura fresco e refrigerio è un fuoco d’amore più grande.

  A010000647 

 Quindi, chi è veramente innamorato deve fare in modo che non gli manchi l’amore, perché tramite esso, ripeto, solleciterà di più il Signore, se ci si può esprimere così, a dimostrargli più amore e a riporre sempre più le sue compiacenze nella sua anima.

  A010000647 

 È come se dicesse: il mio amore aumenta all’ardore del tuo volo, perché un amore accende un altro amore.

  A010000666 

 Ecco perché nelle strofe che seguono non parla più, come prima, di sofferenze e di ansie, ma solo di scambio e di effusioni d’amore che nutre per l’Amato, traboccanti di pace e di soavità.

  A010000666 

 In quel giorno felice cessano per l’anima le sue gravi angosce e i pianti d’amore che la tormentavano prima.

  A010000666 

 Inizia per lei uno stato di pace, di delizie e d’amore pieno di dolcezza, come fa capire in queste strofe in cui non fa che raccontare e cantare le meraviglie del suo Amato, da lei conosciute e godute in lui dopo l’unione del fidanzamento.

  A010000666 

 Ma non si deve pensare che a tutte le anime elevate a questo stato vengano concessi tutti i favori di cui si parla in queste due strofe, né che allo stesso modo o nella stessa misura esse partecipino della conoscenza e dei sentimenti d’amore comunicati in tali favori.

  A010000666 

 Prima di entrare nella spiegazione di queste strofe, occorre premettere, per una loro migliore comprensione, e anche di quelle che seguiranno, che per volo spirituale, di cui ho appena parlato, si indica un alto stato di unione d’amore in cui Dio suole stabilire l’anima dopo molti sforzi spirituali; viene chiamato, altresì, stato di fidanzamento spirituale con il Verbo, Figlio di Dio.

  A010000671 

 Poiché questa piccola colomba dell’anima andava volando al soffio dell’amore sulle acque del diluvio dei suoi affanni e delle sue ansie d’amore manifestate fin qui, senza trovare dove posare il piede, ecco che all’ultimo volo, di cui si è parlato, il pietoso padre Noè stese la mano della sua misericordia, la raccolse e l’introdusse nell’arca della sua carità e del suo amore (Gn 8,8-9).

  A010000675 

 Si sente colma di beni, lontana e libera dal male e soprattutto comprende e gode l’inestimabile ristoro d’amore, che la conferma nell’amore.

  A010000691 

 Per venti innamorati qui s’intendono le virtù e le grazie dell’Amato, le quali, in seguito all’unione con lo Sposo, investono l’anima comunicandole un amore profondo nelle fibre recondite della sua sostanza.

  A010000703 

 Qui la chiama sussurro, perché la comunicazione è molto soave, come altrove l’anima la chiama venti innamorati, perché s’infonde con grande amore.

  A010000715 

 Così fa lo spirito: volge il becco dell’affetto là donde gli viene lo spirito d’amore, che è Dio.

  A010000715 

 Così pure fa lo spirito rivolto a Dio in questo stato: le lodi che innalza a Dio sono pregne di soavissimo amore, gustosissime per il medesimo spirito e molto preziose per Dio.

  A010000719 

 Tutto questo è come una musica, perché, possedendo ciascuno doni diversi dagli altri, ognuno canta le proprie lodi in maniera diversa, ma formando tutti un’armonia d’amore, come avviene nei concerti..

  A010000723 

 La cena per gli amanti è ricreazione, sazietà e amore.

  A010000738 

 Lo chiama nostro perché le stesse virtù e lo stesso amore, quello dell’Amato, sono ormai d’entrambi, ed entrambi condividono lo stesso diletto, come dice lo Spirito Santo nei Proverbi: Le mie delizie sono tra i figli dell’uomo (Pro 8,31).

  A010000738 

 Per questo motivo l’anima designa tale unione d’amore con Dio come talamo fiorito.

  A010000740 

 Da quando è unita a Dio per trasformazione d’amore, la teme come fosse lui stesso e non osa nemmeno guardarla (il demonio ha molta paura dell’anima veramente perfetta)..

  A010000742 

 Questo bacio è l’unione di cui sto parlando, nella quale l’anima si fa uguale a Dio per amore.

  A010000746 

 Così, tutte queste virtù nell’anima sono in qualche modo tessute con l’amore di Dio, come su un fondo dove si conservano molto bene; tutte e ciascuna sono come immerse nell’amore, perché inducono l’anima a innamorarsi sempre più di Dio; in tutte le cose e le azioni operano con amore per il maggior amore di Dio.

  A010000746 

 L’anima dice che questo talamo fiorito è tessuto con porpora, perché tutte le sue virtù, le sue ricchezze e i suoi beni crescono, fioriscono e sono oggetto di godimento nella carità e nell’amore del Re del cielo.

  A010000746 

 Senza quest’amore l’anima non potrebbe godere di questo talamo e dei suoi fiori.

  A010000763 

 Il secondo è una visita amorosa con cui tutto a un tratto accende d’amore le anime.

  A010000763 

 Il terzo è un’abbondanza di carità che infonde nelle anime, con cui le inebria talmente che il loro spirito viene sospinto, sia da questa ebbrezza che dalla visita amorosa, a innalzare a Dio lodi e soavi affetti d’amore.

  A010000763 

 In questa strofa la sposa loda l’Amato per tre favori che egli accorda alle anime devote allo scopo d’incoraggiarle maggiormente e condurle a un più alto grado d’amore di Dio.

  A010000767 

 Così, dopo aver praticato la nudità di spirito e il distacco da tutte le cose create, alla fine s’incontrano con l’Amato per unirsi a lui nell’amore.

  A010000769 

 Questo tocco accende nel suo cuore un tale fuoco d’amore, quasi che fosse scoppiata non soltanto una scintilla di fuoco e l’avesse incendiata! Allora, con grande celerità, come chi si sveglia all’improvviso, la volontà si accende esplodendo in atti di amore, desiderio, lode, ringraziamento, adorazione, stima e preghiera verso Dio con grande gusto d’amore.

  A010000769 

 Tutti questi atti la sposa li chiama effusioni di balsamo divino; corrispondono al tocco di faville uscite dall’amore divino che sprigionò la scintilla; è il balsamo divino che fortifica e guarisce l’anima con il suo profumo e la sua sostanza..

  A010000771 

 Il tocco dell’Amato rappresenta il tocco d’amore concesso qui all’anima; la mano simboleggia il favore che le accorda.

  A010000771 

 La fessura attraverso cui è passata la sua mano indica lo stato, il genere e il grado di perfezione che l’anima possiede: a seconda di tale perfezione, il tocco è più o meno intenso e l’anima possiede tale o tal altra qualità spirituale; per le viscere che fremettero s’intende la volontà che ha ricevuto il tocco; e il fremito significa che gli appetiti e gli affetti dell’anima si elevano a Dio per produrre atti di desiderio, amore, lode e tutti gli altri che ho detto, che sono le effusioni di balsamo che traboccano da questo tocco.

  A010000773 

 Difatti, come il vino aromatico è fatto fermentare con molte e diverse spezie odorose e corroboranti, così è per quest’amore che Dio concede a coloro che sono già perfetti: è fermentato e depositato nelle loro anime, aromatizzato con le virtù che l’anima ha ormai acquisito.

  A010000773 

 Lo Spirito Santo le inebria con un soave, dolce e forte vino d’amore, che per questo motivo chiama aromato vino.

  A010000773 

 Tale vino, reso aromatico da queste preziose spezie, conferisce all’anima, nelle visite divine, una tale forza e un’ebbrezza così piena e soave da farle indirizzare con una forza e un’efficacia molto grandi quelle effusioni verso Dio, cioè gli atti di lode, amore, adorazione, ecc., di cui ho parlato; tutto questo avviene con uno straordinario desiderio di operare e di soffrire per lui..

  A010000775 

 Il vino aromatico, invece, di solito dura a lungo, come l’effetto che produce e che consiste, ripeto, in un amore pieno di soavità nell’anima.

  A010000775 

 Le effusioni di quest’ebbrezza d’amore a volte durano per tutto il tempo che dura l’ebbrezza stessa.

  A010000775 

 Ma le effusioni e gli effetti della scintilla ordinariamente durano più dell’ebbrezza, anzi essa li lascia nell’anima e sono più vivi di quelli prodotti dall’ebbrezza, perché a volte questa scintilla divina lascia che l’anima bruci e si consumi d’amore..

  A010000777 

 È la stessa che passa tra l’amore dei perfetti e quello dei principianti, ed è utile per spiegare un po’ la dottrina riguardante le persone spirituali.

  A010000779 

 Finché queste ansie e pene d’amore, cioè il sapore del vino nuovo, resteranno aspre e grossolane e non saranno rese soavi da una completa epurazione, non passeranno, come dirò subito..

  A010000779 

 Il fervore del vino del loro amore si manifesta molto all’esterno, nei sensi, non avendo ancora smaltito la feccia dei loro sensi deboli e imperfetti; la forza del loro amore risiede nel fervore sensibile ed è questa che ordinariamente li fa agire; per tale fervore si muovono.

  A010000779 

 Infatti, come il fervore e il calore dei sensi possono portarli a un amore eccellente e perfetto ed essere un buon mezzo per raggiungerlo, se è ben diretta la feccia della loro imperfezione, così è anche molto facile, in questi inizi e novità di gusti, guastare il vino dell’amore e perdere il fervore e il sapore del vino nuovo.

  A010000779 

 Non ci si può quindi fidare di quest’amore sensibile, finché non si estinguono quei fervori e gusti grossolani dei sensi.

  A010000779 

 Questi principianti nell’amore provano sempre ansie e pene d’amore sensibile, che devono necessariamente moderare, perché se agiscono a lungo sotto l’influsso di questo fervore sensibile, la loro natura si rovinerà.

  A010000781 

 Così, quelli che sono avanzati nell’amore e sono stati provati nel servizio dello Sposo, sono come il vino fermentato che ha smaltito la feccia.

  A010000781 

 Essi non hanno più quei fervori sensibili né l’impetuosità degli ardori esterni; essi gustano la soavità del vino d’amore nella sua sostanza, ben fermentato e depositato nell’intimo dell’anima.

  A010000781 

 Il senso di questi ultimi tre versi è, dunque, il seguente: al tocco di faville con cui svegli la mia anima e con il vino aromatico con cui la inebri d’amore, essa rivolge a te le effusioni di slanci e atti d’amore che susciti in lei..

  A010000781 

 Ora, quelli che sono avanzati nell’amore, sebbene siano privi di quella soavità spirituale che ha la sua radice nei sensi, tuttavia non soffrono più ansie e pene d’amore nei sensi e nello spirito.

  A010000781 

 Possiedono il vino dell’amore, vino non solo fermentato e purificato della feccia, ma anche aromatico, mescolato alle spezie suddette delle virtù perfette che non lo lasciano guastare come il vino nuovo.

  A010000781 

 Questo vino d’amore ben preparato e aromatizzato l’Amante divino lo dona all’anima per procurarle quell’ebbrezza divina di cui ho parlato.

  A010000794 

 In questa strofa l’anima canta il sublime favore che Dio le ha fatto accogliendola nell’intimo del suo amore, che è l’unione o trasformazione d’amore in Dio.

  A010000796 

 Così, per esempio, quando essa arriva a possedere nella sua perfezione lo spirito di timore, possiede nella sua perfezione anche lo spirito d’amore, in quanto il timore, che è l’ultimo dei sette doni, è filiale; ora il timore perfetto di figlio scaturisce dall’amore perfetto di padre.

  A010000796 

 La cella di cui parla l’anima è il grado più elevato e intimo d’amore a cui possa pervenire in questa vita; per questo la chiama segreta cella, cioè la più interna di tutte.

  A010000796 

 Possiamo dire che questi gradi o celle d’amore sono sette; li si possiede tutti quando si posseggono i sette doni dello Spirito Santo in modo perfetto, secondo le capacità di ricezione dell’anima.

  A010000796 

 Questo vuol dire che ce ne sono altre meno interne: tali sono i gradi d’amore attraverso i quali si sale per raggiungere quest’ultimo grado.

  A010000798 

 Si ricordi che molte anime arrivano ed entrano nelle prime celle, ciascuna secondo il grado d’amore cui è giunta.

  A010000800 

 Che poi l’intelletto beva sapienza, lo dice la sposa nello stesso libro, dove, desiderando arrivare al bacio d’unione e scongiurando lo Sposo di concedere tale favore, aggiunge: Ibi me docebis, et dabo tibi poculum ex vino condito: Colà m’insegnerai la sapienza e la scienza dell’amore, e io ti farò bere vino aromatico ( Ct 8,2), cioè il mio amore aromatizzato con il tuo ovvero trasformato nel tuo..

  A010000800 

 Il suo intelletto beve sapienza e scienza, la volontà amore soavissimo e la memoria gioia e diletto quando le si presenta il ricordo e il sentimento della gloria.

  A010000802 

 Così l’anima beve dello stesso amore del suo Amato, quell’amore che egli infonde in essa..

  A010000802 

 Quanto al terzo favore, cioè che la volontà beva amore, lo dice ancora la sposa sempre nel Cantico dei Cantici: Introduxit me rex in cellam vinariam, ordinavit in me charitatem: Il re mi ha introdotta nella cella segreta e ha ordinato in me la carità (Ct 2,4 Volg.), che vuol dire: mi ha fatto bere amore immergendomi nel suo amore, o più chiaramente, parlando con maggior esattezza: ha ordinato in me la sua carità, conformandomi ad essa e adattandola a me.

  A010000804 

 Difatti, per via naturale è impossibile amare se prima non si conosce ciò che si ama; ma per via soprannaturale Dio può benissimo infondere amore e aumentarlo, anche senza infondere e aumentare le conoscenze speciali dell’intelletto, come ci fa comprendere il brano citato.

  A010000804 

 La volontà, quindi, può bere amore senza che l’intelletto beva nuove conoscenze.

  A010000804 

 Questo fatto, del resto, è stato sperimentato da molte persone spirituali che spesso si sentono ardere d’amore di Dio senza averne una conoscenza più chiara di prima; possono, infatti, comprendere poco e amare molto e comprendere molto ma amare poco.

  A010000810 

 A quest’unione sostanziale dell’anima molto spesso partecipano anche le potenze e bevono a questa cella segreta; l’intelletto allora acquisisce nuove conoscenze, la volontà cresce nell’amore, ecc.

  A010000814 

 Infatti si ritiene estranea non solo a tutte le cose, ma anche a se stessa, come annichilita, assorbita e dissolta nell’amore; in breve, è passata da se stessa nell’Amato.

  A010000814 

 Quella divinizzazione ed elevazione della mente in Dio, in cui l’anima viene come rapita, inebriata d’amore, trasformata tutta in Dio, non le consente di pensare a nessuna cosa di questo mondo, così che può ben dire: null’altro più sapevo.

  A010000816 

 Così l’anima, finché dura l’effetto prodotto dall’atto d’amore, permane anche nel non sapere riguardo alle conoscenze naturali che, come si è detto, possedeva in maniera abituale.

  A010000816 

 Il primo perché, allo stato attuale, l’anima, rapita e inebriata da quella bevanda d’amore, non può attualmente occuparsi né prestare attenzione ad altre cose.

  A010000816 

 La trasformazione che ha subito l’ha come infiammata e cambiata in amore, annientando e distruggendo in essa tutto ciò che non era amore, e l’ha lasciata senz’altra scienza se non quella dell’amore.

  A010000816 

 Non si creda, però, che l’anima, in questo stato non abbia più la conoscenza delle cose che aveva prima, pur restando in questo non sapere; la perde solo di vista, non ne ha più il ricordo quando si trova totalmente rapita nell’amore.

  A010000820 

 Di questo gregge d’imperfezioni, già menzionato, alcuni ne hanno di più, altri meno; procedono dietro di esso, finché entrati a bere in questa cella interiore, lo perdono tutto, rimanendo completamente trasformati in amore, come ho detto.

  A010000833 

 Dice che nella cella segreta ebbe luogo uno scambio d’amore: Dio si è consegnato a lei, offrendole liberamente il petto del suo amore e insegnandole la sua sapienza e i suoi segreti; da parte sua, la sposa si è consegnata a Dio, donandosi a lui di fatto e per intero, senza riservare nulla né per sé né per altri, proclamandosi sua per sempre.

  A010000835 

 Con le parole: là mi offrì il suo petto, l’anima vuol dire che Dio le ha donato il suo amore e rivelato i suoi segreti, che è quanto Dio fa con l’anima in questo stato.

  A010000835 

 Offrire il petto a qualcuno è donargli il proprio amore e la propria amicizia, nonché rivelargli i propri segreti, come a un amico.

  A010000837 

 Gli spirituali la chiamano contemplazione: è molto gustosa perché è scienza appresa per amore.

  A010000837 

 Poiché il Signore infonde questa scienza e conoscenza nell’amore, attraverso cui si comunica all’anima, tale scienza è piena di soavità per l’intelletto, perché è scienza che lo riguarda; ed è anche gustosa per la volontà, perché comunicata nell’amore, che appartiene alla volontà.

  A010000841 

 La sposa non ripone il suo amore, le sue attenzioni e le sue cure in nessun altro se non nel suo sposo.

  A010000854 

 Anche nei suoi rapporti con Dio non segue altro stile o comportamento che l’esercizio dell’amore, perché ormai ha trasformato tutto il suo agire in amore, come ora si dirà.

  A010000856 

 Dicendo che la sua anima si è data, la sposa ricorda il dono che ha fatto di se stessa all’Amato in quest’unione d’amore.

  A010000866 

 Ecco il significato di questa espressione: ormai tutte le facoltà e le capacità della mia anima e del mio corpo, che prima in qualche modo occupavo in cose inutili, ora le ho messe al servizio dell’amore.

  A010000866 

 Questo voleva dire Davide con le parole: Fortitudinem meam ad te custodiam: Custodirò per te la mia forza (Sal 58,10 Volg.), ossia tutte le facoltà della mia anima e del mio corpo si muovono per amore, e per amore soffro tutto ciò che soffro..

  A010000868 

 Lo stesso esercizio della preghiera e della conversazione con Dio, che prima era solita tenere su altri argomenti e in altri modi, ora è esclusivamente esercizio d’amore.

  A010000868 

 Occorre ricordare che quando l’anima arriva a questo stato, tutto ciò che compie con la sua parte spirituale e con quella sensitiva, le sue azioni come le sue sofferenze, in qualunque modo avvengano, tutto le procura un amore e un diletto in Dio sempre più intensi.

  A010000870 

 Felice vita, felice stato! Beata l’anima che vi arriva! Là tutto è ormai sostanza d’amore, gioia e delizie del matrimonio, dove la sposa, in tutta verità, può dire allo Sposo divino quelle parole di puro amore che gli rivolge nel Cantico dei Cantici: Omnia poma, nova et vetera, servavi tibi: Tutti i frutti, freschi e secchi, li ho serbati per te (Ct 7,13 Volg.).

  A010000870 

 Ma il significato pieno di questo verso è il seguente: l’anima, in questo stato di matrimonio spirituale, abitualmente vive in unione d’amore con Dio; la sua volontà sperimenta costantemente la presenza amorosa di Dio..

  A010000883 

 L’anima risponde molto bene a questa critica, facendo fronte molto coraggiosamente a questo e a tutto quanto il mondo potrebbe imputarle, perché, giunta ormai al cuore dell’amore di Dio, ritiene tutto il resto poca cosa.

  A010000887 

 Pertanto l’anima, spinta dall’amore, si vanta di essere vista mentre compie, per la gloria del suo Amato, un’opera per la quale si è persa a tutte le cose del mondo; e per questo esclama: direte che mi son perduta..

  A010000895 

 Volendo interpretare questo versetto in un senso più spirituale e più in linea con il nostro argomento, è opportuno sapere quanto segue: quando un’anima, progredendo nella via spirituale, è giunta al punto di distaccarsi da tutti i metodi e mezzi naturali, di cui si serviva nel suo rapporto con Dio, tanto da non cercarlo più attraverso considerazioni, forme, sentimenti o altri mezzi forniti ad essa dalle creature e dai sensi, ma ha superato tutto questo e ogni altro mezzo umano per intrattenersi con Dio in fede e amore, allora si può dire che ha veramente guadagnato Dio.

  A010000902 

 nel tuo amore sbocciate.

  A010000908 

 Gli parla, altresì, dell’uso che fanno di tutto questo patrimonio, scambiandosi a vicenda il loro amore.

  A010000908 

 In questa strofa la sposa si rivolge di nuovo allo Sposo per parlargli d’amore e godere della sua presenza.

  A010000908 

 Questo è il motivo per cui godere delle virtù significa intrecciare ghirlande, perché tutte unite, come fiori nelle ghirlande, le possano godere entrambi nell’amore reciproco.

  A010000908 

 Saranno ghirlande piene di bellezza e di grazia che lo Sposo nel suo amore nutre per la sposa, sostenute e conservate nell’amore che la sposa nutre per lo Sposo.

  A010000912 

 Per fresche mattinate possiamo intendere anche gli atti d’amore per mezzo dei quali si acquisiscono le virtù; essi sono più graditi a Dio di quanto non lo siano i freschi mattini ai figli degli uomini..

  A010000916 

 Detto in altri termini, significa: si è seduta alla tua destra, vestita di amore perfetto e circondata dalla varietà di doni e di virtù perfette.

  A010000918 

 Intrecceremo poi, dice, queste ghirlande nel tuo amore sbocciate..

  A010000920 

 Il fiore delle buone opere e delle virtù è la grazia e il vigore che esse ricevono dall’amore di Dio.

  A010000920 

 Ma poiché Dio concede la sua grazia e il suo amore, le opere sono sbocciate nel suo amore e da un capello mio tutte legate..

  A010000920 

 Senza quest’amore non solo non sarebbero fiorite, ma sarebbero tutte secche e senza alcun valore di fronte a Dio, anche se umanamente perfette.

  A010000922 

 Come il filo lega e fissa i fiori di una ghirlanda, così l’amore dell’anima lega e fissa le virtù nell’anima e ve le sostiene.

  A010000922 

 Le virtù e i doni soprannaturali sono così strettamente dipendenti dall’amore dell’anima che, se si spezzasse questo filo, venendo meno l’amore a Dio, immediatamente si staccherebbero tutte le virtù dall’anima e sparirebbero, come appunto cadono i fiori della ghirlanda quando si spezza il filo che li teneva insieme.

  A010000922 

 Quando, infatti, l’amore si porta unicamente e tutto intero verso Dio, come l’anima dice qui, anche le virtù sono perfette, compiute e tutte fiorite nell’amore divino, perché, a questo punto, l’amore che Dio nutre per l’anima è inestimabile, secondo quanto essa medesima lascia intendere nella strofa seguente..

  A010000922 

 Questo capello significa la volontà e l’amore dell’anima per l’Amato, amore che ha e svolge la funzione del filo nella ghirlanda.

  A010000935 

 In secondo luogo dice che Dio fu fortemente conquistato da questo suo capello, che simboleggia un amore unico e forte.

  A010000935 

 La prima è ricordare che l’amore con cui sono unite le virtù è solo l’amore forte, perché solo esso può conservarle.

  A010000937 

 Aggiungendo che l’Amato vide volare il capello sul suo collo, l’anima fa capire quanto Dio stimi l’amore forte.

  A010000937 

 Come il vento agita e fa svolazzare sul collo il capello, così il soffio dello Spirito Santo muove e solleva l’amore forte perché spicchi il volo verso Dio.

  A010000937 

 L’anima dice, dunque, che il capello svolazzava sul collo, perché, grazie alla potenza del collo, quest’amore vola a Dio con forza e leggerezza, senza soffermarsi sulle cose create.

  A010000937 

 Non basta che quest’amore serva solo a conservare le virtù, occorre altresì che sia forte, perché nessun vizio contrario possa, in qualche modo, recare danno alla ghirlanda della perfezione.

  A010000937 

 Ora, l’amore forte attira potentemente gli occhi di Dio perché lo guardino.

  A010000937 

 Senza questo soffio divino che spinge le potenze dell’anima all’esercizio dell’amore di Dio, le virtù non agiscono né producono effetto alcuno, anche se sono presenti nell’anima.

  A010000937 

 Su di esso, dice l’anima, svolazza il capello dell’amore, amore forte che tiene le virtù intrecciate tra loro.

  A010000939 

 L’anima dice questo per far comprendere che Dio non solo vede e apprezza quest’amore, ma lo ama anche, appunto perché lo vede forte: il guardare di Dio è amare, come il suo osservare – ripeto – è stimare ciò che osserva.

  A010000939 

 L’anima, in effetti, sembra dire: hai amato quest’amore perché forte, libero da ogni pusillanimità o timore e solo, distaccato da ogni altra cosa, dallo slancio agile e pieno di fervore.

  A010000941 

 Se egli, nella sua grande misericordia non ci avesse guardato e amato per primo, come dice san Giovanni (1Gv 4,10), e non si fosse abbassato, in lui non avrebbe fatto alcuna presa lo svolazzo del capello del nostro misero amore, perché non si sarebbe elevato così in alto da riuscire a catturare quest’ uccello divino delle alture.

  A010000944 

 Ci parla di uno solo dei suoi occhi e aggiunge che da questo lo Sposo fu ferito, perché se la fede e fedeltà dell’anima verso Dio non fosse semplice, ma fosse mescolata a qualche rispetto umano o a qualche considerazione terrena, non riuscirebbe a ferire d’amore Dio.

  A010000944 

 Concretamente, questo significa introdurla sempre più nell’intimità del suo amore..

  A010000944 

 Ora, se è vero che l’amore che lo Sposo nutre per la sposa è davvero forte quando vede in lei questa fedeltà unica, tanto che si lascia prendere dal capello del suo amore, è solo dall’occhio della sua fede che si lascia catturare: tale prigionia d’amore è un nodo tanto stretto da provocare nello Sposo una ferita d’amore per la grande tenerezza d’affetto verso la sposa.

  A010000959 

 Attribuendo tutto a lui e, nello stesso tempo, ringraziandolo per ogni cosa, dice che il motivo per cui egli si è lasciato catturare da un solo capello del suo amore e ferire dall’occhio della sua fede è perché si è degnato di guardarla con amore, rendendola graziosa e gradevole ai suoi occhi.

  A010000959 

 Per questa grazia e per questo valore da lui ricevuti, essa ha meritato il suo amore e ha potuto adorare il suo Amato in modo a lui gradito e compiere opere degne della sua grazia e del suo amore.

  A010000959 

 Se questa è la legge persino dell’amore umano, quanto più lo è dell’amore di Dio, come logica vuole! Nelle due strofe precedenti la sposa sembrava attribuirsi qualche merito.

  A010000959 

 È proprio dell’amore perfetto non voler accettare né prendere nulla per sé, ma attribuire tutto all’Amato e nulla a se stesso.

  A010000961 

 Cioè mi guardavi con una speciale tenerezza d’amore.

  A010000961 

 Ho già detto, infatti, che lo sguardo di Dio è amore.

  A010000963 

 Quando egli si china sull’anima con misericordia, imprime e infonde in essa il suo amore e la sua grazia; allora la rende talmente bella e la eleva tanto, da farla partecipe della natura divina (cfr. 2Pt 1,4).

  A010000965 

 Ciò equivale a dire: poiché avevi posto in me la tua grazia, cioè doni degni del tuo amore, per questo più mi amavi, per questo mi concedevi ancora più grazia.

  A010000965 

 Ecco perché in questo verso l’anima lascia capire le due ragioni dell’amore che lo Sposo nutre per lei: non solo l’ha amata quando si è lasciato catturare da uno dei suoi capelli, ma soprattutto perché si è visto ferito da uno dei suoi occhi.

  A010000965 

 Egli le ha accordato amore a motivo di uno dei suoi capelli e ha informato di carità la fede simboleggiata dal suo occhio.

  A010000965 

 Mi amavi molto; non di un amore semplice, ma di un amore raddoppiato, cioè per due motivi o titoli.

  A010000965 

 Quando Dio concede all’anima la sua grazia, la rende degna e capace del suo amore.

  A010000967 

 Ama tutto per sé, ragion per cui l’amore è il fine per cui ama.

  A010000967 

 Per comprendere questa verità, occorre notare che Dio non ama nulla al di fuori di sé, come non nutre per creatura alcuna un amore che sia inferiore a se stesso.

  A010000967 

 Perciò, per ogni opera che compie in Dio, l’anima, una volta arricchita di questa grazia così elevata, merita l’amore di Dio e Dio stesso.

  A010000967 

 Questo è il motivo per cui quando Dio ama un’anima, in un certo modo la mette in se stesso, la rende uguale a sé, così che ama l’anima in se stesso e con sé, con lo stesso amore con cui egli si ama.

  A010000968 

 6.In virtù di questo favore e di questa grazia che gli occhi della tua misericordia mi hanno fatto innalzandomi al tuo amore, ottennero e meritarono gli occhi miei adorar quanto vedean..

  A010000970 

 Cos’era, dunque, ciò che vedevano? Vedevano in Dio la grandezza delle virtù, l’abbondanza della soavità, la bontà immensa, l’amore e la misericordia, i benefici innumerevoli ricevuti da lui, sia quando l’anima era in stato di grazia sia quando non lo era.

  A010000989 

 Dopo che mi guardasti, togliendomi questo colore nero e ripugnante che mi rendeva indegna di essere guardata, ormai ben puoi mirarmi più volte: non solo mi hai tolto il colore scuro la prima volta, ma mi hai resa anche degna di essere guardata, perché con il tuo sguardo d’amore grazia e bellezza in me lasciasti..

  A010000991 

 Elevata nell’amore di Dio e onorata da lui, l’anima cresce sempre più nell’amore e nell’onore che egli le concede, come dice san Giovanni: Dat gratiam pro gratia: Dio dà grazia su grazia (Gv 1,16).

  A010000991 

 L’anima si trova in lui onorata ed elevata; essa ne è amata in maniera ineffabile, al punto che egli le comunica sempre più amore in tutte le sue opere e affetti.

  A010000993 

 Difatti, dalla prima volta che l’hai guardata, le hai donato dei pegni d’amore tali che essa merita, non una volta soltanto, ma molte volte di essere oggetto dei tuoi sguardi divini, come si legge nel libro di Ester: Hoc honore condignus est, quemcumque rex voluerit honorare: È degno di quest’onore colui che il re vuol onorare (Est 6,11 Volg.)..

  A010001006 

 Inondata di straordinarie delizie e di soavità d’amore, l’anima le unisce tutte e le offre all’Amato come un fascio di fiori.

  A010001006 

 Quanto più grande è l’amore, tanto più grande è il fascio.

  A010001012 

 E allora l’anima raccoglie tutte queste virtù, emettendo atti d’amore assai gradevoli con ciascuna di esse in particolare e con tutte quante insieme; una volta che le ha riunite, le offre all’Amato con grande tenerezza d’amore e soavità.

  A010001014 

 Tutte le perfezioni, le virtù e i doni, infatti, si armonizzano e convengono in un’unica perfezione dell’anima; tale perfezione si sta formando per mezzo dell’esercizio delle virtù e, una volta formata, viene offerta dall’anima all’Amato nello spirito d’amore di cui sto parlando.

  A010001018 

 L’unica cosa che fa l’anima insieme all’Amato, è restare in quest’esercizio pieno di soavità, al quale è stata elevata, e che consiste nello sprofondarsi sempre più nell’unione d’amore.

  A010001018 

 Quando l’anima perviene all’intima unione con Dio, non operano più le potenze spirituali e ancor meno quelle corporali, perché si è già realizzata in lei quest’unione d’amore e non ha più bisogno di queste mediazioni per giungervi.

  A010001033 

 La sposa desidera, dunque, mantenersi nella soavità dell’amore, per questo comanda all’aridità di fermarsi.

  A010001035 

 Quando questo vento divino investe l’anima, la penetra in modo tale da infiammarla tutta: l’accarezza, la ravviva, ne risveglia la volontà, conduce all’amore di Dio i suoi affetti, che erano affievoliti e sopiti.

  A010001043 

 Ottiene, infatti, di godere delle sue virtù, pervenute al punto in cui sono esercitate con la soavità dell’amore.

  A010001043 

 Vi guadagna di vedere l’Amato compiacersi in mezzo a queste virtù, perché per loro tramite si comunica all’anima con un amore più intenso e le concede grazie più singolari di prima.

  A010001062 

 Come in virtù del matrimonio sulla terra i due sposi formano una sola carne, come dice la sacra Scrittura (Gn 2,24), così, quando si consuma questo matrimonio spirituale tra Dio e l’anima, vi sono due nature nell’unico spirito e amore di Dio.

  A010001062 

 Così, essa si è elevata al di sopra delle cose e di se stessa, essendosi donata a lui in unione d’amore nel fidanzamento spirituale.

  A010001062 

 In questa trasformazione entrambe le parti si donano l’una all’altra, in maniera totale, con una certa consumazione dell’unione d’amore, in cui l’anima è resa divina e Dio per partecipazione, per quanto è possibile in questa vita.

  A010001062 

 Poi è passata attraverso le prove e le angustie dell’amore, come ha raccontato nel susseguirsi delle strofe fino a quella che dice: Distoglili, Amato.

  A010001062 

 Successivamente ha raccontato che il Diletto le ha comunicato profonde verità e le ha fatto frequenti visite, grazie alle quali è cresciuta e si è perfezionata nel suo amore.

  A010001064 

 A questo giardino, dove si verifica una trasformazione totale che consiste nella gioia, nelle delizie e nella gloria del matrimonio spirituale, non si giunge senza passare prima attraverso il fidanzamento spirituale e l’amore sincero, abituale tra i fidanzati.

  A010001064 

 Infatti, dopo che l’anima si è mostrata per qualche tempo fidanzata piena d’amore assoluto e soave per il Figlio di Dio, Dio la chiama e la introduce nel giardino fiorito a consumare questo stato felicissimo del matrimonio con lui.

  A010001066 

 La chiama sorella e sposa, perché lo era già per l’amore e il dono di sé che le aveva fatto prima di chiamarla a questo stato di matrimonio spirituale.

  A010001070 

 Il fatto di chiamarlo fratello fa comprendere l’uguaglianza che vige nel fidanzamento d’amore tra i due prima di arrivare a questo stato.

  A010001083 

 Nel sublime stato di matrimonio spirituale, con grande facilità e frequenza lo Sposo rivela all’anima i suoi meravigliosi segreti e le fa conoscere le opere della sua potenza, perché l’amore vero e totale non sa nascondere nulla.

  A010001083 

 Questo fa lo Sposo nella presente strofa: con grande soavità d’amore rivela, interiormente, all’anima i suddetti misteri.

  A010001120 

 A volte, tuttavia, e in alcune circostanze, Dio le lascia in questa loro sensibilità e permette che soffrano, perché possano acquistare meriti e crescere nell’amore, o per altri motivi, come fece con la Vergine, sua Madre, con san Paolo; ma lo stato presente di per sé non comporta tale sentimento..

  A010001120 

 Così è delle anime elevate a questa trasformazione d’amore.

  A010001149 

 I fiori, come ho detto, sono le virtù dell’anima; i roseti le sue potenze: intelletto, memoria e volontà, che racchiudono in sé e coltivano rose e fiori di pensieri divini e atti d’amore e di virtù; l’ ambra rappresenta qui lo Spirito divino che dimora nell’anima.

  A010001168 

 Il quarto, che lo Sposo s’innamori alla vista delle numerose virtù che ha posto in lei, che si dirige e si eleva a Dio per mezzo di conoscenze molto alte e sublimi della divinità e per mezzo di trasporti d’amore molto più insoliti e straordinari di quelli che si hanno abitualmente.

  A010001168 

 Nella presente strofa, la sposa si dedica al godimento dell’Amato nel raccoglimento profondo della sua anima, dove lo Sposo unito a lei per amore la colma di delizie in maniera del tutto nascosta.

  A010001172 

 Ciò vuol dire: rivesti con la tua divinità il mio intelletto, dandogli l’intelligenza delle verità divine; rivestine anche la mia volontà, donandole e comunicandole l’amore divino; rivestine, infine, la mia memoria, offrendole il possesso della gloria divina.

  A010001176 

 Sembra, dunque, che l’anima dica: volgiti piuttosto, o mio Diletto, verso l’intimo della mia anima; guarda con amore le ricchezze che hai dato come compagne all’anima mia, perché, innamorato di lei per mezzo loro, tu ti nasconda e ti stabilisca in essa.

  A010001212 

 Egli è ferito dall’amore che lei nutre per lui in questa solitudine, ferito anche da quella libertà di spirito che le procura questa solitudine, che egli ama tantissimo.

  A010001216 

 La solitudine, di cui l’anima viveva prima, consisteva nel volersi privare, per amore dello Sposo, di tutti i beni di questo mondo – come ho riferito sopra riguardo alla tortorella – lavorando per la sua perfezione e conseguendo una solitudine totale.

  A010001218 

 Muove, senza costrizioni, la sua volontà verso l’amore di Dio, perché essa ormai è nella solitudine e libera da altri affetti.

  A010001222 

 E così lo Sposo non vuole lasciare sola la sposa, ma, ugualmente ferito dall’amore che nella solitudine ella nutre per lui, egli solo la guida attirandola a sé e adempiendo i suoi desideri.

  A010001222 

 Infatti, poiché l’anima è restata sola, distaccata da tutto, per amore dello Sposo, questi s’innamora perdutamente di lei in detta solitudine, proprio come lei s’innamorò di lui nella solitudine al punto che rimase ferita d’amore.

  A010001235 

 La prima di godere dell’amore e di assaporarne la dolcezza, come dichiara nel verso: godiam l’un l’altro, Amato.

  A010001235 

 Ora che l’unione perfetta tra l’anima e Dio è compiuta, l’anima vuole dedicarsi all’amore ed esercitarsi in tutto ciò che è proprio dell’amore.

  A010001235 

 È, dunque, l’anima che parla in questa strofa con lo Sposo, chiedendogli tre cose che sono proprie dell’amore.

  A010001237 

 Cioè nella comunicazione delle dolcezze dell’amore, non solo in quelle che già possediamo abitualmente in virtù dell’unione, ma anche in quelle che provengono dagli atti d’un amore effettivo e attuale, sia interiormente quando la volontà produce atti d’amore, sia esteriormente quando si compiono azioni che riguardano la gloria dell’Amato.

  A010001237 

 Come si è detto, questa infatti è la caratteristica dell’amore: dove dimora, ivi cerca sempre di gustare le sue gioie e dolcezze, che consistono nell’amare, interiormente ed esteriormente.

  A010001239 

 Che significa: facciamo in modo che per mezzo di questo esercizio d’amore arriviamo fino a contemplarci nella tua bellezza; cioè che siamo somiglianti per la bellezza, e la tua bellezza sia tale che, guardandoci l’un l’altro, ognuno somigli a te nella tua bellezza e si veda nella tua bellezza; ciò avverrà trasformando me nella tua bellezza.

  A010001270 

 È in queste caverne che l’anima desidera entrare per essere assorbita, trasformata e completamente inebriata nell’amore che le offrirà la conoscenza di questi misteri, nascondendosi nel petto del suo Amato.

  A010001272 

 Dire: lì ci addentreremo significa: lì noi ci trasformeremo in forza delle nuove conoscenze, nuovi disegni e comunicazioni d’amore.

  A010001276 

 Come dai molti chicchi delle melagrane esce un unico succo, così dalla conoscenza di tutte queste meraviglie e grandezze di Dio si riversa nell’anima una fruizione e un piacere d’amore.

  A010001276 

 Il succo di queste melagrane, che la sposa dice gusteranno, è la fruizione che l’anima gode, secondo la misura possibile in questo stato, nella conoscenza e penetrazione di questi misteri e il diletto dell’amore divino che gusta in essi.

  A010001276 

 Subito la sposa offre tutto al suo Dio, con grande tenerezza d’amore.

  A010001276 

 Tutto ciò essa l’aveva promesso, nel Cantico dei Cantici, allo Sposo, se egli le avesse concesso questa sublime conoscenza: Ibi me docebis, et dabo tibi poculum ex vino condito, et mustum malorum granatorum meorum: Là m’insegnerai l’arte dell’amore e io ti farò bere vino aromatico, del succo delle mie melagrane (Ct 8,2).

  A010001289 

 Il motivo per cui l’anima desidera entrare in quelle caverne è per poter arrivare compiutamente, compatibilmente con lo stato di questa vita, a ciò che ha sempre desiderato, cioè la consumazione dell’amore assoluto e perfetto che le viene comunicato in questo favore celeste, perché il fine di tutto è l’amore.

  A010001291 

 In questo modo potrà amarlo come essa è amata da Dio, amandolo con la volontà stessa di Dio, nello stesso Amore con cui lui la ama, che è lo Spirito Santo.

  A010001291 

 Lo Spirito supplisce a ciò che manca nell’anima, perché essa si è trasformata in lui per amore..

  A010001291 

 Ora l’anima constata quanto sia immenso l’amore con cui Dio la ama, e non vuole amarlo, a sua volta, in maniera meno alta e perfetta; per questo l’anima desidera la trasformazione attuale, perché non può raggiungere questa uguaglianza e completezza d’amore se non nella trasformazione totale della sua volontà nella volontà di Dio, con cui le due volontà si fondono in maniera tale da diventare una; così si ha uguaglianza d’amore.

  A010001291 

 Questi, infatti, è donato all’anima, come dice l’Apostolo: Gratia Dei diffusa est in cordibus nostris per Spiritum Sanctum qui datus est nobis: L’amore di Dio è stato riversato nei nostri cuori per mezzo dello Spirito Santo che ci è stato dato ( Rm 5,5).

  A010001291 

 Quest’attesa è l’uguaglianza d’amore che l’anima ha sempre desiderato naturalmente e soprannaturalmente, perché l’amante non può dirsi soddisfatto se non sente di amare quanto è amato.

  A010001293 

 Di conseguenza, l’anima non solo apprende ad amare, ma è divenuta anche maestra in amore, perché è unita al Maestro stesso e, quindi, è contenta, mentre non lo era prima di raggiungere quest’amore.

  A010001293 

 Essa ama Dio in maniera perfetta, con lo stesso amore con cui egli si ama.

  A010001293 

 Non intendo dire che amerà Dio quanto lui si ama, ciò che non è possibile, ma quanto da lui è amata; perché quando conoscerà come anch’essa è conosciuta ( 1Cor 13,12), così l’amerà come è amata da Dio, perché entrambi hanno lo stesso amore.

  A010001293 

 Ora in questa trasformazione, in cui si comunica all’anima, Dio le mostra un amore totale, generoso e puro, con cui egli si comunica tutt’intero ad essa, con una tenerezza ineffabile, trasformandola nel suo amore, comunicandole quindi il suo amore con cui essa possa riamarlo.

  A010001293 

 Per questo l’anima non dice che lo Sposo lì le darà il suo amore, ma che le mostrerà come essa deve amarlo.

  A010001293 

 Sebbene, infatti, sia vero che Dio le concede il suo amore, tuttavia più propriamente si dice che lì le mostra l’amore, cioè le insegna ad amarlo come egli ama se stesso.

  A010001295 

 Da questo grado di amore perfetto nasce nell’anima un intimo e sostanziale giubilo in Dio, poiché sembra – ed è così – che tutta la sostanza dell’anima, inondata di gloria, esalti Dio; sotto forma di fruizione, sente un’intima dolcezza da cui è spinta a lodare, adorare, stimare ed esaltare Dio con grande gioia, tutta ardente d’amore.

  A010001295 

 Qui l’anima aggiunge che lo Sposo le accorderà tale purezza in questa trasformazione d’amore, dicendo: e dopo mi darai, / là, tu vita mia, / ciò che l’altro dì m’hai già donato..

  A010001297 

 In questi versi l’anima chiede questi doni nell’unione stessa d’amore.

  A010001310 

 La prima è il respiro dell’aure, ossia l’amore di cui parlavo, che è ciò che soprattutto cerca.

  A010001310 

 La quinta è fiamma che consuma e non dà pena; essa è quasi compresa nella prima richiesta, in quanto è fiamma di soave trasformazione d’amore nel possesso di tutte queste cose.

  A010001310 

 Quanto alla prima richiesta, che consisteva nell’oggetto dei suoi desideri, l’anima ora ne va esplicitando la natura in questa strofa: non si tratta soltanto, come dicevo, dell’amore perfetto, ma anche di tutto ciò che è contenuto nella presente strofa, cioè l’amore stesso e ciò che, tramite esso, viene comunicato all’anima.

  A010001312 

 Egli, con il suo spirare divino, innalza l’anima in maniera sublime e la informa, affinché produca in Dio la stessa spirazione d’amore che il Padre spira nel Figlio e il Figlio nel Padre, che è lo stesso Spirito Santo, che in questa trasformazione spira in essa.

  A010001312 

 La chiama respiro dell’aure perché è un tocco soavissimo e un sentimento d’amore che si produce abitualmente nell’anima con la comunicazione dello Spirito Santo.

  A010001314 

 Non dobbiamo stupirci che l’anima possa realizzare una cosa così sublime, perché, dal momento che Dio le concede la grazia di arrivare ad essere deiforme e unita alla santissima Trinità, nella quale l’anima diventa Dio per partecipazione, perché dovrebbe essere incredibile che svolga le sue attività d’intelletto, di conoscenza e d’amore nella Trinità strettamente unita a lei e attiva come la stessa Trinità, anche se per partecipazione, mentre è Dio stesso che opera nell’anima?.

  A010001316 

 Anche qui non bisogna credere che il Figlio voglia dire al Padre che i santi siano una sola cosa per essenza e per natura come lo sono il Padre e il Figlio, ma che lo siano per unione d’amore, come il Padre e il Figlio lo sono per unità d’amore.

  A010001316 

 Il Padre, cioè, comunica loro lo stesso amore comunicato al Figlio, sebbene non naturalmente come al Figlio, ma per unione e trasformazione d’amore.

  A010001320 

 Infatti, come il canto della filomena, cioè dell’usignolo, si ode a primavera, quando ormai sono passati il freddo e le piogge dell’inverno, ed è melodia per l’udito e gioia per lo spirito, così avviene in questa comunicazione e trasformazione d’amore, di cui la sposa gode già in questa vita.

  A010001322 

 Poiché in questa unione l’anima esulta lodando Dio con Dio stesso, come si diceva dell’amore, è lode perfetta e gradita a Dio la sua.

  A010001324 

 La terza cosa che l’anima chiede di vedere tramite l’amore è il bosco e il suo incanto. Per bosco intende Dio con tutte le creature che sono in lui; come tutti gli alberi e le piante hanno la loro vita e la loro radice nel bosco, così le creature celesti e terrene hanno la loro origine e la loro vita in Dio.

  A010001330 

 Ed essa si ritrova trasformata da questa dolce fiamma d’amore che l’ha consumata riguardo a tutte le cose della terra e l’ha resa simile a Dio.

  A010001330 

 L’anima chiede che lo Sposo le conceda tutte queste esperienze con fiamma che consuma e non dà pena, cioè con l’amore di Dio ormai perfetto nell’anima.

  A010001330 

 Ora, queste proprietà che si chiamano oscurità, fumo, crepitio, abitualmente causano qualche sofferenza e pena all’anima che ama Dio, finché essa non perviene a tale gradi di perfezione d’amore da essere posseduta dal fuoco d’amore.

  A010001330 

 Questa fiamma è l’amore soave, perché nella trasformazione dell’anima in fiamma, vi è conformità e soddisfazione d’entrambe le parti; di conseguenza l’anima non prova alcuna sofferenza di fronte a questo cambiamento più o meno profondo, come le accadeva prima di possedere l’amore perfetto.

  A010001330 

 Questo amore, per essere perfetto, deve avere due proprietà: deve consumare e trasformare l’anima in Dio, ma il fuoco e la trasformazione di questa fiamma nell’anima non le devono recare alcuna sofferenza.

  A010001330 

 Una volta raggiunto quest’amore, l’anima si ritrova completamente trasformata nell’amore di Dio e resa conforme a lui, come lo è il carbone nel fuoco, senza quel fumo e quel crepitio che faceva prima e senza il nerume e quegli altri accidenti che gli erano propri prima di diventare fuoco.

  A010001332 

 La sposa chiede che, in questa fiamma, lo Sposo le accordi tutti questi favori che desidera, come si è detto, perché non vuole possederli né valutarli o goderne senza essere bruciata, nello stesso tempo, dall’amore di Dio, perfetto e soave..


11-Giovanni della Croce - Fiamma viva d'amore - B.html
  A011000023 

 E non c’è da meravigliarsi che Dio faccia grazie così sublimi e insolite alle anime a cui vuole concedere i suoi doni; poiché, se consideriamo ciò che Dio è in sé, e che le concede in quanto Dio con infinito amore e bontà, non ci sembrerà irragionevole.

  A011000025 

 E anche se è vero che sia le une che le altre si riferiscono al medesimo stato di trasformazione, che in quanto tale non può essere superato, tuttavia tale stato può col tempo e con l’esercizio qualificarsi e sostanziarsi sempre più nell’amore; proprio come accade al legno in cui sia penetrato il fuoco: benché questo lo trasformi in sé e sia con lui unito, tuttavia, man mano che la fiamma cresce e il tempo passa, il legno diventa molto più rovente e infiammato fino a generare scintille e vampe..

  A011000025 

 Sebbene nelle strofe che sopra commentammo parlammo del più alto stato di perfezione al quale in questa vita si può giungere, che è la trasformazione in Dio, tuttavia queste trattano dell’amore più sublime e perfetto possibile in questo stesso stato di trasformazione.

  A011000027 

 Così essa lo sente e così lo esprime in queste strofe con intima e delicata dolcezza d’amore, ardendo nella sua fiamma, ed esaltando alcuni effetti che questa produce in lei.

  A011000027 

 Si deve comprendere che l’anima parla, in questo grado di fuoco incendiato, già trasformata e interiormente perfezionata nel fuoco d’amore, che non solo l’unisce a sé, ma produce in lei viva fiamma.

  A011000080 

 Sentendosi, ormai, l’anima tutta infiammata nella divina unione e avendo il palato tutto impregnato di gloria e amore, e riversando sin dall’intimo della sua sostanza fiumi di gloria, sovrabbondando di gioia, e vedendo sgorgare dal suo ventre fiumi di acqua viva, che il Figlio di Dio disse sarebbero sgorgati da tali anime ( Gv 7,38), le sembra di essere trasformata in Dio con tanta forza, e così altamente da Lui posseduta e adorna di tali beatitudine da non esserne separata che da un velo sottile..

  A011000081 

 E siccome vede che quella fiamma delicata d’amore, che arde in lei, ogni volta che l’investe la esalta con soave ed eccelsa gloria, tanto che ogni volta che l’assorbe e la travolge crede che le doni la vita eterna, le sembra che, ormai, manchi molto poco perché il velo di questa vita mortale si rompa, ma che per questo poco non finisce di essere glorificata essenzialmente, e si rivolge con grande desiderio alla fiam ma, che è lo Spirito Santo, perché squarci il velo della vita mortale per mezzo di quel dolce incontro, e termini di comunicarle veramente ciò che ogni volta sembra concederle, ossia la gloria assoluta e perfetta.

  A011000086 

 La o! serve per descrivere un grande desiderio e un’ardente preghiera rivolta a persuadere; e per ottenere entrambi gli effetti l’anima l’usa in questa strofa, perché con essa esprime e confessa il suo grande desiderio, chiedendo all’amore che la liberi..

  A011000088 

 Questa fiamma d’amore è lo spirito del suo Sposo, cioè lo Spirito Santo, che l’anima sente già in sé, non solo come fuoco che la possiede consumandola e trasformandola in soave amore, bensì anche come fuoco che, oltre a questo, in essa arde e getta fiamme, come già dissi..

  A011000090 

 Tale è l’azione dello Spirito Santo nell’anima trasformata in amore che gli atti compiuti interiormente da lei sono un fiammeggiare, sono vampe d’amore nelle quali la volontà dell’anima, fatta tutt’amore con quella fiamma, sublimemente ama..

  A011000091 

 E cosi, questi atti d’amore dell’anima sono preziosissimi e uno di essi merita e vale molto di più di quanto ha compiuto in tutta la sua vita senza tale trasformazione, per quanto grande possa essere stato..

  A011000092 

 E la differenza che esiste tra l’abitudine e l’atto è la stessa che vi è fra la trasformazione d’amore e la fiamma d’amore, che a sua volta è la medesima che vi è fra il legno acceso e la sua stessa fiamma; poiché la fiamma è effetto del fuoco lì presente..

  A011000094 

 Possiamo perciò affermare che il modo abituale dell’anima, che si trova in stato di trasformazione d’amore, sia come quello del legno investito sempre dal fuoco e che i suoi atti sono la fiamma che nasce dal fuoco d’amore, che promana tanto più veemente, quanto più intenso è il fuoco dell’unione.

  A011000100 

 Essendo quest’anima così vicina a Dio da essere trasformata in fiamma d’amore, in cui le si comunica il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo, sarà cosa tanto incredibile affermare che assapori un riflesso di vita eterna, anche se non perfettamente, perché non lo permette la condizione di questa vita? Infatti, è tanto sublime il diletto che quella fiamma dello Spirito Santo produce in essa, che le permette di pregustare il sapore della vita eterna.

  A011000105 

 Infatti, essendo questa fiamma di vita divina, essa ferisce l’anima con tenerezza di vita di Dio, e tanto e così profondamente e teneramente la ferisce che la scioglie in amore, affinché si compia in lei ciò che avvenne alla Sposa dei Cantici, che tanto si intenerì da sciogliersi e così disse: Appena il mio Sposo parlò, l’anima mia si sentì liquefare ( Ct 5,6).

  A011000107 

 8. Ma come si può dire che la ferisca, se nell’anima non vi è nulla che possa essere ferito, in quanto essa è già tutta bruciata dal fuoco d’amore?.

  A011000108 

 E’ cosa meravigliosa che l’amore non stia mai ozioso, bensì in continuo movimento e che, come la fiamma, getti di continuo vampate qui e là; e l’amore, il cui compito è ferire per innamorare e dilettare, siccome in quest’anima è presente quale viva fiamma, le procura le sue ferite, come fiammate tenerissime di delicato amore, esercitando in modo giocondo e festoso le arti e i giochi d’amore quasi fosse nel palazzo delle sue nozze, così come fece Assuero con la sua sposa Ester (2,17), mostrando le sue grazie, scoprendo le sue ricchezze e la gloria della sua grandezza, perché si compisse in quest’anima ciò che si dice nei Proverbi: Mi dilettavo tutto il giorno, giocando innanzi a lui tutto il tempo, scherzando sulla rotonda terra, e il mio diletto consiste nello stare con i figli degli uomini (8,30 - 31); vale a dire nel comunicarle a loro.

  A011000108 

 Perciò, queste ferite, che sono i suoi giochi, sono vampate di tocchi delicati che toccano l’anima di quando in quando, provocate dal fuoco d’amore, che non rimane mai ozioso.

  A011000123 

 Bisogna poi notare che l’amore è l’inclinazione, la forza e la virtù che l’anima possiede per andare a Dio, poiché è mediante l’amore che l’anima si unisce con Dio; e così, quanti più gradi di amore possiede, tanto più profondamente penetra in Dio e si concentra in Lui.

  A011000123 

 Da ciò possiamo dedurre che, a seconda di quanti gradi di amore di Dio l’anima può possedere, così altrettanti centri può avere in Dio, uno più interno dell’altro; poiché l’amore più è forte più unisce, e, in questo modo, possiamo comprendere le molte dimore che, come disse il Figlio di Dio, ci sono nella casa di suo Padre ( Gv 14,2)..

  A011000124 

 E se giungerà fino all’ultimo grado, l’amore di Dio arriverà a ferire l’ultimo e più profondo centro dell’anima, trasformandola e illuminandone tutto l’essere, la potenza e la virtù, a seconda di quanto essa è capace di ricevere, sino a renderla simile a lui.

  A011000124 

 Quindi, perché l’anima si trovi nel suo centro, che è Dio, secondo ciò che abbiamo detto, basta che possieda un grado di amore, poiché è sufficiente un solo grado perché sia a Lui unita per grazia; se poi ne possedesse due, vorrà dire che si sarà concentrata e unita a Dio in un centro più profondo; e se tre, in uno ancora più profondo.

  A011000126 

 E così, dicendo che la fiamma d’amore la ferisce nel suo più profondo centro, l’anima vuol dire che lo Spirito Santo la ferisce e l’investe nella sua sostanza, forza e virtù.

  A011000127 

 Infatti, l’anima può avere l’abito della carità tanto perfetto in questa vita come nell’altra, ma non l’azione né il frutto; anche se il frutto e l’azione dell’amore crescono a tal punto in questo stato, da diventare simili a quello dell’altra; tanto che, giudicandoli così, l’anima osa affermare ciò che solamente si può dire dell’altra vita, ossia nel più profondo centro dell’anima mia..

  A011000131 

 E non bisogna reputare incredibile che in un’anima già esaminata, purificata e provata nel fuoco delle tribolazioni, travagli e varie tentazioni, e resa fedele nell’amore, si compia, in questa vita, ciò che il Figlio di Dio promise, ossia: che se qualcuno l’ama, la Santissima Trinità verrà e prenderà dimora presso di lui ( Gv 14,23), illuminandole divinamente l’intelletto nella sapienza del Figlio, dilettandole la volontà nello Spirito Santo, e assorbendola il Padre potentemente e fortemente nell’abbraccio abissale della sua dolcezza..

  A011000133 

 E se Dio è solito fare ciò con qualche anima, come è vero, bisogna credere che questa di cui parliamo non mancherà di ricevere tali grazie divine, poiché ciò che si compie in essa per l’azione dello Spirito Santo è molto più di ciò che accade nella comunicazione e trasformazione d’amore: questa, infatti, è come brace accesa, mentre l’altra, come già abbiamo detto, è brace nel momento in cui il fuoco s’accende, che non solo è accesa, bensì getta fiamma viva..

  A011000134 

 E così, questi due modi, unione per solo amore e unione con fiamme d’amore, sono in un certo modo paragonabili al fuoco di Dio che, come dice Isaia, si trova in Sion, e alla fornace di Dio che è in Gerusalemme (31,9); di cui uno rappresenta la Chiesa militante, in cui si trova il fuoco della carità acceso non al massimo grado e l’altro rappresenta la visione della pace, ossia la Chiesa trionfante, dove il fuoco è come fornace accesa in perfezione d’amore..

  A011000137 

 Perciò, sentendo l’anima che questa viva fiamma d’amore vivamente le comunica tutti i beni, perché questo divino amore tutto si porta con sé, esclama: O fiamma d’amor viva / che amorosamente ferisci. Come se dicesse: o amore ardente, che con i tuoi movimenti amorosi delicatamente stai glorificandomi secondo la massima capacità e forza dell’anima mia! Mi doni intelligenza divina secondo la completa capacità e attitudine del mio intelletto, mi comunichi amore secondo la massima forza della mia volontà, e mi diletti nella sostanza dell’anima con il torrente delle tue delizie ( Sal 35,9) nel tuo divino contatto e nell’unione sostanziale, secondo la massima purezza della mia sostanza e la capacità e ampiezza della mia memoria..

  A011000138 

 Tutto questo, e molto più di ciò che si può dire, accade nell’anima nel momento in cui s’innalza in lei questa fiamma d’amore.

  A011000145 

 Questa azione dello Spirito Santo predispone l’anima all’unione divina e alla trasformazione d’amore in Dio..

  A011000145 

 È bene sapere che, prima che questo divino fuoco di amore si introduca e si unisca alla sostanza dell’anima con una compiuta e perfetta purificazione e purezza, questa fiamma, che è lo Spirito Santo, ferisce l’anima, distruggendo e consumando le imperfezioni delle sue cattive abitudini.

  A011000146 

 Il fuoco d’amore, che ora si unisce con l’anima glorificandola, è lo stesso che in un primo momento l’investe purificandola, così come il fuoco che entra nel legno è lo stesso che in un primo momento l’investe e ferisce con la sua fiamma, asciugandolo e spogliandolo dei suoi vili accidenti, sino a prepararlo col suo calore, tanto da potere penetrare in esso e trasformarlo in sé..

  A011000147 

 Infatti, in questo periodo di purificazione la fiamma non è chiara, bensì oscura, e se dà una qualche luce all’anima è solo per vedere e sentire le sue miserie e i suoi difetti; né è soave, ma dolorosa, perché sebbene alcune volte le conceda calore di amore, è con tormento e oppressione; e non è dilettevole, ma arida, poiché, sebbene per sua benignità talvolta le conceda qualche piacere per incoraggiarla e animarla, prima o poi l’anima lo sconta e lo paga con altrettanta pena né è ristoratrice e pacifica, ma distruttrice e accusatrice, facendola morire e soffrire nella conoscenza di sé; e così non le dà gloria, ma prima la rende miserabile e disgustosa nella luce spirituale che le concede della sua propria conoscenza, inviando Dio, come dice Geremia, fuoco nelle sue ossa per ammaestrarla ( Lam 1,13) e, come dice David, provandola nel fuoco ( Sal 16,3)..

  A011000158 

 E siccome ciò che è duro si avverte maggiormente se confrontato con ciò che è tenero, così come l’aridità con l’amore, investendo questa fiamma amorosamente e teneramente la volontà, quest’ultima percepisce la sua naturale durezza e aridità verso Dio.

  A011000158 

 La volontà non sente infatti l’amore e la tenerezza della fiamma, impedita dalla sua stessa durezza e aridità, dove non possono entrare i contrari di tenerezza e amore, finché, espulsi i primi da questi ultimi, regna nella volontà amore e tenerezza di Dio.

  A011000159 

 E sebbene questa fiamma sia saporita e dolce, avendo la volontà il palato dello spirito alterato da umori di disordinate passioni, le riusciva disgustosa e amara e non poteva gustare il dolce operare dell’amore di Dio.

  A011000164 

 E così, questa purificazione sembra simile a quella del purgatorio; poiché, così come lì si purificano gli spiriti per poter vedere Dio nella chiara visione beatifica, così, a suo modo, qui si purificano le anime per potersi unire a Lui per amore in questa vita..

  A011000166 

 È sufficiente ora sapere che quel Dio, il quale vuole penetrare nell’anima per unione e trasformazione d’amore, è lo stesso che prima l’investiva e purificava con la luce e il calore della sua divina fiamma, così come è lo stesso fuoco che entra nel legno quello che prima lo predispone, come abbiamo detto.

  A011000168 

 E come se dicesse: non solo ormai non sei più oscura come in passato, bensì sei la divina luce del mio intelletto, con il quale già posso guardarti; e non solamente non distruggi la mia debolezza, ma anzi sei la forza della mia volontà con la quale ti posso amare e godere, essendomi tutta convertita in amor divino; e già non sei peso né oppressione per la sostanza dell’anima, ma al contrario ne sei gloria, diletto e immensità, così che di me si può dire ciò che si canta nel divino Cantico: Chi è colei che sale dal deserto abbondante di delizie, appoggiata al suo diletto, spargendo amore in ogni dove? (8,5).

  A011000174 

 Sebbene sia vero che in questo stato così alto l’anima è tanto più conforme e soddisfatta quanto più è trasformata in amore, e non sa da sé nessuna cosa né osa chiedere, salvo che per il suo Amato, poiché la carità, come dice san Paolo, non pretende le sue cose per sé (1Cor 13,5), ma per il suo Amato; tuttavia, poiché vive nella speranza, nella quale non si può fare a meno di sentire un certo vuoto, prova un certo gemito, anche se soave e delicato, poiché le manca il possesso perfetto dell’adozione dei figli di Dio, dove, compiendosi la sua gloria, il suo appetito si farà quieto..

  A011000178 

 Ma tali sono quelle tracce di gloria e di amore, che in quei tocchi si intravedono oltre la porta senza poter entrare nell’anima, a causa della ristrettezza della casa terrestre, che sarebbe anzitutto dimostrazione di poco amore non chiedere d’entrare in quella perfezione e pienezza d’amore..

  A011000190 

 Così la morte di costoro è soave e dolce, più di quanto non sia stata tutta la loro vita spirituale; poiché essi muoiono a causa di così sublimi impeti e deliziosi incontri d’amore, giacché sono come il cigno che canta più soavemente quando muore.

  A011000190 

 Per questo David disse che era preziosa la morte dei santi nell’obbedienza di Dio ( Sal 115,15), perché qui si uniscono tutte le ricchezze dell’anima e i suoi fiumi d’amore entrano nel mare, i quali fiumi sono così immensi e colmi da sembrare già il mare; unendosi il primo all’ultimo dei suoi tesori, per accompagnare il giusto che parte per il suo regno, mentre riecheggiano dai confini della terra le lodi che, come dice Isaia, sono la gloria del giusto (24,16)..

  A011000192 

 Infatti, in questo stato, Dio le permette di vedere la sua bellezza e si fa garante dei doni e delle virtù che le ha dato, perché tutto si trasformi in amore e lode, senza ombra di presunzione e vanità, non avendo già più lievito di imperfezione che possa corrompere la massa (1Cor 5,6; Gal 5,9); e siccome vede che solo le manca di strappare questo misero velo che è la vita naturale, nella quale sente irretita, presa e limitata la sua libertà, con desiderio di sentirsi liberata e unita con Cristo (Fil 1,23), sembrandole peccato che una vita tanto bassa e meschina gliene precluda un’altra così alta e forte, chiede che si rompa, e così dice: squarcia il velo di questo dolce incontro..

  A011000197 

 La seconda perché l’amore è amico della forza amorosa e del tocco forte e impetuoso che si esercita più nello squarciare che nel tagliare o consumare..

  A011000198 

 La terza perché piace all’amore che l’atto sia brevissimo, affinché si compia velocemente, poiché questo possiede tanta più forza e valore quanto più è breve e spirituale, giacché la virtù, unita, è più forte che dispersa..

  A011000199 

 E l’amore si introduce nell’anima allo stesso modo in cui la forma si unisce alla materia.

  A011000199 

 Ugualmente gli atti spirituali infusi da Dio nell’anima avvengono immediatamente; mentre quelli che l’anima compie da sé più propriamente sono disposizioni del desiderio e inclinazioni successive e mai giungono a essere atti perfetti d’amore o di contemplazione, bensì solo qualche volta, quando, come dico, Dio li forma e li perfeziona nello spirito con grande rapidità.

  A011000200 

 Da ciò si deduce che l’anima già disposta molti di più e più intensi atti può compiere in breve tempo che quella non disposta in molto più tempo; e proprio per la grande disposizione che ha, è solita rimanere tanto tempo in atto d’amore o contemplazione.

  A011000200 

 Ma l’atto d’amore nell’anima predisposta entra immediatamente, poiché l’esca asciutta prende fuoco ogni volta che viene a contatto con la scintilla.

  A011000203 

 34. Ciò chiede l’anima innamorata, la quale non sopporta l’attesa implicita nel fatto che la vita si consumi in modo naturale né che termini in questo o quel tempo; infatti la forza dell’amore e la disposizione che vede in sé la spingono a desiderare e a chiedere che si spezzi immediatamente la tela della vita durante uno di questi soprannaturali incontri o impeti d’amore..

  A011000204 

 Con la parola affrettarsi si mette in risalto la rapidità con la quale Dio porta alla perfezione l’amore del giusto, e col termine rapire si mette in rilievo come egli viene strappato alla vita prima del tempo..

  A011000204 

 L’anima sa bene che Dio è solito chiamare a sé prima del tempo le anime che più ama [ Sap 4,10-14], perfezionando in loro in breve tempo, per mezzo di quell’amore, ciò che potrebbero raggiungere con le loro azioni, procedendo con passo ordinario, in un lungo tempo.

  A011000205 

 Per questo è necessario che l’anima eserciti in vita questi atti d’amore, affinché, consumandosi in breve, non si trattenga molto né qui né senza vedere Dio..

  A011000212 

 Giacché, ormai, sei così amica da mostrarti desiderosa di darti a me in vita eterna, se in passato le mie preghiere non giungevano a te – quando con ansia e fatica d’amore soffrivano il mio senso e il mio spirito a causa della mia grande debolezza e impurità e della poca forza d’amore che possedevo, e ti pregavo che mi sciogliessi e mi portassi con te [Fil 1,23], poiché ardentemente ti desiderava l’anima mia, non permettendo l’amore impaziente che mi adattassi alla condizione di vita nella quale tu volevi che ancora rimanessi – e se i passati impeti d’amore non erano sufficienti, giacché non erano tali da ottenere ciò; ora invece, sono tanto rafforzata nell’amore che non solo il mio senso e il mio spirito non vengono meno in te ma anzi sono da te rafforzati..

  A011000239 

 Ed essendo infinito fuoco d’amore, quando tocca l’anima con una certa veemenza, l’ardore dell’anima giunge a un così sommo grado d’amore, che a questa sembra di ardere più di ogni altro fuoco al mondo..

  A011000239 

 Questo cauterio, come abbiamo detto, è lo Spirito Santo, perché, come afferma Mosè nel Deuteronomio, nostro Signore Iddio è fuoco consumante (4,24), ossia fuoco d’amore.

  A011000242 

 E ciò accade per la purezza e perfezione dello spirito in cui arde [nello Spirito Santo], come accadde negli Atti degli Apostoli (2,3), dove, venendo questo fuoco, con grande veemenza incendiò l’animo dei discepoli, i quali, come dice san Gregorio, arsero interiormente con amore in modo soave..

  A011000242 

 È cosa meravigliosa e degna da raccontare che, pur essendo questo fuoco di Dio consumatore tanto veemente, che con maggiore facilità consumerebbe mille mondi di quanto quello terrestre brucerebbe un filo di lino, questo fuoco non consuma e non distrugge l’anima in cui così arde; e ancor meno le provoca dolore, anzi la divinizza e la diletta in proporzione alla forza d’amore, bruciando e ardendo in lei soavemente.

  A011000245 

 Infatti, questa è la proprietà dell’amore: conoscere tutti i beni dell’Amato..

  A011000254 

 Infatti, essendo piaga di cauterio soave sarà piaga deliziosa, giacché, essendo il cauterio d’amore, essa sarà piaga d’amor soave.

  A011000256 

 E questa proprietà possiede il cauterio d’amore: che l’anima da esso toccata, sia essa piagata da miserie e peccati, sia essa sana, rimane, piagata d’amore e quelle che erano piaghe prodotte da altre cause diventano anch’esse piaghe d’amore..

  A011000257 

 E così, già tutta cauterizzata e fatta una piaga d’amore, è resa tutta sana nell’amore, poiché è trasformata in amore..

  A011000257 

 Infatti l’amante, quanto più è piagato più è sano e la cura dell’amore è piagare e ferire quanto è già piagato, sino al punto in cui la piaga è tanto grande che tutta l’anima è piaga d’amore.

  A011000257 

 Però, tra questo cauterio d’amore e quello di fuoco materiale vi è una differenza: quest’ultimo, infatti, produce una piaga che non può essere risanata se non con altre medicine, mentre la piaga prodotta dal cauterio d’amore non si può curare con altra medicina, poiché lo stesso cauterio che la produce la cura e lo stesso che la cura, curandola, la produce; quindi ogni volta che il cauterio d’amore tocca la piaga d’amore provoca una piaga d’amore ancora più grande; e così, cura e risana quanto più piaga.

  A011000258 

 E poiché, sebbene sia tutta piagata e tutta sana, il cauterio d’amore non smette di compiere il suo dovere, ossia toccare e ferire d’amore, ed essendo già tutto delizioso e tutto sano, l’effetto che produce è rendere soave la piaga, come suole fare il buon medico.

  A011000259 

 O piaga tanto più deliziosa quanto più grande e sublime è il fuoco d’amore che la causò! Infatti, avendola prodotta lo Spirito Santo solo per dilettare, così come il suo desiderio e la sua volontà di deliziare l’anima sono grandi, altrettanto grande sarà questa piaga, affinché grandemente sia dilettata..

  A011000261 

 O gioiosa piaga, prodotta da Colui che sa solo risanare! O fortunata e gioiosa piaga, poiché sei stata fatta solo per dilettare, il tuo dolore è delizia e diletto dell’anima piagata! O dilettevole piaga, sei grande! Poiché Colui che ti fece è grande e grande è il piacere da te prodotto, ed essendo il fuoco d’amore infinito secondo la sua capacità e grandezza ti diletta.

  A011000264 

 Accade così: essendo l’anima infiammata di amore di Dio, ma non così qualificata come abbiamo appena detto, benché conviene molto che lo sia per quello che qui voglio dire, si sentirà colpire da un serafino con una freccia o un dardo ardentissimo di fuoco d’amore che, trafiggendo l’anima già accesa come brace o, meglio, come fiamma, la cauterizza in modo sublime..

  A011000265 

 Così, ferita da questo dardo infiammato, l’anima sente la piaga con grandissimo diletto, perché, oltre a essere tutta sconvolta con grande soavità dal frastorno e dal moto impetuoso prodotti da quel serafino, in cui prova un grande ardore e languore d’amore, essa avverte anche la soave ferita e l’erba in cui fu intinto il ferro, come una viva punta nella sostanza dello spirito, nel cuore dell’anima trafitto..

  A011000267 

 Allora sembra all’anima che tutto l’universo è un mare d’amore nel quale essa è immersa, non riuscendo a vedere né il termine né la fine dove si esaurisce questo amore, sentendo in se stessa, come abbiamo detto, il punto vivo e il centro dell’amore..

  A011000267 

 E di questo intimo punto della ferita, che sembra avere luogo nella metà del cuore dello spirito, ossia dove si prova il massimo del diletto, chi potrà parlarne come conviene? Poiché in quel punto l’anima avverte come un piccolo granello di senape, vivissimo e accesissimo, che irradia intorno un vivo e acceso fuoco d’amore.

  A011000267 

 In questo l’anima sente prendere forza e crescere tanto l’ardore, e in questo ardore raffinarsi tanto l’amore, da sentire in lei mari di fuoco amoroso, il quale penetra dall’alto al basso l’universo, tutto inondando d’amore.

  A011000269 

 L’anima si vede trasformata in un immenso fuoco d’amore che nasce da quel punto acceso del cuore dello spirito..

  A011000273 

 13. Ritorniamo, dunque, all’opera di quel serafino, che consiste veramente nel piagare e ferire interiormente nello spirito a tal punto che, qualche volta, Dio permette che qualche suo effetto si manifesti esteriormente nei sensi corporali, così come accadde quando il serafino piagò san Francesco: feritagli l’anima d’amore con le cinque piaghe, il loro effetto si manifestò nel corpo, imprimendo in esso le ferite.

  A011000273 

 Lo piagò così d’amore sia nello spirito che nel corpo..

  A011000274 

 E così, quanto maggiore è il diletto e la forza dell’amore che produce la piaga nell’anima, tanto maggiore è quello esteriore prodotto dalla piaga corporale, cosicché crescendo uno, cresce in proporzione l’altro.

  A011000305 

 E così, qui l’anima gusta tutte le cose di Dio, il quale le comunica forza, saggezza, amore, bellezza, grazia e bontà; e poiché Dio è tutte queste cose, l’anima le gusta in un solo tocco divino, godendole secondo le sue potenze e la sua sostanza..

  A011000336 

 Non è il caso che ci prolunghiamo ancora per dire quali siano queste sette purificazioni per giungere alla sapienza divina, di quale natura sia ciascuna di esse e come a ognuna di queste corrispondano sette gradi d’amore nella divina sapienza.

  A011000349 

 L’altra è la perfetta vita spirituale e consiste nel possesso di Dio per unione d’amore e si raggiunge con la mortificazione di tutti i vizi e appetiti e della loro stessa natura.

  A011000355 

 E la volontà, che prima amava fiaccamente con il suo solo appetito naturale, ora è mutata in vita di amore divino, poiché ama in modo sublime con affetto divino, mossa dalla forza e dalla virtù dello Spirito Santo, in cui vive vita di amore, essendo ormai la volontà di Lui e quella di lei una sola volontà..

  A011000364 

 36. In questo stato di vita perfetta l’anima, interiormente ed esteriormente, è come se fosse sempre in festa, e frequentemente sente nel palato del suo spirito un grande giubilo divino, come un canto nuovo [ Sal 39,4; 143,9; Ap 5,9;14,3], sempre nuovo, intonato con allegria, amore e consapevolezza del suo alto stato.

  A011000381 

 Ora, illuminate e dotate del calore dell’amore, come effettivamente sono, possono dare luce e amore a colui che le illuminò e innamorò.

  A011000381 

 Quindi l’anima ora gode perché, a causa degli splendori e dell’amore che riceve, può risplendere davanti al suo Amato e amarlo..

  A011000389 

 E dal momento che ognuna di queste cose è il medesimo essere di Dio in un solo supposto, che è il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo, e che ciascuno di questi attributi è Dio stesso, il quale come è stato detto è infinita luce e infinito fuoco divino, ne segue che ciascuno di questi innumerevoli attributi emana luce e calore come Dio, e ciascuno di loro è una lampada che illumina l’anima e le dà calore d’amore..

  A011000391 

 E dato che l’anima riceve la notizia di questi attributi in un unico atto di unione, lo stesso Dio rappresenta per lei molte lampade, che insieme distintamente la illuminano e le danno calore, poiché ognuna le comunica una notizia distinta infiammandola d’amore..

  A011000393 

 Infatti la luce che irradia la lampada dell’essere di Dio in quanto onnipotente dà all’anima luce e calore dell’amore di Dio in quanto onnipotente e, quindi, Egli è per lei lampada di onnipotenza che le dà luce e notizia di questo attributo.

  A011000393 

 La luce della lampada dell’essere di Dio per quanto riguarda la sapienza dà all’anima luce e calore dell’amore di Dio come sapiente e, perciò, Egli è per lei lampada di sapienza..

  A011000393 

 Perciò, in un solo atto di conoscenza di queste lampade l’anima ama per mezzo di ciascuna, e al medesimo tempo ama per mezzo di tutte insieme, riportando in quell’atto la qualità dell’amore da ciascuna e per ciascuna, da tutte e per tutte insieme.

  A011000394 

 E lo splendore che le dà la lampada di Dio in quanto bontà dà all’anima luce e calore dell’amore di Dio in quanto è buono, e per questo Egli diventa per lei lampada di bontà.

  A011000395 

 E la luce che riceve da tutti questi attributi uniti la comunica nel calore d’amore divino con cui essa ama Dio, poiché Dio è tutte queste cose.

  A011000395 

 Perciò in questa comunicazione o manifestazione che Dio fa di sé all’anima, la quale a mio parere è la più grande che può fare in questa vita, Egli è per lei come innumerevoli lampade che le danno notizia e amore di Dio..

  A011000397 

 Mosè ebbe perciò una altissima conoscenza di Dio; e poiché l’amore che ricevette fu conforme alla conoscenza, ebbe di conseguenza un diletto d’amore e una fruizione sublime..

  A011000399 

 Bisogna notare che il diletto che l’anima riceve nel rapimento d’amore, comunicatole dal fuoco della luce di queste lampade, è mirabile e immenso, perché è così intenso come se provenisse da molte lampade, ciascuna delle quali bruciasse d’amore e con il proprio calore alimentasse quello delle altre e con la propria fiamma alimentasse quella delle altre, allo stesso modo in cui l’una comunica luce all’altra, poiché attraverso ognuno di questi attributi se ne conosce un altro.

  A011000400 

 Chi potrà raccontare la grandiosità e sublimità del tuo diletto e la tua maestà nel meraviglioso splendore e nell’amore delle tue lampade?.

  A011000400 

 Comprendendo tutto ciò, l’anima capisce perfettamente la verità delle parole dello Sposo dei Cantici quando dice che le lampade dell’amore erano lampade di fuoco e di fiamme ( Ct 8,6), Figlia del Principe sei bella nei tuoi passi e nei tuoi calzari ( Ct 7,1).

  A011000400 

 Qui l’anima profondamente assorbita in delicate fiamme, piagata soavemente d’amore da ciascuna di esse e da tutte insieme e soprattutto piagata e viva nell’amore della vita divina, comprende chiaramente che quello è un amore di vita eterna e perciò contiene in sé tutti i beni.

  A011000403 

 O anima fortunata, tutte queste lampade delle notizie di Dio, che amorosamente e amichevolmente ti illuminano, ti causeranno luce e diletto molto maggiori dell’orrore e delle tenebre suscitate in Abramo da quella sola luce! Quanto grande, eccellente e vario sarà il tuo diletto, poiché da tutte e in tutte queste tu ricevi fruizione e amore, comunicandosi Dio alle tue potenze secondo le sue qualità e i suoi attributi!.

  A011000411 

 Allo stesso modo questo spirito di Dio, finché è nascosto nelle vene dell’anima, è come acqua soave e dilettevole che calma la sete dello spirito; mentre quando si esercita nel sacrificio dell’amore divino, è come le fiamme vive del fuoco, che sono le lampade e le fiamme dell’atto d’amore di cui, come abbiamo detto prima, parla lo Sposo dei Cantici ( Ct 8,6).

  A011000411 

 E per questo, qui, l’animale chiama fiamme, poiché non solo le gusta in sé come acqua, ma anche le esercita nell’amore di Dio come fiamme..

  A011000412 

 E poiché l’anima, nella comunicazione dello spirito di queste lampade, è infiammata ed esercitata nell’amore, con atto d’amore, preferisce chiamarle lampade piuttosto che acque dicendo: O lampade di fuoco! Tutto ciò che si può dire in questa strofa è inferiore a ciò che avviene, perché la trasformazione dell’anima in Dio è indicibile.

  A011000437 

 Che cosa sentirà qui l’anima sperimentando la notizia e la comunicazione di quella visione, che ebbe Ezechiele, di un animale a quattro facce e di una ruota a quattro ruote, vedendo come il loro aspetto è quello di carboni accesi e di lampade, e vedendo la ruota, che è la sapienza di Dio, piena di occhi interni e esterni, che sono le notizie di Dio e gli splendori delle sue virtù, e sentendo nel suo spirito il suono che faceva al suo passaggio, che era come il suono di una moltitudine o di un esercito, in cui sono simboleggiate le grandezze di Dio, che l’anima ora conosce una a una nell’unico suono del passo che Dio compie per lei; gustando quel suono del battito delle sue ali, il quale, dice il profeta, era come il suono di molte acque e come suono di Dio altissimo, parole che si riferiscono all’impeto delle acque divine, di cui abbiamo già parlato, le quali, mentre lo Spirito Santo aleggia sulla fiamma dell’amore dilettando l’anima, la investono, godendo in questa circostanza della gloria di Dio, nella sua immagine e ombra, come anche il profeta dice, che la visione di quell’animale e di quella ruota era un’immagine della gloria del Signore! ( Ez 1, 5-28)..

  A011000449 

 Queste anime sono coloro che soffrono con amore impaziente e che non possono stare a lungo senza ricevere tale comunicazione, altrimenti muoiono..

  A011000453 

 E questa è la fame della perfezione d’amore a cui l’anima aspira..

  A011000458 

 Tale sofferenza però è di un altro tipo, poiché avviene nel seno dell’amore della volontà, il che non allevia la pena poiché quanto più grande è l’amore tanto più è impaziente di possedere il suo Dio che sempre aspetta con intenso desiderio..

  A011000483 

 E poiché, per natura, tutte le operazioni che può da sé compiere l’anima avvengono attraverso i sensi, ne consegue che in questo stato Dio è l’agente e l’anima la paziente; infatti essa si comporta solamente come colei che riceve e in cui viene fatto qualcosa, e Dio come colui che dà e che agisce in lei, comunicandole i beni spirituali nella contemplazione, la quale è notizia e amore divino al tempo stesso, ossia notizia amorosa, senza che lei faccia uso dei suoi atti e ragionamenti naturali, poiché ora non può più occuparsene come prima..

  A011000485 

 Allora l’anima deve solo camminare con attenzione amorosa a Dio, senza fare atti particolari, comportandosi, come abbiamo detto, in modo passivo, senza porre alcuna diligenza, con l’attenzione amorosa semplice e pura, come chi apre gli occhi disposto all’amore..

  A011000487 

 Poiché Dio comunica con lei con notizia semplice e amorosa, anche l’anima si dispone verso di Lui in modo da ricevere per mezzo di una attenzione o notizia semplice e amorosa, affinché in questo modo si unisca notizia con notizia e amore con amore.

  A011000488 

 Ciò avviene all’inizio con un esercizio di purificazione interiore nel quale essa soffre, come abbiamo detto prima, e poi successivamente con soavità d’amore..

  A011000498 

 E non solo questo, ma ha anche affogato i gitani nel mare ( Es 14,27-30) della contemplazione, dove il gitano del senso, non trovando spazio per posare il piede né sostegno, affoga e lascia libero il figlio di Dio, il quale è lo spirito uscito ormai fuori dai limiti angusti della sensibilità e libero dalla schiavitù dell’amore dei sensi.

  A011000501 

 Tutto ciò però avviene nel respiro soave di amore e di vita nello spirito.

  A011000531 

 Essendo Dio luce divina e amore, nella comunicazione che fa di sé all’anima informa nello stesso modo queste due potenze, intelletto e volontà, con intelligenza e amore; e siccome Egli non è intelligibile in questa vita, l’intelligenza è oscura così come l’amore nella volontà..

  A011000531 

 Quindi quale è l’intelligenza nell’intelletto, tale è l’amore nella volontà e perciò come per l’intelletto questa notizia che Dio le infonde è generale, oscura e indistinta, così anche la volontà amerà in generale, senza distinzione alcuna nei confronti di qualche cosa appresa in modo particolare.

  A011000532 

 Talvolta, in questa delicata comunicazione, ferisce e si comunica di più a una delle due potenze, cosicché può accadere di percepire più notizia che amore o più amore che intelligenza, mentre a volte solo notizia senza amore o solo amore senza intelligenza..

  A011000533 

 Infatti Dio si può comunicare a una potenza senza bisogno dell’altra e come una persona può essere scaldata dal fuoco senza vederlo, Egli può infiammare la volontà con il tocco del calore del suo amore, senza che l’intelletto comprenda..

  A011000535 

 In questo modo molte volte l’anima sentirà la volontà infiammata o intenerita o innamorata senza sapere né conoscere qualcosa di diverso da prima, ordinando Dio l’amore in lei, come afferma la Sposa dei Cantici: Il Re mi fece entrare nella cella del vino e ordinò in mela carità ( Ct 2,4)..

  A011000536 

 Perciò, in questo caso, non bisogna temere l’ozio della volontà; infatti, se essa cessa di compiere atti d’amore nei confronti di notizie particolari, Dio li compie in lei, inebriandola segretamente con amore infuso, o per mezzo della notizia di contemplazione o senza di essa, come abbiamo appena detto.

  A011000536 

 Tali atti sono tanto più gustosi e meritori di quelli che potrebbe compiere l’anima, quanto maggiore è colui che muove e infonde questo amore, ossia Dio..

  A011000538 

 Dio infonde questo amore nella volontà, quando essa è vuota e distaccata da ogni altro gusto e affetto particolare, terreno o divino; per questo motivo si curi che la volontà sia vuota e distaccata dai suoi affetti, altrimenti, volendo gustare qualche sapore, torna indietro; mentre se non lo sente particolarmente in Dio, va avanti, innalzandosi sino a Lui al di sopra di tutte le cose, non provando piacere in nessuna di esse..

  A011000539 

 E anche se l’anima non gusta Dio in modo particolare e distinto, né lo ama con un atto determinato, gusta Dio nella infusione indistinta, oscuramente e segretamente più di qualsiasi altra cosa distinta; infatti ora vede chiaramente che nulla le dà tanto piacere come quella quiete solitaria e ama Dio al di sopra di tutte le cose degne di amore, poiché i gusti e i sapori di quelle ormai li rifiuta sentendoli insipidi..

  A011000541 

 E adempie perfettamente il precetto dell’amore, che consiste nell’amare al di sopra di tutte le cose; il che non può accadere senza spogliarsi e senza fare il vuoto nei confronti di ognuna di esse..

  A011000591 

 E se gli unguenti che disponevano queste caverne dell’anima per l’unione del matrimonio spirituale con Dio sono così sublimi come abbiamo detto, quale pensiamo che sarà il possesso di intelligenza, di amore e di gloria che hanno in questa unione con Dio l’intelletto, la volontà e la memoria? È certo che la loro soddisfazione, la loro sazietà e il loro diletto saranno ora in proporzione alla sete e alla fame che sperimentarono queste caverne, così come, proporzionata alla delicatezza della disposizione, sarà la perfezione del possesso di Dio da parte dell’anima e la fruizione del suo senso..

  A011000593 

 Per senso dell’anima qui si intende la virtù e la forza che ha la sostanza dell’anima per sentire e godere gli oggetti delle potenze spirituali attraverso le quali essa gusta la sapienza, l’amore e la comunicazione di Dio.

  A011000621 

 Infatti, diventate anch’esse lampade accese negli splendori delle lampade divine, inclinate a Dio in Dio, offrono all’Amato la stessa luce e calore d’amore che ricevono.

  A011000627 

 Ugualmente, conforme alla perfezione con la quale conosce nella grandezza divina, essendo unita a quella, dà luce e calore d’amore..

  A011000634 

 E sebbene sia vero che l’anima non può dare Dio a Dio, poiché Egli è in sé sempre identico, tuttavia l’anima lo fa perfettamente e veramente, offrendo tutto ciò che Egli le aveva dato per ottenere il suo amore, che è dare tanto quanto ha ricevuto.

  A011000635 

 E così tra Dio e l’anima esiste ora un amore reciproco, in conformità all’unione matrimoniale, in cui i beni di entrambi, che sono la divina essenza, possedendoli ognuno liberamente per la donazione volontaria dell’uno all’altra, li possiedono insieme entrambi, dicendo l’uno all’altra ciò che il Figlio di Dio disse al Padre secondo le parole di san Giovanni: Omnia mea tua sunt, et tua mea sunt, et clarificatus sum in eis (17,10).

  A011000642 

 Dice insieme perché è congiunta nell’anima la comunicazione del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo, che sono luce e fuoco di amore in lei..

  A011000644 

 Bisogna avvertire che, godendo l’anima di una immagine di fruizione causata dall’unione con Dio dell’intelletto e dell’affetto, dilettata e obbligata da questa grande grazia, consegna se stessa e lo stesso Dio a Dio in modi meravigliosi; infatti riguardo all’amore l’anima si comporta con Dio con straordinarie perfezioni, e così avviene, né più né meno, nei confronti di questo preludio di fruizione, della lode e della gratitudine..

  A011000646 

 Ciò è di una perfezione ammirevole, giacché ama attraverso lo Spirito Santo, come si amano il Padre e il Figlio, così come lo stesso Figlio afferma attraverso le parole di san Giovanni: L’amore con cui mi amasti sia in loro, e io in loro (17,26)..

  A011000646 

 Riguardo all’amore, l’anima ha tre fondamentali perfezioni.

  A011000647 

 La seconda perfezione consiste nell’amare Dio in Dio, perché in questa veemente unione l’anima è assorbita nell’amore di Dio, e Dio con grande slancio si dona all’anima..

  A011000648 

 La terza fondamentale perfezione dell’amore consiste nell’amare Dio per ciò che Egli è.

  A011000672 

 Qui l’anima si rivolge al suo Sposo con molto amore, lodandolo e ringraziandolo per i due effetti meravigliosi che a volte produce in lei grazie a quest’unione, dichiarando anche il modo con cui ciascuno di essi viene attuato e le conseguenze che ne derivano..

  A011000674 

 Il primo effetto è il risveglio di Dio nell’anima, e il modo con cui avviene è quello della mitezza e dell’amore..

  A011000707 

 Infatti, così come Dio mostra all’anima grandezza e gloria per deliziarla e innalzarla, così la favorisce perché non venga danneggiata, difendendo la sua parte naturale, mostrando allo spirito la sua grandezza con dolcezza e amore senza l’intervento della natura, cosicché l’anima non sa se ciò avviene nel corpo o fuori di esso.

  A011000708 

 E così l’anima sente tanta mansuetudine e tanto amore in Lui quanto sono il potere, la maestà e la grandezza, perché in Dio tutto coincide.

  A011000708 

 E così se il diletto è forte, anche l’aiuto lo è, offertole con mitezza e con amore per sopportare un grande piacere.

  A011000710 

 13. E siccome da questo momento il Re del cielo si comporta in modo amichevole con l’anima, come un suo pari e un suo fratello, l’anima non lo teme più; infatti, mostrandole con mansuetudine, e non con il furore, la forza del suo potere e l’amore della sua bontà, le comunica la forza e l’amore del suo petto, scendendo dal trono dell’anima stessa, dove era nascosto, e andando verso di lei come sposo dal suo talamo ( Sal 18,6), toccandola con lo scettro della sua maestà, inchinandosi a lei, e abbracciandola come un fratello.

  A011000720 

 Infatti, anche se lo sentiva e lo gustava, era come l’amato fosse addormentato, e fra due persone non vi può essere scambio di conoscenza e amore finché entrambe non sono sveglie..

  A011000723 

 Perché se fosse sempre sveglio in lei, comunicandosi le notizie e l’amore, già sarebbe essere nella gloria.

  A011000733 

 Di questo spirare pieno di bene, di gloria e di delicato amore di Dio nell’anima io non vorrei parlare, anzi non voglio, perché vedo chiaramente che non sono in grado di dirlo e se lo dicessi sembrerebbe essere ciò che non è..





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