Parola «Tenebra» [ Frequenza = 26 ]


08.3-Giovanni della Croce - La Salita del Monte Carmelo.html
  A008000238 

 Quando il profeta dice di aver veduto la terra vuota, vuol far capire che tutte le creature della terra e la stessa terra sono un nulla; quando dice di aver guardato i cieli e di averli visti senza luce, vuol dire che tutte le fonti di luce del cielo, paragonate a Dio, sono pura tenebra.

  A008000300 

 Possiamo ancora aggiungere che chi si nutre degli appetiti è come il pesce abbagliato, al quale la luce funge piuttosto da tenebra che non gli permette di vedere le insidie tesegli dai pescatori.

  A008000308 

 Ora, se gli appetiti poterono tanto in un uomo che conosceva a fondo la distanza vigente tra il bene e il male, cosa non potranno fare contro la nostra ignoranza se non li mortifichiamo? Ebbene, come disse Dio a Giona parlando dei niniviti, noi non conosciamo la differenza tra la sinistra e la destra (Gio 4,11), e ad ogni istante confondiamo il male con il bene e il bene con il male: ecco cosa siamo capaci di fare da soli! Cosa avverrà, allora, se alla tenebra naturale si aggiungerà l’appetito? Accadrà ciò che dice Isaia: Palpavimus sicut caeci parietem, et quasi absque oculis attrectavimus: impegimus meridie, quasi in tenebris (Is 59,10).

  A008000358 

 In secondo luogo ci si potrebbe chiedere se sia sufficiente qualsiasi appetito, per quanto piccolo e di qualsiasi genere, a causare tutti questi cinque danni insieme, oppure se alcuni appetiti causino determinati danni, e altri danni diversi; per esempio, se alcuni causino tormento, altri stanchezza, altri tenebra, ecc..

  A008000457 

 L’anima è talmente protetta, nascosta e al sicuro da tutti gli inganni del demonio da poter camminare veramente – come dice in questo verso – al buio e ben celata, cioè senza essere vista dal demonio, per il quale la luce della fede è densa tenebra.

  A008000461 

 Occorre notare che nella prima strofa, parlando della parte sensitiva, l’anima dice che uscì in una notte oscura: mentre qui, ove si tratta della parte spirituale, afferma che uscì al buio, perché le tenebre dello spirito sono più dense, proprio come il buio è tenebra più profonda dell’oscurità della notte.

  A008000489 

 Tutto questo, infatti, è tenebra che la fa sbagliare, mentre la fede è al di sopra di questo comprendere, gustare, sentire e immaginare.

  A008000585 

 Aristotele afferma che l’infinita luce di Dio è fitta tenebra per il nostro intelletto, come il sole lo è per gli occhi del pipistrello.

  A008000585 

 San Dionigi la chiama anche raggio di tenebra.

  A008000591 

 È così grande, infatti, la somiglianza tra la fede e Dio, che non c’è differenza tra il vedere Dio qual è e il credere in lui: Dio è infinito, ed essa ce lo propone infinito; Dio è uno e trino, ed essa ce lo propone uno e trino; Dio è tenebra per la nostra intelligenza, e anch’essa è oscurità e tenebra per la nostra intelligenza.

  A008000597 

 È, quindi, chiaro che l’anima, in questa vita, per arrivare a unirsi e intrattenersi immediatamente con Dio, deve necessariamente penetrare in questa tenebra, ove Dio aveva promesso a Salomone di abitare; deve avvicinarsi a quella nube oscura, ove Dio volle rivelare i suoi segreti a Giobbe, e prendere nelle mani le brocche vuote di Gedeone, per poter agire alla luce della fede oscura nell’unione d’amore con Dio.


09-Giovanni della Croce - Notte oscura.html
  A009000389 

 Per questo motivo san Dionigi e altri teologi mistici chiamano questa contemplazione infusa raggio di tenebra, cioè tenebre per l’anima non ancora illuminata e purificata, perché la grande luce soprannaturale di detta contemplazione paralizza la forza naturale dell’intelletto.

  A009000401 

 Immergendola in una profonda e densa tenebra, sconnette e scompone la sua sostanza spirituale, in modo tale che l’anima si sente annientare e struggere alla vista delle sue miserie, come se sperimentasse una dura morte spirituale.

  A009000439 

 E poiché non vuole gustare né intendere nulla in particolare, rimanendo nel suo vuoto e nella sua tenebra, possiede una grande disposizione a penetrare tutto, così che si verifica in lui quanto afferma san Paolo: Nihil habentes et omnia possidentes: Gente che non ha nulla, mentre possediamo tutto (2Cor 6,10).

  A009000513 

 Poiché attraverso questa tenebra l’intelletto viene purificato progressivamente, accade che molte volte questa mistica e amorosa teologia, oltre a infiammare la volontà, ferisca anche, illuminandola, la facoltà dell’intelletto donandogli qualche conoscenza o luce divina, molto saporosa e celestiale.

  A009000585 

 La stessa cosa dice Davide in un salmo: Davanti al suo fulgore si dissipavano le nubi ( Sal 17,13), cioè l’intelletto naturale, la cui luce, come dice Isaia, è spessa tenebra: obtenebrata est in caligine eius, è stata oscurata dalla sua caligine ( Is 5,30)..


10-Giovanni della Croce - Cantico spirituale.html
  A010000699 

 Anche se spoglia di accidenti, non per questo è chiara, ma oscura, perché è una contemplazione, e la contemplazione, in questa vita, come dice san Dionigi, è raggio di tenebra.


11-Giovanni della Croce - Fiamma viva d'amore - B.html
  A011000156 

 Infatti, questa immensa luce, a causa della vista impura e debole dell’anima, era per lei tenebra, superando la sua intensità la capacità ricettiva dell’anima.

  A011000431 

 Se è opaco e scuro, produce un’ombra scura, se è trasparente e sottile, produce un’ombra chiara e sottile; cosicché l’ombra delle tenebre sarà un’altra tenebra a essa proporzionata, e l’ombra della luce sarà un’altra luce a essa conforme..

  A011000527 

 E in questo stato di perfezione il non tornare indietro significa andare avanti, e il procedere dell’intelletto consiste nel consolidarsi nella fede, ossia nel mettersi all’oscuro, perché la fede è tenebra per l’intelletto.

  A011000530 

 Essa è confusa e oscura per l’intelletto, poiché è notizia di contemplazione, ossia, come dice Dionigi, raggio di tenebra per l’intelletto..

  A011000603 

 E per questo non la potrà desiderare, anzi desidererà le tenebre, poiché le conosce, e passerà da una tenebra a un’altra, guidata dalla tenebra stessa.

  A011000603 

 Infatti una tenebra non può che condurre a un’altra tenebra, perché, come dice David: Il giorno trabocca nel giorno e la notte insegna scienza alla notte ( Sal 18,3).





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