Parola «Qualcosa» [ Frequenza = 120 ]


02-Giovanni della Croce - Detti di luce e amore.html
  A002000165 

 Non si lamenti con nessuno, non chieda nulla e se dovesse chiedere qualcosa, lo faccia con poche parole..

  A002000169 

 Non rifiuti di dare qualcosa che possiede, anche se ne ha bisogno..

  A002000181 

 Non a voler qualcosa, ma a non voler nulla.


03-Giovanni della Croce - Cautele.html
  A003000038 

 A tale riguardo, puoi stare certo che nei conventi e nelle comunità non manca mai qualcosa in cui inciampare, perché ci sono sempre demoni che cercano di far dannare i santi; Dio lo permette per esercitare la loro virtù e metterli alla prova.

  A003000038 

 Se non agirai così, con tutti i tuoi buoni intenti e il tuo zelo, il demonio troverà qualcosa in cui catturarti.

  A003000038 

 Se, infatti, intendi scoprire qualcosa, anche se vivessi tra gli angeli molte cose ti sembrerebbero non buone, perché non ne conosci la sostanza.


05-Giovanni della Croce - Gradi di perfezione.html
  A005000017 

 Ricordi sempre di essere venuto solo per essere santo e non tolleri quindi che nella sua anima regni qualcosa che non conduca alla santità..


06-Giovanni della Croce - Censura e parere.html
  A006000005 

 Al tocco di questa corda si rivelerà la dolcezza che tante grazie hanno generato in quell’anima; le prove devono essere serie, perché non c’è demonio che non sopporti qualcosa per salvare il suo onore..


08.1-Giovanni della Croce - Il monte della perfezione o Monte Carmelo.html
  A007000027 

 Se ti fissi su qualcosa,.


08.3-Giovanni della Croce - La Salita del Monte Carmelo.html
  A008000168 

 Pertanto, per dire qualcosa di questa notte oscura, non mi affiderò né all’esperienza né alla scienza, perché entrambe possono venir meno e trarre in inganno, pur cercando di avvalermene per quanto possibile.

  A008000170 

 A scrivere quest’opera mi ha spinto non la capacità di realizzare un’impresa così ardua, bensì la fiducia che ripongo nel Signore, sicuro che mi aiuterà a dire qualcosa, dato il bisogno in cui si trovano molte persone.

  A008000178 

 Di tutto questo, con l’aiuto di Dio, cercherò di dire qualcosa, affinché chiunque legga questo scritto possa in qualche modo conoscere la strada che sta percorrendo e quella invece che gli conviene seguire, se vuole arrivare alla vetta del “Monte”..

  A008000238 

 Così, quando l’anima ama qualcosa al di fuori di Dio, si rende incapace della pure unione con Dio e della trasformazione in lui.

  A008000260 

 Se dunque è così, cosa accadrebbe se l’anima amasse qualcosa più di Dio?.

  A008000280 

 Assomigliano a bambini inquieti e scontenti, che chiedono sempre qualcosa alla mamma e non si contentano mai.

  A008000328 

 Pertanto, se l’appetito della volontà si disperde verso qualcosa al di fuori della virtù, è chiaro che diverrà più fiacca per praticare la stessa virtù.

  A008000342 

 Pertanto, se quest’anima desiderasse qualcosa d’imperfetto che Dio non può volere, verrebbe meno quell’unione di volontà, perché essa vorrebbe ciò che Dio non vuole.

  A008000344 

 Così accade all’anima che è attaccata a qualcosa: anche se possiede molte virtù, non arriverà mai alla libertà dell’unione divina.

  A008000344 

 Queste imperfezioni abituali sono l’abitudine diffusa di parlare molto, un tenue attaccamento a qualcosa che non ci si decide mai a superare, come, per esempio, a una persona, a un vestito, a un libro, alla cella, a un determinato cibo o a piccole chiacchiere e soddisfazioni, per il piacere di gustare le cose, di sapere, di ascoltare o cose simili.

  A008000348 

 Se essa la ingombra o l’applica con l’affetto per qualcosa, non rimane libera, integra, sola e pura, elementi indispensabili per attingere la trasformazione in Dio..

  A008000360 

 Tuttavia essi provocano nell’anima qualcosa di tali mali gradualmente, a mano a mano che diminuisce in essa la grazia.

  A008000388 

 non a voler qualcosa, ma a non voler nulla;.

  A008000419 

 Se ti fissi su qualcosa,.

  A008000425 

 Se vuoi possedere qualcosa nel tutto,.

  A008000428 

 Quando, invece, brama qualcosa, proprio per questo si affatica..

  A008000461 

 Difatti, per quanto fonda possa essere una notte, tuttavia si scorge qualcosa, mentre al buio non si vede nulla.

  A008000475 

 Se a un cieco nato, che non ha mai visto alcun colore, si volesse descrivergli il bianco o il giallo, per quanto si insista, egli non se ne potrà mai fare un’idea, perché non ha mai visto quei colori né qualcosa di simile; gliene rimarrà solo il nome, che ha potuto sentire con l’udito, ma non la forma e la figura, che non ha mai visto..

  A008000521 

 Ora, chi ha una vista poco chiara e imperfetta riuscirà a scorgere solo qualcosa dell’arte e della finezza di quell’immagine; chi, invece, ha una vista migliore vi scoprirà maggiori perfezioni; chi, infine, ha una vista molto acuta vi vedrà bellezze e perfezioni più degli altri.

  A008000557 

 Ciò è quanto intende dirci il Signore quando afferma: Chi ama la sua vita la perde (Gv 12,25), cioè: chi vorrà possedere qualcosa o ricercarla e tenerla gelosamente per sé, la perderà.

  A008000559 

 Se, invece, pretende di appropriarsi di qualcosa, proveniente da Dio o da altrove, non procede spoglio e distaccato da tutto e, pertanto, non potrà imboccare né percorrere questo stretto sentiero sino alla vetta..

  A008000581 

 E san Giovanni aggiunge: Nessuno ha mai visto Dio né qualcosa di simile a lui (1Gv 4,12; Gv 1,18).

  A008000621 

 Quando l’anima si accorge che le accadono tali fatti straordinari, spesso comincia ad accarezzare segretamente una certa opinione di valere qualcosa dinanzi a Dio, il che è contrario all’umiltà.

  A008000649 

 Coloro, quindi, che immaginano Dio sotto qualcuna di queste forme, o come un grande fuoco o splendore, o sotto qualsiasi altra forma, oppure pensano che qualcosa del genere gli somigli, si allontanano molto da lui.

  A008000671 

 Tale umore abitualmente provoca nei sensi un certo torpore e inattività delle facoltà tanto da impedire di pensare a qualcosa, di volerla o aver voglia di pensarvi, per rimanere in quello stato di astrazione saporosa.

  A008000689 

 Credo non sia opportuno parlare ora della convenienza e necessità del terzo segno, cioè della conoscenza o attenzione generale, piena d’amore, per Dio, al fine di abbandonare la meditazione, perché è stato detto qualcosa trattando del primo segno.

  A008000777 

 L’anima non è più tanto umile; pensa che queste visioni abbiano qualche pregio, che essa valga qualcosa, che Dio l’abbia in considerazione; è contenta e soddisfatta di sé.

  A008000781 

 Per adesso mi limito a dire qualcosa sul comportamento che devono assumere certi confessori incapaci di dirigere bene le anime.

  A008000785 

 E queste anime sciocche obbediscono, pensando che sia lecito chiedere tali cose per questa via: poiché Dio, secondo come desidera e per lo scopo che si è prefisso, vuole rivelare o comunicare qualcosa in modo soprannaturale, esse credono che sia lecito desiderare e anche chiedergli di rivelare tale cosa..

  A008000827 

 Da quanto riportato possiamo, dunque, affermare ciò che ci siamo proposti: sebbene Dio abbia rivelato o detto a un’anima in modo affermativo qualcosa, in bene o in male, riguardante la stessa anima o altre, la parola di Dio potrà più o meno modificarsi, variare o essere annullata del tutto in base al cambiamento dei sentimenti di quell’anima o della causa su cui Dio si basava; potrebbe così realizzarsi diversamente da come ci si aspettava, e molte volte senza sapere il perché, noto solamente a Dio.

  A008000885 

 Se Davide alcune volte ha chiesto personalmente qualcosa a Dio, lo ha fatto perché era profeta; ma anche in questo caso non lo faceva senza indossare le vesti sacerdotali, come si legge nel brano del primo libro di Samuele, dove disse al sacerdote Ebiatar, figlio di Abimelech: Porta qui l’efod (1Sam 23,9), che era una delle vesti più rappresentative dei sacerdoti; soltanto dopo consultò Dio.

  A008000885 

 Se qualcuno voleva sapere qualcosa da Dio, lo chiedeva tramite il profeta o il sacerdote, non lui direttamente.

  A008000887 

 Ogni volta che il Signore dice o rivela qualcosa a un’anima, lo fa in modo da spingerla a riferire la cosa a chi di dovere.

  A008000915 

 Ma poiché tali conoscenze si presentano all’anima come ai sensi, ne deriva che, parlando in senso proprio e specifico, chiamiamo visione ciò che l’intelletto riceve come qualcosa che può vedere, perché può vedere le cose spiritualmente, come gli occhi del corpo vedono le cose corporee; ciò che percepisce come se l’imparasse o come se si trattasse di cose nuove, come avviene per l’udito quando sente cose mai prima udite, lo chiamiamo locuzione; e infine, ciò che riceve in modo simile agli altri sensi, come ad esempio, la percezione di un soave odore spirituale, di un gusto o di un piacere spirituale che l’anima può provare soprannaturalmente, lo chiamiamo sentimento spirituale.

  A008000945 

 Così, ad esempio, Dio fa comprendere all’anima una cosa spiegandone all’intelletto la verità, o le svela qualcosa che egli ha fatto, fa o pensa di fare..

  A008000957 

 Poiché qui si tratta di contemplazione pura, l’anima vede chiaramente che non è possibile dirne qualcosa, se non in termini generali che traboccano dall’abbondanza del diletto e del bene che essa prova, ma che sono insufficienti a far comprendere ciò che ha gustato e sentito..

  A008000959 

 Davide, per esempio, dopo aver provato qualcosa di tale favore, ne parlò in termini vaghi e generici, affermando: Iudicia Domini vera, iustificata in semetipsa.

  A008000961 

 Il demonio non può intromettervisi né produrre qualcosa di simile, perché nulla gli assomiglia né può essergli paragonato; il demonio non può infondere simili diletti e gioie.

  A008000995 

 Ebbene, sia che si tratti del primo o del secondo tipo di rivelazione, sia che ci venga rivelato qualcosa di nuovo o diverso circa la nostra fede, non dobbiamo in nessun modo acconsentirvi, anche se avessimo la certezza che è un angelo del cielo a manifestarci tutto questo.

  A008000995 

 Poiché esse ordinariamente avvengono attraverso parole, figure e somiglianze, ecc., il demonio può benissimo fingere qualcosa di simile, molto più di quando esse avvengano solamente nello spirito.

  A008001025 

 L’anima necessariamente cadrà in errore e formerà da sé i ragionamenti, in modo tale che quanto essa sente non sarà qualcosa di soprannaturale né gli somiglierà.

  A008001041 

 Queste parole a volte sono molto ben formulate, altre volte no; sono come pensieri che comunicano qualcosa allo spirito, sotto forma di risposta o in un altro modo, come se gli si parlasse.

  A008001043 

 Abitualmente, infatti, non hanno altro scopo che quello d’insegnare o di far luce su qualcosa.

  A008001067 

 Difatti, come i sentimenti suddetti si producono passivamente nell’anima, senza che questa faccia qualcosa per riceverli, così pure le conoscenze che ne risultano vengono ricevute passivamente nell’intelletto, dai filosofi chiamato possibile, cioè indipendentemente dalla sua attività.

  A008001092 

 Allora, ripeto, a motivo di quest’unione, la memoria si libera e si purifica da tutte le sue conoscenze; è come assente e, a volte, talmente dimentica di sé da dover fare un grande sforzo per ricordarsi di qualcosa..

  A008001098 

 Per questo motivo commette molto errori nelle sue abitudini e nel suo comportamento esteriore: non si ricorda di mangiare né di bere, di aver fatto o visto qualcosa, se le sia stato detto o meno una determinata cosa, appunto perché la sua memoria è assorbita in Dio.

  A008001140 

 Difatti vediamo che tutte le volte che l’anima si mette a pensare a qualcosa, rimane più o meno impressionata e agitata secondo la conoscenza che ha di quella cosa: se è dolorosa o spiacevole, ne ricava tristezza oppure odio, ecc.; se gradevole, se ne rallegra e desidera quella cosa, ecc.

  A008001200 

 Non si ha, dunque un alto concetto del re, perché i servi sembrano essere qualcosa di più del loro signore.

  A008001208 

 Ma forse potrai obiettare: perché molti autori spirituali consigliano alle anime di trarre profitto dalle comunicazioni e dai sentimenti che Dio accorda loro e di desiderare, anzi, di ricevere tali favori per avere qualcosa da offrirgli? Infatti, se lui non ci dà qualcosa, non abbiamo nulla da offrirgli.

  A008001208 

 Rifiutare i favori di Dio è una sorta di orgoglio, quasi che senza di essi, da noi soli, potessimo fare qualcosa..

  A008001210 

 Difatti in quei capitoli ho detto che il bene procurato all’anima dalle conoscenze soprannaturali, quando vengono da Dio, si produce in essa, passivamente, nell’istante stesso in cui tali conoscenze si presentano ai sensi, senza che le potenze facciano qualcosa da parte loro.

  A008001246 

 Se, infatti, la volontà gioisce per qualcosa, nella stessa misura la spera e virtualmente sperimenta per essa dolore e timore; ma a mano a mano che perde il gusto per una cosa, si attenua anche il timore e il dolore nei suoi riguardi e diminuisce la speranza.

  A008001318 

 Dove non arriva il veleno di questo danno? E chi non beve, poco o molto, da questo calice dorato che porge la babilonia donna dell’Apocalisse (17,4), seduta sulla grande bestia dalle sette teste e dieci corna? Queste parole ci fanno capire che non c’è nobile o plebeo, santo o peccatore a cui ella non faccia bere il suo vino, assoggettando in qualcosa il suo cuore.

  A008001322 

 Per concludere, indico infine il rimedio necessario contro questo veleno: appena il cuore si sente mosso dalla gioia vana dei beni materiali, deve ricordarsi quanto sia inutile, pericoloso e dannoso godere di qualcosa che non sia servire Dio.

  A008001342 

 Così, l’occhio non può vedere né lui né qualcosa che gli assomigli; l’orecchio non può udire la sua voce o suono che le assomigli; l’olfatto non può respirare profumo tanto soave, né il gusto assaporare una dolcezza così elevata e piacevole, né il tatto può provare sensazioni così delicate e gradevoli o qualcosa di simile; d’altra parte, nemmeno può essere oggetto del pensiero o dell’immaginazione la forma di Dio o qualche figura che lo rappresenti.

  A008001396 

 Benché fossero pagani e le guardassero dal punto di vista materiale e dei beni temporali e corporali che naturalmente ne vedevano derivare, non solo per loro mezzo acquistarono i beni e la fama passeggera alla quale aspiravano, ma qualcosa di più: Dio, che ama tutto ciò che è buono anche nel barbaro e nel pagano e non impedisce che si faccia alcuna cosa buona (Sap 7,22 Volg.), prolungò loro la vita, concesse onori, potere e pace, come appunto fece con i romani che seguivano leggi giuste: assoggettò a loro quasi tutto il mondo, ricompensando così su questa terra, per i loro buoni costumi, quelli che erano incapaci, mancando loro la fede, di premio eterno.

  A008001414 

 Non soltanto devono nasconderle agli altri, ma anche a se stessi, cioè non devono compiacersene, né stimarle come se valessero qualcosa, né ricavarne la più piccola gioia.

  A008001506 

 Si comporta così non soltanto per guardarsi dalle vanità di questo mondo, ma anche per non ricordarsi di esso, quando sotto gli occhi le cade qualcosa che gli assomiglia o gli appartiene.

  A008001524 

 Altre volte accade che, fissando un’immagine, la vedono muoversi, cambiare fisionomia o fare gesti quasi volesse far capire qualcosa e parlare.

  A008001528 

 Al contrario, possono far cadere in gravi errori se, quando accade qualcosa di soprannaturale legato ad esse, l’anima non sapesse comportarsi come deve nel suo itinerario verso Dio.

  A008001582 

 E sono convinti che, se manca qualcosa di quello che hanno deciso, non si fa nulla, e mille altre cose che si usano e si vedono fare..

  A008001582 

 Esse credono ciecamente all’efficacia delle loro particolari devozioni e preghiere, sino a pensare che, se in esse manca qualcosa o non sono eseguite alla perfezione, non valgono nulla e Dio non le gradisce.

  A008001624 

 Costui sarebbe ancora più sciocco se cercasse queste soavità in Dio e si compiacesse in esse, perché non andrebbe in cerca del Dio inaccessibile con una volontà fondata nel vuoto della fede, ma sul gusto spirituale, cioè su qualcosa di creato, assecondando così i suoi appetiti.

  A008001626 

 L’appetito è come la bocca della volontà, che si apre quando non è ingombra di altri bocconi che le danno soddisfazione; quando invece l’appetito si ferma su qualcosa, allora si chiude, perché fuori di Dio tutto è angusto..

  A008001628 

 Ciò che essa può gustare, se desidera qualcosa, sarebbe un ulteriore ostacolo all’amore divino.


09-Giovanni della Croce - Notte oscura.html
  A009000144 

 A volte cercano un altro confessore per accusare quanto hanno di grave, perché il confessore ordinario non pensi che hanno commesso qualcosa di male, ma conosca solo il bene.

  A009000150 

 Si comportano molto diversamente dai principianti, di cui sopra, che vorrebbero insegnare a tutto il mondo; anzi, quando s’accorgono che qualcuno vuole insegnare loro qualcosa, prendono subito la parola come se sapessero già quel che si andrà a dire.

  A009000214 

 I principianti mostrano persino intolleranza quando viene comandato qualcosa che dispiace a loro.

  A009000216 

 Ma perché possa dire qualcosa di utile su di essa, voglia Dio concedermi la sua divina luce.

  A009000222 

 Dirò qualcosa di essa molto velocemente, perché è quella più comune e se n’è già scritto molto.

  A009000234 

 Da ciò si riconosce abbastanza bene che tale aridità e disgusto non provengono da colpe o imperfezioni commesse recentemente; se così fosse, la natura dovrebbe sentire qualche inclinazione o attrazione per qualcosa di diverso da Dio.

  A009000242 

 Di solito l’anima che prova questa aridità e vuoto dei sensi, è attratta dal desiderio di stare sola e in pace, senza dover pensare a qualcosa di particolare né averne voglia.

  A009000242 

 Se le anime che si trovano in questa situazione sapessero rimanere nella calma, tralasciare qualsiasi opera interiore ed esteriore, senza preoccuparsi di fare qualcosa, allora nell’oblio e nell’intimo riposo gusterebbero subito quel cibo interiore.

  A009000260 

 Se l’anima vuole fare qualcosa di sua iniziativa con le facoltà interiori, non farà che disturbare e perdere i beni che Dio sta imprimendo in lei attraverso la pace e la quiete dello spirito.

  A009000260 

 È come se un pittore volesse dipingere o disegnare un volto: se la persona muove continuamente la testa per fare qualcosa, il pittore non può concludere nulla perché viene disturbato nel suo lavoro.

  A009000278 

 Questo esempio mostra all’anima la realtà della propria miseria che prima ignorava, cioè quando era in festa e trovava in Dio molta gioia, consolazione e sostegno; si sentiva più soddisfatta e contenta; le sembrava di servirlo in qualcosa.

  A009000288 

 Vedendosi, infatti, tanto arida e miserabile, non pensa, come faceva prima, nemmeno con moto istintivo, di essere migliore degli altri o di superarli in qualcosa; al contrario, riconosce che gli altri le sono superiori..

  A009000421 

 Ma se tale purificazione dev ’essere qualcosa di serio, per quanto sia profonda, dura alcuni anni.

  A009000425 

 Essa avverte, allora, nel più profondo del suo essere, che qualcosa manca o resta da compiere, e ciò non le permette di godere appieno di quei favori.

  A009000491 

 Tale amore ha già in sé qualcosa dell’unione con Dio, di conseguenza partecipa in qualche modo alle sue proprietà.

  A009000539 

 Qualcosa ho già detto, ma ora occorre scendere nei particolari.

  A009000601 

 Ora, poiché i sensi e l’immaginazione non sono serviti da mediazione attraverso cui essa penetrasse nell’anima, non ne conoscono l’aspetto e il colore, non sanno quindi spiegarla né immaginarla per poterne dire qualcosa; ciò nonostante, l’anima intende e gusta questa saporosa e misteriosa sapienza.

  A009000601 

 Perciò, anche se avesse un grande desiderio di esprimerla e ricorresse a tutte le spiegazioni possibili, tale contemplazione rimarrebbe sempre un segreto e qualcosa d’ineffabile.

  A009000603 

 Non solo dice a Dio, con il quale si era intrattenuto, che non riesce più a parlare, ma addirittura, come si osserva negli Atti degli Apostoli (7,32), non osa nemmeno guardarlo; gli sembrava che la sua immaginazione fosse molto lontana e incapace di rappresentarsi qualcosa di ciò che poteva comprendere di Dio, come anche di farsene un’idea.

  A009000605 

 Poiché abitualmente questi favori si manifestano sotto qualche forma sensibile, se ne può parlare solo ricorrendo a questa forma sensibile o a qualcosa di simile.

  A009000633 

 Nell’intimo del suo cuore prega così: “O mio Signore e mio Dio, sono tanti quelli che cercano in te conforto e piacere e desiderano grazie e doni, ma quanto pochi sono quelli che, mettendo da parte ogni interesse, si sforzano di piacere a te e di darti qualcosa che a loro costa! Il male, mio Dio, non sta nel fatto che tu non vuoi accordarci nuove grazie, ma nel cattivo uso che ne facciamo, quasi per obbligarti a concedercene continuamente!”.

  A009000645 

 Per questo motivo ora non dico nulla, anche perché dirò qualcosa più avanti.

  A009000649 

 Ma fino a quel giorno, per quanto elevata possa essere l’anima, le rimane nascosto qualcosa, esattamente in proporzione a quanto le manca per essere perfettamente simile alla divina Essenza.


10-Giovanni della Croce - Cantico spirituale.html
  A010000349 

 Da questo si può riconoscere chi ama davvero Dio: se non si contenta di qualcosa d’inferiore a Dio.

  A010000363 

 Avendo, infatti, il gusto della volontà purificato e lo spirito limpido e ben disposto verso Dio e gustando già qualcosa della dolcezza dell’amore divino, che essi bramano più d’ogni altra cosa, soffrono indicibilmente.

  A010000517 

 È come se dicesse: oltre al fatto che queste creature mi feriscono con le infinite grazie che di te mi fanno conoscere, rimane sempre un non so che, qualcosa che resta ancora da dire, qualcosa che si riconosce ancora inespresso.

  A010000521 

 Sembra che tali illuminazioni facciano comprendere le grandezze di Dio ma non del tutto: è come se volessero far comprendere qualcosa e non vi riuscissero.

  A010000586 

 Se è giusto, infatti, che l’anima sia privata di questa luce quando getta lo sguardo della sua volontà su qualcosa al di fuori di Dio, poiché vi frappone degli ostacoli, è altrettanto giusto che il suo merito venga ricompensato quando chiude i suoi occhi a tutte le cose create per aprirli solo al suo Dio..

  A010000703 

 Dice che fu una comunicazione furtiva, perché era un segreto del tutto estraneo all’uomo, dal punto di vista naturale, e quindi ricevette qualcosa che non era della sua natura.

  A010000798 

 Ciò che Dio comunica all’anima in quest’intima unione è totalmente ineffabile: non se ne può dire nulla, come non si può dire di Dio qualcosa che corrisponda alla realtà.

  A010000798 

 Per dare, dunque, un’idea di ciò che riceve in questa cella divina dell’unione, l’anima non dice altro, né credo potrebbe dire qualcosa di più appropriato, se non il verso seguente: io dell’Amato bevvi..

  A010001324 

 È una conoscenza, questa, delle creature per via contemplativa, che suscita nell’anima un profondo diletto, perché significa conoscere qualcosa di Dio.


11-Giovanni della Croce - Fiamma viva d'amore - B.html
  A011000020 

 Ho provato non poca esitazione, nobile e devota Signora, a spiegare queste quattro strofe come Vostra Signoria mi ha richiesto, poiché trattando di cose tanto interiori e spirituali, per le quali in genere viene meno il linguaggio – ciò che è spirituale va ben oltre il senso –, con difficoltà si può dire qualcosa della loro sostanza; anche perché non si parla convenientemente delle profondità dello spirito se non con spirito profondo.

  A011000284 

 Essa è tanto generosa e magnanima, quanto poderosa e ricca; grandi e abbondanti grazie offre all’anima quando si apre per fargliene dono, e così la chiama tenera mano, ed è come se dicesse: o mano tanto più tenera per l’anima mia, su cui ti posi toccandola soavemente, quanto se tu toccassi qualcosa con forza sprofonderesti il mondo intero, poiché col tuo solo sguardo, la terra trema ( Sal 103,32), l e genti si disperdono e muoiono, i monti crollano! ( Ab 3,6)..

  A011000483 

 E poiché, per natura, tutte le operazioni che può da sé compiere l’anima avvengono attraverso i sensi, ne consegue che in questo stato Dio è l’agente e l’anima la paziente; infatti essa si comporta solamente come colei che riceve e in cui viene fatto qualcosa, e Dio come colui che dà e che agisce in lei, comunicandole i beni spirituali nella contemplazione, la quale è notizia e amore divino al tempo stesso, ossia notizia amorosa, senza che lei faccia uso dei suoi atti e ragionamenti naturali, poiché ora non può più occuparsene come prima..

  A011000530 

 Questo è vero soprattutto nelle operazioni e negli atti naturali dell’anima, nei quali la volontà non ama se non ciò che l’intelletto intende in modo chiaro; però nella contemplazione di cui parliamo, durante la quale Dio infonde qualcosa di sé nell’anima, non è necessario che vi sia nessuna notizia chiara e distinta, né che l’anima compia alcun atto con l’intelletto, poiché Dio in un solo atto le sta comunicando insieme luce e calore, ossia la notizia soprannaturale amorosa, che possiamo dire sia come luce calda che riscalda, perché al tempo stesso innamora.

  A011000535 

 In questo modo molte volte l’anima sentirà la volontà infiammata o intenerita o innamorata senza sapere né conoscere qualcosa di diverso da prima, ordinando Dio l’amore in lei, come afferma la Sposa dei Cantici: Il Re mi fece entrare nella cella del vino e ordinò in mela carità ( Ct 2,4)..

  A011000540 

 E così non bisogna preoccuparsi; giacché se la volontà non può ristorarsi con gusti e sapori di atti particolari, va avanti; infatti, non tornare indietro, abbracciando qualcosa di sensibile, significa andare avanti verso l’inaccessibile, che è Dio; per cui non c’è da meravigliarsi che non se ne accorga..

  A011000565 

 I maestri spirituali devono, dunque, lasciare libere le anime, anzi sono obbligati a mostrare loro buon viso quando esse volessero cercare qualcosa di meglio.

  A011000572 

 E poiché l’anima in quella solitudine e quiete delle sue potenze crede di non fare nulla, reputa ciò migliore in quanto fa qualcosa..

  A011000610 

 Perciò coloro che non sono così spirituali da essere purgati dagli appetiti e dai gusti, e che hanno ancora qualcosa dell’animale in loro, credono che le cose che sono più basse e vili per lo spirito, che sono quelle che più facilmente arrivano al senso, secondo il quale ancora loro vivono, siano cose grandi; mentre quelle che sono più preziose e più sublimi per lo spirito, ossia quelle che più si distanziano dal senso, le terranno in poca considerazione e non le stimeranno, e ancor di più a volte le considereranno folli, come fa ben capire san Paolo con le parole: L’uomo animale non percepisce le cose di Dio; sono per lui follia e non le può capire (1Cor 2,14).

  A011000634 

 E Dio, che con meno non si pagherebbe, si paga con quel dono dell’anima e lo riceve in modo gradito, come qualcosa che l’anima gli offre di suo, e in questo stesso dono Egli ama di nuovo l’anima, e in questo ridonarsi di Dio all’anima, questa lo ama nuovamente..

  A011000725 

 Infatti non lo sentono di solito, ma solo quando fa in loro qualche risveglio saporoso, anche se non sono del genere né della tempra di questo, né hanno nulla a che vedere con esso, né sono per l’intelletto e per il demonio così nascosti, poiché questi potrebbero capire qualcosa dai movimenti del senso – il quale fino all’unione non è annichilito completamente –, per cui compie ancora qualche atto e movimento nei riguardi di ciò che è spirituale, non essendo totalmente puro spirito..





Copyright © 2014 Salesiani Don Bosco - INE