Parola «Cosa» [ Frequenza = 337 ]


02-Giovanni della Croce - Detti di luce e amore.html
  A002000042 

 E allora, cosa vuoi, cosa cerchi ancora, anima mia? Tuo è tutto questo ed è tutto per te.

  A002000042 

 Se poi non aspetti le mie opere, cosa aspetti, o clementissimo Signor mio? Perché tardi? Se, infine, dev’essere grazia e misericordia quella che ti chiedo per il tuo Figlio, accetta il mio piccolo contributo, se lo vuoi, e concedimi questo bene, poiché anche tu lo vuoi.

  A002000058 

 Bada che la tua carne è debole e nessuna cosa al mondo può dare forza e consolazione al tuo spirito, perché ciò che viene dal mondo è mondo e ciò che nasce dalla carne è carne.

  A002000063 

 O Signore onnipotente, se una scintilla della tua sovrana giustizia tanto può sul principe mortale che governa e guida gli uomini, cosa non farà mai la tua onnipotente giustizia sul giusto e sul peccatore?.

  A002000067 

 Se vuoi pervenire al santo raccoglimento, non devi attaccarti a cosa alcuna ma rifiutare tutto..

  A002000088 

 Che giova dare a Dio una cosa se lui ne chiede un’altra? Pensa a ciò che Dio vorrebbe, e fallo, perché così accontenterai di più il tuo cuore che non facendo quello verso cui ti senti portato..

  A002000094 

 A meno che non sia obbligato per dovere a occuparti di qualche altra cosa, sarai più gradito a Dio se saprai custodire e rendere perfetta la tua anima che se le ottenessi tutti i beni di questo mondo messi insieme; infatti qual vantaggio avrà l’uomo se guadagnerà il mondo intero, e poi perderà la propria anima? (Mt 16,26)..

  A002000101 

 Si rallegri abitualmente in Dio, che è sua salvezza (Lc 1,47), e ricordi che è bene soffrire qualsiasi cosa per lui che è buono..

  A002000111 

 Ami molto le sofferenze e le ritenga poca cosa per entrare nelle grazie dello Sposo, che non esitò a morire per lei..

  A002000124 

 Dio vuole farci dèi per partecipazione, essendo lui Dio per natura, al pari del fuoco che trasforma ogni cosa in fuoco..

  A002000138 

 Queste devono essere anche le caratteristiche dell’anima contemplativa, che deve tenersi al di sopra delle cose transitorie, comportandosi come se non esistessero, e dev’essere tanto amica della solitudine e del silenzio da non sopportare la compagnia di altre creature; deve protendere il becco al soffio dello Spirito Santo, corrispondendo alle sue ispirazioni, perché, così facendo, possa diventare più degna della sua compagnia; non deve avere un colore determinato, cioè non deve fissarsi in alcuna cosa, ma solo in ciò che è volontà di Dio; deve cantare soavemente nella contemplazione e nell’amore del suo Sposo..

  A002000161 

 Viva come se in questo mondo non ci fosse altro che Dio e lei, affinché il suo cuore non possa essere trattenuto da alcuna cosa umana..

  A002000210 

 Cosa sa chi non sa soffrire per Cristo?.


03-Giovanni della Croce - Cautele.html
  A003000034 

 Per premunirsi sicuramente contro i danni da essi prodotti e moderare l’eccessivo desiderio di ottenerli, occorre rifiutare assolutamente di possedere e di preoccuparsi minimamente sia del cibo sia del vestito sia di altre cose create, e neanche del domani, riponendo tale cura in una cosa ben più alta, cioè nel cercare il regno di Dio, vale a dire non venir meno a Dio; il resto, infatti, come dice il Signore, ci verrà dato in sovrappiù (Mt 6,33).

  A003000044 

 La prima di tutte le cautele sia questa: non ti decidere mai a fare una cosa, al di fuori di ciò che prescrive la religione, per quanto buona e piena di carità ti possa sembrare, sia per te che per qualsiasi altra persona dentro e fuori convento, senza il comando dell’obbedienza.


04-Giovanni della Croce - Quattro consigli a un religioso.html
  A004000020 

 Quindi, sia che mangi, che beva, che parli, che tratti con i laici, o qualunque altra cosa faccia, abbia sempre Dio nei suoi desideri e negli affetti del cuore.


05-Giovanni della Croce - Gradi di perfezione.html
  A005000004 

 Non fare cosa né dire parola importante che Cristo non avesse fatto o detto se si fosse trovato nella situazione in cui mi trovo io e avesse avuto la mia età e la mia salute..

  A005000012 

 Non s’intrometta mai in ciò che non le viene comandato, né si ostini in cosa alcuna, anche se ha ragione.


06-Giovanni della Croce - Censura e parere.html
  A006000005 

 Se la sua anima presentasse questi effetti, lei non esiterebbe a manifestarli nel suo scritto, perché la prima cosa che l’anima vuole descrivere e valutare sono gli effetti dell’umiltà, che a motivo della loro evidenza non può certo dissimulare.


08.3-Giovanni della Croce - La Salita del Monte Carmelo.html
  A008000029 

 Ove si spiega con un paragone in che cosa consiste l’unione dell’anima con Dio..

  A008000036 

 Si spiega che cosa siano e si prova che non possono essere mezzo adatto per giungere all’unione con Dio.

  A008000049 

 Si dice cosa siano e se ne offre una distinzione..

  A008000074 

 Si dice che cosa sia la gioia e si fa una distinzione degli oggetti di cui la volontà può compiacersi..

  A008000130 

 senza veder cosa,.

  A008000222 

 Infatti, essendo l’anima privata del gusto sensibile, rimane al buio e priva d’ogni cosa.

  A008000222 

 Se invece questo gusto è spento, o per meglio dire, mortificato, l’anima cessa di pascersi del piacere di tutte le cose e, per quanto riguarda l’appetito, resta al buio e priva d’ogni cosa..

  A008000224 

 Lo stesso si può dire per la vista, essa rimane al buio e priva d’ogni cosa anche in riferimento a questa potenza.

  A008000224 

 Mortificando, infine, tutti i piaceri e le gioie che le possono venire dal tatto, rimane anche in questo caso al buio e priva d’ogni cosa, relativamente a questa potenza.

  A008000224 

 Quando rinuncia al diletto di tutta la soavità dei profumi, che può provare attraverso il senso dell’olfatto, anche per quanto riguarda questa potenza rimane al buio e priva d’ogni cosa.

  A008000224 

 Se l’anima si priva del godimento di tutto ciò che può soddisfare il senso dell’udito, resta al buio e privo d’ogni cosa relativamente a questa potenza.

  A008000234 

 Essa deve, dunque, per prima cosa, liberarsene, perché la luce non può stare insieme alle tenebre.

  A008000242 

 L’ignoranza, infatti, non sa cosa sia la sapienza, come afferma san Paolo, dal momento che tale sapienza è stoltezza agli occhi di Dio.

  A008000248 

 Li chiama piccoli, inesperti, perché si rendono simili a ciò che amano, che è poca cosa.

  A008000260 

 Del resto si sa per esperienza che quando la volontà si affeziona a una cosa, la stima più di ogni altra; e anche se quest’”altra” è migliore, non le piace quanto la prima.

  A008000260 

 Ora, non essendoci alcuna cosa che possa essere uguagliata a Dio, l’anima che, insieme a lui, ama o si attacca a qualche creatura, gli reca grave offesa.

  A008000260 

 Se dunque è così, cosa accadrebbe se l’anima amasse qualcosa più di Dio?.

  A008000262 

 Per prima cosa impose alla sua gente tre condizioni: la prima, che gettassero via tutti gli dei stranieri; la seconda, che si purificassero; la terza, che cambiassero gli abiti: Abiicite deos alienos qui in medio vestri sunt, et mundamini ac mutate vestimenta (Gn 35,1-2)..

  A008000266 

 Difatti l’anima che non desidera altro che osservare perfettamente la legge del Signore e portare la croce di Cristo, sarà l’arca vera, quella che racchiude in sé la vera manna, cioè Dio, quando avrà impressi in sé perfettamente questa legge e questo legno, senza affezione per nessun’altra cosa..

  A008000266 

 Dio non tollera che qualche altra cosa abiti con lui nello stesso luogo.

  A008000270 

 Cosa ha a che vedere, infatti, la creatura con il Creatore, il sensibile con lo spirituale, il visibile con l’invisibile, il temporale con l’eterno, il cibo celestiale, puro e spirituale, con il nutrimento grossolano dei sensi, lo spogliamento del Cristo con l’attaccamento alle cose?.

  A008000280 

 Al pari di quelli, l’anima è turbata senza trovare da nessuna parte o in qualche cosa un momento di riposo.

  A008000282 

 Coloro, infatti, che non mortificano i loro appetiti, proprio quando si voltano vedono la sazietà, non a loro concessa, dello spirito di soavità di coloro che sono alla destra di Dio; quando, poi, corrono a sinistra, cioè si lasciano andare al piacere di qualche cosa creata, non si saziano affatto, perché mettono da parte l’unica cosa che può saziare e si nutrono di ciò che accresce la loro fame.

  A008000286 

 Di ciò abbiamo un esempio molto evidente in quel desiderio che aveva Dalila di sapere in che cosa consistesse la forza di Sansone.

  A008000308 

 Ora, se gli appetiti poterono tanto in un uomo che conosceva a fondo la distanza vigente tra il bene e il male, cosa non potranno fare contro la nostra ignoranza se non li mortifichiamo? Ebbene, come disse Dio a Giona parlando dei niniviti, noi non conosciamo la differenza tra la sinistra e la destra (Gio 4,11), e ad ogni istante confondiamo il male con il bene e il bene con il male: ecco cosa siamo capaci di fare da soli! Cosa avverrà, allora, se alla tenebra naturale si aggiungerà l’appetito? Accadrà ciò che dice Isaia: Palpavimus sicut caeci parietem, et quasi absque oculis attrectavimus: impegimus meridie, quasi in tenebris (Is 59,10).

  A008000312 

 Lo stesso avviene per l’anima che arde di bramosia per qualche cosa creata: ne contrae la sporcizia e le macchie.

  A008000312 

 Ora, chi si compiace di qualche cosa creata è come se toccasse la pece.

  A008000316 

 Se volessimo parlare espressamente dell’aspetto brutto e sporco al quale gli appetiti riducono l’anima, non troveremmo un luogo, per quanto pieno di ragnatele e di vermi, né un cadavere con tutta la sua deformità, né qualsiasi altra cosa immonda e sporca che si possa immaginare in questa vita, con cui paragonarla.

  A008000322 

 Tali rappresentazioni volgono le spalle al tempio; ciò vuol dire che l’anima, quando con le sue tre potenze si porta totalmente e perfettamente verso qualche essere creato, rivolge le spalle al tempio di Dio, cioè alla sua retta ragione, che non ammette in sé alcuna cosa creata..

  A008000334 

 Anche se non arrivano a tanto, è tuttavia cosa degna di compassione il considerare lo stato in cui gli appetiti riducono l’anima e quanto la rendono insopportabile a se stessa, insensibile verso il prossimo, tarda e pigra nelle cose di Dio.

  A008000338 

 Sembra, infatti, un’impresa molto difficile e ardua che l’anima possa arrivare a tanta purezza e nudità da escludere ogni desiderio e affezione per qualche cosa..

  A008000344 

 È una pena vedere alcune anime che, come navi cariche di tesori, sono ricche di opere buone, di esercizi di pietà, di virtù e di doni divini, ma non progrediscono né arrivano al porto della perfezione, perché non hanno il coraggio di disfarsi di un piccolo gusto, di un attaccamento o di un’affezione, che è la stessa cosa.

  A008000370 

 Del resto, questo non è il luogo più opportuno per dare tali suggerimenti, perché qui ci occupiamo di conoscere solo i motivi per cui questo passaggio si chiami notte, in che cosa essa consista e in quante parti si divida.

  A008000433 

 Ho già spiegato il primo verso di questa strofa, che parla della notte dei sensi; ho pure detto che cosa intendere per notte dei sensi e perché si chiama notte.

  A008000457 

 La sua sorte è stata tanto più felice in quanto ha incontrato maggiori difficoltà per addormentare la casa nella parte spirituale ed entrare in questa oscurità interiore, che è privazione spirituale di ogni cosa, tanto sensitiva che immateriale, appoggiandosi solo alla pura fede e per mezzo di essa salire fino a Dio.

  A008000461 

 Per questo motivo l’anima afferma che camminava al buio e più sicura, cosa che non faceva nell’altra notte.

  A008000491 

 Se si avvale di qualche sua conoscenza, di qualche suo gusto o sentimento di Dio, per quanto ottime mediazioni, sono sempre poca cosa e impari all’Essere divino; si sbaglia facilmente nel seguire tale cammino o si arresta, perché non vuole affidarsi, completamente cieca, alla fede che è la sua vera guida..

  A008000493 

 Colui che è in cammino verso questo stato eccelso di unione con Dio, si crea gravi ostacoli ogni volta che si attacca a qualche suo pensiero, sensazione o immaginazione, al suo parere o alla sua volontà, al suo modo di agire o a qualsiasi altra cosa od opera propria, non riuscendo a distaccarsene e a privarsene del tutto.

  A008000501 

 Per procedere meno confusamente mi sembra necessario spiegare nel capitolo seguente che cosa sia quella che chiamiamo unione dell’anima con Dio.

  A008000505 

 Da quanto è stato detto si può in qualche modo arguire che cosa s’intende qui per unione dell’anima con Dio; è possibile, così, comprendere meglio ciò che ora esporrò.

  A008000505 

 Ne parlerò nel corso della trattazione, quando si presenterà l’occasione, perché ora non aiuterebbe a capire ciò che occorre dire di esse, mentre lo capiremo molto meglio a suo luogo, allorché, trattando questo argomento, avremo sotto mano l’esempio vivo insieme alla presente teoria; allora si potrà esaminare e comprendere meglio ogni cosa e se ne potrà meglio giudicare..

  A008000505 

 Non è mia intenzione trattare delle sue distinzioni né delle sue parti, perché non finirei più se mi mettessi a spiegare che cosa sia l’unione dell’intelletto, quella della volontà o quella della memoria, o ancora che cosa sia l’unione transeunte o quella permanente di suddette facoltà o di tutte e tre prese insieme.

  A008000511 

 Poiché ogni cosa creata, azione e capacità umana non può raggiungere né avvicinarsi a ciò che è Dio, l’anima deve spogliarsi di ogni cosa creata, azione e capacità, cioè del suo modo di comprendere, di gustare e di sentire.

  A008000517 

 L’unione che s’instaura, quando Dio concede all’anima tale grazia soprannaturale, produce una trasformazione partecipativa tale che tutte le cose di Dio e l’anima costituiscono una sola cosa.

  A008000517 

 Quando l’anima fa spazio, cioè elimina in sé ogni ombra e macchia di cosa creata, tenendo la volontà perfettamente unita a quella di Dio – perché amare vuol dire cercare di spogliarsi e privarsi per Dio di tutto ciò che non è lui –, viene immediatamente illuminata e trasformata in Dio.

  A008000529 

 Per prima cosa è necessario spiegare, in questo capitolo, come le tre virtù teologali, fede, speranza e carità, che sono propriamente gli oggetti soprannaturali di dette potenze, mediante le quali l’anima si unisce a Dio, creano, ognuna nella rispettiva potenza, lo stesso vuoto e la stessa oscurità: la fede nell’intelletto, la speranza nella memoria e la carità nella volontà.

  A008000555 

 Ma questo non è rinnegare se stessi né nudità di spirito, bensì golosità spirituale! Agendo così, esse si rendono nemiche della croce di Cristo (Fil 3,18), perché il vero spirito cerca nel Signore più l’amaro che il dolce, propende più per la sofferenza che per la consolazione, più per la mancanza di ogni bene per amore di Dio che per il possesso, più per le aridità e le afflizioni che per le dolci comunicazioni, sapendo che questo significa seguire Cristo e rinnegare se stessi; il resto, invece, è cercare se stessi in Dio, cosa molto contraria all’amore.

  A008000557 

 Egli non diede loro alcuna speranza di raggiungere la gloria richiesta, ma offrì il calice, che egli stesso avrebbe bevuto, come la cosa più preziosa e più sicura su questa terra, piuttosto che il godimento (Mt 20,20-22)..

  A008000561 

 Per questo motivo vorrei convincere le persone spirituali circa il fatto che questo cammino che porta a Dio non consiste nella molteplicità delle meditazioni, nei metodi, negli esercizi, nei gusti – sebbene tutto questo sia in qualche modo necessario ai principianti –, ma in una sola cosa indispensabile: nel saper rinnegare davvero se stessi, esteriormente e interiormente, offrendosi alla sofferenza per amore di Cristo e annientandosi in tutto.

  A008000581 

 Egli compì quel gesto, perché non osava posare la sua mano tanto vile su una cosa così eccelsa, ben sapendo che qualsiasi cosa avesse meditato e compreso nei particolari, sarebbe stata sempre molto lontana e diversa da Dio..

  A008000631 

 Ma la cosa ancora più triste è constatare che alcuni, essendo riusciti a tagliare non solo la prima e la seconda testa, ma anche la terza – respingendo le percezioni dei loro sensi interni, oltrepassando lo stadio della semplice meditazione e spingendosi molto più avanti –, quando stanno per entrare nella zona del puro spirito, vengono sconfitti dalla bestia.

  A008000645 

 Avviene così quando ci si immagina Cristo crocifisso o legato alla colonna o in un’altra situazione, oppure Dio seduto in trono in tutta la sua maestà; o ancora la gloria come una luce bellissima, ecc., e similmente qualsiasi altra cosa del genere, sia divina che umana, che può essere oggetto d’immaginazione.

  A008000673 

 Quest’ultima le piacerà più di ogni altra cosa creata, perché le procurerà pace, riposo, gusto e diletto, senza alcuna fatica..

  A008000685 

 Poiché non trovano tali immagini e forme nella quiete amorosa e sostanziale in cui desiderano restare, e non comprendono che cosa stia accadendo, pensano di smarrirsi o di perdere tempo.

  A008000691 

 Ugualmente, se l’anima non fosse occupata nell’operare con le potenze sensitive nella meditazione e nel ragionamento, o con l’aiuto delle potenze spirituali nella contemplazione e nella conoscenza, di cui ho parlato, nella quale essa gode di un bene ricevuto e acquisito; in breve, se essa non si serve di entrambe queste potenze, non potremmo assolutamente dire né come né in che cosa sia occupata.

  A008000697 

 Così, a volte, essa viene a trovarsi come in un profondo oblio, non sapendo dove si trova, né cosa abbia fatto, né se sia passato del tempo.

  A008000699 

 Sebbene all’anima favorita di tale conoscenza sembri di non fare nulla né di essere occupata in cosa alcuna, perché non agisce con i sensi e le potenze, tuttavia non creda che stia perdendo tempo.

  A008000717 

 Se, come ho detto, avesse lo scrupolo di non fare nulla, ricordi che non è poca cosa calmare la sua anima e conservarla nel riposo e nella pace, libera da ogni attività e preoccupazione.

  A008000739 

 Le visioni li producono nel momento stesso in cui si presentano all’immaginazione; esse fanno sentire la loro presenza all’anima e le infondono conoscenza, amore, soavità o qualsiasi altra cosa voluta da Dio.

  A008000741 

 Difatti, quanto alla parte principale, cioè al bene spirituale che le viene infuso, l’anima non può afferrarlo o comprenderlo; non sa né saprà dire cosa sia, perché è un favore prettamente spirituale.

  A008000755 

 Il secondo è tratto dal libro della Sapienza, ove lo Spirito dice: Disponit omnia suaviter (Sap 8,1), come a dire: la sapienza di Dio, benché si estenda da un confine all’altro, cioè da un estremo all’altro, governa con bontà eccellente ogni cosa.

  A008000761 

 Difatti, quanto più una cosa si avvicina a un estremo, tanto più si allontana e si estrania dall’altro estremo, e quanto più perfettamente aderisce all’uno, tanto più è distaccata dall’altro.

  A008000763 

 Pertanto la persona spirituale che ha raggiunto la perfezione non tiene più conto dei sensi, né riceve cosa alcuna per loro tramite, né soprattutto si serve o ha bisogno di servirsi di essi per andare a Dio, come faceva prima quando non era avanzata nella vita spirituale.

  A008000767 

 È cosa veramente triste che l’anima, pur avendo una capacità infinita, venga nutrita con le briciole dei sensi, a causa del suo poco spirito e della sua scarsa sensibilità.

  A008000785 

 E queste anime sciocche obbediscono, pensando che sia lecito chiedere tali cose per questa via: poiché Dio, secondo come desidera e per lo scopo che si è prefisso, vuole rivelare o comunicare qualcosa in modo soprannaturale, esse credono che sia lecito desiderare e anche chiedergli di rivelare tale cosa..

  A008000799 

 Caduti in una grande confusione, non sapevano cosa fare: nonostante Dio avesse loro comandato di combattere, venivano sempre sconfitti, cosa strana soprattutto per il fatto che superavano in numero e forza gli avversari.

  A008000807 

 Dio, dunque, parlava della cosa più importante riguardo a Cristo e ai suoi seguaci, cioè del regno eterno e della libertà eterna; al contrario, i giudei interpretavano a modo loro le profezie, fermandosi all’elemento meno importante di queste cose, cioè il dominio temporale e la libertà terrena di cui Dio fa poco conto; ai suoi occhi non sono niente né l’uno né l’altra.

  A008000813 

 L’uomo spirituale, invece, giudica ogni cosa (1Cor 2,14-15).

  A008000823 

 Quando, infatti, una cosa dipende da un’altra, se viene meno una, verrà meno anche l’altra.

  A008000837 

 Perché, dunque, stupirsi se alcune profezie o rivelazioni che Dio fa alle anime non si verificano nel senso in cui vengono intese? Nel caso infatti che Dio dica a un’anima o le riveli che essa o un’altra riceverà tale o tal altra cosa di bene o di male, qualora ci si basi su determinati atti attraverso cui questa o un’altra anima recano gloria od offesa a Dio, se tali anime perseverano in questo atteggiamento, la profezia si avvererà.

  A008000845 

 Quando, a volte, alcune anime ricevono delle tenerezze o delle dolcezze spirituali o sensibili, Dio gliele concede perché non sono in grado di consumare il cibo più forte e sostanzioso delle sofferenze della croce di suo Figlio, che vorrebbe desiderassero più di qualsiasi altra cosa..

  A008000849 

 Ivi leggiamo che il re Giosafat, essendo caduto in una profonda afflizione perché accerchiato dai nemici, si mise a pregare Dio in questo modo: Cum ignoremus quod facere debeamus, hoc solum habemus residui, ut oculos nostros dirigamus ad te: Non sappiamo che cosa fare; perciò i nostri occhi sono rivolti a te, perché tu provveda come meglio credi (2Cr 20,3-12)..

  A008000851 

 Tuttavia Dio si adirò e anche Samuele rimproverò Saul per aver fatto una cosa simile: Quare inquietasti me, ut suscitarer?: Perché mi hai disturbato e costretto a salire? (1Sam 28,15).

  A008000857 

 Per convincerlo che i figli d’Israele sarebbe stati certamente distrutti, per prima cosa gli raccontò i loro molti peccati e tutte le miserie che essi commettevano (Gdt 11,8-12).

  A008000859 

 La stessa cosa era capitata ai sodomiti, che perirono nel fuoco (Gn 19,24-25).

  A008000879 

 Cosa ti potrei rispondere o rivelare di più? Fissa il tuo sguardo unicamente su di lui, perché in lui ti ho detto e rivelato tutto e troverai in lui anche più di ciò che chiedi e desideri.

  A008000887 

 Ogni volta che il Signore dice o rivela qualcosa a un’anima, lo fa in modo da spingerla a riferire la cosa a chi di dovere.

  A008000895 

 Infatti non sempre Dio, manifestando una cosa, rivela anche le altre, e molte volte non dice neppure come realizzarla.

  A008000913 

 Pertanto, come tutto ciò che vedono gli occhi del corpo causa in essi una visione corporea, così tutto ciò che è intelligibile agli occhi spirituali dell’anima, cioè all’intelletto, causa una visione spirituale, perché, ripeto, per l’intelletto comprendere e vedere sono la stessa cosa.

  A008000937 

 Accade, così, che l’anima sia infiammata d’ansie di amore molto puro per Dio, senza sapere da dove vengano né su cosa si fondino.

  A008000939 

 Questo il motivo per cui è necessario andare a Dio attraverso la negazione di ogni cosa.

  A008000945 

 A proposito di questo argomento, prima d’ogni cosa è opportuno sapere che la rivelazione non è altro che la manifestazione di qualche verità nascosta o di qualche segreto o mistero.

  A008000945 

 Così, ad esempio, Dio fa comprendere all’anima una cosa spiegandone all’intelletto la verità, o le svela qualcosa che egli ha fatto, fa o pensa di fare..

  A008000957 

 Sebbene sia le une che le altre procurino grande delizia nell’anima, tuttavia non c’è paragone se guardiamo al diletto che producono quelle che riguardano Dio, né vi sono vocaboli o termini per darne un’idea, perché si tratta di conoscenze che hanno per oggetto Dio stesso e le delizie che egli procura all’anima, secondo quanto afferma Davide: Non v’è alcuna cosa simile a lui (Sal 39,6).

  A008000973 

 Anche se le dicessero il contrario, essa non darebbe il suo assenso interiore, nonostante i suoi sforzi, perché lo spirito vede una cosa diversa in ciò che gli si rappresenta in quello stesso istante.

  A008000979 

 Altrove aggiunge: Spiritus enim omnia scrutatur etiam profunda Dei: Lo Spirito scruta ogni cosa, anche le profondità di Dio (1Cor 2,10).

  A008000979 

 Come il demonio, perché spirito, ha questo potere, così anche la persona spirituale lo possiede, come dice l’Apostolo: Spiritualis autem iudicat omnia: L’uomo spirituale giudica ogni cosa (1Cor 2,15).

  A008000991 

 La cosa è talmente chiara e semplice, che non voglio perdere tempo nel riportarli.

  A008000993 

 Infatti, di solito manifesta ad alcune persone il tempo che hanno da vivere, le fatiche che dovranno affrontare, cosa accadrà a tale o tal altra persona, a questa o a quella nazione, ecc.

  A008001021 

 Difatti ciò che non genera umiltà, carità, mortificazione, santa semplicità e silenzio, ecc., che cosa può essere? Affermo, dunque, che queste locuzioni possono ostacolare molto l’anima nel suo cammino verso l’unione divina, perché, se vi dà importanza, l’allontanano molto dalla profondità della fede, ove l’intelletto deve rimanere nell’oscurità per avanzare nel segno dell’amore nella notte della fede, non a forza di ragionamenti..

  A008001043 

 Anzi, a volte tali parole non liberano l’anima dalla ripugnanza e dalle difficoltà, ma gliele aggravano, cosa questa che Dio permette per istruire l’anima, farla crescere in umiltà, insomma per il suo bene.

  A008001057 

 Per questo Dio dice per mezzo di Geremia: Che cosa ha in comune la paglia con il grano? La mia parola non è forse come il fuoco e come un martello che spacca la roccia? (Ger 23,28-29).

  A008001098 

 Per questo motivo commette molto errori nelle sue abitudini e nel suo comportamento esteriore: non si ricorda di mangiare né di bere, di aver fatto o visto qualcosa, se le sia stato detto o meno una determinata cosa, appunto perché la sua memoria è assorbita in Dio.

  A008001102 

 Non ebbe mai impressa nella sua anima immagine di cosa creata, né da questa fu mossa, ma operò sempre sotto la guida dello Spirito Santo..

  A008001106 

 Tali conoscenze vengono accordate dalla Sapienza divina alle anime che s’impegnano a non sapere e a non apprendere per mezzo delle loro potenze naturali cosa alcuna che sia di ostacolo all’unione con Dio.

  A008001106 

 Tuttavia, come notavo nell’abbozzo del “Monte”, esse, generalmente, pervengono a una piena conoscenza, secondo quanto dice il Saggio: La sapienza, artefice di tutto, mi ha insegnato ogni cosa (Sap 7,21)..

  A008001110 

 Così avrà la memoria libera e distaccata, non legata ad alcuna considerazione proveniente dall’alto o dal basso, quasi non possedesse questa potenza, lasciando che si perda liberamente nell’oblio, come cosa che intralcia se non viene rimossa.

  A008001128 

 L’anima non trascuri, dunque, la preghiera e attenda nello spogliamento e nel distacco da ogni cosa, perché il suo bene non tarderà..

  A008001140 

 Difatti vediamo che tutte le volte che l’anima si mette a pensare a qualcosa, rimane più o meno impressionata e agitata secondo la conoscenza che ha di quella cosa: se è dolorosa o spiacevole, ne ricava tristezza oppure odio, ecc.; se gradevole, se ne rallegra e desidera quella cosa, ecc.

  A008001142 

 Oltre a ciò, se l’anima si attacca e dà importanza alle conoscenze della memoria, poiché può applicarsi a una sola cosa alla volta, nella fattispecie alle conoscenze sensibili di tale facoltà, non potrà occuparsi delle cose incomprensibili, cioè di Dio.

  A008001164 

 Il primo sta nel fatto che spesso essa s’inganna scambiando una cosa per un’altra.

  A008001168 

 Se poi non s’inganna sulla cosa in sé, può sbagliarsi sulla sua quantità o qualità, pensando che ciò che è poco sia molto e ciò che è molto sia poco.

  A008001170 

 La persona spirituale, quindi, se non vuole cadere nel pericolo d’ingannarsi, eviti d’applicare il suo giudizio per sapere cosa possa essere ciò che prova o sente, quale sia la natura di tale o tal altra visione, conoscenza o sensazione; non desideri saperlo, non vi faccia caso, se non per parlarne al suo padre spirituale, che le insegnerà a liberare la memoria da tutte queste conoscenze.

  A008001174 

 Perciò chi non ha alcuno di tali favori, non corre il rischio di cadere in questo vizio, perché non c’è in lui cosa che lo porti alla presunzione; al contrario, chi riceve simili favori è indotto a credersi qualcuno, dal momento che gli vengono accordate comunicazioni soprannaturali.

  A008001180 

 La seconda cosa da ricordare è la seguente: tutte le visioni, rivelazioni, sentimenti celestiali e tutto ciò che si vorrà immaginare di più sublime non valgono quanto il più piccolo atto d’umiltà, che produce gli stessi effetti della carità.

  A008001186 

 Tale piacere, agli inizi, era poca cosa e non si rivelava come un male tanto grave; così l’anima non vi faceva molto caso, ma lo lasciava stare, e quello cresceva, come il granello di senapa che divenne un grande albero (Mt 13,31-32).

  A008001212 

 Per questo motivo il profeta afferma: Mi metterò di sentinella, in piedi sulla fortezza, a spiare, per vedere che cosa mi dirà (Ab 2,1).

  A008001234 

 Infatti, se è vero che il mezzo è buono e necessario per arrivare al fine, come lo sono le immagini che ci ricordano Dio e i santi, è altrettanto vero che, quando ci fermiamo al mezzo più del necessario, esso diventa un ostacolo, come lo sarebbe qualsiasi altra cosa.

  A008001234 

 Per tale motivo esse l’aiuteranno certamente nell’unione con Dio, a condizione che si consenta all’anima di elevarsi, quando Dio le concede la grazia, dall’immagine al Dio vivo, dimenticando ogni cosa creata e tutto ciò che ne deriva..

  A008001240 

 Al contrario, quanto più l’anima gode di cose diverse da Dio, tanto meno fortemente riporrà la sua gioia in Dio; quanto più porrà fiducia in qualche cosa creata, tanto meno confiderà in Dio.

  A008001246 

 La stessa cosa si può dire delle altre passioni..

  A008001246 

 Se, infatti, la volontà gioisce per qualcosa, nella stessa misura la spera e virtualmente sperimenta per essa dolore e timore; ma a mano a mano che perde il gusto per una cosa, si attenua anche il timore e il dolore nei suoi riguardi e diminuisce la speranza.

  A008001252 

 Per quanto mi sono proposto di dire, essa non è altro che una contentezza della volontà accompagnata dalla stima per un oggetto che si ritiene conveniente, perché la volontà prova gioia solo quanto stima una cosa e ne trae soddisfazione.

  A008001260 

 Infine anche Davide c’insegna la stessa cosa quando afferma: Se vedi un uomo arricchirsi, non temere: quando muore, con sé non porta nulla (Sal 48,17-18).

  A008001300 

 Si ricorderà di questo principio or ora enunciato, che cioè l’uomo non deve gioire di nulla se non di servire Dio, di procurare il suo onore e la sua gloria in ogni cosa, finalizzando tutto a questo scopo ed evitando ogni vanità che potrebbe incontrare nelle creature, senza mai cercare in esse il proprio piacere o la propria consolazione..

  A008001308 

 Colui, dunque, che in ogni cosa non riversa la sua gioia su Dio, sarà nella falsità e nell’errore, e gli si possono applicare le parole di Salomone a proposito della gioia riposta nelle creature: Della gioia ho detto: a che serve? (Qo 2,2).

  A008001314 

 Da ciò segue quanto meno una disistima concreta per le altre cose, perché è naturale che quando il cuore ripone il suo apprezzamento in una cosa, lo ritiri dalle altre per aderire a quella che preferisce; da questo disprezzo reale è facile passare a un disprezzo intenzionale e volontario verso qualche altra cosa in particolare o in generale, non solo interiormente, ma anche a parole, e si dice: la tal persona o la tal cosa non è come quell’altra.

  A008001314 

 Difatti non si può concedere la stima a una cosa senza sottrarla a un’altra.

  A008001332 

 Non è neanche necessario che ci sia consenso a una cosa impura o che la si ricordi, perché la sola compiacenza provocata dalla conoscenza di tale cosa basta a causare l’impurità nell’anima e nel corpo.

  A008001352 

 È opportuno ricordare che ogni gioia che non è negazione e annientamento di qualsiasi altra gioia inferiore, anche se provenisse da cosa apparentemente molto elevata, è vana, inutile e ostacola l’unione della volontà con Dio..

  A008001356 

 Prima d’ogni cosa va detto che, se l’anima non spegne o calma la gioia che le può venire dalle cose sensibili, orientandola verso Dio, andrà incontro a tutti i danni che abbiamo visto derivare complessivamente dagli altri generi di gioia, come l’annebbiamento della ragione, la tiepidezza, la noia spirituale, ecc.

  A008001362 

 La gioia che si prova respirando soavi profumi genera la ripugnanza per i poveri, cosa contraria alla dottrina di Cristo, avversione per la servitù, poca sottomissione del cuore per le cose umilianti e insensibilità spirituale, che è quanto meno proporzionata alla passione disordinata di questa gioia..

  A008001380 

 Egli chiama il sensuale, cioè colui che esercita la sua volontà soltanto sotto il dominio dei sensi, animale, che non percepisce le cose di Dio; mentre quello che eleva a Dio la volontà lo chiama spirituale: questi scruta ogni cosa, anche le profondità di Dio (1Cor 2,14).

  A008001384 

 Difatti è risaputo nella sana filosofia che ogni cosa agisce secondo il suo essere e il suo esistere.

  A008001384 

 Ora, se l’anima vive una vita spirituale, dopo aver mortificato quella animale, è chiaro che, essendo tutte le sue azioni e tutti i suoi movimenti ormai spirituali, essa si dirigerà a Dio in ogni cosa e senza alcuna contraddizione.

  A008001394 

 Poiché fruttano pace e tranquillità, rettitudine e ordine nell’uso della ragione, come anche prudenza nel comportamento, dal punto di vista umano una persona non può possedere cosa migliore in questa vita..

  A008001396 

 Benché fossero pagani e le guardassero dal punto di vista materiale e dei beni temporali e corporali che naturalmente ne vedevano derivare, non solo per loro mezzo acquistarono i beni e la fama passeggera alla quale aspiravano, ma qualcosa di più: Dio, che ama tutto ciò che è buono anche nel barbaro e nel pagano e non impedisce che si faccia alcuna cosa buona (Sap 7,22 Volg.), prolungò loro la vita, concesse onori, potere e pace, come appunto fece con i romani che seguivano leggi giuste: assoggettò a loro quasi tutto il mondo, ricompensando così su questa terra, per i loro buoni costumi, quelli che erano incapaci, mancando loro la fede, di premio eterno.

  A008001452 

 Nello stesso capitolo dice: Predicono la menzogna e profetizzano le imposture del loro cuore (Ger 23,26 Volg.), cosa che non sarebbe accaduta se non avessero avuto questo deprecabile spirito di possesso per simili cose..

  A008001480 

 Difatti è cosa certa e frequente che alcuni, per la loro scarsa scienza, si servono delle cose spirituali solo per soddisfare i sensi, lasciando il loro spirito a digiuno.

  A008001508 

 Così i mezzi, che dovrebbero essere soltanto un aiuto per l’anima, le divengono motivo d’imperfezione e ostacolo, al pari dell’attaccamento e dello spirito di possesso per qualsiasi altra cosa..

  A008001512 

 Da che cosa deriva, infatti, che tu voglia avere una corona del rosario con certe caratteristiche, che sia fatta così e non diversamente, se non dal fatto che hai riposto la tua gioia in uno strumento? E perché vuoi scegliere questa immagine piuttosto che un’altra, non tenendo conto se ti risveglia maggiormente l’amore, ma solo se è più preziosa e più bella? Se tu non nutrissi altro desiderio e altra gioia che amare Dio, non ti importerebbe nulla di queste cose.

  A008001536 

 Senza dubbio ogni ornamento, ogni addobbo e tutta la venerazione che si può avere per le immagini è poca cosa rispetto a quello che esse meritano.

  A008001538 

 Cosa dire poi di altri interessi che alcuni hanno nelle feste che celebrano? Essi sanno, e Dio vede, che badano più al guadagno che alla gloria di Dio.

  A008001546 

 Si fa così anche con il bambino, per non farlo piangere: gli si toglie una cosa dalla mano dandogliene subito un’altra.

  A008001550 

 Quanto, invece, al raccoglimento interiore, che è la cosa più importante, ne hanno molto poco e ne tengono poco conto; se l’avessero, non proverebbero soddisfazione, anzi si stancherebbero di tutti quegli ornamenti e decorazioni..

  A008001570 

 Tuttavia è bene che la persona ritorni talvolta in quel luogo per pregare, a patto che sia distaccata da ogni cosa, per tre motivi: primo, perché se, come dicevo, Dio non è legato ad alcun luogo, sembra però che abbia voluto legarsi a quello lì per esservi lodato dall’anima alla quale ha concesso quella determinata grazia.

  A008001590 

 Leggiamo nella Scrittura che, avendo Salomone chiesto a Dio una cosa che gli era gradita, cioè la sapienza per governare il suo popolo nella giustizia, Dio gli rispose: Poiché ti sta a cuore una cosa simile e poiché non hai domandato né ricchezze né beni né gloria né la vita dei tuoi nemici e neppure una lunga vita, ma hai domandato piuttosto saggezza e scienza per governare il mio popolo, su cui ti ho costituito re, saggezza e scienza ti saranno concesse.

  A008001616 

 Per frenare questa passione e liberarla da tutto ciò che non è Dio, occorre sapere che tutto quello di cui la volontà può godere in modo particolare, come ho detto, è per essa soave e piacevole, ma nessuna cosa soave e piacevole che essa possa gustare è Dio.

  A008001618 

 È quindi chiaro che nessuna cosa particolare, fra tutte quelle di cui può godere la volontà, è Dio.

  A008001624 

 In questo modo egli non amerebbe in purezza di fede e sopra ogni cosa Dio, cioè riponendo in lui tutta la forza della volontà.


09-Giovanni della Croce - Notte oscura.html
  A009000076 

 senza veder cosa,.

  A009000130 

 Al fine di chiarire e meglio comprendere che notte sia quella che l’anima deve attraversare e per quale motivo il Signore ve la ponga, è opportuno prima d’ogni cosa accennare ad alcune imperfezioni dei principianti.

  A009000146 

 Inoltre alcuni di questi principianti considerano poca cosa le loro mancanze, mentre altre volte si rattristano troppo quando le commettono.

  A009000172 

 Del resto, la stessa cosa accade loro quando si accendono d’ira o hanno qualche turbamento o qualche pena..

  A009000192 

 Lasciano da parte la sottomissione e l’obbedienza, che sono la penitenza della ragione e della volontà pur sapendo che questo è il sacrificio a Dio gradito più di qualsiasi altra cosa e della stessa penitenza corporale.

  A009000196 

 Al contrario, sarà più giusto e lodevole avere una disposizione diversa e pregare il confessore di non farli accostare alla comunione tanto spesso; sebbene, tra questi due estremi, la cosa migliore sia la rassegnazione umile, tuttavia la cosa che genera più mali e attira castighi su di loro è la temerarietà..

  A009000234 

 Il primo è l’assenza di gusto e consolazione nelle cose di Dio e in qualsiasi cosa creata.

  A009000234 

 Infatti, allorché Dio introduce l’anima in questa notte oscura per condurla all’aridità e purificarla dall’appetito sensitivo, non le permette di provare consolazioni in cosa alcuna.

  A009000258 

 L’unica cosa da fare è lasciare l’anima libera, sgombra e al riparo da tutte le conoscenze e i pensieri, non preoccupandosi di cosa dovrà pensare o meditare.

  A009000280 

 Così, dopo aver obbedito, Mosè divenne tanto prudente e discreto che, come dice la Scrittura, non solo non osava avvicinarsi, ma nemmeno guardare ( Es 3,2-6; At 7,32); infatti, solo dopo aver tolto i calzari, cioè aver mortificato gli appetiti e i gusti, conobbe profondamente la sua miseria di fronte a Dio, cosa necessaria per ascoltare la parola di Dio.

  A009000282 

 Quando l’anima è distaccata e libera come le occorre per rendersi disponibile all’influsso divino, passa attraverso la notte oscura e arida della contemplazione, e Dio, come ho detto, nella sua divina saggezza la istruisce soprannaturalmente, cosa che non faceva quando l’anima gustava le gioie e le soddisfazioni di una volta..

  A009000284 

 Per ascoltare Dio, infatti, l’anima deve stare all’erta e distaccata da ogni affetto e dai sensi, come dice il profeta: Mi metterò di sentinella, in piedi sulla fortezza ( Ab 2,1), cioè staccato dagli appetiti, a spiare e non a discorrere con i sensi per vedere che cosa mi dirà, cioè per sapere che messaggio mi viene da Dio.

  A009000379 

 Applicando ora questa strofa alla purificazione, alla contemplazione, allo spogliamento o povertà di spirito, realtà tutte che significano quasi la stessa cosa, posso spiegare nel modo seguente ciò che dice l’anima.

  A009000381 

 La stessa cosa si può dire della memoria, i cui ricordi si sono trasformati in pensieri eterni di gloria.

  A009000389 

 La stessa cosa accade riguardo alla luce; quanto più è forte, tanto più acceca e oscura la pupilla della civetta; così il sole: quanto più è fissato direttamente, tanto più abbaglia la potenza visiva e la priva della luce, perché è troppo superiore alla debolezza dell’occhio.

  A009000397 

 È cosa strana e degna di compassione che la debolezza e l’impurità dell’anima facciano sentire pesante e avversa la mano di Dio, che per natura è così lieve e dolce.

  A009000411 

 Queste sono, in verità, le anime che discendono vive all’inferno ( Sal 54,16), perché in questa condizione si purificano come avverrebbe laggiù, se la cosa fosse possibile.

  A009000423 

 La stessa cosa avviene nella parte sensitiva dell’anima, perché la sua capacità di percezione è debole.

  A009000431 

 C’è un’altra cosa che rattrista e tormenta molto l’anima in questo stato.

  A009000431 

 Oltre a ciò, molte volte le accade di essere talmente distratta e avere delle dimenticanze così gravi da passare molto tempo senza sapere cosa ha fatto o ha detto, né ciò che fa o farà e, anche volendolo, non può prestare attenzione a nulla..

  A009000439 

 Ciò è quanto l’Apostolo ha detto: Lo Spirito scruta ogni cosa, anche le profondità di Dio (1Cor 2,10).

  A009000439 

 Possiamo attribuire a questa sapienza generale e semplice ciò che, per bocca del Saggio, dice lo Spirito Santo: Per la sua purezza si diffonde e penetra in ogni cosa ( Sap 7,24), perché non è legata a nessun intelligibile particolare né ad alcun affetto.

  A009000449 

 Occorre, dunque, prima d’ogni cosa, che l’anima sia nel vuoto e nella povertà di spirito, purificata da ogni attaccamento, conforto e percezione naturale di cose divine e umane.

  A009000451 

 Quanto alla memoria, essa dovrà allontanarsi da ogni nozione piacevole e serena; dovrà nutrire un sentimento molto intimo e una disposizione che la renderanno estranea a tutto e l’allontaneranno da ogni cosa.

  A009000481 

 Così è del legno che brucia: l’aria o altra cosa non fa che alimentare il fuoco che lo divora.

  A009000493 

 È a questo punto che l’anima deve amare con grande forza, con tutte le sue forze e con tutte le sue passioni spirituali e sensitive, cosa che non potrebbe accadere se esse si distraessero nell’amare altre cose.

  A009000533 

 Ma la forza e la veemenza dell’amore ha proprio la caratteristica di credere che tutto sia possibile e che tutti pensino la stessa cosa; crede, infatti, che nessuno possa occuparsi di qualcos’altro o ricercare cosa diversa da ciò che essa ricerca o ama; pensa che l’oggetto del suo amore e della sua sollecitudine sia lo stesso per tutti.

  A009000533 

 Questo è il motivo per cui, quando la sposa del Cantico uscì per cercare il suo Amato per le piazze e le contrade, credendo che gli altri stessero facendo la stessa cosa, disse loro che, se l’avessero trovato, gli dicessero che lei soffriva d’amore per lui ( Ct 5,8).

  A009000541 

 Dio ottenebra le sue potenze interiori e le spoglia di tutto; fa passare i suoi affetti sensitivi e spirituali attraverso l’angoscia e il deserto; debilita e rettifica le forze naturali dell’anima in rapporto a tutto, cosa che l’anima non sarebbe mai riuscita a conseguire da sola, come dirò presto.

  A009000541 

 D’altra parte, essendo la volontà infiammata d’amore divino, diviene divina, quindi ama come Dio ama, perché forma una cosa sola con la volontà e l’amore di Dio.

  A009000541 

 La stessa cosa si può dire della memoria, degli affetti e degli appetiti, che sono cambiati e trasformati secondo Dio e in maniera degna di lui.

  A009000545 

 È opportuno, dunque, che le loro operazioni, come anche i loro movimenti, siano addormentati in questa notte, perché non impediscano all’anima il conseguimento dei beni soprannaturali dell’unione d’amore con Dio, cosa che non può accadere finché sono attivi e operanti.

  A009000571 

 Il Filosofo, infatti, afferma: Ognuno riceve una cosa secondo le capacità della propria natura.

  A009000585 

 La stessa cosa dice Davide in un salmo: Davanti al suo fulgore si dissipavano le nubi ( Sal 17,13), cioè l’intelletto naturale, la cui luce, come dice Isaia, è spessa tenebra: obtenebrata est in caligine eius, è stata oscurata dalla sua caligine ( Is 5,30)..

  A009000589 

 Poiché l’anima tiene sotto controllo tutti i suoi appetiti, i suoi affetti e le sue potenze nelle tenebre, è libera da tutte le imperfezioni opposte al suo spirito, come pure dalla sua carne e da ogni cosa creata.

  A009000601 

 Assomiglia a colui che vede per la prima volta una cosa senza aver mai conosciuto in precedenza altro di simile; anche se ne comprende la natura e ne gode, malgrado i suoi sforzi non saprebbe darle un nome né descriverla a parole.

  A009000601 

 Infatti questa sapienza d’amore è segreta quando l’anima passa attraverso le tenebre e le sofferenze della purificazione e quando tale sapienza purifica l’anima, tanto che questa non sa che cosa dirne.

  A009000627 

 Di questo grado d’amore parla la sposa quando dice: Io vi scongiuro, figlie di Gerusalemme, se trovate il mio Diletto che cosa gli racconterete? Che sono malata d’amore! ( Ct 5,8).

  A009000627 

 L’ho già spiegato sopra quando ho parlato dell’annientamento in cui si trova l’anima allorché comincia a salire questa scala di purificazione quale si ha nella contemplazione; proprio allora l’anima non riesce a trovare gusto, sostegno, conforto o appoggio in nessuna cosa.

  A009000629 

 Arrivata al secondo grado, l’anima cerca sollecitamente l’Amato in tutte le cose; in ogni suo pensiero si rivolge all’Amato; nelle sue parole, in tutte le circostanze che si presentano, parla e si occupa sempre dell’Amato; sia che mangi, dorma o vegli, sia che faccia qualsiasi altra cosa, tutta la sua attenzione è rivolta all’Amato, come ho già detto parlando delle ansie d’amore.

  A009000629 

 L’anima fa la stessa cosa incessantemente, come consiglia Davide con queste parole: Cercate sempre il suo volto ( Sal 104,4), e cercandolo in tutte le cose, non fermatevi su nessuna finché non lo abbiate trovato.

  A009000631 

 Anche Giacobbe, dopo aver servito per sette anni, ritenne poca cosa servire per altri sette ancora, tanto era il suo amore per Rachele ( Gn 29,20).

  A009000631 

 Se il timore, che è figlio dell’amore, le infonde questa brama, che cosa non farà l’amore stesso? Trovandosi in questo grado, ritiene piccole le grandi opere fatte per l’Amato, poche le molte azioni e breve il lungo tempo che spende per servirlo, tanto ardente è quest’incendio d’amore.

  A009000631 

 Se in Giacobbe l’amore per una creatura poté tanto, che cosa non potrà l’amore per il Creatore quando si impadronisce dell’anima in questo terzo grado? Per il grande amore che nutre per Dio, l’anima soffre pene profonde vedendo il poco che fa per il suo Signore; se potesse immolarsi mille volte per lui, ne sarebbe contenta.

  A009000665 

 La speranza copre anche tutti i sensi della testa dell’anima, in modo che non si ingolfino in alcuna cosa del mondo e siano protetti dalle frecce di questa vita.

  A009000667 

 Rivestita di questa livrea verde, l’anima ha sempre lo sguardo rivolto a Dio; perciò distoglie i suoi occhi da qualsiasi altra cosa e si aggrappa solo a Dio.

  A009000667 

 Senza questa livrea verde della speranza in Dio solo non era opportuno che l’anima uscisse per raggiungere il suo amore, perché non avrebbe ottenuto nulla: ciò che muove Dio e ottiene da lui ogni cosa è la ferma speranza..

  A009000673 

 La speranza fa il vuoto nella memoria e la separa dal possesso di ogni cosa creata, perché, come dice san Paolo, la speranza ha per oggetto le cose non possedute (cfr. Rm 8,24-25).

  A009000681 

 La cosa più importante, infatti, e che mi ero proposto, era quella di spiegare questa notte a molte anime che vi si trovano immerse senza saperlo, come è detto nel Prologo.

  A009000691 

 Difatti, avvertendo la molesta presenza del nemico, l’anima – cosa degna di nota! – senza sapere come avvenga e senza far nulla da parte sua, entra nella parte più intima del suo spirito come in un rifugio sicuro; lì si accorge di essere molto lontana dal nemico e ben protetta, e sente aumentare la pace e la gioia che il nemico voleva rapirle.

  A009000709 

 Nessuno giunge a questo bene se non attraverso un intimo spogliamento, la purificazione spirituale e l’abnegazione di ogni cosa creata.

  A009000719 

 La stessa cosa fa capire la sposa del Cantico, quando dice che, dopo aver incontrato le guardie notturne che la percossero, la ferirono e le tolsero il mantello ( Ct 5,7), trovò l’Amato del suo cuore ( Ct 3,4)..

  A009000721 

 Non si può pervenire a quest’unione senza una grande purezza, ma questa purezza non si raggiunge senza un totale spogliamento di ogni cosa creata e senza un’intensa mortificazione.

  A009000728 

 senza veder cosa,.


10-Giovanni della Croce - Cantico spirituale.html
  A010000116 

 e me spenta lascia non so cosa,.

  A010000343 

 Chiedergli, poi, di mostrare dove va a riposare al meriggio, significa chiedere la stessa cosa, perché il Padre non riposa e non si trova in nessun altro luogo se non nel Figlio, in cui riposa comunicandogli tutta la sua essenza, a mezzogiorno, cioè nell’eternità, dove sempre lo genera.

  A010000363 

 Avendo, infatti, il gusto della volontà purificato e lo spirito limpido e ben disposto verso Dio e gustando già qualcosa della dolcezza dell’amore divino, che essi bramano più d’ogni altra cosa, soffrono indicibilmente.

  A010000384 

 Allora l’anima – parlando nel modo più chiaro possibile – lo ama più di tutte le cose: quando non vi è nulla che le impedisca di fare e soffrire qualsiasi cosa per lui.

  A010000384 

 Cioè colui che amo più d’ogni altra cosa.

  A010000415 

 Tuttavia l’anima profondamente innamorata, che stima il suo Amato più di ogni altra cosa, fidandosi del suo amore e del suo favore non teme di dire: né temerò le fiere, ma passerò i forti e le frontiere..

  A010000432 

 Dopo che l’anima ha illustrato il modo per disporsi a intraprendere questo cammino, cioè non andare in cerca di piaceri e soddisfazioni, e la forza che occorre per vincere le tentazioni e le difficoltà – in questo consiste l’esperienza della conoscenza di sé, la prima cosa da fare se si vuole pervenire alla conoscenza di Dio –, ora, in questa strofa, comincia a camminare, mediante la considerazione e la conoscenza delle creature, verso la conoscenza del suo Amato, che le ha create.

  A010000463 

 In questo modo donò loro l’essere naturale, arricchito di molte grazie e doni naturali, facendole complete e perfette, come dice la Genesi: Dio vide quanto aveva fatto, ed ecco era cosa molto buona (Gn 1,31).

  A010000488 

 Nessuna cosa terrena o celeste, infatti, può dare all’anima la conoscenza che desidera avere di te; per questo non sanno dirmi ciò che bramo.

  A010000495 

 e me spenta lascia non so cosa.

  A010000501 

 Non dice soltanto questo, ma aggiunge anche che sta morendo d’amore a causa dell’immensità straordinaria che le si svela attraverso queste creature, senza riuscire a scoprirla del tutto; la chiama qui non so che, perché non sa dire cosa sia, ma è tale da farla morire d’amore..

  A010000507 

 Questo morire d’amore avviene nell’anima mediante un tocco di somma conoscenza della Divinità, cioè quel non so cosa – di questa strofa – che vanno appena balbettando.

  A010000515 

 E me spenta lascia non so cosa ch’essi vanno appena balbettando..

  A010000521 

 Tutto questo è un non so cosa, che vanno appena balbettando.

  A010000536 

 Però, oltre a questa vita d’amore, in virtù della quale l’anima vive in qualsiasi cosa che ama, possiede la sua vita originariamente e naturalmente in Dio, come tutte le altre cose create, secondo quanto afferma san Paolo: In ipso vivimus, movemur et sumus (At 17,28), che significa: in Dio abbiamo la nostra vita, il nostro movimento e il nostro essere.

  A010000561 

 Questo perché il cuore non può stare in pace e tranquillo senza qualche possesso, e quando vi è affezionato, non possiede più se stesso né altra cosa.

  A010000563 

 Da quanto detto si comprende come l’anima innamorata di Dio non deve pretendere né sperare altra cosa da lui che la perfezione dell’amore..

  A010000563 

 È per questa ricompensa che serve l’Amato, altrimenti il suo non sarebbe vero amore, perché il salario e la paga dell’amore non è altro – né l’anima può volere altra cosa – che un amore sempre più grande, fino ad arrivare alla perfezione stessa dell’amore.

  A010000635 

 Per meglio comprendere cosa sia questo volo, si consideri che, come ho detto, in questa visita dello Spirito divino, lo spirito umano viene elevato con veemenza per comunicare con lo Spirito, abbandona il corpo e cessa di sentire e di agire in esso, perché agisce solo in Dio.

  A010000697 

 Di conseguenza, questo udire dell’anima è la stessa cosa che vedere con l’intelletto..

  A010000715 

 Anche lo spirito, in questa contemplazione, si trova nella solitudine di tutte le cose, completamente spoglio, né consente in sé altra cosa che la solitudine in Dio.

  A010000721 

 Ciò è quanto volle dire lo Spirito Santo nel libro della Sapienza: Spiritus Domini replevit orbem terrarum, et hoc quod continet omnia, scientiam habet vocis: Lo spirito del Signore riempie l’universo e, abbracciando ogni cosa, conosce ogni voce (Sap 1,7), cioè la solitudine sonora che, come dicevo, l’anima conosce in questo stato, e che è la testimonianza che tutte le creature danno a Dio.

  A010000742 

 Così, non solo il demonio non può entrarvi, ma nessuna cosa di questo mondo, né dall’alto né dal basso, la può turbare, molestare o anche solo toccare.

  A010000742 

 La stessa cosa desiderava la sposa del Cantico dei Cantici quando diceva: Quis det te mihi fratrem meum sugentem ubera ma tris meae, ut inveniam te solum foris, et deosculer te, et iam me nemo despiciat?: Oh, se tu fossi mio fratello, allattato al seno di mia madre! Trovandoti fuori ti potrei baciare e nessuno potrebbe disprezzarmi ( Ct 8,1).

  A010000746 

 Ecco cosa significa l’espressione con porpora tessuto.

  A010000798 

 È Dio stesso, infatti, che si comunica all’anima in un alone di gloria straordinaria e la trasforma in lui; entrambi sono una cosa sola, sebbene non essenzialmente e perfettamente come nell’altra vita, come sono un’unica cosa il cristallo e il raggio del sole, il carbone e il fuoco, la luce delle stelle e quella del sole.

  A010000814 

 Quella divinizzazione ed elevazione della mente in Dio, in cui l’anima viene come rapita, inebriata d’amore, trasformata tutta in Dio, non le consente di pensare a nessuna cosa di questo mondo, così che può ben dire: null’altro più sapevo.

  A010000818 

 Quanto alla volontà, si lascia trasportare da piccoli gusti e sentimenti d’amor proprio: sul piano temporale, come il possesso di piccole cose, l’attaccamento a un oggetto piuttosto che a un altro, o alcune presunzioni, come la stima di sé e altri puntigli che ricordano lo spirito e il gusto del mondo; su piano fisico, come preoccuparsi di mangiare o di bere, preferire una cosa piuttosto che un’altra, scegliere e volere sempre il meglio; sul piano spirituale, come cercare le consolazioni di Dio e altre piccole imperfezioni, che non finiremmo mai di elencare, e che ordinariamente hanno le persone spirituali non ancora perfette.

  A010000839 

 Desidera essere tutta sua per sempre e non trattenere per sé cosa alcuna che possa dispiacergli.

  A010000883 

 L’anima risponde molto bene a questa critica, facendo fronte molto coraggiosamente a questo e a tutto quanto il mondo potrebbe imputarle, perché, giunta ormai al cuore dell’amore di Dio, ritiene tutto il resto poca cosa.

  A010000893 

 Si è perduta in due modi: prima a se stessa, non badando a sé in nessuna cosa, ma solo all’Amato, consacrandosi a lui di buon grado senza alcun interesse personale o benché minimo tornaconto.

  A010000939 

 L’anima, in effetti, sembra dire: hai amato quest’amore perché forte, libero da ogni pusillanimità o timore e solo, distaccato da ogni altra cosa, dallo slancio agile e pieno di fervore.

  A010000959 

 Attribuendo tutto a lui e, nello stesso tempo, ringraziandolo per ogni cosa, dice che il motivo per cui egli si è lasciato catturare da un solo capello del suo amore e ferire dall’occhio della sua fede è perché si è degnato di guardarla con amore, rendendola graziosa e gradevole ai suoi occhi.

  A010000959 

 Diceva, per esempio, che avrebbe intrecciato insieme con lo Sposo le ghirlande e le avrebbero legate con un suo capello, cosa di non poca importanza e valore; si gloriava, inoltre, che lo Sposo si era lasciato catturare da un suo capello e ferire da uno dei suoi occhi, e anche in questo sembrava attribuirsi un grande merito.

  A010000991 

 Dio si compiace molto dell’anima alla quale ha donato la sua grazia, perché in essa dimora con gioia, cosa che non faceva prima.

  A010001010 

 La sposa del Cantico dei Cantici chiede la stessa cosa: Cápite nobis vulpes parvulas, quae demoliuntur vineas; nam vinea nostra floruit: Prendeteci le volpi piccoline che devastano le vigne, perché la nostra vigna è in fiore (Ct 2,15).

  A010001018 

 L’unica cosa che fa l’anima insieme all’Amato, è restare in quest’esercizio pieno di soavità, al quale è stata elevata, e che consiste nello sprofondarsi sempre più nell’unione d’amore.

  A010001045 

 Essendo questa una cosa tanto necessaria, sorgente di tanto bene e gloria per l’anima, la sposa la desiderò e la chiese nel Cantico dei Cantici con le stesse parole di questa strofa, dicendo: Surge, aquilo, et veni, auster, perfla hortum meum, et fluent aromata illius: Lèvati, aquilone, e tu, austro, vieni, soffia per il mio giardino, si effondano i suoi aromi e le sue preziose spezie (Ct 4,16).

  A010001047 

 L’anima dà il nome di pasto a queste delizie con cui il Figlio di Dio la nutre in questo periodo: nulla di più appropriato, perché il pasto o nutrimento è cosa che non solo piace, ma anche sostiene.

  A010001120 

 In questo stato, infatti, la grandezza e la stabilità dell’anima sono talmente possenti che, se prima essa veniva raggiunta dalle acque del dolore per un motivo qualsiasi, come anche per i peccati suoi o per quelli degli altri – cosa che spesso fa soffrire di più le persone spirituali –, ora, anche se valuta la gravità del peccato, non ne ricava sensazioni dolorose.

  A010001168 

 La stessa cosa chiede l’anima allo Sposo, in questa strofa, esprimendogli quattro desideri.

  A010001172 

 Questa è cosa del tutto estranea ai sensi e agli accidenti, trattandosi di un contatto tra la sostanza pura dell’anima e quella della divinità.

  A010001220 

 Una volta che l’anima vive nella solitudine da ogni cosa e si è elevata al di sopra di tutto il creato, niente più le giova né le serve per salire ancora, se non lo stesso Verbo Sposo.

  A010001314 

 Non dobbiamo stupirci che l’anima possa realizzare una cosa così sublime, perché, dal momento che Dio le concede la grazia di arrivare ad essere deiforme e unita alla santissima Trinità, nella quale l’anima diventa Dio per partecipazione, perché dovrebbe essere incredibile che svolga le sue attività d’intelletto, di conoscenza e d’amore nella Trinità strettamente unita a lei e attiva come la stessa Trinità, anche se per partecipazione, mentre è Dio stesso che opera nell’anima?.

  A010001316 

 Anche qui non bisogna credere che il Figlio voglia dire al Padre che i santi siano una sola cosa per essenza e per natura come lo sono il Padre e il Figlio, ma che lo siano per unione d’amore, come il Padre e il Figlio lo sono per unità d’amore.

  A010001316 

 Come tu, Padre, sei in me e io in te, siano anch’essi in noi una cosa sola… E la gloria che tu hai data a me, io l’ho data a loro, perché siano come noi una cosa sola.

  A010001316 

 E aggiunge: Non prego solo per questi, ma anche per quelli che per la loro parola crederanno in me; perché tutti siano una sola cosa.

  A010001318 

 O anime create per simili grandezze e ad esse chiamate, che fate? In cosa vi intrattenete? Le vostre pretese non sono che bassezza e i vostri beni miseria.

  A010001324 

 La terza cosa che l’anima chiede di vedere tramite l’amore è il bosco e il suo incanto. Per bosco intende Dio con tutte le creature che sono in lui; come tutti gli alberi e le piante hanno la loro vita e la loro radice nel bosco, così le creature celesti e terrene hanno la loro origine e la loro vita in Dio.


11-Giovanni della Croce - Fiamma viva d'amore - B.html
  A011000100 

 Essendo quest’anima così vicina a Dio da essere trasformata in fiamma d’amore, in cui le si comunica il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo, sarà cosa tanto incredibile affermare che assapori un riflesso di vita eterna, anche se non perfettamente, perché non lo permette la condizione di questa vita? Infatti, è tanto sublime il diletto che quella fiamma dello Spirito Santo produce in essa, che le permette di pregustare il sapore della vita eterna.

  A011000108 

 E’ cosa meravigliosa che l’amore non stia mai ozioso, bensì in continuo movimento e che, come la fiamma, getti di continuo vampate qui e là; e l’amore, il cui compito è ferire per innamorare e dilettare, siccome in quest’anima è presente quale viva fiamma, le procura le sue ferite, come fiammate tenerissime di delicato amore, esercitando in modo giocondo e festoso le arti e i giochi d’amore quasi fosse nel palazzo delle sue nozze, così come fece Assuero con la sua sposa Ester (2,17), mostrando le sue grazie, scoprendo le sue ricchezze e la gloria della sua grandezza, perché si compisse in quest’anima ciò che si dice nei Proverbi: Mi dilettavo tutto il giorno, giocando innanzi a lui tutto il tempo, scherzando sulla rotonda terra, e il mio diletto consiste nello stare con i figli degli uomini (8,30 - 31); vale a dire nel comunicarle a loro.

  A011000174 

 Sebbene sia vero che in questo stato così alto l’anima è tanto più conforme e soddisfatta quanto più è trasformata in amore, e non sa da sé nessuna cosa né osa chiedere, salvo che per il suo Amato, poiché la carità, come dice san Paolo, non pretende le sue cose per sé (1Cor 13,5), ma per il suo Amato; tuttavia, poiché vive nella speranza, nella quale non si può fare a meno di sentire un certo vuoto, prova un certo gemito, anche se soave e delicato, poiché le manca il possesso perfetto dell’adozione dei figli di Dio, dove, compiendosi la sua gloria, il suo appetito si farà quieto..

  A011000201 

 La quarta ragione è perché si consumi al più presto il velo della vita; perché tagliare e consumare richiedono maggior riflessione, in quanto si attende che la cosa sia giunta a maturazione o al suo termine, o che intervenga qualche altro fatto, mentre squarciando non si deve attendere che le cose giungano al loro punto di maturazione né nulla di simile..

  A011000227 

 Così, la mano, il cauterio e il tocco, in realtà, sono una medesima cosa; ma usa questi termini in quanto adatti a indicare l’effetto che ciascuna di loro produce..

  A011000242 

 È cosa meravigliosa e degna da raccontare che, pur essendo questo fuoco di Dio consumatore tanto veemente, che con maggiore facilità consumerebbe mille mondi di quanto quello terrestre brucerebbe un filo di lino, questo fuoco non consuma e non distrugge l’anima in cui così arde; e ancor meno le provoca dolore, anzi la divinizza e la diletta in proporzione alla forza d’amore, bruciando e ardendo in lei soavemente.

  A011000274 

 Ciò accade nel seguente modo: trovandosi queste anime ormai purificate e raccolte in Dio, ciò che per la loro corruttibile carne è causa di dolore e tormento, nello spirito forte e sano gli è dolce e gustoso, cosicché è cosa meravigliosa sentire crescere il dolore nel sapore..

  A011000275 

 Poiché è una cosa meravigliosa e degna della grande soavità e dolcezza che Dio tiene nascosta per coloro che lo temono [ Sal 30,20] far provare tanto più sapore e diletto quanto più dolore e tormento si sente.

  A011000294 

 Bisogna sapere che una cosa è tanto più profonda e capace, quanto più in sé è delicata, e tanta più forza ha di diffondersi e di comunicarsi quanto più è sottile.

  A011000322 

 Perciò afferma l’Ecclesiastico: Chi non è tentato, che cosa può sapere? (Sir 34,11); e Colui che non è provato, poche cose conosce (Sir 34,10)..

  A011000328 

 Con ciò è come se dicesse: se con le fatiche proprie della via piana, che ordinariamente e umanamente accadono a tutti i viventi, per avere tu un passo così corto, facevi tanta fatica che ti sembrava di correre, come potevi competere con il passo del cavallo, che è fatica più che ordinaria e comune, per il quale si richiede maggiore forza e leggerezza di quella dell’uomo? E se non hai voluto lasciare la pace e il piacere della tua terra, che è la tua sensualità, non volendo dichiararle guerra né contraddirla in nessuna cosa, come pretendevi di entrare nelle turbolente acque delle sofferenze e tribolazioni dello spirito, che sono più intime?.

  A011000366 

 E non c’è nulla di cui meravigliarsi se l’anima con tanta frequenza prova queste gioie, giubili, fruizioni e lodi di Dio, poiché oltre il riconoscimento delle grazie ricevute sente Dio così sollecito a favorirla con tante preziose, delicate e straordinarie parole e a innalzarla con l’una e l’altra grazia, che sembra all’anima che per Lui non vi sia altra cosa al mondo di cui occuparsi né a cui dedicarsi, bensì che sia tutto solamente per lei.

  A011000410 

 O mirabile cosa! In questo stato traboccano acque divine dall’anima, come da un’abbondante fonte, essendovi essa ormai immersa.

  A011000431 

 13. Per capire bene come sia questa ombra di Dio o questi adombramenti o splendori, il che è la medesima cosa essendo tutt’uno, bisogna sapere che ogni oggetto getta ombra e la produce secondo la sua natura e le sue proprietà.

  A011000437 

 Che cosa sentirà qui l’anima sperimentando la notizia e la comunicazione di quella visione, che ebbe Ezechiele, di un animale a quattro facce e di una ruota a quattro ruote, vedendo come il loro aspetto è quello di carboni accesi e di lampade, e vedendo la ruota, che è la sapienza di Dio, piena di occhi interni e esterni, che sono le notizie di Dio e gli splendori delle sue virtù, e sentendo nel suo spirito il suono che faceva al suo passaggio, che era come il suono di una moltitudine o di un esercito, in cui sono simboleggiate le grandezze di Dio, che l’anima ora conosce una a una nell’unico suono del passo che Dio compie per lei; gustando quel suono del battito delle sue ali, il quale, dice il profeta, era come il suono di molte acque e come suono di Dio altissimo, parole che si riferiscono all’impeto delle acque divine, di cui abbiamo già parlato, le quali, mentre lo Spirito Santo aleggia sulla fiamma dell’amore dilettando l’anima, la investono, godendo in questa circostanza della gloria di Dio, nella sua immagine e ombra, come anche il profeta dice, che la visione di quell’animale e di quella ruota era un’immagine della gloria del Signore! ( Ez 1, 5-28)..

  A011000446 

 Prima di tutto bisogna notare che queste caverne delle potenze, quando non sono vuote, pure e depurate da ogni affetto umano, non sentono il grande vuoto della loro profonda capacità; infatti, ogni piccola cosa che in questa vita si attacchi loro è sufficiente a renderle imbarazzate e alienate, tanto che non sentono il loro danno, né la mancanza dei loro immensi beni, né conoscono la loro capacità..

  A011000462 

 L’una cosa equivale a volersi bene, l’altra a donarsi.

  A011000481 

 Perché comprendiamo più chiaramente in cosa consista questa condizione di principianti, bisogna sapere che lo stato e la pratica di costoro è meditare e fare atti ed esercizi discorsivi con l’immaginazione.

  A011000485 

 E se prima cercava, trovandoli, sapore e fervore, ora invece non li deve volere né cercare, poiché non solo non li troverà nonostante l’impegno, ma ne ricaverà solo aridità, poiché si distrae dal bene pacifico e quieto che segretamente le stanno dando nello spirito, a causa dell’attività che essa vuole svolgere attraverso i sensi, e così perdendo una cosa non farà l’altra.

  A011000487 

 Infatti è conveniente che chi riceve si adatti alla cosa ricevuta e non viceversa, per poterla ricevere e ritenere come gli viene data, poiché, come dicono i filosofi, qualsiasi cosa si riceva si riceve al modo del recipiente..

  A011000490 

 Perciò l’anima non deve attaccarsi a nulla, né all’esercizio della meditazione, né a gusto sia sensibile sia spirituale; né a qualsiasi altra apprensione, poiché si richiede per questo stato che lo spirito sia libero e annichilito riguardo a qualsiasi cosa.

  A011000498 

 Infatti il suo modo limitato di intendere, il suo rozzo modo di sentire, il suo povero modo di amare e gustare è troppo poco perché Dio gli dia la soave manna ( Es 16,14), il cui sapore – al quale tu vorresti condurre faticosamente l’anima –, sebbene abbia in sé tutti i sapori e gusti ( Sap 16,20-21), essendo così delicata che si disfa in bocca, non si potrà assaporare se si cercherà di sentire insieme il gusto di qualche altra cosa..

  A011000509 

 Infatti, quante volte mentre Dio sta ungendo delicatamente l’anima contemplativa con notizia amorosa, serena, pacifica, solitaria, estranea ai sensi e a ciò che si può pensare, cosicché essa non può né meditare, né pensare a nulla, né provare piacere in alcuna cosa del cielo e della terra, poiché Dio la tiene occupata in quell’unzione solitaria, inclinandola all’ozio e alla solitudine, verrà un maestro spirituale che saprà solo dare martellate e colpire le potenze come un fabbro, e dal momento che non sa insegnare che quello e non sa fare altro che meditare, dirà: su, lasciate questi riposi che non sono altro che ozi e perdite di tempo, meditate invece facendo atti interiori, poiché è necessario che voi da parte vostra facciate ciò che dipende da voi, mentre queste altre cose sono illusioni e sciocchezze..

  A011000512 

 E così, essendo arrivato per mezzo delle potenze al raccoglimento quieto cui aspira ogni spirituale, in cui cessa l’opera delle stesse potenze, non solo sarebbe cosa inutile tornare ad agire con quelle stesse potenze per arrivare al raccoglimento, ma sarebbe per lei anche dannoso, in quanto si distrarrebbe e perderebbe il raccoglimento che già possiede..

  A011000514 

 Questi maestri spirituali, non comprendendo, come ho già detto, che cosa sia il raccoglimento e la solitudine spirituale dell’anima, né le sue proprietà, solitudine nella quale Dio infonde nell’anima queste sublimi unzioni, sovrappongono e frappongono altri unguenti di più basso esercizio spirituale, facendo operare l’anima come abbiamo detto.

  A011000515 

 E la cosa peggiore è che, per esercitare la sua operazione naturale, perde la solitudine e il raccoglimento interiore e, conseguentemente, l’opera sublime che Dio sta dipingendo in lei; e così tutto si riduce a dar colpi al ferro, facendo danno da una parte e senza guadagnare dall’altra..

  A011000517 

 E conformemente al cammino e allo spirito attraverso i quali Dio le conduce, cerchino d’indirizzarle verso una maggiore solitudine, libertà, tranquillità e profondità dello spirito, affinché non attacchino il senso spirituale e corporeo a nessuna cosa particolare interiore ed esteriore quando Dio le conduce attraverso questa solitudine.

  A011000526 

 Dirai che l’anima non intende distintamente nessuna cosa e così non può progredire.

  A011000529 

 E dirai che, se l’intelletto non intende con chiarezza, la volontà rimarrà oziosa e non amerà, cosa da evitare sempre nel cammino dello spirito.

  A011000531 

 Quindi quale è l’intelligenza nell’intelletto, tale è l’amore nella volontà e perciò come per l’intelletto questa notizia che Dio le infonde è generale, oscura e indistinta, così anche la volontà amerà in generale, senza distinzione alcuna nei confronti di qualche cosa appresa in modo particolare.

  A011000539 

 E anche se l’anima non gusta Dio in modo particolare e distinto, né lo ama con un atto determinato, gusta Dio nella infusione indistinta, oscuramente e segretamente più di qualsiasi altra cosa distinta; infatti ora vede chiaramente che nulla le dà tanto piacere come quella quiete solitaria e ama Dio al di sopra di tutte le cose degne di amore, poiché i gusti e i sapori di quelle ormai li rifiuta sentendoli insipidi..

  A011000545 

 E poiché qui il senso non trova nulla cui attaccarsi, né cosa da gustare o da fare, essi le persuadono a ricercare gusti e fervori, mentre dovrebbero consigliarle di fare il contrario.

  A011000545 

 Questi maestri spirituali non comprendono le anime che avanzano in questa contemplazione quieta e solitaria, per non essere arrivati a essa, e per non sapere che cosa significhi abbandonare il ragionamento della meditazione, come ho detto, pensano che queste anime stiano in ozio, cosicché le disturbano impedendo la pace della contemplazione tranquilla e quieta che Dio gratuitamente concede loro, e le spingono nel cammino della meditazione, a discorrere con l’immaginazione, obbligandole a compiere atti interiori.

  A011000547 

 Costoro non sanno che cosa sia lo spirito: offendono Dio e gli mancano di rispetto mettendo la loro rozza mano dove Egli opera.

  A011000551 

 Ed è cosa importante e grave colpa far perdere a un’anima beni inestimabili e a volte lasciarla lacerata a causa di consigli temerari..

  A011000559 

 Infatti, cosa ne sarà dell’immagine se continuerai a darle martellate e a sbozzarla, il che corrisponde nell’anima all’esercizio delle potenze? Quando sarà finita? Quando e come la dipingerà Dio? È possibile che tu possa compiere tutti questi offici e che ti ritenga tanto perfetto da pensare che essa non abbia bisogno di nessun altro che di te?.

  A011000571 

 Durante queste sublimi solitudini nelle quali lo Spirito Santo infonde le sue unzioni – il demonio prova dolore e invidia, perché vede non solo che l’anima si arricchisce, ma anche che se ne vola via e non la può sorprendere in nessuna cosa, in quanto è solitaria, nuda e aliena a qualsiasi creatura e vestigio di essa –, egli cerca in questi momenti di straniamento dell’anima di frapporre cateratte di notizie e nebbie di gusti sensibili, a volte buone, per nutrirla con esse e farla ritornare al tratto distinto e all’opera del senso, in modo tale che l’anima rivolga la sua attenzione a quei gusti e notizie buone che egli le rappresenta cosicché li abbracci per andare a Dio appoggiandosi a essi..

  A011000582 

 Poiché, se vi occupate di non porre le vostre potenze in alcuna cosa, distaccandole da tutto e non imbarazzandole, essendo l’unica cosa che da parte vostra dovete fare in questo nato, insieme all’attenzione amorosa e semplice di cui ho parlato prima, e nella maniera in cui ho detto, ossia quando non vi dà disgusto averla, poiché no dovete sforzare l’anima se non per distaccarla da tutto e liberarla, per non turbarne e alterarne la pace e tranquillità, Dio, se non frapponete ostacoli, nutrirà le vostre potenze con cibo celestiale..

  A011000589 

 Si abbandoni quindi nelle mani di Dio e non si fidi di se stessa né degli altri due ciechi: se fa così e non applica le potenze in cosa alcuna, andrà sicura..

  A011000593 

 Tutte queste cose sono ricevute e accolte nel senso dell’anima che, come dico, è la virtù e capacità che ha l’anima di sentire, possedere e gustare ogni cosa, per mezzo delle caverne delle potenze, così come al senso comune della fantasia accorrono i sensi corporali con le forme dei loro oggetti, poiché questo è il ricettacolo e l’archivio di quelle.

  A011000602 

 E questo in due modi: per quanto riguarda l’ordine naturale, non avendo luce di alcuna cosa naturale; per quello soprannaturale, invece, non avendo luce delle cose soprannaturali.

  A011000602 

 Parlando dello spirito, una cosa è essere al buio, un’altra cosa è trovarsi nelle tenebre.

  A011000606 

 Infatti, come succede quando si mette davanti agli occhi una cosa, sia pure piccola, questa è sufficiente a impedire che se ne possano vedere altre, anche grandi; così un piccolo appetito e un atto ozioso dell’anima sono sufficienti perché essa non veda tutte queste grandezze divine nascoste dai gusti e appetiti che l’anima ricerca..

  A011000613 

 E se hai degli altri dubbi, non so cosa dirti, se non di rileggere; forse lo capirai, poiché la sostanza della verità è stata detta e, quindi, non è il caso che io mi dilunghi di più..

  A011000626 

 Infatti, conforme alla perfezione con la quale l’intelletto riceve la sapienza divina, essendo diventato l’intelletto una sola cosa con quello di Dio, è la perfezione con cui l’anima la restituisce, poiché non la può dare se non nel modo in cui la riceve..

  A011000628 

 E conformi alle perfezioni degli attributi divini che lì l’anima comunica, di fortezza, bellezza, giustizia e così via, sono le perfezioni con le quali il senso, godendo, sta dando al suo Amato quella stessa luce e calore che sta ricevendo dall’Amato stesso; perché, essendo l’anima diventata una stessa cosa con Dio, giacché, come abbiamo già detto in un certo senso è essa stessa Dio per partecipazione, sebbene non tanto perfettamente come nell’altra vita, è quasi un’ombra di Dio..

  A011000631 

 Perché lì l’anima veramente vede che Dio è suo e che lo possiede a titolo ereditario, con diritto di proprietà come figlio adottivo di Dio, per la grazia che Dio le fece di offrirsi a lei, e che, come cosa sua, lo può dare e comunicare a chi vuole.

  A011000633 

 E poiché in questo regalo che fa l’anima a Dio, essa gli offre liberamente lo Spirito Santo come suo dono, affinché in Lui ami se stesso come merita, ha l’anima un diletto e una fruizione inestimabili, vedendo che offre a Dio una cosa propria che corrisponde al suo infinito essere..

  A011000688 

 E ciò è il grande diletto di questo risveglio: conoscere le creature attraverso Dio e non Dio attraverso le creature; la qual cosa significa conoscere gli effetti attraverso la causa e non la causa attraverso gli effetti poiché questa è conoscenza a posteriori, mentre l’altra è essenziale..

  A011000690 

 E come avvenga questo movimento nell’anima, dal momento che Dio è immutabile, è una cosa meravigliosa, perché, sebbene Dio realmente non si muova, all’anima sembra che in realtà accada il contrario.

  A011000697 

 Ma siccome ogni bene dell’uomo viene da Dio ( Gc 17), non potendo l’uomo da sé fare nessuna cosa suona, è vero quando si afferma che il nostro risveglio è il risveglio di Dio e il nostro sollevarci è il sollevarsi di Dio.

  A011000719 

 E così, in quest’anima, dove non permane più nessun desiderio, né alcuna immagine e forma, né affezione nei confronti di alcuna cosa creata, dimora segretamente l’Amato stretto a lei in un abbraccio tanto più intimo e forte quanto più essa, come abbiamo detto, è pura e lontana da ogni altra cosa che non sia Dio..

  A011000723 

 Infatti se solo aprendo gli occhi produce tali effetti nell’anima, che cosa accadrebbe se fosse sempre sveglio in lei?.





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