Parola «Sono» [ Frequenza = 1078 ]


02-Giovanni della Croce - Detti di luce e amore.html
  A002000031 

 Che ne sai se i tuoi desideri sono secondo Dio?.

  A002000042 

 Perché indugi tanto, se già ora puoi amare Dio nel tuo cuore? Miei sono i cieli e mia la terra, mie sono le genti, miei sono i giusti e miei i peccatori; gli angeli sono miei e mia è la Madre di Dio, tutte le creature sono mie.

  A002000062 

 Tu, o Signore, sai risollevare sempre con gioia e con amore chi ti offende, e io non sono capace di risollevare e onorare chi mi offende..

  A002000079 

 Cerca di non rattristarti subito per gli avvenimenti tristi del mondo, perché non conosci il bene che essi apportano né se i giudizi di Dio sono ordinati alla gioia eterna degli eletti..

  A002000090 

 Ricorda che molti sono i chiamati e pochi gli eletti (Mt 22,14), e se non ti prendi cura di te stesso, la tua dannazione sarà più sicura della tua salvezza, soprattutto perché stretta è la via che conduce alla vita eterna (cfr. Mt 7,14)..

  A002000100 

 Abbia sempre il pensiero fisso alla vita eterna e pensi che quelli che sono i più disprezzati, i più poveri e i più umili godranno di un potere e di una gloria maggiore in Dio..

  A002000116 

 Ci sono delle anime che si rivoltano nel fango come gli animali, e altre che volano come gli uccelli, che nell’aria si purificano e si puliscono..

  A002000122 

 Così l’anima che esaminerà spesso i suoi pensieri, le sue parole e le sue azioni, che sono i suoi capelli, facendo tutto per amor di Dio, avrà capelli ben ravviati.

  A002000123 

 Il cielo è stabile e non soggetto a generazione; così pure le anime, che sono di natura celeste, sono stabili, non soggette a generare appetiti o altre cose, perché nel loro modo di essere sono simili a Dio, che è eternamente immutabile..

  A002000124 

 Non sfamarti con pasti proibiti, che sono quelli della vita presente: beati son quelli che hanno fame e sete di giustizia, perché saranno saziati (Mt 5,6).

  A002000125 

 Tutta la bontà che possediamo ci è data in prestito; Dio solo la possiede per sua natura: Dio e la sua opera sono Dio stesso..

  A002000136 

 Sono tre i segni del raccoglimento: il primo, se l’anima non è attratta dalle cose passeggere; il secondo, se ama la solitudine, il silenzio e attende solo a tutto ciò che è più perfetto; il terzo, se le cose che abitualmente le erano di aiuto, come le riflessioni, le meditazioni o atti di questo genere, ora la disturbano; l’anima, infatti, non ha altro sostegno nella preghiera che la fede, la speranza e la carità..

  A002000138 

 Sono cinque le caratteristiche del passero solitario.

  A002000140 

 Se vuoi gloriarti senza apparire sciocco e pazzo, distaccati dalle cose che non sono tue e avrai gloria da ciò che resta.

  A002000147 

 Raramente i vecchi amici di Dio gli vengono meno, perché ormai sono superiori a tutto ciò che potrebbe farli venir meno (CA 16, 8-10; CB 25, 9-11)..

  A002000181 

 Per mortificare le quattro passioni naturali, che sono la gioia, la tristezza, il timore e la speranza, tenga conto di quanto segue: Cerchi di scegliere non il più facile, ma il più difficile.


03-Giovanni della Croce - Cautele.html
  A003000036 

 Per non averla presa in considerazione, alcuni non solo hanno perso la pace e il bene della loro anima, ma sono caduti e continuano a cadere in gravi mali e peccati.

  A003000038 

 A tale riguardo, puoi stare certo che nei conventi e nelle comunità non manca mai qualcosa in cui inciampare, perché ci sono sempre demoni che cercano di far dannare i santi; Dio lo permette per esercitare la loro virtù e metterli alla prova.

  A003000048 

 Questo cerca di fare soprattutto con coloro che non ti sono simpatici.

  A003000054 

 Così, per liberarti da tutti i turbamenti e le imperfezioni che ti possono derivare dal carattere e dal comportamento dei religiosi e per trarre profitto da ogni avvenimento, devi considerare tutti quelli che abitano in convento come ministri di Dio per esercitarti nella virtù, e lo sono per davvero: alcuni devono provarti con le parole, altri con l’azione e altri ancora con pensieri contro di te.


04-Giovanni della Croce - Quattro consigli a un religioso.html
  A004000004 

 Chi vuole essere vero religioso, osservare lo stato di vita che ha promesso a Dio, progredire nelle virtù e godere delle soavi consolazioni dello Spirito Santo, non potrà certamente farlo se non cerca di seguire con estrema cura i quattro consigli seguenti che sono: la rassegnazione, la mortificazione, l’esercizio delle virtù, la solitudine materiale e spirituale..

  A004000008 

 Deve quindi pensare che tutti coloro che sono in convento, sono strumenti messi lì da Dio unicamente per lavorare questa pietra e raffinarla nella mortificazione.

  A004000020 

 Tutto ciò è indispensabile per la solitudine interiore, onde evitare che l’anima si fermi su alcun pensiero che non sia rivolto a Dio e dimentichi tutte le cose che sono e passano in questa misera e breve vita.

  A004000022 

 Tali cose, infatti, sono talmente connesse tra loro, che se lei mancasse in una di esse, perderebbe anche quello che potrebbe aver acquistato e guadagnato nelle altre..


05-Giovanni della Croce - Gradi di perfezione.html
  A005000013 

 Non si preoccupi mai degli affari altrui, buoni o cattivi che siano, perché, oltre al pericolo che vi è di peccare, sono causa di distrazione e di poco raccoglimento..

  A005000018 

 Questo va inteso per le cose che sono conformi alla perfezione, perché Dio si adira profondamente contro coloro che antepongono il beneplacito degli uomini al suo..


06-Giovanni della Croce - Censura e parere.html
  A006000005 

 Questi, infatti, non appaiono nell’anima – quando le grazie sono, come essa pensa, vere – senza che venga prima lavorata e annientata attraverso un interiore abbattimento di umiltà.

  A006000005 

 Se la sua anima presentasse questi effetti, lei non esiterebbe a manifestarli nel suo scritto, perché la prima cosa che l’anima vuole descrivere e valutare sono gli effetti dell’umiltà, che a motivo della loro evidenza non può certo dissimulare.

  A006000005 

 Sebbene non tutte le ispirazioni che vengono da Dio siano degne di rilievo, tuttavia queste, che essa chiama unione, non mancano mai di tali effetti: Quoniam antequam exaltetur anima humiliatur: Prima di essere esaltato, il cuore dell’uomo è umiliato (Pro 18,12 Volg.), e: Bonum mihi quia humiliasti me: Bene per me se sono stato umiliato ( Sal 118 [119],71).


08.1-Giovanni della Croce - Il monte della perfezione o Monte Carmelo.html
  A007000041 

 Questi quattro gruppi di sentenze sono come separati dal tracciato dei due percorsi e dell’unico sentiero..


08.3-Giovanni della Croce - La Salita del Monte Carmelo.html
  A008000020 

 Ove si risponde a un’altra domanda, dicendo quali sono gli appetiti sufficienti a provocare nell’anima i suddetti danni..

  A008000043 

 Le prove sono tratte dalla sacra Scrittura..

  A008000044 

 Ove si prova con passi della sacra Scrittura che le rivelazioni e le parole di Dio, pur essendo sempre vere, non sempre sono certe nelle loro cause..

  A008000084 

 Ove s’inizia a trattare del quarto genere di beni, che sono i beni morali.

  A008000166 

 Difatti sono tante le difficoltà e così dense le tenebre, spirituali e temporali, che ordinariamente le anime fortunate sogliono attraversare per raggiungere questo sublime stato di perfezione, che non bastano né la scienza umana per comprenderle né l’esperienza per descriverle.

  A008000170 

 Se poi nostro Signore le favorisce tanto da farle passare all’unione divina nonostante questi impedimenti, esse vi pervengono molto tardi, con molta fatica e con minor merito, perché non si sono abbandonate a Dio, lasciandosi introdurre senza resistenza alcuna nell’autentico e sicuro cammino dell’unione.

  A008000176 

 Vi sono anche delle persone che credono di non avere il dono dell’orazione, mentre l’hanno ben grande, e altre ancora che pensano di averlo in abbondanza, mentre ne hanno poco meno di nulla..

  A008000182 

 Poiché essi si sono già spogliati dei beni di questo mondo, capiranno meglio la dottrina della nudità dello spirito..

  A008000201 

 Tale notte consiste nella spoliazione e purificazione da tutti gli appetiti dei sensi, per ciò che concerne le realtà concrete del mondo, quelle che recano piacere alla sua carne e sono gradite alla sua volontà.

  A008000205 

 Ora non mi resta che percorrere i singoli versi per descriverli uno per uno ed esporre l’argomento che mi sono prefisso.

  A008000213 

 Nel libro di Tobia (6,18-22 Volg.) questi tre generi di notti sono stati raffigurati dalle tre notti che, su richiesta dell’angelo, il giovane Tobia dovette attraversare prima di unirsi con la sua sposa.

  A008000215 

 L’angelo disse a Tobia che nella seconda notte sarebbe stato accolto nella compagnia dei santi patriarchi, che sono i padri della fede.

  A008000226 

 Così l’anima non conosce nulla se non ciò che le viene comunicato attraverso i sensi, che sono come le finestre del suo carcere..

  A008000228 

 A ciò allude Davide quando dice: Pauper sum ego, et in laboribus a iuventute mea, cioè: Sono povero e infelice sin dall’infanzia (Sal 87,16).

  A008000234 

 Per attingere l’unione con Dio è necessario che l’anima passi attraverso questa notte oscura, cioè attraverso la mortificazione degli appetiti e la rinuncia a tutti i piaceri derivanti dai beni sensibili, per il seguente motivo: tutte le affezioni che nutre per le creature sono tenebre fitte dinanzi a Dio.

  A008000236 

 Ora, le tenebre, cioè l’attaccamento che si ha per le creature, e la luce, che è Dio, sono contrari e tra loro non vi è alcuna somiglianza o rapporto di sorta, come insegna Paolo rivolgendosi ai Corinzi: Quae conventio lucis ad tenebras?, cioè: Quale rapporto vi può essere tra la luce e le tenebre? (2Cor 6,14).

  A008000238 

 Di conseguenza si può affermare che, se tutte le cose create sono un nulla e l’affezione che l’anima nutre per esse è meno di nulla, esse costituiscono un ostacolo e non permettono la nostra trasformazione in Dio.

  A008000238 

 Difatti le tenebre sono nulla e meno di nulla perché sono una privazione della luce.

  A008000238 

 Quando il profeta dice di aver veduto la terra vuota, vuol far capire che tutte le creature della terra e la stessa terra sono un nulla; quando dice di aver guardato i cieli e di averli visti senza luce, vuol dire che tutte le fonti di luce del cielo, paragonate a Dio, sono pura tenebra.

  A008000238 

 Tutte le cose della terra e del cielo, paragonate a Dio, sono un nulla, secondo quanto afferma Geremia: Aspexi terram, et ecce vacua erat et nihil; et caelos, et non erat lux in eis: Guardai la terra, ed ecco solitudine e vuoto; i cieli, e non v’era luce (Ger 4,23).

  A008000240 

 Ogni grazia e gentilezza delle creature, a confronto con quelle di Dio, sono estrema villania e rozzezza.

  A008000240 

 Tutta la sapienza del mondo e la scienza degli uomini, paragonate alla sapienza infinita di Dio, sono pura e somma ignoranza, come scrive san Paolo ai Corinzi: Sapientia huius mundi stultitia est apud Deum: La sapienza di questo mondo è stoltezza davanti a Dio (1Cor 3,19)..

  A008000240 

 Tutte le cose create, paragonate all’infinito essere di Dio, sono un nulla.

  A008000242 

 Di essi dice così l’Apostolo, scrivendo ai Romani: Dicentes enim se esse sapientes stulti facti sunt, cioè: Mentre si dichiaravano sapienti, sono diventati stolti (Rm 1,22).

  A008000242 

 Difatti coloro che si ritengono sapienti sono molto ignoranti davanti a Dio.

  A008000244 

 Ogni genere di dominio e di libertà del mondo, paragonati con la libertà e il dominio dello spirito di Dio, sono somma soggezione, angoscia e schiavitù.

  A008000246 

 Tutte le ricchezze e la gloria del creato, messe a confronto con la ricchezza che è Dio, sono povertà e miseria estrema.

  A008000246 

 Tutti i piaceri e le dolcezze che la volontà prova nei beni creati, paragonati con quelli di Dio, sono soltanto pena, tormento e amarezza.

  A008000248 

 E se i tesori di questo mondo a loro sembrano superiori a qualunque altro bene, essa li invita a considerare che sono migliori i suoi tesori, perché il frutto che troveranno in questi ultimi sarà migliore dell’oro e delle pietre preziose.

  A008000248 

 Per questo li avverte di essere prudenti e di prendere in considerazione le grandi cose di cui essa parla, e non le cose piccole come sono loro.

  A008000262 

 Per mezzo di tale ordine Dio voleva significare che l’anima che deve salire il “Monte della perfezione” per comunicare con lui, non solo deve rinunciare e lasciare in basso tutte le cose create, ma non deve nemmeno permettere che gli appetiti, rappresentati dalle bestie, pascolino davanti a questo “Monte”, nel godimento di cose che non sono Dio.

  A008000262 

 È in lui che tutti i desideri sono appagati, quando si raggiunge lo stato di perfezione.

  A008000264 

 Egli, inoltre, stabilirà l’anima in nuove conoscenze, perché ormai sono state bandite le altre conoscenze e i ricordi del passato.

  A008000270 

 Ora, l’amore per Dio e quello per le creature sono contrari; quindi non possono coesistere in una stessa volontà l’affetto per le cose create e quello per Dio.

  A008000270 

 Questi due mali, privativo e positivo, sono provocati da qualsiasi atto disordinato dell’appetito.

  A008000272 

 Ai figli, infatti, è concesso mangiare alla mensa e allo stesso piatto del Padre, cioè nutrirsi del suo spirito; mentre ai cani sono lasciate le briciole che cadono dalla tavola..

  A008000274 

 A buon diritto, dunque, sono chiamati cani coloro che si pascono delle cose create; per questo viene tolto loro il pane dei figli, perché non vogliono elevarsi al di sopra di esse, vere briciole, fino alla mensa dello spirito increato del Padre.

  A008000274 

 A tale riguardo occorre notare che tutte le cose create sono briciole che cadono dalla mensa di Dio.

  A008000280 

 In fondo, quelle che scava, sono cisterne screpolate che non tengono l’acqua per spegnere la sete (Ger 2,13).

  A008000282 

 Coloro, infatti, che non mortificano i loro appetiti, proprio quando si voltano vedono la sazietà, non a loro concessa, dello spirito di soavità di coloro che sono alla destra di Dio; quando, poi, corrono a sinistra, cioè si lasciano andare al piacere di qualche cosa creata, non si saziano affatto, perché mettono da parte l’unica cosa che può saziare e si nutrono di ciò che accresce la loro fame.

  A008000282 

 Il fuoco, infatti, si spegne quando si esaurisce la legna, mentre gli appetiti non perdono l’intensità raggiunta quando sono stati soddisfatti, sebbene sia venuto meno il loro oggetto; invece di diminuire, come il fuoco quando si è consumata la legna, restano sfiniti dalla fatica perché la cupidigia è cresciuta e diminuito il cibo.

  A008000286 

 A tale riguardo afferma Davide: Funes peccatorum circumplexi sunt me: Le funi dei peccati, che sono i miei appetiti, mi hanno stretto da ogni parte (Sal 118,61).

  A008000286 

 Negli appetiti, infatti, che sono le spine, divampa il fuoco dell’angoscia e del tormento.

  A008000288 

 Quanto più forte è l’appetito, tanto più grande è il tormento per l’anima, cosicché l’uno è proporzionato all’altro; più numerosi sono gli appetiti, più numerosi sono i suoi tormenti.

  A008000288 

 Tale è la sorte dell’anima quando questi nemici, gli appetiti, sono vivi e vittoriosi su di essa; incominciano prima a indebolirla e ad accecarla; poi, come dirò più avanti, l’affliggono e la tormentano, legandola alla macina della concupiscenza; i legami che la tengono avvinta sono i suoi stessi appetiti..

  A008000292 

 Questi sono certamente un carico pesante, come dice Davide: Sicut onus grave gravatae sunt super me: Come un grave peso mi opprimono (Sal 37,5)..

  A008000298 

 Davide, infatti, così si esprime: Anima mea turbata est valde: L’anima mia è tutta sconvolta (Sal 6,4), ossia le sue potenze sono nel disordine.

  A008000300 

 Gli appetiti, inoltre, accecano e ottenebrano l’anima perché, in quanto tali, sono ciechi; per parte loro, infatti, non comprendono nulla: devono essere guidati sempre dalla ragione.

  A008000302 

 Questi sono per l’anima come la cateratta o la pagliuzza negli occhi: impediscono di vedere finché non vengono tolte..

  A008000304 

 Quando gli appetiti dell’anima sono ancora vivi e impediscono di comprendere Dio, vengono da lui distrutti in questa vita o nell’altra, con il castigo e la correzione, che avverrà attraverso la purificazione.

  A008000314 

 Geremia dice che se le operazioni dell’anima – corrispondenti ai nazarei o capelli – sono disordinate e rivolte a un fine opposto alla legge di Dio, cioè utilizzate nelle cose create, la faccia dell’anima, per così dire, diventa più nera del carbone..

  A008000314 

 Per capelli intendiamo qui gli affetti e i pensieri dell’anima; se restano nell’ordine stabilito da Dio, cioè in Dio stesso, sono più candidi della neve, più bianchi del latte, più lucidi dell’avorio e più splendenti dello zaffiro.

  A008000322 

 Gli uomini che si trovavano nel terzo locale del tempio, sono le immagini e le rappresentazioni delle cose create, che la terza potenza dell’anima, cioè la memoria, conserva e rimugina dentro di sé.

  A008000322 

 Le diverse specie animali schifosi e immondi, ritratte nel primo recesso del tempio, raffigurano i pensieri e i concetti che l’intelletto elabora sulle cose vili della terra e su tutte le cose create; queste, così come sono, s’imprimono nel tempio dell’anima, quando se ne ingombra l’intelletto, che è la prima facoltà dello spirito.

  A008000330 

 Così li chiama l’Ecclesiastico quando dice: Sanguisughe sono le figlie, cioè gli appetiti; dicono sempre: Dammi, dammi (Pro 30,15)..

  A008000330 

 Gli appetiti indeboliscono la forza dell’anima, perché sono per essa come i polloni che crescono attorno all’albero e gli sottraggono vigore, impedendogli di portare molto frutto.

  A008000330 

 Questi, infatti, sono come le sanguisughe che succhiano continuamente il sangue delle vene.

  A008000332 

 Perciò l’Ecclesiastico dice: Aufer a me, Domine, ventris concupiscentias et concubitus concupiscentiae ne apprehendant me: Togli da me le intemperanze del ventre e i desideri della libidine non abbiano potere su di me (Sir 23,6); infatti quel che vive nell’anima sono gli appetiti..

  A008000332 

 Se non sono mortificati, non si fermano finché non compiono in essa ciò che fanno i figli della vipera: mentre crescono nel suo ventre la mordono e la uccidono, restando essi vivi a prezzo della sua morte.

  A008000340 

 Anche se non sono del tutto mortificati, non impediscono all’anima di giungere all’unione divina.

  A008000340 

 Rispondo premettendo che non tutti gli appetiti sono ugualmente nocivi e ostacolanti il progresso dell’anima.

  A008000342 

 Mi riferisco qui all’abitudine non mortificata e non a qualche atto proveniente da passioni diverse, che non reca gran danno quando le abitudini sono mortificate.

  A008000342 

 Per questo motivo affermo che in tale stato le due volontà, quella divina e quella umana, s’identificano, sono insieme volontà di Dio e dell’anima.

  A008000342 

 Quanto agli appetiti volontari, che sono peccati veniali deliberati, ne basta, ripeto, uno solo, anche se minimo, non mortificato per impedire l’unione divina.

  A008000344 

 Queste imperfezioni abituali sono l’abitudine diffusa di parlare molto, un tenue attaccamento a qualcosa che non ci si decide mai a superare, come, per esempio, a una persona, a un vestito, a un libro, alla cella, a un determinato cibo o a piccole chiacchiere e soddisfazioni, per il piacere di gustare le cose, di sapere, di ascoltare o cose simili.

  A008000344 

 È una pena vedere alcune anime che, come navi cariche di tesori, sono ricche di opere buone, di esercizi di pietà, di virtù e di doni divini, ma non progrediscono né arrivano al porto della perfezione, perché non hanno il coraggio di disfarsi di un piccolo gusto, di un attaccamento o di un’affezione, che è la stessa cosa.

  A008000356 

 Tuttavia, per lo scopo che mi sono prefisso, basta quanto è stato detto.

  A008000360 

 Al secondo dubbio rispondo affermando che sia gli appetiti in materia di peccato mortale sia quelli volontari in materia di peccato veniale o di imperfezione sono sufficienti a provocare nell’anima tutti questi danni positivi insieme.

  A008000362 

 Va notato, però, che, sebbene ciascun appetito causi tutti questi mali che ho chiamato positivi, tuttavia ve ne sono alcuni che ne provocano uno in modo principale e diretto, dal quale poi derivano tutti gli altri.

  A008000366 

 Qui non tratterò degli appetiti secondo natura, che sono involontari, né dei pensieri che rimangono allo stadio di moti primi, né di altre tentazioni alle quali non si acconsente, perché tutti questi non recano nessuno dei mali suddetti all’anima.

  A008000372 

 I suggerimenti seguenti, necessari per vincere gli appetiti, sebbene siano brevi e pochi, sono, a mio avviso, molto utili ed efficaci quanto concisi.

  A008000378 

 Per mortificare e placare le quattro passioni naturali, che sono la gioia, la speranza, il timore e il dolore, dalla cui concordia e pacificazione derivano questi e altri beni, è rimedio efficace, fonte di grande merito e causa di grandi virtù mettere in pratica quanto segue..

  A008000446 

 Ma fino a quando le passioni non sono assopite per mezzo della mortificazione della sensibilità, e la stessa sensibilità non è lasciata in pace da quelle, in modo da non fare alcuna guerra allo spirito, l’anima non può giungere alla vera libertà né godere l’unione con il suo Amato..

  A008000457 

 La fede viene qui chiamata segreta scala, perché tutti i suoi gradini o articoli di fede che essa contiene sono segreti e nascosti tanto ai sensi quanto all’intelletto.

  A008000459 

 Ciò vuol dire che quando l’anima giunge all’unione con Dio, ha messo a tacere la sua parte spirituale e razionale: le sue potenze naturali sono inattive, sopiti gli impeti e le ansie dei sensi nella parte spirituale.

  A008000461 

 E sebbene queste verità presentino qualche difficoltà a essere comprese, tuttavia esse sono collegate così bene tra loro che la conoscenza di una parte apre alla comprensione delle altre, in modo che si possa capire tutto molto bene..

  A008000461 

 Occorre notare che nella prima strofa, parlando della parte sensitiva, l’anima dice che uscì in una notte oscura: mentre qui, ove si tratta della parte spirituale, afferma che uscì al buio, perché le tenebre dello spirito sono più dense, proprio come il buio è tenebra più profonda dell’oscurità della notte.

  A008000473 

 È abito oscuro perché induce a credere verità rivelate da Dio stesso, che sono al di sopra di ogni luce naturale e superano oltre misura ogni umana comprensione.

  A008000481 

 In termini più chiari ciò vuol dire: il giorno, che è Dio nella sua beatitudine, ove è come il giorno per gli angeli e i santi che a loro volta sono giorno per i riflessi divini, pronuncia e comunica la Parola, il suo Figlio, perché lo conoscano e lo godano.

  A008000491 

 Se si avvale di qualche sua conoscenza, di qualche suo gusto o sentimento di Dio, per quanto ottime mediazioni, sono sempre poca cosa e impari all’Essere divino; si sbaglia facilmente nel seguire tale cammino o si arresta, perché non vuole affidarsi, completamente cieca, alla fede che è la sua vera guida..

  A008000499 

 In questo cammino, quindi, l’anima vedrà la luce solo se accecherà le sue potenze, come il Signore afferma nel vangelo: In iudicium veni in hunc mundum: ut qui non vident, videant, et qui vident, caeci fiant, cioè: Sono venuto in questo mondo per giudicare, perché coloro che non vedono vedano e quelli che vedono diventino ciechi (Gv 9,39).

  A008000499 

 Sono parole, queste, che, così come suonano, devono essere applicate al cammino spirituale.

  A008000509 

 Questa, perciò, si può chiamare unione di somiglianza, l’altra, invece, unione essenziale o sostanziale: questa è naturale, quella soprannaturale e ha luogo quando le due volontà, quella dell’anima e quella di Dio, sono d’accordo tra loro, senza che nulla dell’una ripugni all’altra.

  A008000513 

 A nessuno di costoro, dunque, ha dato potere di diventare figli di Dio, ma solo a quelli che sono nati da lui, cioè a coloro che, morti a tutto ciò che è uomo vecchio e rinati, quindi, nella grazia, si elevano al di sopra di se stessi sino al soprannaturale, ricevendo da Dio tale rinascita e filiazione, superiore a tutto ciò che si possa immaginare.

  A008000513 

 È come se volesse dire: ha dato potere di diventare figli di Dio, cioè di trasformarsi in lui, solo a coloro che non sono nati dal sangue, cioè dall’unione e composizione di elementi naturali, e neppure dalla volontà della carne, cioè dall’arbitrio dell’abilità e della capacità naturale, né tanto meno dalla volontà dell’uomo.

  A008000523 

 Accade loro come ai santi in cielo: alcuni contemplano più e altri meno, ma tutti vedono Dio e sono contenti, perché tutta la loro capacità ricettiva è appagata..

  A008000525 

 Da ciò risulta altresì che, quantunque in questa vita vi siano anime che nello stato di perfezione godono uguale pace e tranquillità e ognuna di esse è soddisfatta, tuttavia alcune possono essere molto più elevate di altre, ma tutte sono totalmente contente, in quanto tutta la loro capacità è soddisfatta.

  A008000529 

 Per prima cosa è necessario spiegare, in questo capitolo, come le tre virtù teologali, fede, speranza e carità, che sono propriamente gli oggetti soprannaturali di dette potenze, mediante le quali l’anima si unisce a Dio, creano, ognuna nella rispettiva potenza, lo stesso vuoto e la stessa oscurità: la fede nell’intelletto, la speranza nella memoria e la carità nella volontà.

  A008000539 

 Come nella notte dei sensi ho indicato il modo per liberare, secondo l’appetito, le potenze sensitive dai loro oggetti sensibili, perché l’anima possa passare dal suo ambito verso il campo della fede, così in questa notte dello spirito spiegherò, con l’aiuto di Dio, il modo con cui le potenze spirituali si svuotano e si purificano da tutto ciò che non è Dio e si mantengono nell’oscurità di queste tre virtù, che, ripeto, sono il mezzo e la disposizione adeguata perché l’anima possa unirsi a Dio..

  A008000549 

 A tale proposito è opportuno considerare le parole del Signore riportate in san Matteo circa questo cammino: Quam angusta porta, et arcta via est, quae ducit ad vitam, et pauci sunt qui inveniunt eam, cioè: Quanto stretta è la porta e angusta la via che conduce alla vita e quanto pochi sono quelli che la trovano! (Mt 7,14).

  A008000551 

 La causa, poi, dell’espressione: Pochi sono quelli che la trovano, va ricercata nel fatto che pochi sanno e vogliono entrare in questa estrema nudità e vuoto dello spirito.

  A008000555 

 Alcune, infatti, pensano che basti una qualsiasi forma di ritiro o di riforma della vita; altre si limitano a esercitarsi in qualche modo nella virtù, nella pratica dell’orazione e della mortificazione, ma senza arrivare allo spogliamento e alla povertà, all’abnegazione e alla purezza spirituale – che sono un tutt’uno – consigliatici qui dal Signore.

  A008000561 

 E altrove: Io sono la porta: se uno entra attraverso di me, sarà salvo (Gv 10,9).

  A008000561 

 Esercitandosi in tali cose, si possono acquisire tutti quei beni e di più grandi; se, invece, si trascurano, siccome esse sono compendio e radice delle virtù, ogni altra pia pratica è dispersione inutile, anche se quelle persone abbiano meditazioni e comunicazioni pari a quelle degli angeli.

  A008000583 

 Difatti si può giustamente dire che le conoscenze e le fantasie, da entrambe elaborate e forgiate, sono come lamelle d’argento.

  A008000585 

 Di essa il profeta Baruc ha detto: Non hanno conosciuto la via della sapienza, non si sono ricordati dei suoi sentieri (Bar 3,23).

  A008000585 

 E aggiunge che quanto più le cose di Dio sono eccelse e chiare in sé, tanto più sono ignorate e oscure per noi.

  A008000607 

 Alcune conoscenze soprannaturali sono corporee, altre spirituali.

  A008000607 

 Quelle corporee sono di due specie: alcune vengono ricevute dall’intelletto attraverso i sensi esterni, altre attraverso i sensi interni, con tutto ciò che l’immaginazione può racchiudere, immaginare o elaborare..

  A008000609 

 Anche le conoscenze spirituali sono di due specie: alcune sono distinte e particolari, un’altra è confusa, oscura e generale.

  A008000609 

 Tra quelle distinte e particolari rientrano quattro generi di conoscenze particolari che vengono comunicate allo spirito-mente senza mediazione di alcun senso corporale; sono le visioni, le rivelazioni, le locuzioni e i sentimenti spirituali.

  A008000613 

 Le prime conoscenze, di cui ho parlato nel capitolo precedente, sono quelle che l’intelletto acquisisce per via naturale.

  A008000615 

 Del resto, quanto più sono esterni e corporali, tanto meno certamente provengono da Dio.

  A008000615 

 In realtà, in queste circostanze il senso si erige a giudice ed estimatore delle cose spirituali, credendo che siano come le percepisce, mentre esse sono tanto diverse quanto lo sono il corpo e l’anima, la sensibilità e la ragione.

  A008000619 

 Tali manifestazioni e forme corporee tanto meno giovano all’anima e allo spirito quanto più sono esteriori, a motivo della grande distanza e della sproporzione che intercorrono tra il corporale e lo spirituale.

  A008000629 

 Se essa saprà vincere il demonio in questo primo stadio, passerà al secondo; e se lo vincerà nel secondo, passerà al terzo e così, gradino dopo gradino, raggiungerà tutte e sette le mansioni, che sono i sette gradi dell’amore, finché lo Sposo non la introdurrà nella cella vinaria (Ct 2,4) della sua perfetta carità..

  A008000635 

 È, dunque, chiaro che queste visioni e rappresentazioni sensibili non potranno essere un mezzo adeguato per raggiungere l’unione divina, perché non sono proporzionate a Dio.

  A008000637 

 Mi sono un po’ dilungato sulle percezioni provenienti dai sensi esterni, allo scopo di far luce sulle altre manifestazioni che ora tratterò.

  A008000645 

 Altre sono naturali, in quanto i sensi interni possono produrle con la loro attività, sotto l’aspetto di forme, figure o immagini.

  A008000645 

 Essi sono ordinati l’uno all’altro e si condizionano a vicenda, perché il primo procede per immagini, l’altro forma le immaginazioni, ossia ciò che è immaginato, lavorando con la fantasia.

  A008000645 

 Ricordo che i sensi dei quali parlo qui in particolare sono i due sensi corporali interni: l’immaginazione e la fantasia.

  A008000649 

 Certamente queste considerazioni, forme e maniere per meditare sono necessarie ai principianti perché comincino a innamorarsi e a nutrire lo spirito per mezzo dei sensi, come dirò più avanti.

  A008000649 

 Questi sono come i gradini di una scala che non hanno nulla di somigliante al termine o alla stanza cui conducono, ma sono soltanto mezzi per arrivarvi.

  A008000651 

 A tale scopo vengono private del gusto e della sostanza della meditazione discorsiva, e ciò nonostante non smettono né osano né tanto meno sanno distaccarsi da quei modi sensibili cui sono abituate.

  A008000651 

 Si sono esercitate, come principianti, ad avvicinarsi a Dio per mezzo di immagini, rappresentazioni e meditazioni, mentre sono da lui chiamate a conseguire beni più elevati, interiori e invisibili.

  A008000655 

 In questo stato, ripeto, le potenze dell’anima riposano e non sono attive, bensì passive, accettando quanto Dio opera in esse.

  A008000685 

 Pensano che tutta la loro occupazione consista nel ragionare e comprendere cose particolari di Dio attraverso immagini e forme, che sono la corteccia della vita spirituale.

  A008000697 

 Questa conoscenza generale, questa luce soprannaturale, di cui sto parlando, lo investe con tanta limpidezza e semplicità ed è tanto spoglia e aliena da tutte le forme sensibili, le quali sono l’oggetto proprio dell’intelletto, che questo non l’avverte e non la vede.

  A008000699 

 Davide afferma che gli accadde così quando tornò in sé da un oblio simile: Vigilavi, et factus sum sicut passer solitarius in tecto, che vuol dire: Nel continuo vegliare sono diventato come un passero solitario sopra un tetto (Sal 101,8).

  A008000699 

 Questi sono l’elevazione dello spirito all’intelligenza celestiale, il distacco e l’allontanamento da tutte le cose, forme e figure e dal loro ricordo.

  A008000709 

 Su quanto già è stato detto può sorgere un dubbio: i proficienti, quelli cioè che Dio comincia a introdurre in questa conoscenza soprannaturale di contemplazione, di cui sto parlando, e che iniziano appena a farne esperienza, non devono mai servirsi della meditazione, dei ragionamenti e delle immagini naturali? A questo dubbio si risponde nel modo seguente: a coloro che cominciano ad avere questa conoscenza amorosa generalmente non è proibito cercare di meditare, sia perché, essendo all’inizio del loro cammino, non sono abituati a questa conoscenza amorosa al punto d’intraprenderla immediatamente appena vogliano, sia perché non si sono ancora distaccati dalla meditazione tanto da non potere più talvolta meditare o discorrere naturalmente, com’erano soliti fare, con le immagini e le letture consuete, per trarne qualche nuovo profitto.

  A008000717 

 Ciò è quanto ci chiede anche il Signore per bocca di Davide: Vacate, et videte quoniam ego sum Deus (Sal 45,11), cioè: Imparate ad essere spogli di tutte le cose, sia interiormente che esteriormente, e vedrete che io sono Dio..

  A008000725 

 Ma voglio soltanto dire che tali visioni, in quanto spirituali, sono generalmente più efficaci..

  A008000725 

 Sono, invece, molto diverse quanto all’effetto che producono e alla loro perfezione, perché sono più sottili e producono nell’anima un effetto più profondo, in quanto soprannaturali e più interiori di quelle soprannaturali provenienti dai sensi esterni.

  A008000727 

 Essi, infatti, sono la porta d’entrata nell’anima e qui, come ho detto, l’intelletto attinge, quasi fosse un porto o un luogo dove prendere e deporre le sue provviste.

  A008000727 

 Per questo, sia Dio che il demonio sono solleciti nell’offrire all’intelletto le pietre preziose delle loro immagini e forme soprannaturali.

  A008000739 

 Difatti alle visioni soprannaturali infuse non può resistere la volontà contraria, umile e piena di amore, ma solo l’impurità e l’imperfezione dell’anima, come le macchie sulla vetrata sono di ostacolo alla luce del sole..

  A008000741 

 È chiaro, quindi, che quanto più l’anima si spoglia, secondo la volontà e l’attaccamento, delle conoscenze e delle macchie causate da quelle forme, immagini e figure, con cui sono avvolte le comunicazioni spirituali di cui ho detto, non solo non si priva di tali comunicazioni e dei benefici che ne derivano, ma molto meglio si dispone ad accoglierle con abbondanza, chiarezza e libertà di spirito e semplicità, quando mette da parte tutte quelle conoscenze, perché sono cortine e veli che coprono la parte spirituale in esse contenuta.

  A008000747 

 Pensano in realtà che, per il solo fatto che tali visioni sono vere e vengono da Dio, sia bene accettarle e basarsi su di esse, non considerando che pure in esse l’anima può nutrire spirito di possesso, attaccamento e ostacolo, allo stesso modo delle cose del mondo, se non saprà rinunciarvi.

  A008000755 

 Il primo è tratto dalla lettera ai Romani di san Paolo, ove si dice: Quae autem sunt, a Deo ordinata sunt, cioè: Le cose che esistono sono state ordinate da Dio (Rm 13,1).

  A008000759 

 Quando la persona è ormai disposta grazie a questo esercizio naturale, Dio è solito illuminarla e spiritualizzarla ulteriormente con alcune visioni soprannaturali, che sono quelle che si chiamano immaginarie, nelle quali, come ho detto, lo spirito trova grande giovamento; nelle une e nelle altre, infatti, viene dirozzato e riformato a poco a poco.

  A008000759 

 Quando questi sensi sono sufficientemente disposti, suole perfezionarli ulteriormente.

  A008000765 

 Ciò non procura alcun giovamento, ma fa solo perdere tempo, crea ostacoli all’anima, la mette nell’occasione di molte imperfezioni, le impedisce di progredire, occupandola in cose che non sono del suo stato, liberandola cioè da queste minuzie di visioni e di conoscenze particolari, come ho detto a proposito delle visioni corporee e di quelle di cui parlerò più avanti..

  A008000765 

 In secondo luogo, l’anima si libera dal pericolo e dalla fatica che c’è nel discernere le visioni buone da quelle false e nel riconoscere se sono prodotte dall’angelo della luce o da quello delle tenebre.

  A008000767 

 Dobbiamo convincerci che se il Signore non elevasse l’anima secondo la sua stessa natura, come dirò, non le comunicherebbe mai l’abbondanza del suo spirito mediante canali così stretti quali sono le forme, le figure e le conoscenze particolari, attraverso cui, appunto, le offre delle briciole per sostenerla.

  A008000775 

 Costoro, ritenendosi sicuri su queste comunicazioni soprannaturali, convinti che siano buone e provenienti da Dio, sono caduti, insieme ai loro discepoli, in gravi errori e hanno dato prova di grande incapacità.

  A008000775 

 Difatti vi sono alcuni che con le anime favorite da queste visioni adottano un comportamento e un modo di fare tali da indurle nell’errore e nello scompiglio, oppure non le guidano lungo la via dell’umiltà, o le inducono in qualche modo a rivolgere l’attenzione ad esse.

  A008000779 

 Ma oltre a questi danni e al fatto che tali anime non crescono nella fede se non si liberano da tali pensieri, vi sono altri danni, in tale comportamento, più sottili e più odiosi agli occhi di Dio, sebbene non così palpabili ed evidenti come i primi, perché impediscono all’anima di conseguire il perfetto spogliamento di sé.

  A008000781 

 Del resto, poiché si tratta di realtà spirituali, sono intimamente legate tra loro..

  A008000789 

 Difatti, anche se possono essere sicure e vere in sé, non sempre lo sono nelle loro cause e nel nostro modo di comprenderle, come mostrerò nel capitolo seguente.

  A008000789 

 Questo è un grande sbaglio, perché le rivelazioni o le locuzioni divine non sempre si verificano come gli uomini le immaginano o come sono in sé.

  A008000793 

 Per due motivi ho affermato che, sebbene le visioni e le locuzioni di Dio siano vere e sempre certe in sé, tuttavia non sono sempre tali per noi: il primo dipende dal nostro modo difettoso d’intenderle; e l’altro è dovuto al fatto che le loro cause a volte possono cambiare.

  A008000793 

 Quanto al primo motivo, è chiaro che non sempre tali rivelazioni sono e accadono secondo il nostro modo di comprenderle.

  A008000803 

 In effetti essi erano attaccati al senso letterale, che è il latte dei bambini, e ai loro propri sensi, che sono come il seno materno, i quali si contrappongono alla grandezza della scienza dello spirito.

  A008000803 

 Per questo Isaia dice: a chi Dio insegnerà la sapienza delle sue profezie, a chi spiegherà la sua dottrina, se non a coloro che sono già divezzati dal latte della lettera e dal seno dei loro sensi? Proprio perché intendono tale sapienza secondo il latte della lettera e il seno dei loro sensi, essi dicono: precetto su precetto, precetto su precetto, norma su norma… Ma il Signore deve parlare loro secondo un senso e un linguaggio differenti dai loro sensi e dal loro linguaggio..

  A008000807 

 Dio, dunque, parlava della cosa più importante riguardo a Cristo e ai suoi seguaci, cioè del regno eterno e della libertà eterna; al contrario, i giudei interpretavano a modo loro le profezie, fermandosi all’elemento meno importante di queste cose, cioè il dominio temporale e la libertà terrena di cui Dio fa poco conto; ai suoi occhi non sono niente né l’uno né l’altra.

  A008000811 

 Tutte, infatti, sono un abisso della profondità dello spirito.

  A008000813 

 Queste sono soltanto pulviscolo per lo spirito, ragion per cui il discepolo resterebbe con le mani piene di polvere, mentre non riceverebbe nulla di spirituale.

  A008000813 

 Spiritualis autem iudicat omnia: L’uomo naturale non comprende le cose dello Spirito di Dio; esse sono follia per lui, e non è capace di intenderle, perché se ne può giudicare solo per mezzo dello Spirito.

  A008000823 

 Ora devo trattare del secondo motivo per cui le visioni e le parole provenienti da Dio, sebbene siano sempre vere in se stesse, non sempre sono certe rispetto a noi.

  A008000827 

 Vi sono, dunque, molte cose divine, assai particolari, che passano nell’anima senza che essa, o chi la dirige, le comprenda fino al momento opportuno..

  A008000829 

 Non dobbiamo quindi pensare che, sebbene le parole e le rivelazioni vengano da Dio, necessariamente debbano realizzarsi alla lettera, soprattutto quando sono legate a cause umane, che possono variare, mutare e scomparire..

  A008000833 

 Per questo motivo deridevano e schernivano i profeti, tanto che Geremia arrivò a dire: Sono diventato oggetto di scherno ogni giorno; ognuno si fa beffe di me.

  A008000841 

 Tentare Dio, infatti, è voler trattare con lui per vie straordinarie, come sono quelle soprannaturali..

  A008000843 

 Vi sono ancora altri fini conosciuti solo da Dio e fondati sulla debolezza dell’anima.

  A008000845 

 Quando, a volte, alcune anime ricevono delle tenerezze o delle dolcezze spirituali o sensibili, Dio gliele concede perché non sono in grado di consumare il cibo più forte e sostanzioso delle sofferenze della croce di suo Figlio, che vorrebbe desiderassero più di qualsiasi altra cosa..

  A008000847 

 Dobbiamo, anzi, ricorrere alla ragione e alla dottrina evangelica sempre e in modo tale che, se ci venissero comunicate alcune cose soprannaturali dietro nostra richiesta oppure indipendentemente dalla nostra volontà, dovremmo accogliere soltanto quelle che sono perfettamente conformi alla ragione e al dettato evangelico.

  A008000847 

 In questo caso dovremmo accogliere tali cose no perché sono una rivelazione, ma perché conformi alla ragione, lasciando perdere ogni riferimento alla rivelazione.

  A008000849 

 Ivi leggiamo che il re Giosafat, essendo caduto in una profonda afflizione perché accerchiato dai nemici, si mise a pregare Dio in questo modo: Cum ignoremus quod facere debeamus, hoc solum habemus residui, ut oculos nostros dirigamus ad te: Non sappiamo che cosa fare; perciò i nostri occhi sono rivolti a te, perché tu provveda come meglio credi (2Cr 20,3-12)..

  A008000853 

 Del resto, oltre alla facilità d’ingannarsi riguardo alle locuzioni e alle visioni provenienti da Dio, ordinariamente ve ne sono molte che vengono dal demonio.

  A008000853 

 Vi sono molte altre testimonianze nella sacra Scrittura che provano quanto detto, ma non c’è bisogno di riportarle perché la nostra asserzione è chiara di per sé.

  A008000861 

 Per questo giustamente Dio si adira con chi le ammette, perché vede che la temerarietà di mettersi in simili pericoli è presunzione, curiosità, motivo di superbia e fonte di vanagloria, disprezzo delle cose di Dio e principio di molti mali in cui tanti sono caduti.

  A008000879 

 Il giorno in cui, sul monte Tabor, scesi su di lui con il mio Spirito, ho detto: Hic est filius meus dilectus, in quo mihi bene complacui, ipsum audite: Questi è il Figlio mio prediletto, nel quale mi sono compiaciuto.

  A008000881 

 Se vuoi che ti spieghi qualche fatto o avvenimento misterioso, non hai che da guardare a lui e scoprirai i misteri nascosti, i tesori della sapienza e le meraviglie di Dio in lui racchiuse, come dice l’apostolo Paolo: In quo sunt omnes thesauri sapientiae et scientiae Dei asconditi: Nel quale sono nascosti tutti i tesori della sapienza e della scienza (Col 2,3).

  A008000883 

 Nel momento in cui Cristo, spirando sulla croce, ha esclamato: Consummatum est: Tutto è compiuto! (Gv 19,30), non solo sono finite tutte queste comunicazioni soprannaturali, ma altresì tutte le cerimonie e i riti dell’antica legge.

  A008000891 

 Per questo nel vangelo si afferma: Ubi fuerint duo vel tres congregati in nomine meo, ibi sum ego in medio eorum: Dove sono due o tre riuniti nel mio nome, io sono in mezzo a loro (Mt 18,20) per illuminare e confermare nei loro cuori le verità divine.

  A008000905 

 Alcune anime provano molta difficoltà nel dire queste cose, perché sono convinte della loro scarsa importanza e non sanno ciò che ne penserà il loro direttore, al quale devono parlarne.

  A008000905 

 Ce ne sono altre, poi, che provano grande vergogna nel parlarne, perché temono che possano svelare in loro fatti che le facciano passare per sante, o altre cose, e perciò credono meglio tacere; del resto esse non vi danno importanza.

  A008000907 

 Facciano loro comprendere che agli occhi di Dio è più preziosa un’opera o un atto di volontà, fatto per amore, che tutte le visioni, rivelazioni e comunicazioni celesti che possano avere, perché queste non costituiscono né un merito né un demerito; molte altre anime, che non hanno questi fenomeni, progrediscono assai più di quelle che ne sono abbondantemente favorite..

  A008000907 

 Perciò torno a ripetere: poiché tali comunicazioni sono un mezzo e una via per cui Dio guida le anime, non si devono disprezzare, e nemmeno ci si deve spaventare o scandalizzare.

  A008000911 

 Anzi, in verità, per lo scopo che mi sono prefisso, che è quello di liberare l’intelletto di tali conoscenze e introdurlo nella notte della fede, mi sembra di essere stato persino troppo lungo.

  A008000911 

 Le chiamo puramente spirituali perché, a differenza delle conoscenze corporee immaginarie, non sono comunicate all’intelletto attraverso i sensi corporali esterni o interni, ma si presentano all’intelletto in modo chiaro e distinto per via soprannaturale e passivamente, cioè senza che l’anima ponga un atto qualsiasi o agisca personalmente in maniera perlomeno attiva..

  A008000913 

 Dal momento che queste conoscenze possono essere percepite dall’intelletto, sono dette visibili spiritualmente.

  A008000913 

 Ora, gli oggetti dei sensi, cioè tutto ciò che si può vedere e udire, tutto ciò che si può odorare, gustare e toccare, cadono sotto il dominio dell’intelletto in quanto sono veri o falsi.

  A008000913 

 Pertanto, come tutto ciò che vedono gli occhi del corpo causa in essi una visione corporea, così tutto ciò che è intelligibile agli occhi spirituali dell’anima, cioè all’intelletto, causa una visione spirituale, perché, ripeto, per l’intelletto comprendere e vedere sono la stessa cosa.

  A008000917 

 Poiché sono interiori e puramente spirituali, non possono essere raggiunte dal demonio, perché si comunicano all’anima in forma purissima e sottile, senza alcuna attività da parte sua né dell’immaginazione, o almeno senza cooperazione attiva.

  A008000919 

 Comincerò, dunque, a parlare delle prime, che sono le visioni spirituali o intellettuali..

  A008000923 

 Queste visioni sono di due specie: alcune hanno per oggetto sostanze corporee, altre sostanze semplici o incorporee.

  A008000925 

 Tali visioni di sostanze incorporee, come quelle aventi per oggetto gli angeli e le anime, non sono propriamente di questa vita né si possono vedere fin quando si è nel corpo mortale.

  A008000927 

 Ma queste visioni così sostanziali, come quelle accordate a san Paolo, a Mosè, al nostro padre Elia quando si coprì il volto al soffio soave di Dio (1Re 19,12-13), anche se passeggere, accadono raramente o quasi mai, e sono brevissime, perché Dio le riserva a quelli più forti nello spirito della Chiesa e nella sua legge, come i tre personaggi menzionati sopra..

  A008000927 

 Queste visioni non sono, dunque, di questa vita, se non raramente e in modo passeggero.

  A008000931 

 C’è, però, una differenza nel grado e nel modo della visione, perché le visioni spirituali e intellettuali sono più chiare e più sottili di quelle corporee.

  A008000931 

 Queste visioni sono tali che le immagini delle cose che l’anima ha visto una volta non spariscono mai completamente, anche se con il tempo diventano più opache..

  A008000933 

 Sono effetti più o meno intensi, più marcati in una virtù che in un’altra, a seconda dello spirito con il quale sono ricevuti e a seconda del beneplacito di Dio..

  A008000935 

 Gli effetti che esse producono nell’anima non sono come quelli delle visioni buone, anzi provocano aridità di spirito nei rapporti con Dio, tendenza all’autostima, suggerendo di accogliere e dare importanza a tali visioni; d’altra parte esse non producono affatto la dolcezza dell’umiltà e l’amore di Dio.

  A008000947 

 In base a questo, si può dire che vi sono due specie di rivelazioni.

  A008000947 

 Voglio parlarne sotto il nome di rivelazioni, primo, perché sono molto vicine e collegate con esse, e, secondo, per non moltiplicare troppo le divisioni..

  A008000953 

 Sappi, infatti, caro lettore, che ciò che esse sono in se stesse, in rapporto all’uomo, supera ogni parola.

  A008000957 

 Poiché qui si tratta di contemplazione pura, l’anima vede chiaramente che non è possibile dirne qualcosa, se non in termini generali che traboccano dall’abbondanza del diletto e del bene che essa prova, ma che sono insufficienti a far comprendere ciò che ha gustato e sentito..

  A008000957 

 Sebbene sia le une che le altre procurino grande delizia nell’anima, tuttavia non c’è paragone se guardiamo al diletto che producono quelle che riguardano Dio, né vi sono vocaboli o termini per darne un’idea, perché si tratta di conoscenze che hanno per oggetto Dio stesso e le delizie che egli procura all’anima, secondo quanto afferma Davide: Non v’è alcuna cosa simile a lui (Sal 39,6).

  A008000959 

 Desiderabilia super aurum et lapidem pretiosum multum, et dulciora super mel et favum: I giudizi del Signore, cioè le virtù e gli attributi che vediamo in Dio, sono tutti fedeli e giusti, più preziosi dell’oro, di molto oro fino, più dolci del miele e di un favo stillante (Sal 18,10-11).

  A008000961 

 Conoscenze così eccelse possono venir accordate solo all’anima pervenuta all’unione con Dio, perché esse medesime sono quell’unione.

  A008000961 

 Queste conoscenze divine, o che hanno Dio per oggetto, non sono mai circoscritte a cose particolari.

  A008000965 

 Questi tocchi divini sono così pieni di sapore e di intime delizie che uno solo di essi basterebbe per ripagare l’anima di tutte le innumerevoli fatiche affrontate nella vita.

  A008000967 

 Tali ricordi, a volte, si risvegliano improvvisamente nell’anima al solo pensiero di cose spesso insignificanti; sono talmente sensibili che non solo l’anima, ma anche il corpo ne freme di gioia; altre volte invece si fanno sentire quando lo spirito è in una calma profonda, senza produrre alcun fremito, ma un improvviso senso di diletto e di refrigerio per lo spirito..

  A008000969 

 Difatti molte volte sono assai deboli, ma, per quanto deboli possano essere, uno solo di questi ricordi e tocchi divini nell’anima vale più di molte altre conoscenze o considerazioni sulle creature e le opere di Dio.

  A008000969 

 E poiché tali conoscenze sono offerte all’anima all’improvviso e senza il concorso della sua volontà, essa non deve far nulla per cercarle o respingerle.

  A008000975 

 Tutte queste conoscenze sono abiti infusi, da Dio gratuitamente concessi a chi vuole, in modo sia naturale che soprannaturale; naturalmente, come a Balaam, ad altri profeti idolatri e a molte sibille alle quali concesse lo spirito di profezia; e soprannaturalmente, come ai santi profeti, agli apostoli e ad altri santi..

  A008000975 

 È vero che il Signore concede a molte anime abiti infusi relativamente a molte cose, però essi non sono mai così generali come quelli concessi a Salomone.

  A008000977 

 A tale riguardo possiamo ascoltare il seguente brano del libro dei Proverbi: Quomodo in aquis resplendent vultus prospicientium, sic corda hominum manifesta sunt prudentibus: Come nelle acque appare il volto di coloro che vi si specchiano, così i cuori degli uomini sono conosciuti dalle persone prudenti (Pro 27,19), cioè di coloro che posseggono già la saggezza dei santi, che la sacra Scrittura chiama prudenza.

  A008000985 

 Ci sarebbe molto da dire sugli inganni a cui il demonio può ricorrere – e ricorre – in questa specie di comunicazioni e di conoscenze, perché sono numerosi e ben sottili.

  A008000987 

 Del resto, queste cose non si possono spiegare in poche parole, poiché queste conoscenze sono numerose e varie, così come lo sono gli effetti: le buone producono effetti buoni e le cattivi effetti cattivi, ecc.

  A008000987 

 Difatti, poiché tali favori sono ricevuti passivamente dall’anima, sortiscono sempre l’effetto da Dio voluto per l’anima, senza che questa vi concorra.

  A008000997 

 Poiché non vi sono più articoli da rivelare circa la sostanza della nostra fede, al di fuori di quelli già rivelati alla Chiesa, non solo non dobbiamo accettare una novità che venisse rivelata all’anima, ma, anzi, è prudente respingere le novità contenute in tale rivelazione.

  A008000997 

 Se le venissero manifestate nuovamente verità già rivelate, non deve crederle perché le sono rivelate un’altra volta, ma perché sono già state sufficientemente manifestate alla Chiesa.

  A008001001 

 A questo allude Salomone quando afferma: Che bisogno ha l’uomo di volere e cercare cose che sono al di sopra della sua capacità naturale? (Qo 7,1), come a dire: per essere perfetto l’uomo non ha alcun bisogno di volere cose soprannaturali per via soprannaturale, cioè al di sopra delle sue capacità..

  A008001007 

 Egli comprenderà allora che, anche se non mi sono dilungato molto sulle conoscenze dell’anima e sulla dottrina che sto esponendo, anche se non sono sceso in tutti i particolari e le divisioni forse utili per comprendere l’argomento, tuttavia dico quanto è necessario secondo lo scopo prefisso.

  A008001007 

 Il lettore diligente deve ricordare sempre l’intento e il fine che mi sono prefisso in questo libro: introdurre l’anima nella sublime unione con Dio attraverso tutte le sue conoscenze, naturali e soprannaturali, tenendola lontana da inganni o difficoltà nella purezza della fede.

  A008001009 

 Sono formali certe parole distinte ed esplicite che lo spirito produce non da sé, ma riceve da un’altra persona, in stato di raccoglimento o meno.

  A008001009 

 Sono sostanziali, infine, altre parole che si producono in modo preciso nello spirito, sia esso in stato di raccoglimento oppure no; esse producono e causano nella sostanza dell’anima quella sostanza e virtù che significano.

  A008001015 

 Si può, quindi, dire che la voce è di Giacobbe, ma le mani sono di Esaù (Gn 27,22).

  A008001019 

 Come ho dichiarato, sono queste anime che il più delle volte parlano così a se stesse..

  A008001025 

 Difatti ciò equivarrebbe a occuparsi di verità chiare e di scarsa rilevanza, ma che sono sufficienti a impedire le comunicazioni che avvengono nella profondità della fede.

  A008001025 

 Se mi dici che tutte queste conoscenze sono buone e che l’una non ostacola l’altra, ti rispondo che tutte nuocciono all’anima, se dà loro importanza.

  A008001027 

 Invece sono frutto soltanto del loro intelletto che, libero dall’attività dei sensi e senza alcun aiuto soprannaturale, può produrre questi e più grandi risultati.

  A008001027 

 Vi sono molti casi di questo genere e molte persone si sbagliano credendo che si tratti di orazione profonda e di comunicazione di Dio.

  A008001027 

 Vi sono, tuttavia, persone dall’intelletto molto vivo e sottile che, quando sono raccolte in qualche meditazione discorsiva, con grande naturalezza e facilità formano concetti e ragionamenti molto chiari su queste locuzioni e pensano, né più né meno, che vengano da Dio.

  A008001033 

 Tuttavia gli effetti che ho descritto sono i più comuni, sebbene si manifestino con più o meno intensità.

  A008001039 

 Sono molto diverse da quelle di cui si è parlato finora.

  A008001041 

 Queste parole a volte sono molto ben formulate, altre volte no; sono come pensieri che comunicano qualcosa allo spirito, sotto forma di risposta o in un altro modo, come se gli si parlasse.

  A008001041 

 Talvolta sono parole successive, come le precedenti, perché di solito durano a lungo, istruiscono l’anima o discutono con essa, senza che lo spirito vi prenda parte.

  A008001043 

 Queste parole, quando sono soltanto formali, producono poco effetto nell’anima.

  A008001045 

 A motivo di questa prontezza che Dio comunemente ispira all’anima, queste parole formali differiscono da quelle successive: queste non muovono lo spirito né gli comunicano tanta prontezza quanta le altre, perché sono più formali e l’intelletto vi mette meno di suo.

  A008001047 

 Infatti non tutti sono capaci di dirigere le anime; e in situazioni così importanti sbagliare o far bene può avere conseguenze molto gravi..

  A008001047 

 L’anima non deve attribuire importanza a queste parole formali, similmente alle altre, perché occupano lo spirito con cose che non sono il mezzo legittimo e prossimo per l’unione con Dio, cioè la fede.

  A008001047 

 Poiché queste parole non producono un effetto molto grande, difficilmente si possono distinguere in base agli effetti prodotti, perché a volte quelle del demonio sono nelle persone imperfette molto più efficaci di quanto non lo siano nelle persone spirituali quelle provenienti da spirito buono.

  A008001055 

 Di questa specie sono le locuzioni sostanziali che egli rivolge ad alcune anime.

  A008001055 

 Sono di una tale importanza e di un tale valore da comunicare vita, virtù e un bene incomparabile all’anima.

  A008001057 

 Ma effetti simili a quelli buoni non possono essere prodotti dal demonio, perché le sue parole non possono reggere a confronto con le parole di Dio; paragonate a queste, sono nulla, come nulla è il loro effetto.

  A008001057 

 Quanto più sono interiori, tanto più sono sostanziali e recano benefici.

  A008001057 

 Sebbene l’esperienza ci mostri che il demonio agisce anche sulle anime buone per mezzo di suggestioni con grande forza, accordando loro grande energia, tuttavia soltanto se le anime sono malvagie può consumare in esse il male.

  A008001063 

 Alcuni di questi tocchi sono tipici e durano poco; altri non sono così caratteristici e durano più a lungo..

  A008001063 

 Anzi, il più delle volte questi favori le sono concessi quando essa ci pensa meno.

  A008001063 

 Difatti essi non dipendono da opere che l’anima può compiere, né sono frutto delle sue meditazioni, sebbene tali opere e considerazioni siano una buona disposizione per ricevere queste manifestazioni.

  A008001063 

 I sentimenti della volontà, quando vengono da Dio, sono molto elevati.

  A008001063 

 Ma quelli che risiedono nella sostanza dell’anima sono assai sublimi e producono un grande bene e molto profitto.

  A008001065 

 Queste conoscenze non sono sempre uguali; a volte sono più elevate e chiare e altre volte meno.

  A008001067 

 Difatti, come ho detto a proposito delle parole successive, molto facilmente l’intelletto potrebbe turbare e disfare quelle conoscenze delicate, che sono luci soavi soprannaturali.

  A008001067 

 In questo modo essa non impedirà in sé i vantaggi che queste conoscenze procurano in vista dell’unione divina, grandi per la verità, perché tali conoscenze sono tutte tocchi di unione.

  A008001078 

 Ora, si possono dividere le conoscenze in base agli oggetti della memoria, che sono tre: naturali, immaginari e spirituali; secondo questi tre oggetti, vi sono anche tre forme di conoscenze della memoria: conoscenze naturali, immaginarie soprannaturali, spirituali..

  A008001090 

 Ciò non può avvenire se non si separa completamente da tutte le forme che non sono Dio.

  A008001094 

 Quest’oblio della memoria e questa sospensione dell’immaginazione sono, a volte, in seguito all’unione della memoria con Dio, di tale intensità che passa molto tempo senza che ci si accorga e senza sapere ciò che è accaduto nel frattempo.

  A008001096 

 Qualcuno, pur ammettendo che tutto questo è valido, potrebbe obiettare che il corso e l’uso naturale delle potenze sono abolite, per cui la persona resta smemorata come una bestia, anzi peggio, perché non ragiona più né si ricorda delle esigenze e delle operazioni naturali.

  A008001098 

 In questo stato le operazioni della memoria e delle altre potenze sono tutte divine.

  A008001098 

 In virtù di tale trasformazione, le operazioni di Dio e quelle dell’anima non sono distinte, quindi le operazioni dell’anima sono compiute da Dio, poiché, come dice san Paolo, chi si unisce al Signore forma con lui un solo spirito (1Cor 6,17).

  A008001098 

 Ne segue che le operazioni dell’anima unita a Dio sono operazioni dello Spirito di Dio, quindi divine..

  A008001100 

 Da ciò deriva ancora che le azioni di queste anime sono convenienti e conformi alla ragione, senza mai essere imperfette, perché lo Spirito di Dio fa loro conoscere ciò che devono sapere e ignorare ciò che devono ignorare, ricordarsi di ciò che devono ricordare senza o con immagini e dimenticare ciò che devono dimenticare, amare ciò che devono amare e non amare ciò che non è in Dio.

  A008001100 

 In tal modo tutti i moti primi e le operazioni delle potenze di quelle anime sono divini.

  A008001100 

 Questo non deve stupirci, perché le potenze sono trasformate nell’essere divino..

  A008001114 

 Tuttavia vi sono anime che molte frequentemente sono mosse da Dio; non sono loro a muoversi, come afferma san Paolo: i figli di Dio, cioè coloro che sono trasformati e uniti a Dio, sono guidati dallo Spirito di Dio, che spinge le loro facoltà a compiere opere divine (Rm 8,14).

  A008001118 

 I primi due inconvenienti sono positivi, il terzo è privativo.

  A008001122 

 Si cade in imperfezioni a ogni passo se la memoria si applica a ciò che ha udito, visto, toccato, odorato, gustato, ecc.; ogni oggetto imprime in questa facoltà qualche inclinazione al dolore, al timore, all’odio, alla vana speranza, alla falsa gioia, alla vanagloria… Tutte queste impressioni sono quanto meno delle imperfezioni e, a volte, veri e propri peccati veniali, ecc.; generano nell’anima molte impurità, anche se le considerazioni e conoscenze hanno per oggetto Dio.

  A008001124 

 Difatti in queste si insinuano mille imperfezioni e inconvenienti, alcuni dei quali sono così sottili e nascosti da attaccarsi naturalmente all’anima, senza che essa se ne accorga, come la pece si attacca a chi la tocca.

  A008001134 

 Quante tristezze, afflizioni e gioie vane ispira loro riguardo ai pensieri su Dio e sulle cose del mondo! Quante impurità egli fa radicare nel loro spirito, distraendole con forza dal vero raccoglimento, che consiste nell’applicare interamente l’anima, con le sue potenze, al solo bene incomprensibile e allontanarla da tutte le cose sensibili, perché non sono questo bene! Anche se da un tale distacco non seguisse un bene così grande com’è quello di porre l’anima in Dio, sarebbe sempre un gran bene tenerla lontana da molte pene, afflizioni e tristezze, oltre che dalle imperfezioni e dai peccati..

  A008001140 

 Da ciò risulta chiaramente che tutte le conoscenze sono di grande ostacolo all’anima per il conseguimento del bene delle virtù morali..

  A008001156 

 Ora è opportuno continuare la trattazione anche a proposito di altre rappresentazioni e conoscenze che la memoria conserva in sé e che sono soprannaturali, come le visioni, le rivelazioni, le locuzioni e i sentimenti che ci vengono per via soprannaturale.

  A008001158 

 Ci sono, però, molti che non vogliono privarsi della dolcezza e del piacere che la memoria procura loro attraverso le conoscenze.

  A008001166 

 Così, molto spesso, penserà che queste cose vengano da Dio, mentre invece sono frutto solo della sua fantasia.

  A008001166 

 Inoltre, molte volte s’imprimerà assai vivamente nella persona spirituale il ricordo del bene e del male altrui o proprio, e di altre conoscenze, che riterrà certe e vere, e invece sono profondamente false; altre, che sono vere, le giudicherà false, anche se questo giudizio mi sembra più sicuro, perché solitamente nasce dall’umiltà..

  A008001206 

 A parte questi, vi sono altri vantaggi, che procurano grande riposo e serenità dello spirito.

  A008001212 

 Ora, queste sono la scorza e l’accidente che celano la sostanza e lo spirito.

  A008001216 

 Queste conoscenze che s’imprimono così nell’anima producono, ogni volta che le si richiama, divini effetti d’amore, di soavità, di luce, ecc., ora più intensi ora meno; del resto, proprio a tale scopo sono stati impressi nell’anima.

  A008001218 

 Le rappresentazioni che producono tali effetti sono profondamente impresse nell’anima.

  A008001220 

 Queste ultime, infatti, ordinariamente sono molto frequenti, perché alcune persone hanno abitualmente nell’immaginazione o fantasia visioni immaginarie e sovente se le rappresentano alla stessa maniera.

  A008001222 

 A chi dicesse che potrebbe sembrare superbia rifiutare queste rappresentazioni quando sono buone, rispondo che invece è un atto di umiltà.

  A008001222 

 Dico solo che quelle che s’imprimono formalmente e in maniera durevole nell’anima sono molto rare.

  A008001228 

 Ora, la memoria non le ricorda con l’aiuto di forme, immagini o figure impresse nell’anima, perché quei tocchi e sentimenti d’unione con il Signore ne sono privi, ma con l’aiuto degli effetti di luce, di delizie, di rinnovamento spirituale che si verificano nell’anima e che si rinnovano, in parte, ogni volta che essa se ne ricorda..

  A008001228 

 Queste, infatti, come dicevo prima, sono tocchi e sentimenti di unione con Dio, meta verso cui incamminiamo l’anima.

  A008001228 

 Rimando a quelle pagine, ove dicevo che queste conoscenze sono di due categorie: alcune increate e altre create.

  A008001232 

 Completamente distaccata da tutte queste conoscenze, non vi penserà più e neppure se ne occuperà, se non nella misura necessaria per comprendere i suoi doveri e, se sono tali, per adempierli; ma, anche in questo caso, senza porvi attaccamento né compiacenza, perché non lascino impresso nell’anima qualche effetto.

  A008001232 

 Perciò, quanto più l’anima spoglierà la memoria di tutte le immagini o cose create che si possano ricordare e che non sono Dio, tanto più fisserà la memoria in Dio e, di conseguenza, sarà più libera per poterla riempire dei beni divini.

  A008001234 

 Infatti, se è vero che il mezzo è buono e necessario per arrivare al fine, come lo sono le immagini che ci ricordano Dio e i santi, è altrettanto vero che, quando ci fermiamo al mezzo più del necessario, esso diventa un ostacolo, come lo sarebbe qualsiasi altra cosa.

  A008001238 

 Grazie a questa virtù le opere della fede sono vive e hanno grande valore, mentre, se essa manca, non valgono nulla, proprio come dice san Giacomo: La fede senza le opere è morta (Gc 2,20).

  A008001240 

 Quando tali passioni sono rivolte a Dio attraverso un esercizio assennato, in modo che l’anima non gioisca se non di ciò che è onore e gloria di Dio, non speri in altro che in Dio, non si dolga se non di ciò che lo ferisce, né tema se non Dio solo, è chiaro che dispone e conserva tutte le sue forze e le sue capacità per Dio.

  A008001240 

 Queste affezioni o passioni sono quattro: gioia, speranza, dolore, timore.

  A008001246 

 Allo stesso modo le ali di ciascuna di queste passioni sono unite a quelle delle altre, così che, laddove una di esse di fatto volge la faccia, cioè la sua attività, in pratica anche le alte necessariamente la seguono; quando una di esse si spegne, si spengono anche le altre, e se si accende una, si accendono tutte.

  A008001246 

 Occorre sapere che quando una di esse è ben diretta e regolata dalla ragione, anche le altre seguono la stessa sorte, perché queste quattro passioni sono talmente unite e accordate fra loro che, dove attualmente va una, vanno virtualmente anche le altre; se una si concentra in un’attività, anche le altre fanno altrettanto.

  A008001246 

 Quando queste passioni non sono tenute a freno, generano nell’anima tutti i vizi e le imperfezioni, mentre quando sono ben dirette e governate generano in essa tutte le virtù.

  A008001252 

 Per quanto mi sono proposto di dire, essa non è altro che una contentezza della volontà accompagnata dalla stima per un oggetto che si ritiene conveniente, perché la volontà prova gioia solo quanto stima una cosa e ne trae soddisfazione.

  A008001258 

 Queste, al contrario, sono motivo per offenderlo, come ci ricorda il Saggio quando dice: Se hai troppo, non sarai esente da colpa (Sir 11,10).

  A008001260 

 Questo re, che aveva posseduto molte ricchezze e ne conosceva bene la natura, diceva che tutte le cose che esistono sotto il sole (Qo 1,14) sono vanità immensa (1,2); afflizione dello spirito (1,14; 2,17), vanità e occupazione senza senso (2,26); chi ama il denaro non si sazia mai (5,9); le ricchezze custodite dal padrone sono a suo danno (5,12).

  A008001264 

 Non c’è motivo di rallegrarsi neanche per avere dei figli, perché sono molti o ricchi o dotati di doni e di grazie naturali o di beni di fortuna; è concesso rallegrarsene soltanto se servono Dio.

  A008001276 

 Esso consiste nell’annebbiamento dello spirito e in una sorta di oscurità che impedisce il giudizio dal ben comprendere la verità e dal valutare le cose così come sono..

  A008001282 

 Coloro che sono giunti a questo secondo grado, hanno il giudizio e l’intelletto ottenebrati di fronte alla conoscenza della verità e della giustizia, parimenti a quelli che si trovano nel primo grado; ma in più presentano molta rilassatezza, tiepidezza e indifferenza nel conoscere e compiere i loro doveri.

  A008001282 

 Di costoro dice Isaia: Tutti sono bramosi di regali, ricercano mance, non rendono giustizia all’orfano e la causa della vedova non giunge fino a loro (Is 1,23).

  A008001282 

 Difatti quelli che si trovano in questo secondo grado non sono privi di malizia, come invece quelli del primo grado.

  A008001282 

 Questo non avviene senza loro colpa, soprattutto quando sono obbligati a farlo in forza del loro ufficio.

  A008001284 

 Anzi la loro fame e sete crescono tanto più intensamente quanto più essi sono lontani dalla sorgente che potrebbe soddisfarli, cioè Dio.

  A008001284 

 Così, dunque, essi non sono nulla per quanto riguarda Dio, mentre sono tutto per le cose del mondo.

  A008001284 

 Davide così si è espresso a loro riguardo: Transierunt in affectum cordis: Si sono abbandonati alle passioni del cuore (Sal 72,7)..

  A008001284 

 In senso stretto, questi sono gli avari, la cui cupidigia e soddisfazione per le cose create hanno assunto un’estensione e un attaccamento tali da non sentirsi mai sazi.

  A008001284 

 Per questo Cristo nel vangelo li chiama figli di questo secolo e dice che costoro, nei loro interessi, verso i loro pari sono più scaltri dei figli della luce (Lc 16,8).

  A008001284 

 Questi sono quanti cadono in mille forme di peccati per amore dei beni temporali e innumerevoli sono i danni che subiscono.

  A008001284 

 Vivono in totale oblio e noncuranza per ciò che riguarda la loro salvezza, mentre sono attivi e abili al massimo nelle cose del mondo.

  A008001288 

 Anche ai nostri giorni vi sono numerose persone che appartengono a questo quarto grado.

  A008001290 

 A quest’ultimo grado appartengono, altresì, tutti quegli sventurati che sono dominati dai beni temporali e li considerano come loro dio al punto di non esitare a sacrificare la vita per essi.

  A008001290 

 Li costringe a pagare continuamente il tributo del loro cuore al denaro, ragion per cui soffrono per esso, e con esso si avvicinano all’ultima disgrazia, che sarà la loro giusta perdizione, secondo quanto avverte il Saggio: Le ricchezze sono custodite dal padrone a proprio danno (Qo 5,12)..

  A008001292 

 Anche quelli meno danneggiati da tale gioia sono da compiangere molto perché, come ho detto, essa costringe l’anima a tornare molto indietro nelle vie di Dio.

  A008001298 

 Al contrario, la negazione e la purificazione di tale gioia lascia al giudizio la sua chiarezza, come accade all’aria pura quando si sono dissolti i vapori che l’inquinavano..

  A008001300 

 Il secondo, che si attacca ad esse con volontà di possesso, non ha e non possiede nulla; anzi sono le cose a possedere il suo cuore e a fargli sentire il peso della schiavitù.

  A008001302 

 Questi favori sono tali che, anche dal punto di vista temporale, sua Maestà, come promette nel vangelo (Mt 19,29), per una gioia lasciata per amor suo o allo scopo di conformarsi alla perfezione del vangelo, darà il cento per uno in questa vita.

  A008001306 

 Questi doni e favori della natura, infatti, sono talmente provocanti e attraenti sia per chi li possiede sia per chi li guarda, che pochi riescono a tenere il cuore completamente libero da qualsiasi legame con essi.

  A008001308 

 È necessario, dunque, che la persona spirituale purifichi la sua volontà da questa gioia vana e ne distolga lo sguardo, ricordando che la bellezza e tutte le altre doti naturali sono polvere, vengono dalla polvere e in polvere ritorneranno; che la grazia e il portamento distinto sono fumo e aria di questo mondo; che, per non cadere nella vanità, deve considerarle e stimarle per quello che sono, per esse indirizzare il cuore a Dio nella gioia e nell’allegria perché Dio ha in sé tutte queste bellezze e grazie in grado eminente, infinito e superiore a quello di tutte le creature, proprio come dice Davide: Tutti invecchiano e si logorano come veste…ma tu rimani lo stesso (Sal 101,27).

  A008001312 

 Li chiamo particolari perché sono prodotti in modo primario e immediato da un tal genere di gioia, ma in modo secondario e mediato da un tal altro genere.

  A008001312 

 Molti dei danni e vantaggi che sto per elencare sono comuni a tutti i diversi generi di gioie.

  A008001314 

 La ragione e il giudizio perdono la loro libertà; sono come ottenebrati in seguito all’affezione di quella gioia a loro molto intima.

  A008001314 

 Poiché i beni naturali sono più intimi all’uomo di quelli temporali, la gioia da essi prodotta s’imprime con maggior efficacia e rapidità, lasciando nei sensi una traccia e uno smarrimento molto maggiore.

  A008001316 

 Si è annerito l’oro, si è alterato l’oro migliore; i preziosi e nobili figli di Sion, già vestiti di oro fino, sono stimati quali vasi di creta, rotti, diventati coccio (Lam 4,1-2)..

  A008001318 

 Difatti nello stesso libro si racconta che si sono inebriati tutti i re della terra con il vino della sua prostituzione (Ap 17,2).

  A008001318 

 Per questo dice che tutti i re della terra si sono inebriati di quel vino; difatti se ne troveranno pochi, anche fra i più santi, che non siano stati rapiti e sedotti da questa bevanda della gioia e del piacere della bellezza e delle grazie naturali..

  A008001320 

 Infatti, per quanto poco sia il vino di quella gioia, subito affascina e adesca il cuore, producendo il danno di annebbiare la ragione, come accade a coloro che sono in preda al vino.

  A008001320 

 È da notare l’espressione si sono inebriati.

  A008001326 

 Infatti, quando l’anima non si affeziona a nessuno in modo particolare a motivo dei beni naturali apparenti, che sono menzogneri, è libera e indipendente, in grado di amare tutti in modo razionale e spirituale, come Dio vuole che siano amati.

  A008001326 

 Molti sono i vantaggi che l’anima ricava quando allontana il cuore da questa gioia, perché, oltre a trovarsi disposta all’amore di Dio e alle altre virtù, viene chiaramente spinta a praticare l’umiltà riguardo a se stessa e la carità nei confronti del prossimo, in modo universale.

  A008001330 

 Quando, infatti, si vigila sui sensi, che sono le porte dell’anima, la si custodisce bene e si accresce molto la sua tranquillità e purezza..

  A008001332 

 Difatti il Saggio dice che il santo spirito se ne sta lontano dai discorsi insensati, che cioè non sono ordinati a Dio per una ragione superiore (Sap 1,5)..

  A008001334 

 Vengono quindi ritenuti prudenti e saggi, come di fatto lo sono, tutti coloro che non danno importanza a questi beni naturali, ma solo a ciò che piace a Dio..

  A008001342 

 Ora, per oscurare e purificare la volontà dalla gioia riguardo a questi oggetti sensibili e attraverso questi indirizzarla a Dio, è necessario ricordare, come ho detto ripetutamente, che i sensi della parte inferiore dell’uomo, di cui sto trattando, non sono né possono essere capaci di conoscere e neppure di comprendere Dio com’egli è.

  A008001346 

 Vi sono delle anime, infatti, che si avvicinano molto a Dio attraverso gli oggetti sensibili.

  A008001348 

 Ma occorre ricordare che colui al quale queste impressioni sensibili procurano il puro effetto spirituale sopra descritto, non per questo deve desiderarle né prestarvi molta attenzione, anche se suscitano un grande piacere quando sono offerte, a causa della gioia di amare Dio che esse producono, come ho detto.

  A008001356 

 In particolare, però, sono molti i danni, sia spirituali sia corporali o sensibili, che derivano da questa gioia..

  A008001368 

 Vi sono, infatti, alcune nature che subirono più danni da una insignificante occasione che altre da occasioni più pericolose..

  A008001374 

 Straordinari sono i vantaggi che l’anima ricava dalla rinuncia a questa gioia: alcuni sono spirituali, altri temporali..

  A008001382 

 Lo stesso accade per gli altri sensi, quando sono purificati.

  A008001388 

 Si manifestano in un grado molto superiore, perché le gioie che si respingono sono più intime alla natura umana.

  A008001388 

 Sono gli stessi di cui abbiamo parlato a proposito degli altri generi di gioia.

  A008001394 

 Difatti vi sono due motivi che possono, singolarmente o insieme, procurare questa gioia: vale a dire la considerazione di ciò che essi sono in se stessi e il vantaggio che comportano e producono come mezzi e strumenti.

  A008001398 

 Diversi personaggi dell’antichità possedettero molte virtù e fecero buone opere, e anche ai nostri giorni molti cristiani sono nella stessa situazione di quelli, ma tutto ciò non gioverà loro affatto per la vita eterna, perché non mirano alla gloria e all’onore che spetta solo a Dio.

  A008001400 

 Le sue opere sono tanto più preziose quanto più puro e intatto è l’amore di Dio contenuto in esse e quanto minore è l’interesse per la gioia, il piacere, la consolazione e la lode.

  A008001404 

 I danni principali che l’uomo può subire per la vana compiacenza nelle sue opere buone o nel suo comportamento sono sette e molto perniciosi, proprio perché spirituali.

  A008001408 

 Addirittura si irritano e si lasciano prendere dall’invidia quando vedono che altri sono lodati, agiscono meglio o valgono più di loro..

  A008001408 

 Costui non solo disprezzava gli altri, ma in modo particolare ne disprezzava uno quando diceva: Non sono come questo pubblicano (ibid.).

  A008001408 

 Il fariseo della parabola aveva questo difetto, perché nelle sue preghiere diceva: O Dio, ti ringrazio che sono come gli altri uomini: ladri, ingiusti, adulteri (Lc 18,11).

  A008001408 

 Molte di queste persone sono peggiori del fariseo.

  A008001408 

 È esattamente quanto al giorno d’oggi molta gente dice: “Non sono come Tizio, né agisco come Caio o Sempronio”.

  A008001412 

 Grande è la miseria che da questo danno si riversa sui figli degli uomini! Sono convinto che la maggior parte delle opere che fanno in pubblico sono viziate, inutili o imperfette agli occhi di Dio, perché non sono immuni da interessi e calcoli umani.

  A008001412 

 Ma lasciamo da parte questi casi, che sono i peggiori.

  A008001418 

 Al contrario, possiamo dire che in generale quelle opere nelle quali l’uomo si mortifica maggiormente, soprattutto quando non è avanzato nella perfezione, sono più accette e preziose agli occhi di Dio, a motivo dell’abnegazione di sé che l’uomo deve praticare in esse, che quelle in cui trova la sua consolazione, ove può più facilmente cercare se stesso.

  A008001424 

 Grandissimi sono i vantaggi che l’anima ricava dal non applicare inutilmente la gioia della volontà a questa categoria di beni.

  A008001438 

 Anche se questi beni sono indubbiamente spirituali, come quelli dello stesso genere di cui tratterò dopo, tuttavia, essendovi molta differenza fra di loro, ho voluto parlarne a parte.

  A008001442 

 E se avessi il dono della profezia e conoscessi tutti i misteri e tutta la scienza, e possedessi la pienezza della fede, così da trasportare le montagne, ma non avessi la carità, non sono nulla, ecc.

  A008001442 

 San Paolo c’insegna quanto tali opere valgano senza il secondo vantaggio, allorché dice: Se anche parlassi le lingue degli uomini e degli angeli, ma non avessi la carità, sono come un bronzo che suona o un cembalo che squilla.

  A008001444 

 Per questo il Signore rimproverò i suoi discepoli che si rallegravano per aver cacciato i demoni: Non rallegratevi perché i demoni si sottomettevano a voi; rallegratevi piuttosto perché i vostri nomi sono scritti nei cieli (Lc 10,20).

  A008001444 

 Tradotto in termini teologici significa: Gioite perché i vostri nomi sono scritti nel libro della vita.

  A008001456 

 Con le loro pratiche empie e perverse costoro si sono appropriati, mediante l’inganno, del Corpo del Signore Gesù Cristo.

  A008001462 

 A san Tommaso, che voleva toccare personalmente le sue piaghe, disse che beati sono coloro che credono in lui senza averlo visto (Gv 20,29)..

  A008001462 

 Dio opera queste meraviglie solo quando sono strettamente necessarie alla fede.

  A008001462 

 Quando si attacca troppo a questi miracoli, si discosta molto dall’abitudine sostanziale della fede, che è abitudine oscura; quanto più numerosi sono i segni e le testimonianze, tanto minore è il merito della fede.

  A008001472 

 Così, quando si rinuncia ad esse, per riporre la gioia solo in Dio, si attribuisce maggior gloria ed eccellenza a Dio piuttosto che ad esse; e difatti, quanto più elevate e superiori sono le cose che uno disprezza per un altro, tanto maggiore è la stima che ha per lui e la gloria che gli rende..

  A008001472 

 Questo non avviene se non si distacca la volontà da ogni gioia e consolazione relativamente alle cose create, come afferma ancora Davide con queste parole: Fermatevi e sappiate che io sono Dio (Sal 45,11).

  A008001472 

 Se è vero che si glorifica Dio riponendo la gioia in lui, distaccandola da tutte le cose, molto più lo si esalta quando viene distaccata da cose ancor più meravigliose per riporla solo in lui; perché soprannaturali, infatti, esse sono più elevate rispetto agli altri beni.

  A008001484 

 Cominciando, quindi, a dividerli nel modo più generale, dico che i beni spirituali sono di due specie: alcuni sono gradevoli, altri sono dolorosi.

  A008001484 

 Difatti, tra i beni gradevoli all’anima ve ne sono alcuni che hanno per oggetto cose chiare che si comprendono distintamente, altri cose che non si capiscono chiaramente e distintamente.

  A008001486 

 Così alcuni sono conoscenze intellettuali e appartengono all’intelletto; altri sono affetti e appartengono alla volontà; altri, infine, sono immaginari e appartengono alla memoria..

  A008001500 

 Ciò nonostante, essi sono molto importanti per il culto divino e utili per muovere la volontà a devozione.

  A008001500 

 Purtroppo, però, vi sono molte persone che si compiacciono più dell’espressione pittorica e degli ornamenti di queste immagini che dei soggetti ivi rappresentati..

  A008001502 

 Ci sono, ripeto, alcune persone che guardano più alla bellezza delle immagini e al loro valore che a ciò che rappresentano.

  A008001502 

 Ora, in quanto servono a tutto questo, le immagini sono utili e il loro uso necessario.

  A008001504 

 Sono molto attaccati a queste immagini come lo erano Mica e Labano ai loro idoli.

  A008001516 

 Questo perché sono più affezionati a una figura piuttosto che a un’altra.

  A008001524 

 Questi fatti soprannaturali delle immagini, di cui parliamo, molto spesso sono realmente veri e buoni, perché provocati da Dio o per aumentare la devozione o perché l’anima abbia un sostegno a cui aggrapparsi nella sua debolezza e non perdersi nelle distrazioni.

  A008001524 

 Tuttavia molte volte sono prodotti anche dal demonio per ingannare e nuocere all’anima.

  A008001528 

 Le immagini sono di grande utilità per ricordarsi di Dio e dei santi e muovere la volontà alla devozione, se usate per via ordinaria e correttamente.

  A008001534 

 Dico: forse di più, perché, sostenendo che sono cose sante, si sente più sicura e non ha paura dello spirito di possesso e di attaccamento naturale.

  A008001536 

 Simili inclinazioni o intenzioni non sono affatto gradite a Dio, soprattutto quando gli organizzatori delle feste vi introducono cose ridicole e profane, solo per far ridere la gente, contribuendo così a farla distrarre maggiormente; altri poi organizzano cose che, invece, di suscitare devozione, solleticano il piacere della gente..

  A008001536 

 È anche vero che coloro che le trattano con poco decoro e rispetto sono da biasimare, e ugualmente quelli che le fanno così male che, anziché favorire la devozione, la fanno passare; per questo si dovrebbe proibire a certi artigiani l’esercizio di quest’arte, perché, incapaci, lavorano rozzamente.

  A008001538 

 Anzi vi sono molti che si rallegreranno con coloro che partecipano alle feste del Signore, mentre Dio si adira con loro, come fece con i figli d’Israele allorché, pensando di festeggiare Dio, ballavano e cantavano davanti al loro idolo: Dio ne fece morire molte migliaia (Es 32,7-28).

  A008001542 

 Vi sono molti fra costoro che provano una tale attrazione per il loro oratorio e un tale piacere nell’addobbarlo da impiegarvi tutto il tempo che dovrebbero dedicare a pregare Dio e a raccogliersi interiormente.

  A008001546 

 Essi, infatti, non hanno ancora perduto il gusto e non sono ancora distaccati dalle cose di questo mondo, così da poterlo sostituire con il gusto dell’altro.

  A008001548 

 Di conseguenza, se i templi e i luoghi appartati sono dedicati e adatti alla preghiera, perché il tempio non dev’essere usato per altri scopi, tuttavia, quando si tratta di una faccenda tanto intima come quella riguardante il rapporto con Dio, occorre scegliere il luogo che attira e cattura meno i sensi.

  A008001548 

 Il Maestro le rispose che la vera preghiera non è legata né al monte né al tempio, ma che i veri adoratori graditi a Dio sono quelli che lo adorano in spirito e verità (Gv 4,23-24).

  A008001562 

 Non si sono mai sforzati di arrivare al raccoglimento spirituale attraverso la rinuncia alla loro volontà e l’adattamento ai disagi.

  A008001562 

 Vi sono anche di quelli che passano la vita a cambiare stato e modo di vivere.

  A008001572 

 E Agar, apprezzando molto il luogo dove le era apparso l’angelo, gli diede un nome dicendo: Qui dunque sono riuscita ancora a vedere, dopo la mia visione? (Gn 16,13)..

  A008001572 

 Questi sono i motivi per cui è bene che la persona ritorni in quel luogo, non ritenendo, però, che Dio sia obbligato a concederle favori proprio lì e non altrove.

  A008001576 

 Tuttavia i luoghi consacrati al suo servizio sono un’occasione più propizia per essere esauditi, perché la Chiesa li ha segnalati e riservati a questo scopo..

  A008001580 

 Lascio da parte, per ora, le pratiche di pietà ridondanti di paroloni o termini che non significano nulla e altre cose non sacre che persone ignoranti, grossolane e sospette sono solite mescolare alle loro preghiere.

  A008001580 

 Le gioie inutili e lo spirito imperfetto di attaccamento che molti nutrono per le cose di cui ho parlato, forse sono in parte tollerabili perché coltivati con una certa ingenuità.

  A008001580 

 Qui non ne parlo perché sono chiaramente cattive ed è peccato servirsene; addirittura, in molti casi nascondono un patto occulto con il demonio.

  A008001582 

 E sono convinti che, se manca qualcosa di quello che hanno deciso, non si fa nulla, e mille altre cose che si usano e si vedono fare..

  A008001582 

 Esse credono ciecamente all’efficacia delle loro particolari devozioni e preghiere, sino a pensare che, se in esse manca qualcosa o non sono eseguite alla perfezione, non valgono nulla e Dio non le gradisce.

  A008001600 

 Il secondo genere di beni particolari e piacevoli, dei quali la volontà può vanamente godere, sono quelli che invitano o spingono a servire Dio: li chiamo provocativi.

  A008001600 

 Tali sono le predicazioni, che possiamo considerare sotto due aspetti, cioè quello che riguarda gli stessi predicatori e quello che riguarda gli ascoltatori.

  A008001608 

 Tale è la dottrina che san Paolo spiega con chiarezza ai corinzi, quando scrive: Anch’io, fratelli, quando sono venuto tra voi, non mi sono presentato ad annunziarvi la testimonianza di Dio con sublimità di parola o di sapienza… e la mia parola e il mio messaggio non si basarono su discorsi persuasivi di sapienza, ma sulla manifestazione dello Spirito e della sua potenza (1Cor 2,1-4)..

  A008001610 

 Tuttavia non è intenzione dell’Apostolo e mia di condannre qui il bello stile, la retorica e il linguaggio scelto, i quali invece sono molto utili alla predicazione come a ogni affare, poiché il linguaggio scelto e lo stile elevano e raddrizzano anche le cose cadute e corrotte, come il linguaggio volgare corrompe e rovina anche le buone….

  A008001628 

 Ivi il profeta invita all’abbondanza delle acque divine dell’unione a tu per tu con Dio soltanto coloro che hanno sete di Dio solo e sono distaccati dai loro appetiti.


09-Giovanni della Croce - Notte oscura.html
  A009000114 

 Poiché questa via è così stretta e così pochi sono quelli che la percorrono, come dice ancora il Signore (Mt 7,14), l’anima deve considerare una sorte davvero fortunata l’essere pervenuta per mezzo di essa alla suddetta perfezione d’amore.

  A009000138 

 I principianti, proprio perché agli inizi, si sentono pieni di fervore e sono molto diligenti nelle cose spirituali e negli esercizi di pietà.

  A009000142 

 Nella loro presunzione sono soliti fare molti propositi e mantenerne pochi.

  A009000142 

 Si compiacciono quando questi fenomeni, che ardentemente desiderano avere, sono conosciuti da tutti..

  A009000144 

 Così sono contenti di raccontargli solo le cose buone e spesso in termini esagerati o quanto meno con l’intenzione che le loro opere siano ritenute buone.

  A009000146 

 Odiano elogiare gli altri, mentre amano essere lodati e a volte persino lo pretendono; sono simili alle vergini stolte che, avendo le lampade spente, volevano l’olio delle altre (Mt 25,8)..

  A009000148 

 Rari sono i principianti che al tempo dei primi fervori non cadono in simili imperfezioni.

  A009000148 

 Tale sollecitudine d’amore li spinge, li preoccupa e li inebria talmente che non si accorgono se gli altri fanno o non fanno; e se vi pongono attenzione, sono convinti che tutti gli altri siano migliori di loro.

  A009000150 

 Le persone umili, invece, non si sentono maestre di nessuno; vanno spedite per la loro strada e sono totalmente disposte a imboccarne un’altra se qualcuno glielo comanda, perché pensano di non riuscire mai in nulla.

  A009000150 

 Sono contente quando vengono lodati gli altri e si rammaricano solo di non servire Dio come loro.

  A009000152 

 Gli umili sono pronti a dare il sangue del loro cuore a colui che serve Dio e ad aiutare con tutte le forze chi lo serve.

  A009000152 

 Ma le anime che all’inizio camminano in questa via di perfezione, come ho detto, sono molto poche; mi contenterei se non cadessero nei difetti contrari.

  A009000152 

 Quanto alle imperfezioni in cui si accorgono di cadere, sono motivo per essi di sopportarsi con umiltà, dolcezza di spirito e timore pieno di amore per Dio e di fiducia in lui.

  A009000156 

 Sono molto scontenti e insoddisfatti perché non trovano la consolazione che si aspettavano dagli esercizi di pietà.

  A009000164 

 Ora, sono molte le imperfezioni dei principianti su questo punto: si potrebbero chiamare lussuria spirituale, non perché lo siano in realtà, ma perché derivano da cose spirituali.

  A009000164 

 Per il momento non parlo di queste ultime per evitare lungaggini; preferisco, invece, trattare solo di alcune delle principali, che sono come l’origine e la causa delle altre.

  A009000168 

 La loro vita è triste; la sofferenza è tale quando soffrono di quest’umore che sono convinte di avere il demonio in corpo e di non essere capaci di liberarsene; ciò nonostante, alcune di esse riusciranno a respingerlo se si faranno coraggio.

  A009000172 

 Ci sono, poi, delle anime dal temperamento così sensibile e delicato che, appena provano qualche gusto di devozione o di preghiera, si vedono pure immediatamente invase dallo spirito di lussuria.

  A009000172 

 Entrambe queste sensazioni perdurano contemporaneamente e in modo passivo; a volte si constata anche che si sono verificati dei gesti grossolani e sconsiderati.

  A009000172 

 La sensualità le stordisce e le inebria a tal punto che sono come sommerse nelle attrazioni e nei piaceri di questo vizio.

  A009000176 

 Al contrario, quando l’amore di Dio cresce in un’anima, questa si raffredda nell’amore sensuale e lo dimentica, perché sono due amori contrari: non solo l’uno non aiuta l’altro, ma quello che predomina spegne e soffoca l’altro rafforzando se stesso, come insegnano i filosofi.

  A009000176 

 Alcune di queste persone nutrono per altre dell’affetto, facendolo passare per un fatto spirituale, ma molto spesso queste amicizie sono morbose e per niente spirituali.

  A009000184 

 Sono quelle che si armano di uno zelo spropositato contro i vizi altrui, censurandoli.

  A009000184 

 Vi sono, poi, persone spirituali che cadono in un’altra forma d’ira spirituale.

  A009000186 

 Ciò nonostante, vi sono alcune persone che mostrano tale pazienza o lentezza nel voler progredire, che Dio non vorrebbe ne avessero proprio tanta!.

  A009000186 

 Sono talmente impazienti che vorrebbero divenire santi in un giorno.

  A009000186 

 Ve ne sono altri, infine, che dinanzi alle loro imperfezioni si spazientiscono in modo contrario a ogni umiltà, arrabbiandosi con se stessi.

  A009000192 

 Alcuni di loro arrivano a un tale eccesso che, per il fatto di praticare per obbedienza certi esercizi di pietà, perdono la voglia e la devozione di farli: ma questo non perché sono loro comandati, bensì perché loro unico gusto e voglia è seguire le proprie inclinazioni.

  A009000192 

 Costoro sono molto imperfetti, sono persone irragionevoli.

  A009000192 

 Lasciano da parte la sottomissione e l’obbedienza, che sono la penitenza della ragione e della volontà pur sapendo che questo è il sacrificio a Dio gradito più di qualsiasi altra cosa e della stessa penitenza corporale.

  A009000192 

 Ora, poiché gli eccessi sono cattivi e in questo modo di fare tali persone seguono la loro volontà, crescono nei vizi anziché nella virtù: acquistano quanto meno gola spirituale e superbia, perché non seguono la via dell’obbedienza in quello che fanno.

  A009000194 

 Credono di servire Dio e di farlo contento, se loro sono contenti e soddisfatti..

  A009000196 

 Vi sono poi altri che, a motivo del vizio della gola, conoscono così poco la loro bassezza e miseria e trascurano talmente l’amoroso timore e il rispetto che devono alla maestà divina, che non esitano a insistere molto con i loro confessori per avere il permesso di comunicarsi spesso.

  A009000208 

 Anche per quanto riguarda gli altri due vizi, che sono l’invidia e l’accidia spirituale, i principianti cadono in molte imperfezioni.

  A009000208 

 Ma questi sentimenti sono estremamente contrari alla carità che, come dice san Paolo, si compiace della verità (1Cor 13,6); e se prova qualche invidia, si tratta d’invidia santa.

  A009000210 

 Poiché nelle cose spirituali sono molto attratti dalle dolcezze, quando non ve le trovano si annoiano a morte.

  A009000212 

 Molte volte arrivano a pensare che ciò a cui non sono portati e in cui non provano gusto non sia volontà di Dio; al contrario, quando si sentono soddisfatti, credono che lo sia anche Dio.

  A009000214 

 Lasciandosi guidare dal piacere e dalle delizie dello spirito, sono molto fiacchi di fronte allo sforzo e alla fatica richieste dalla perfezione.

  A009000214 

 Sono simili a coloro che si nutrono di cose elevate, ma rifuggono con tristezza da ogni asperità; si scandalizzano della croce, nella quale si trovano tutte le delizie spirituali.

  A009000220 

 Quella spirituale è riservata a pochissime persone, cioè a coloro che sono già esercitati e avanzati nella virtù; di questi mi occuperò in un secondo momento..

  A009000224 

 Già essi si sono esercitati un po’ nel cammino della virtù; hanno perseverato nella meditazione e nell’orazione; il sapore e le delizie che hanno gustato in queste pie pratiche li hanno distaccati dalle cose del mondo; hanno trovato una certa forza spirituale in Dio per tenere a freno le loro sregolate inclinazioni verso le creature.

  A009000224 

 Il motivo, ripeto, sta nel fatto che sono un po’ cresciuti, e allora Dio, per fortificarli e farli uscire dal loro infantilismo, li stacca dal petto delle sue consolazioni; non li tiene più in braccio e insegna loro a camminare da soli.

  A009000224 

 Sono incapaci di meditare come prima; i loro sensi interiori sono come annegati in queste tenebre; sono in preda a una tale aridità che non solo non ricavano frutto e gusto dalle cose spirituali e dai buoni esercizi nei quali erano soliti trovare delizie e gioie, ma, al contrario, in queste stesse pratiche non trovano che disgusto e amarezza.

  A009000226 

 Questo cambiamento di solito si verifica nelle persone ritirate dal mondo, più che in altre, e poco dopo il loro ingresso nella vita spirituale, perché sono più libere dalle occasioni di tornare indietro e più disponibili anche a riformare alla svelta le inclinazioni per i beni di questo mondo.

  A009000232 

 A tale proposito tre sono i segni principali..

  A009000238 

 Quest’aridità è dovuta al fatto che Dio trasferisce allo spirito i beni e la forza dei sensi, e poiché i sensi e la natura non sono capaci di tali beni spirituali, restano privi di nutrimento, nell’aridità e nel vuoto.

  A009000240 

 Difatti coloro che Dio comincia a introdurre in queste solitudini desolare sono simili ai figli d’Israele.

  A009000248 

 Ciò nonostante, essi penetrano sempre più nella notte, lasciando poi da parte l’opera della purificazione sensitiva se sono chiamati ad altezze sublimi.

  A009000266 

 Ciò è appunto quanto Davide, che pure attraversò questa notte, riferisce di sé nei seguenti termini: Il mio cuore era infiammato, nell’amore della contemplazione, i miei reni erano alterati ( Sal 72,21-22 Volg.), cioè i miei gusti e i miei affetti sensibili sono stati trasformati, sono passati dalla vita sensitiva a quella spirituale, attraverso l’aridità e la rinuncia a tutti i gusti, di cui sto parlando.

  A009000268 

 Questa sollecitudine e attenzione si sviluppano nell’anima in seguito alla segreta contemplazione, finché, con il tempo, accendono nello spirito quest’amore divino, dopo che sono stati alquanto purificati i sensi, cioè le forze e gli affetti naturali della parte sensitiva, per mezzo dell’aridità che si viene a produrre.

  A009000272 

 Ciò costituisce una felice e fortunata sorte per l’anima: prima di tutto perché è una grande vittoria aver spento le passione e gli affetti che la inclinavano alle cose create; in secondo luogo, perché sono pochissimi coloro che soffrono e perseverano nel passare per questa porta stretta e seguire la via angusta che conduce alla vita (Mt 7,14), come dice il Signore.

  A009000272 

 Poiché questo cammino è molto stretto, oscuro e terribile – non c’è paragone tra questa notte dei sensi e l’oscurità e le angosce della seconda, come dirò a suo tempo – sono molto pochi quelli che lo percorrono, ma i suoi vantaggi sono incomparabilmente superiori a quelli della prima notte.

  A009000278 

 Al contrario, ora che ha indossato l’abito da lavoro ed è nell’aridità e nell’abbandono e le luci di una volta si sono spente, possiede molto più verosimilmente questa virtù così eccellente e tanto necessaria della conoscenza di sé e si ritiene ormai un niente e non prova alcuna soddisfazione di sé: vede che da sola non fa e non può fare nulla.

  A009000278 

 È vero che tutte le grazie da Dio concesse all’anima abitualmente sono accompagnate da questa conoscenza; ma è altrettanto vero che l’aridità e il vuoto delle potenze comparati all’abbondanza di cui esse godevano in passato, insieme alla difficoltà che l’anima prova nel compiere il bene, le fanno scoprire in sé una grettezza e una miseria che non riusciva a vedere al tempo della sua prosperità.

  A009000288 

 Vedendosi, infatti, tanto arida e miserabile, non pensa, come faceva prima, nemmeno con moto istintivo, di essere migliore degli altri o di superarli in qualcosa; al contrario, riconosce che gli altri le sono superiori..

  A009000290 

 Ciò è quanto Davide, attraversando questa notte oscura, afferma stupendamente in questi termini: Sono rimasto quieto, in silenzio; tacevo privo di bene, la sua fortuna ha esasperato il mio dolore ( Sal 38,3).

  A009000300 

 Delle imperfezioni relative alla gola spirituale, quarto vizio capitale, di cui l’anima si purifica in questa notte, se n’è parlato a suo tempo, anche se non sono state elencate tutte perché innumerevoli.

  A009000300 

 In tali imperfezioni sono cadute molte persone, di cui ho avuto esperienza, perché non hanno corretto il vizio della gola spirituale.

  A009000308 

 Per quanto riguarda le imperfezioni degli altri tre vizi spirituali di cui ho parlato, e che sono l’ira, l’invidia e l’accidia, in quest’aridità dell’appetito l’anima se ne purifica e acquisisce le virtù contrarie.

  A009000312 

 Quanto all’accidia e al tedio che l’anima prova nelle cose spirituali, non sono viziosi come prima.

  A009000314 

 Oltre a questi vantaggi appena elencati, ve ne sono innumerevoli altri che l’anima acquista attraverso quest’arida contemplazione.

  A009000316 

 In questo stato si libera straordinariamente dalle mani dei suoi tre nemici, che sono il mondo, il demonio e la carne; infatti, scomparendo il sapore e il gusto sensibile per le cose, né il demonio né il mondo né la sensualità hanno armi o forze contro lo spirito..

  A009000322 

 Infatti sono gli appetiti e i vani piaceri che con i loro legami imprigionano l’anima e le impediscono di uscire da sé e di attingere nella libertà l’amore di Dio; ma privati dei legami, di cui sopra, essi non possono combattere l’anima..

  A009000324 

 Perciò, quando, attraverso una continua mortificazione, si sedano le quattro passioni dell’anima, che sono la gioia, il dolore, la speranza e il timore; quando si addormentano gli appetiti naturali della sensualità attraverso un’aridità costante, allora i sensi e le potenze interne si stabiliscono in un’armonia perfetta, perché cessano le loro operazioni discorsive che, come ho detto, costituiscono tutto il mondo interiore della parte sensitiva, che qui l’anima chiama sua casa: allora essa può dire: stando la mia casa al sonno abbandonata..

  A009000328 

 Alcuni sono assaliti dall’angelo di Satana (2Cor 12,7), un vero e proprio spirito di fornicazione, che frusta i loro sensi con odiose e possenti tentazioni, oppure tormenta il loro spirito con brutti pensieri e la loro immaginazione con rappresentazioni molto vive nella fantasia, infliggendo loro maggior dolore della stessa morte..

  A009000328 

 In realtà, essa comincia a percorrere la via dello spirito, che è quella dei proficienti o di coloro che sono già avanzati.

  A009000328 

 Infatti sono pochi quelli che ordinariamente l’attraversano, per poi entrare nell’altra notte più terribile dello spirito fino a raggiungere l’unione d’amore con Dio.

  A009000330 

 A volte coloro che attraversano questa notte sono tentati dallo spirito di bestemmia: tutti i loro pensieri e concetti sono attraversati da esecrande parole blasfeme.

  A009000332 

 Questo spirito offusca talmente i loro sensi da riempirli di mille scrupoli e perplessità tanto intricate per il loro animo che non si sentono soddisfatti di niente né sono capaci, secondo il loro giudizio, di seguire il consiglio e i suggerimenti di altri.

  A009000334 

 Quando sono provati e tartassati in questo modo, essi si esercitano, si preparano e adattano i loro sensi e le loro facoltà all’unione con la Sapienza, ove saranno accolti in quella notte.

  A009000334 

 Sono proprio quelle più dure a purificare i sensi da tutte le soddisfazioni e consolazioni a cui erano attaccati per naturale debolezza.

  A009000336 

 Al contrario, i più deboli sono molto meno provati e tentati, ma restano più a lungo in questa notte.

  A009000336 

 In questo modo essi arrivano tardi alla purezza perfetta in questa vita, anzi alcuni non vi arrivano affatto, perché non sono completamente immersi in questa notte né sono fuori di essa.

  A009000336 

 Nondimeno, la purificazione di coloro che sono più forti e più capaci di sopportare la sofferenza è più intensa e più rapida.

  A009000343 

 Ormai la sua immaginazione e le sue facoltà non sono più condizionate, come prima, dal ragionamento e dalle preoccupazioni spirituali, perché con grande facilità trova subito in sé una contemplazione molto serena e piena d’amore, come pure un piacere spirituale senza alcun bisogno di ragionare.

  A009000343 

 Sono come presagi e messaggeri della futura notte dello spirito.

  A009000345 

 Difatti, quanto più i sensi sono purificati, con tanta maggiore facilità possono gustare a modo loro le gioie dello spirito.

  A009000345 

 Tutto questo spiega i rapimenti, le estasi, le slogature di ossa che si verificano ogni volta che le comunicazioni non sono soltanto spirituali, cioè fatte al solo spirito, come nel caso dei perfetti.

  A009000347 

 Per ben comprendere la necessità, in cui si trovano i proficienti, di entrare in questa notte dello spirito, annoterò qui sotto alcune imperfezioni e pericoli a cui sono esposti..

  A009000351 

 Quelle abituali sono gli affetti e le abitudini difettose, le cui radici sono ancora rimaste nello spirito, dove non può giungere la purificazione dei sensi.

  A009000353 

 I proficienti hanno ancora, come imperfezioni abituali, la hebetudo mentis, cioè l’ottusità della mente, e la rozzezza naturale che ogni uomo contrae con il peccato, e nel loro spirito sono distratti e superficiali.

  A009000353 

 Tutti quelli che non sono ancora passati per lo stato di proficienti sono soggetti a queste imperfezioni abituali, che, come tali, sono incompatibili con lo stato perfetto dell’unione d’amore..

  A009000357 

 Ci sarebbe molto da dire su queste imperfezioni, ma poiché sono incurabili al punto tale che le si ritiene più spirituali delle prime, non voglio dirne nulla.

  A009000363 

 Congiunti in qualche maniera, il senso e lo spirito sono insieme pronti a soffrire la dura e penosa purificazione dello spirito che li attende.

  A009000367 

 Per questo pensano di Dio come bambini e parlano di Dio come bambini e ragionano e sanno di Dio come bambini, come dice san Paolo (1Cor 13,11), perché non sono ancora pervenuti alla perfezione, cioè all’unione dell’anima con Dio.

  A009000367 

 Una volta investiti dallo Spirito divino, essi compiono grandi opere, perché ormai le loro opere e le loro facoltà sono più divine che umane, come dirò in seguito.

  A009000381 

 Infine tutte le forze e gli affetti dell’anima, per mezzo di questa notte e purificazione del vecchio uomo, si sono rinnovati completamente nelle perfezioni e nelle delizie della divinità.

  A009000381 

 La stessa cosa si può dire della memoria, i cui ricordi si sono trasformati in pensieri eterni di gloria.

  A009000389 

 A sostegno del primo motivo è opportuno ricordare qui la dottrina del Filosofo, il quale afferma con certezza che quanto maggiormente le verità divine sono in sé chiare e palesi, tanto più sono per loro natura oscure e occulte all’anima.

  A009000393 

 Per questo egli gridava al Signore: Perché mi hai preso a bersaglio e sono diventato un peso a me stesso? (Gb 7,20 Volg.).

  A009000393 

 Succede un po’ come quando gli occhi sono ammalati e sofferenti per umori cattivi e soffrono se colpiti da viva luce.

  A009000395 

 Allora i sensi e lo spirito sono, per così dire, oppressi da un peso immenso e invisibile.

  A009000403 

 È per aver provato intensamente questa sofferenza che Davide esclama: È tra i morti il mio giaciglio, sono come gli uccisi stesi nel sepolcro, dei quali tu non conservi il ricordo e che la tua mano ha abbandonato.

  A009000405 

 Anche Giona testimonia molto bene tutti questi tormenti, perché li ha sperimentati, corporalmente e spiritualmente, nel ventre della balena: Mi hai gettato nell’abisso, nel cuore del mare, e le correnti mi hanno circondato; tutti i tuoi flutti e le tue onde sono passate sopra di me.

  A009000405 

 Io dicevo: sono scacciato lontano dai tuoi occhi; eppure tornerò a guardare il tuo santo tempio (dice così perché Dio in questo stato purifica l’anima affinché torni a vederlo); le acque mi hanno sommerso fino alla gola, l’abisso mi ha avvolto, le alghe si sono attorcigliate al mio capo.

  A009000405 

 Sono sceso alle radici dei monti, la terra ha chiuso le spranghe dietro a me per sempre ( Gio 2,4-7).

  A009000407 

 Inoltre si vede immersa in tre mali opposti, che sono la miseria delle sue imperfezioni, l’aridità o il vuoto delle sue facoltà e l’abbandono spirituale in mezzo alle tenebre.

  A009000409 

 Ora, poiché questi difetti sono profondamente radicati nella sostanza dell’anima, essa soffre inquietudini e tormenti interiori, che si aggiungono all’indigenza e alla miseria naturale e spirituale.

  A009000411 

 Affondo nel fango e non ho sostegno; sono caduto in acque profonde e l’onda mi travolge; sono sfinito dal gridare, riarse sono le mie fauci; i miei occhi si consumano nell’attesa del mio Dio ( Sal 68,2.4).

  A009000411 

 Queste sono, in verità, le anime che discendono vive all’inferno ( Sal 54,16), perché in questa condizione si purificano come avverrebbe laggiù, se la cosa fosse possibile.

  A009000415 

 Le sofferenze e le afflizioni della volontà in questo stato sono indicibili.

  A009000417 

 La sua sofferenza è tale che scoppia in lacrime e si esprime in questi termini: Io sono l’uomo che ha provato la miseria sotto la sferza della sua ira.

  A009000417 

 Sono diventato lo scherno di tutti i popoli, la loro canzone d’ogni giorno.

  A009000417 

 Sono tante e così terribili le sofferenze di questa notte e così numerose le affermazioni della Scrittura che si potrebbero citare a questo riguardo, che non basterebbero il tempo e la forza per descrivere tutto.

  A009000419 

 Senza dubbio, sarà una sorte beata per l’anima ricuperare i beni incomparabili che le procurerà questa notte; ciò si verifica, come dice Giobbe, quando Dio strappa dalle tenebre i segreti e porta alla luce le cose oscure (Gb 12,22), ragion per cui, come dice Davide, nemmeno le tenebre per te sono oscure ( Sal 138,12).

  A009000419 

 Sono questi i lamenti di Geremia che vuole dipingere al vivo le sofferenze della sua anima in questa purificazione o notte dello spirito.

  A009000425 

 Ma sono rare le volte in cui le viene in mente questo pensiero, perché, fin quando non è ultimata la purificazione spirituale, molto raramente la comunicazione soave sarà così abbondante da coprire la radice dei mali che restano nell’anima.

  A009000431 

 Poiché le sue potenze e i suoi affetti sono bloccati in questa notte di contemplazione, l’anima non può, come prima, elevare i suoi affetti e la sua mente a Dio né può pregarlo.

  A009000433 

 Sembra incredibile che la luce soprannaturale e divina tanto più getti l’anima nelle tenebre quanto più è chiara e pura, e tanto meno l’ottenebri quanto meno è pura! Ora tutto questo si comprende bene se ricordiamo l’affermazione del Filosofo, che ho già provato, secondo cui le realtà soprannaturali sono tanto più oscure per la nostra intelligenza quanto più chiare ed evidenti sono in se stesse..

  A009000435 

 Al contrario, se si osserva bene, c’è più oscurità proprio dove passa il raggio, perché esso oscura e diminuisce alquanto ogni altra luce; esso poi non si vede perché, come ho detto, non ci sono oggetti visibili su cui possa riflettersi..

  A009000445 

 Questo perché gli affetti, i sentimenti e le percezioni dello spirito perfetto, essendo divini, sono di un genere talmente diverso da quello naturale e talmente eminente che, per possederli attualmente e abitualmente, occorre necessariamente espellere e distruggere abitualmente e attualmente gli altri; due contrari, infatti, non possono esistere contemporaneamente nello stesso soggetto.

  A009000447 

 E poiché sono avvertite nelle profondità della sostanza dello spirito, sembrano tenebre sostanziali.

  A009000447 

 Ormai, come dicevo prima, sono stati eliminati tutti gli ostacoli attuali e abituali presenti nell’anima..

  A009000447 

 Poiché la facoltà di comprendere che aveva precedentemente era una facoltà naturale, ne consegue che le tenebre che ora soffre sono profonde, orribili e molto dolorose.

  A009000451 

 Altre volte si chiede se quello che prova sia incantesimo o intontimento e si meraviglia di ciò che vede e sente, quasi si trattasse di cose insolite e strane, mentre sono le stesse di cui si occupava abitualmente in altri tempi.

  A009000453 

 Questo è quanto provava ed esprimeva piangendo Geremia nella citazione riportata sopra per descrivere le prove di questa terribile notte: Sono rimasto lontano dalla pace, ho dimenticato il benessere ( Lam 3,17)..

  A009000455 

 Tutti i suoi affetti e le sue forze più profonde sono prese da angosce e dolori spirituali tali che è impossibile descrivere..

  A009000457 

 Tali sono gli effetti prodotti nell’anima da questa notte che nasconde la speranza di rivedere la luce del giorno.

  A009000459 

 Quanto più perfetta e accurata dev ’essere e risultare l’opera, tanto più intimo, accurato e puro dev ’essere l’impegno; un edificio è tanto più solido quanto più stabili sono le sue fondamenta.

  A009000459 

 Questa lotta e questo combattimento sono tremendi, perché la pace che si aspetta dev ’essere molto profonda; anche il dolore spirituale è intimo e sottile, perché anche l’amore che si dovrà raggiungere dev ’essere molto elevato e puro.

  A009000467 

 A questo punto il legno non presenta più alcuna sua proprietà e capacità naturale, se non il peso e la densità che sono superiori a quelli del fuoco, di cui ora possiede le proprietà e le forze attive.

  A009000473 

 In secondo luogo, possiamo renderci conto che queste sofferenze non vengono prodotte nell’anima dalla suddetta sapienza, perché, come dice il Saggio, insieme con essa mi sono venuti tutti i beni ( Sap 7,11).

  A009000485 

 Ora, tenendo presente questo paragone insieme alle spiegazioni del primo verso della prima strofa della “Notte oscura” e delle sue terribili caratteristiche, sarà opportuno passare oltre queste cose tristi dell’anima e cominciare invece a trattare del frutto delle sue lacrime nonché delle sue proprietà preziose che sono annunciate dal secondo verso: con ansie, dal mio amor tutta infiammata..

  A009000491 

 Queste ultime sono azioni di Dio ricevute passivamente dall’anima, mediante il suo consenso.

  A009000497 

 E allora, poiché tutte le facoltà e le forze dell’anima sono concentrate in questo incendio d’amore e l’anima stessa è ferita, raggiunta in ogni facoltà dalla passione d’amore, quali saranno i movimenti e gli slanci di tali facoltà, vedendosi infiammate e ferite da intenso amore, senza averne tuttavia il possesso e la gioia, perché nelle tenebre e nell’incertezza? Esse indubbiamente, come dice Davide, ringhiano come cani, si aggirano per la città, vagando in cerca di cibo, e, se non possono saziarsi di quest’amore, latrano ( Sal 58,15-16).

  A009000499 

 Perciò l’ansia e la sofferenza dell’anima in questo incendio d’amore sono tanto più grandi in quanto hanno due cause: da una parte, le tenebre spirituali in cui l’anima si vede immersa e che sono i dubbi e i timori che l’affliggono; dall’altra, l’amore di Dio che la incendia, la stimola con la sua ferita d’amore e la intimorisce in modo indicibile..

  A009000499 

 Prova quest’ansia, tutta infiammata e ferita d’amore, come fa intendere il profeta Giobbe quando afferma: Come lo schiavo sospira l’ombra e il mercenario aspetta il suo salario, così a me sono toccati mesi di illusione e notti di dolore mi sono state assegnate.

  A009000499 

 Si allungano le mie tenebre e sono stanco di rigirarmi fino all’alba (Gb 7,2-4).

  A009000501 

 Queste due forme di sofferenza sono descritte molto bene dal profeta Isaia quando dice: La mia anima anela a te di notte, cioè nella mia miseria.

  A009000505 

 Perciò i puri di cuore sono chiamati dal Signore beati (Mt 5,8), vale a dire innamorati, perché la beatitudine non si dà che all’amore..

  A009000507 

 E Davide aggiunger che i detti del Signore sono puri, argento raffinato nel crogiolo ( Sal 11,7), cioè nel fuoco purificatore dell’amore.

  A009000509 

 Da ciò possiamo anche dedurre che queste anime sono purificate e illuminate dalla stessa sapienza di Dio che purifica gli angeli dalle loro ignoranze, istruendoli e illuminandoli su ciò che non sanno.

  A009000511 

 Ne segue che gli spiriti superiori e quelli inferiori più sono vicini a Dio, più sono purificati e illuminati e ricevono un’illuminazione generale; mentre i più lontani ricevono quest’illuminazione molto più debolmente e remotamente.

  A009000523 

 Altre volte, invece, intelletto e volontà sono feriti insieme da tale incendio, come ho detto, e allora l’amore arde improvvisamente, teneramente e intensamente.

  A009000527 

 I suoi effetti sono molto diversi da quelli osservati nella notte dei sensi.

  A009000529 

 Sono ardori d’amore comunicati all’anima, che con grande audacia, senza guardare a nulla e senza rispetto per niente, nell’impeto e nell’ebbrezza dell’amore e del desiderio, senza tener conto di quello che fa, compie cose straordinarie e insolite, in qualsiasi modo le si presentino, pur di poter incontrare colui che ama..

  A009000535 

 Sono di questo genere le ansie d’amore che l’anima avverte a poco a poco, quando è già avanzata in questa purificazione spirituale.

  A009000541 

 La stessa cosa si può dire della memoria, degli affetti e degli appetiti, che sono cambiati e trasformati secondo Dio e in maniera degna di lui.

  A009000545 

 L’anima innamorata, per raggiungere il suo scopo ambito, deve fare altrettanto, cioè uscire di notte, mentre tutti quelli di casa sua sono addormentati e tranquilli, cioè mentre tutte le operazioni imperfette, le passioni e gli appetiti dell’anima sono addormentati e pacificati da questa notte; essi infatti sono quella gente di casa che, se sveglia, disturba sempre l’anima nel raggiungimento di questi beni, opponendosi alla libertà che si prende di fare a meno di tali beni.

  A009000545 

 Per meglio realizzare il suo progetto, l’anima esce nottetempo di casa, al buio, mentre tutti sono addormentati così che nessuno possa frapporle alcun ostacolo.

  A009000545 

 Questi sono i familiari, di cui parla nostro Signore nel vangelo, dicendoli nemici dell’uomo (Mt 10,36).

  A009000545 

 È opportuno, dunque, che le loro operazioni, come anche i loro movimenti, siano addormentati in questa notte, perché non impediscano all’anima il conseguimento dei beni soprannaturali dell’unione d’amore con Dio, cosa che non può accadere finché sono attivi e operanti.

  A009000547 

 In questo modo l’anima è potuta uscire senza essere notata, cioè senza venire ostacolata da tali affetti, ecc., che erano addormentati e mortificati in questa notte, nella quale sono stati lasciati al buio perché non potessero osservare né sentire secondo le loro modalità imperfette e naturali e neppure potessero impedire all’anima di uscire da sé e dalla casa della sensualità.

  A009000565 

 Gli appetiti sensitivi e spirituali sono addormentati e mortificati, non possono gustare cose divine né umane; le affezioni dell’anima, oppresse e soffocate, non possono muoversi verso di esse né trovare appiglio in nulla; l’immaginazione è imbrigliata e incapace di formulare un ragionamento appropriato; la memoria è esaurita; l’intelletto, ottenebrato, non comprende nulla; anche la volontà è arida, oppressa; tutte le potenze sono nel vuoto assoluto e rese inutili; ma più di tutto grava sull’anima una spessa e pesante nube che la tiene nell’angoscia e lontana da Dio.

  A009000567 

 Non solo si libera da se stessa, ma altresì dagli altri nemici, che sono il mondo e il demonio, i quali, una volta soffocati gli affetti e le operazioni dell’anima, non le possono fare guerra in nessun altro modo..

  A009000571 

 È opportuno che, in questo stato, le potenze e le facoltà non siano attive né desiderino le cose spirituali, perché sono impure, imperfette e molto naturali; quindi, anche se fosse loro concesso di assaporare le cose soprannaturali e divine, non potrebbero approfittarne se non in maniera molto imperfetta e naturale, cioè conforme alla loro struttura.

  A009000575 

 Offrirò, allora, alcuni indizi per conoscere quando i movimenti e gli atti interiori dell’anima nei suoi rapporti con Dio sono soltanto naturali o solo spirituali, oppure spirituali e naturali insieme.

  A009000585 

 E così, quanto più la luce e la luminosità di Dio sono eccelse, tanto più esse sono tenebre oscure per l’uomo, come dice san Paolo (1Cor 2,14).

  A009000585 

 Quanto più l’anima si trova vicino a lui, tanto più profonde sono le tenebre e intensa l’oscurità dovute alla sua debolezza.

  A009000585 

 Tali sono le proprietà prodotte nell’anima dalla contemplazione oscura; mirano tutte alla sua sicurezza e salvaguardia, perché ormai è molto vicina a Dio.

  A009000591 

 In questo stato, infatti, tutte le potenze, le forze e le facoltà dell’anima sono distolte dalle altre cose create, e tutti i suoi sforzi e la sua tensione mirano solo al servizio di Dio.

  A009000601 

 Ora, poiché i sensi e l’immaginazione non sono serviti da mediazione attraverso cui essa penetrasse nell’anima, non ne conoscono l’aspetto e il colore, non sanno quindi spiegarla né immaginarla per poterne dire qualcosa; ciò nonostante, l’anima intende e gusta questa saporosa e misteriosa sapienza.

  A009000605 

 Sanno dire soltanto di essere soddisfatte, tranquille e contente, oppure che sentono la presenza di Dio e che, a loro parere, sono sulla buona strada.

  A009000607 

 Comprende parimenti come sia impossibile, con l’aiuto dei mezzi e degli sforzi naturali, anche se utili ed elevati, conoscere e sentire le cose divine così come sono, senza la luce della mistica teologia.

  A009000609 

 Ora, proprio perché queste sono realtà non conosciute umanamente, occorre incamminarsi verso di esse non sapendo nulla umanamente e ignorando tutto divinamente.

  A009000609 

 Parlando infatti misticamente, come sto facendo, le cose e le perfezioni divine non si conoscono né si comprendono come sono, quando vengono cercate e sperimentate, ma solamente quando vengono possedute e sperimentate.

  A009000627 

 Di questo grado d’amore parla la sposa quando dice: Io vi scongiuro, figlie di Gerusalemme, se trovate il mio Diletto che cosa gli racconterete? Che sono malata d’amore! ( Ct 5,8).

  A009000627 

 Dico subito che i gradini della scala d’amore, attraverso i quali l’anima sale progressivamente verso Dio, sono dieci.

  A009000631 

 Tali e molti altri ancora sono gli effetti prodotti nell’anima da questo terzo grado, ragion per cui essa acquista coraggio e vigore per salire fino al seguente quarto grado..

  A009000633 

 Nell’intimo del suo cuore prega così: “O mio Signore e mio Dio, sono tanti quelli che cercano in te conforto e piacere e desiderano grazie e doni, ma quanto pochi sono quelli che, mettendo da parte ogni interesse, si sforzano di piacere a te e di darti qualcosa che a loro costa! Il male, mio Dio, non sta nel fatto che tu non vuoi accordarci nuove grazie, ma nel cattivo uso che ne facciamo, quasi per obbligarti a concedercene continuamente!”.

  A009000635 

 Queste anime sono affamate al punto tale che ringhiano come cani e si aggirano per la città ( Sal 58,7).

  A009000647 

 Sono poche le anime che pervengono a queste altezze.

  A009000665 

 Del resto egli non sperava nessun altro bene, come dice altrove: Ecco, come gli occhi della schiava alla mano della sua padrona, così i nostri occhi sono rivolti al Signore nostro Dio, finché abbia pietà di noi ( Sal 122,2) che abbiamo sperato in lui..

  A009000665 

 Questo è il compito abituale della speranza nell’anima, che leva gli occhi al cielo per guardare solo Dio, come dice di aver fatto Davide: Oculi mei semper ad Dominum: I miei occhi sono rivolti sempre al Signore ( Sal 24,15).

  A009000671 

 Questo colore non solo conferisce grazia agli altri due colori, ma eleva senza indugio l’anima tanto da renderla bella e piacevole agli occhi di Dio, ragion per cui ella osa dire: Bruna sono ma bella, o figlie di Gerusalemme! Sono bella e per questo il re mi ha amata e mi ha introdotta nelle sue stanze ( Ct 1,5 e 4).

  A009000673 

 Questi sono, altresì, i suoi tre colori, che costituiscono la migliore disposizione per l’unione dell’anima con Dio nelle sue tre facoltà: intelletto, memoria e volontà.

  A009000687 

 Così, quanto più le comunicazioni sono spirituali, interiori e lontane dai sensi, tanto meno il demonio può comprenderle..

  A009000691 

 È vero che spesso, quando nell’anima ci sono o passano queste comunicazioni spirituali molto interiori e segrete, il demonio, pur non conoscendo quali siano né come avvengano, si rende perfettamente conto che essa sta ricevendo qualche bene, a motivo della grande calma e del profondo silenzio che alcune di esse provocano nei sensi e nelle potenze della parte sensitiva.

  A009000693 

 Ciò è quanto riferisce la sposa del Cantico, la quale ha sperimentato questo tormento quando ha voluto addentrarsi nel raccoglimento interiore per godere di questi beni: Nel giardino dei noci io sono scesa, per vedere il verdeggiare della valle, per vedere se la vite metteva germogli, se fiorivano i melograni; non lo so, il mio desiderio fu turbato per i carri di Amminadib ( Ct 6,11-12), cioè dal demonio..

  A009000703 

 Queste visioni spirituali, infatti, appartengono più all’altra vita che a questa e sono tali che l’una prepara all’altra..

  A009000705 

 Poiché è Dio stesso che concede tali comunicazioni, esse sono del tutto divine; sono tocchi sostanziali di unione divina tra l’anima e Dio.

  A009000707 

 Questi sono i tocchi che la sposa chiede all’inizio del Cantico: Osculetur me osculo oris sui: Oh, mi baciasse col bacio della sua bocca! ( Ct 1,1 Volg.), ecc.

  A009000711 

 Le sembra che non abbiano niente a che vedere l’una con l’altra, tanto esse sono vicendevolmente lontane e distanti.

  A009000717 

 Per questo ripete due volte lo stesso verso, nella prima e nella seconda strofa, proprio perché due sono le parti dell’anima, quella spirituale e quella sensitiva; per poter camminare verso l’unione divina d’amore, devono prima essere riformate, ordinate e acquietate entrambe dal punto di vista sensitivo e spirituale, conformemente allo stato originale d’innocenza posseduto da Adamo.

  A009000719 

 Appena queste due case dell’anima riescono a calmarsi e fortificarsi, insieme con i loro familiari che sono le potenze e gli appetiti, immergendosi nel sonno silenzioso circa ogni bene celeste e terreno, immediatamente la Sapienza divina si unisca all’anima con un nuovo vincolo di possesso d’amore.

  A009000719 

 Sono tocchi che riceve da Dio al sicuro e ben nascosta dai turbamenti del demonio, dei sensi e delle passioni.

  A009000735 

 La prima, dice l’anima, consiste nel fatto che in questa notte fortunata Dio la conduce per un cammino di contemplazione così solitario e segreto, così lontano ed estraneo ai sensi, che nulla di quello che le appartiene né creatura alcuna sono in grado d’influenzarla al punto di ostacolarla o frenarla nella via dell’unione d’amore..

  A009000737 

 La seconda proprietà è data dalle tenebre spirituali di questa notte, per cui tutte le potenze della parte superiore dell’anima sono al buio.


10-Giovanni della Croce - Cantico spirituale.html
  A010000056 

 Le seguenti strofe, reverenda Madre, sembra siano state scritte con un certo fervore nato dall’amore di Dio, la cui sapienza e il cui amore sono così immensi, che, come afferma il libro della Sapienza, si estendono da un confine all’altro (Sap 8,1) della terra; l’anima, che da lui è ispirata e mossa, partecipa in certo qual modo della sua abbondanza e del suo impeto nel suo dire.

  A010000056 

 Ne segue che i santi dottori, malgrado quanto abbiano detto e tutto ciò che si potrebbe ancora dire, non sono mai riusciti a chiarirne completamente il senso con le parole, come del resto non è stato possibile spiegarlo con parole umane.

  A010000058 

 Ora, poiché queste strofe sono state composte in uno spirito d’amore, pieno di senso mistico, non possono essere spiegate adeguatamente, né questa è la mia intenzione.

  A010000341 

 Nonostante tutte le perfezioni che scopre di lui, l’anima deve considerarlo un Dio nascosto e mettersi alla sua ricerca, dicendo: Dove ti sei nascosto? Né l’alta comunicazione né la presenza sensibile di Dio sono, infatti, una prova certa della sua presenza, come non sono testimonianza della sua assenza nell’anima l’aridità e la mancanza di tali interventi.

  A010000357 

 Con la stessa rapidità, l’anima avverte l’assenza dello Sposo e insieme il gemito, perché in questo momento l’Amato scompare, si nasconde, ed essa rimane nel vuoto, così il suo dolore e i suoi gemiti sono tanto più profondi quanto più vivo è il desiderio del suo possesso.

  A010000357 

 Vengono chiamate ferite d’amore e sono piacevolissime per l’anima, per cui essa vorrebbe morire mille volte per questi colpi lancinanti che la fanno uscire fuori di sé ed entrare in Dio.

  A010000359 

 Qui l’anima intende questi due modi quando dice: t’inseguii, perché sono entrambi necessari e non se ne può fare a meno se si vuole correre dietro a Dio ed entrare in lui.

  A010000363 

 Questo pena e questo tormento provocati dall’assenza di Dio sono ordinariamente così intensi in coloro che si avvicinano alla perfezione, al tempo di queste ferite divine, che se il Signore non li sostenesse, morirebbero.

  A010000382 

 Non tutte le necessità e le richieste arrivano al punto d’essere esaudite da Dio; deve arrivare il tempo opportuno ed esse devono raggiungere il numero adeguato perché si possa dire che Dio le vede e le ascolta, come si legge nel libro dell’Esodo: solo dopo quattrocento anni che i figli d’Israele avevano sofferto nella schiavitù d’Egitto Dio disse a Mosè: Vidi afflictionem populi mei in Aegipto et clamorem eius audivi, ecc., et descendi liberare eum: Ho visto la sofferenza del mio popolo in Egitto e ho udito il suo grido… Sono sceso per liberarlo (Es 3,7-8).

  A010000388 

 La miseria si riferisce all’intelletto, perché ad esso appartengono le ricchezze della sapienza del Figlio di Dio, nel quale, come dice san Paolo, sono nascosti tutti i tesori della sapienza e della scienza di Dio (Col 2,3).

  A010000388 

 Queste tre necessità e sofferenze sono fondate sulle tre virtù teologali: la fede, la carità e la speranza, che corrispondono alle tre potenze suddette: intelletto, volontà e memoria..

  A010000407 

 Chiama, inoltre, riviere le mortificazioni, gli atti di umiltà e il disprezzo di sé, quando esercita queste cose nella vita attiva; infatti, per acquisire le virtù, sono necessarie l’una e l’altra vita.

  A010000409 

 Gli ostacoli sono di tre tipi: terreni, sensibili e spirituali.

  A010000415 

 Dio invia tali fiere a coloro che vuole elevare a una perfezione maggiore, provandoli ed purificandoli come l’oro sul fuoco, secondo quanto afferma Davide: Multae tribulationes iustorum, cioè: Molte sono le sventure dei giusti, ma li libera da tutte il Signore (Sal 33,20).

  A010000417 

 Chiama forti il secondo nemico, i demoni, perché essi cercano con grande forza di sbarrare il passo di questo cammino e anche perché le loro tentazioni e astuzie sono più forti e dure da superare e più difficili da riconoscere rispetto a quelle del mondo e della carne.

  A010000434 

 Difatti, come amenissimi boschi, sono popolati da numerosissime creature, che qui chiama fitte selve per il loro grande numero e la molteplice varietà con cui sono presenti in ogni elemento: sulla terra, innumerevoli varietà di animali e di piante; nell’acqua, innumerevoli specie di pesci; nell’aria, grandi varietà di uccelli; infine il fuoco, che concorre con gli altri elementi alla loro animazione e conservazione.

  A010000436 

 L’anima quindi si sente fortemente spinta ad amare il suo amato Dio attraverso la considerazione delle creature, vedendo che sono cose create dalla sua stessa mano.

  A010000438 

 In questa considerazione sono comprese anche le splendide stelle e altri pianeti celesti con tutta la loro varietà..

  A010000461 

 Dice che passava, perché le creature sono come un’impronta del passaggio di Dio; in esse s’intravedono la sua grandezza, la sua potenza, la sua saggezza e altre virtù divine.

  A010000461 

 Dice di averli attraversati spargendo mille grazie, cioè adornandoli di tutte le creature, che sono piene di grazia.

  A010000461 

 E dice che passava in fretta, perché le creature sono le opere minori di Dio, fatte quasi di passaggio.

  A010000461 

 Quanto alle maggiori, quelle in cui egli si è meglio manifestato e nelle quali si è intrattenuto più a lungo, sono state l’incarnazione del Verbo e i misteri della fede cristiana, al cui confronto tutte le altre realtà sono state fatte come di passaggio, in fretta.

  A010000482 

 Per questo ogni visione dell’Amato, ricevuta attraverso la conoscenza o i sentimenti o qualsiasi altra comunicazione – che sono come messaggeri che portano all’anima notizie della sua essenza -, aumentando e risvegliando il suo appetito, al pari delle briciole per uno che ha molta fame, le rende doloroso il doversi contentare di così poco.

  A010000501 

 In questa strofa lascia intendere che è ferita d’amore a motivo di una conoscenza più alta che ha dell’Amato, per mezzo delle creature razionali, cioè gli angeli e gli uomini, che sono più nobili delle altre.

  A010000503 

 Di questa ferita, che si può anche chiamare malattia, parla la sposa del Cantico dei Cantici, quando dice: Adiuro vos, filiae Ierusalem, si inveneritis Dilectum meum ut nuntietis ei quia amore langueo, cioè: Io vi scongiuro, figlie di Gerusalemme, se trovate il mio Diletto, ditegli che sono malata d’amore! (Ct 5,8).

  A010000503 

 Possiamo dedurre che in questo interscambio d’amore vi sono tre forme di sofferenza per l’Amato, a seconda delle tre forme di conoscenza che si possono avere di lui.

  A010000505 

 Sono queste le opere maggiori di Dio, le quali rispetto alle creature racchiudono in sé un amore più grande.

  A010000509 

 Secondo la strofa, queste due forme di sofferenza d’amore, cioè la piaga e il morire, sono prodotte dalle creature razionali: la piaga, per il fatto che le vanno raccontando infinite grazie dell’Amato nei misteri e nella sapienza di Dio insegnati dalla fede; quanto al morire, esso è dovuto a ciò che, come riferisce la strofa, vanno appena balbettando, cioè il sentimento e la nozione della Divinità che alcune volte l’anima scopre in quello che sente raccontare di Dio.

  A010000534 

 Il senso della strofa è dunque il seguente: vita dell’anima mia, come puoi perseverare in questa vita di carne, che per te è morte e privazione della vita spirituale in Dio, nel quale per essenza, amore e desiderio tu vivi veramente, più che nel corpo? Anche se questo non fosse motivo perché tu esca da questo corpo di morte (Rm 7,24) per vivere e godere la vita del tuo Dio, come puoi permanere in questo corpo? Bastano infatti a porre fine alla tua vita le ferite d’amore ricevute attraverso le grandezze a te comunicate da parte dell’Amato oppure quelle dell’amore veemente che di lui senti e percepisci, e che sono tocchi e ferite d’amore capaci di uccidere.

  A010000536 

 In tutto questo, grande è l’insistenza dell’anima, perché qui ci fa comprendere che soffre per due cose di segno opposto, quali sono la vita naturale nel corpo e la vita spirituale in Dio, due cose di per sé contrarie.

  A010000536 

 Infatti la vita naturale è come morte, perché la priva di quella spirituale, ove il suo essere, la sua vita, le sue operazioni sono piene d’amore e di zelo.

  A010000538 

 È come se affermasse: oltre a quanto detto, come puoi permanere nel corpo se per toglierti la vita bastano da soli i tocchi d’amore – che qui sono chiamati frecce – con cui l’Amato colpisce il tuo cuore? Tali tocchi fecondano talmente l’anima e il cuore di amorosa intelligenza di Dio, da poter ben dire che essa concepisce di Dio, come dichiara nel verso successivo: da ciò che dell’Amato concepisci..

  A010000555 

 Le ferite d’amore, in realtà, sono tanto dolci e piacevoli che, se non fanno morire, non la possono appagare; e le sono tanto soavi che vorrebbe la ferissero profondamente fino a ucciderla.

  A010000563 

 Si dormiero dicam: quando consurgam? Et rursum expectabo vesperam, et replebor doloribus usque ad tenebras: Come lo schiavo sospira l’ombra e come il mercenario aspetta il suo salario, così a me sono toccati mesi di illusione e notti di dolore mi sono state assegnate.

  A010000603 

 Ecco perché l’anima rivolgendosi alla fede dice: Oh, se in questi tuoi riflessi inargentati! (sono gli articoli della fede menzionati sopra) – con i quali ricopri l’oro dei raggi divini, cioè gli occhi desiderati, di cui parla subito dopo – formassi all’improvviso quegli occhi tuoi desiderati!.

  A010000603 

 Per capire questo e gli altri versi, occorre sapere che la fede è paragonata all’argento nelle proposizioni che ci insegna; quanto alle verità stesse e alla loro sostanza, sono paragonate all’oro.

  A010000603 

 Questo è il motivo per cui nel presente verso tali verità sono chiamate riflessi inargentati.

  A010000607 

 Ma poiché non si possono conoscere perfettamente, l’anima dice che sono abbozzate.

  A010000607 

 Per questo motivo, le verità infuse nell’anima dalla fede sono come abbozzate, mentre quando saranno viste con visione chiara, allora saranno nell’anima come una pittura perfetta e compiuta, come dice l’Apostolo: Cum autem venerit quod perfectum est, evacuabitur quod ex parte est, che significa: Quando verrà ciò che è perfetto, cioè la chiara visione, quello che è imperfetto scomparirà, cioè la cognizione di fede (1Cor 13,10), cioè la conoscenza della fede..

  A010000609 

 L’amore crea una tale somiglianza nella trasformazione degli amanti da poter dire che ciascuno di loro è l’altro e che entrambi sono uno.

  A010000609 

 Questo perché nell’unione e nella trasformazione d’amore l’uno si dà in possesso all’altro, ciascuno si abbandona, si consegna e si scambia con l’altro; ciascuno di essi vive nell’altro, l’uno è nell’altro ed entrambi sono uno per trasformazione d’amore.

  A010000627 

 Abitualmente, infatti, questi slanci e ansie d’amore sono seguiti da grazie e visite straordinarie che Dio concede all’anima.

  A010000627 

 Sono io quello che tu, ferita d’amore, stai cercando; anch’io, ferito d’amore come il cervo, comincio a mostrarmi a te nella tua sublime contemplazione, perché è una gioia e un sollievo per me quest’amore che mi mostri nella tua contemplazione.

  A010000627 

 Sono raggi talmente elevati e comunicati con tale intensità da farla uscire fuori di sé in rapimento ed estasi d’amore.

  A010000635 

 Coloro invece che sono già arrivati allo stato di perfezione, ricevono le comunicazioni divine nella pace e nella serenità dell’amore soave.

  A010000635 

 Provano queste sensazioni durante tali visite divine quelli che non sono ancora giunti allo stato di perfezione, ma si trovano nello stato dei proficienti.

  A010000639 

 Ma lo Sposo l’ha fermata dicendole: Colomba mia, ritorna! Come se dicesse: colomba, nel volo alto e leggero della tua contemplazione, nell’amore che ti consuma e nella semplicità che ti è propria – sono queste le tre proprietà della colomba –, ritorna da questo sublime volo con cui vorresti possedermi per davvero, perché non è ancora giunto il momento di conoscermi in questo modo sublime.

  A010000643 

 Per quanto sublimi siano le conoscenze da Dio offerte all’anima in questa vita, sono tutte anticipazioni molto imperfette.

  A010000666 

 Ricordiamo che in queste due strofe sono descritti i favori più alti che Dio ordinariamente accorda in questo tempo a un’anima.

  A010000673 

 Come nell’arca di Noè, stando a quanto narra la sacra Scrittura, c’erano molti scomparti, data la grande varietà di animali, e tutte le specie di cibo che si potevano mangiare (Gn 6,14-21), così l’anima, nel suo volo verso l’arca, cioè il petto di Dio, vede le molte dimore, indicate dal Signore per bocca di san Giovanni, che sono nella casa del Padre (Gv 14,2).

  A010000673 

 Non solo, ma essa vede e conosce lì tutti i diversi cibi, cioè tutte le grandezze che può gustare e che sono elencate nelle due strofe riferite sopra secondo un linguaggio comune.

  A010000673 

 Sostanzialmente sono le seguenti..

  A010000677 

 Poiché l’anima in questo stato si unisce a Dio, sente che tutte le cose non sono che un solo essere con lui, come percepì san Giovanni quando disse: Quod factum est in ipso et vita erat, ossia: Ciò che fu fatto, in lui era vita (Gv 1,3-4).

  A010000677 

 Resta inteso che le perfezioni di cui parlerò sono presenti in Dio in forma infinitamente eminente o, per meglio dire, ognuna di queste grandezze di cui si parla è Dio e tutte insieme sono Dio.

  A010000679 

 Le montagne sono alte, immense, spaziose, belle, graziose, cosparse di fiori e profumate.

  A010000679 

 Queste montagne per me sono il mio Amato.

  A010000681 

 Le valli solitarie sono quiete, amene, fresche, ombrose, ricche di acque dissetanti.

  A010000681 

 Queste valli sono per me il mio Amato.

  A010000683 

 Le isole inesplorate, e perciò misteriose, sono circondate dal mare e sperdute negli oceani lontani, del tutto fuori mano e distanti dalle comunicazioni degli uomini.

  A010000683 

 Per questi due motivi qui l’anima dice che Dio è inesplorato: non solo perché è tutta la bellezza rara delle isole mai viste, ma anche perché le sue vie, i suoi consigli e le sue opere sono eccezionalmente straordinari, insoliti e ammirevoli per gli uomini.

  A010000685 

 Ciò nonostante, la veemenza del torrente non è causa di sofferenza, perché questi sono fiumi di pace, come Dio stesso dà a intendere nelle parole di Isaia a proposito di questa inondazione nell’anima: Ecce ego declinabo super eam quasi fluvium pacis, et quasi torrentem inundantem gloriam: Ecco io farò scorrere verso di lei come un fiume di pace, come un torrente che ridonda di gloria (Is 66,12).

  A010000685 

 Sente allora che tutte le azioni e le passioni in cui prima si trovava sono come annegate.

  A010000687 

 Questa voce e questo suono rimbombante dei fiumi, di cui parla qui l’anima, sono una pienezza così abbondante di beni, una forza tanto vigorosa che s’impadroniscono di lei, da sembrarle non solo fragore di fiumi, ma piuttosto rombo di tuoni.

  A010000697 

 Ecco perché le conoscenze che Dio comunica all’anima attraverso l’udito interiore sono molto elevate e sicure.

  A010000705 

 Ne parla anche Daniele quando vide l’angelo: Domine, in visione tua dissolutae sunt compages meae: Signore mio, al vederti le mie giunture si sono slogate (Dn 10,16 Volg.).

  A010000713 

 Questa tranquillità e questa quiete in Dio non sono, per l’anima, completamente buie, come la notte fonda, ma riposo e quiete nella luce divina, in una nuova conoscenza di Dio, in cui lo spirito gode di una dolcissima quiete, perché elevato alla luce divina.

  A010000715 

 Così pure fa lo spirito rivolto a Dio in questo stato: le lodi che innalza a Dio sono pregne di soavissimo amore, gustosissime per il medesimo spirito e molto preziose per Dio.

  A010000715 

 Il testo dice che è divenuto simile a un passero solitario, perché, nella contemplazione di cui si parla qui, lo spirito ha le stesse caratteristiche di quel passero, che sono cinque.

  A010000738 

 Lo chiama nostro perché le stesse virtù e lo stesso amore, quello dell’Amato, sono ormai d’entrambi, ed entrambi condividono lo stesso diletto, come dice lo Spirito Santo nei Proverbi: Le mie delizie sono tra i figli dell’uomo (Pro 8,31).

  A010000738 

 L’anima dice anche che questo talamo è fiorito, perché in questo stato le sue virtù sono ormai perfette ed eroiche; non poteva essere così finché questo talamo non fosse fiorito per la sua unione perfetta con Dio.

  A010000740 

 Rivestita della forza e della potenza terribile del leone, l’anima paragona qui le virtù già possedute in questo stato alle tane di leoni, che sono molto sicure e al riparo da tutti gli altri animali.

  A010000742 

 In questo stato, infatti, le virtù sono talmente collegate fra loro, che si rafforzano a vicenda e confluiscono tutte nella più alta perfezione dell’anima.

  A010000744 

 Ripeto: abitualmente essa gode della pace e della tranquillità che le recano, ma si può dire che dette virtù, in questa vita, sono nell’anima come fiori ancora in boccio, chiusi nel loro giardino.

  A010000746 

 Così, tutte queste virtù nell’anima sono in qualche modo tessute con l’amore di Dio, come su un fondo dove si conservano molto bene; tutte e ciascuna sono come immerse nell’amore, perché inducono l’anima a innamorarsi sempre più di Dio; in tutte le cose e le azioni operano con amore per il maggior amore di Dio.

  A010000746 

 L’anima dice che questo talamo fiorito è tessuto con porpora, perché tutte le sue virtù, le sue ricchezze e i suoi beni crescono, fioriscono e sono oggetto di godimento nella carità e nell’amore del Re del cielo.

  A010000748 

 Ora, poiché questo talamo è fiorito, composto cioè dai fiori delle virtù, come ho detto, e tutte queste virtù sono pacifiche, miti e forti, ne consegue che è di pace edificato e l’anima è pacifica, mite e forte.

  A010000748 

 Sono queste le tre proprietà contro cui il mondo, il demonio e la carne non possono combattere.

  A010000750 

 L’anima chiama scudi le virtù e i doni; questi scudi coronano il suo talamo di delizie, perché le virtù e i doni non soltanto sono corona e premio per chi li ha acquisiti, ma costituiscono pure una difesa, come forti scudi, contro i vizi sconfitti.

  A010000750 

 Per questo il talamo fiorito è coronato dalle virtù, che sono premio per la sposa e suoi scudi di protezione.

  A010000750 

 Questi scudi sono d’oro per indicare il grande valore delle virtù.

  A010000765 

 Le vestigia sono le impronte lasciate da chi le ha impresse e consentono di seguire chi si sta cercando.

  A010000765 

 Ora, la soavità e la conoscenza che Dio dà di sé all’anima che lo cerca sono vestigia o impronte da cui si può riconoscere e cercare Dio.

  A010000767 

 Vi sono differenze tra le loro pratiche di pietà e opere spirituali, ma tutte seguono il cammino della vita eterna, cioè la perfezione evangelica.

  A010000771 

 La fessura attraverso cui è passata la sua mano indica lo stato, il genere e il grado di perfezione che l’anima possiede: a seconda di tale perfezione, il tocco è più o meno intenso e l’anima possiede tale o tal altra qualità spirituale; per le viscere che fremettero s’intende la volontà che ha ricevuto il tocco; e il fremito significa che gli appetiti e gli affetti dell’anima si elevano a Dio per produrre atti di desiderio, amore, lode e tutti gli altri che ho detto, che sono le effusioni di balsamo che traboccano da questo tocco.

  A010000773 

 Difatti, come il vino aromatico è fatto fermentare con molte e diverse spezie odorose e corroboranti, così è per quest’amore che Dio concede a coloro che sono già perfetti: è fermentato e depositato nelle loro anime, aromatizzato con le virtù che l’anima ha ormai acquisito.

  A010000775 

 Altre volte, invece, pur essendoci l’ebbrezza, non vi sono queste effusioni e, quando ci fossero, sono più o meno intense, secondo l’intensità dell’ebbrezza stessa.

  A010000775 

 Ma le effusioni e gli effetti della scintilla ordinariamente durano più dell’ebbrezza, anzi essa li lascia nell’anima e sono più vivi di quelli prodotti dall’ebbrezza, perché a volte questa scintilla divina lascia che l’anima bruci e si consumi d’amore..

  A010000779 

 Quelli che cominciano ad amare e servire Dio sono simili al vino nuovo.

  A010000781 

 Così, quelli che sono avanzati nell’amore e sono stati provati nel servizio dello Sposo, sono come il vino fermentato che ha smaltito la feccia.

  A010000781 

 Ora, quelli che sono avanzati nell’amore, sebbene siano privi di quella soavità spirituale che ha la sua radice nei sensi, tuttavia non soffrono più ansie e pene d’amore nei sensi e nello spirito.

  A010000796 

 Possiamo dire che questi gradi o celle d’amore sono sette; li si possiede tutti quando si posseggono i sette doni dello Spirito Santo in modo perfetto, secondo le capacità di ricezione dell’anima.

  A010000796 

 Questo vuol dire che ce ne sono altre meno interne: tali sono i gradi d’amore attraverso i quali si sale per raggiungere quest’ultimo grado.

  A010000798 

 È Dio stesso, infatti, che si comunica all’anima in un alone di gloria straordinaria e la trasforma in lui; entrambi sono una cosa sola, sebbene non essenzialmente e perfettamente come nell’altra vita, come sono un’unica cosa il cristallo e il raggio del sole, il carbone e il fuoco, la luce delle stelle e quella del sole.

  A010000810 

 Occorre dire, infatti, che l’anima resta sempre in questo sublime stato del matrimonio dopo che Dio ve l’ha posta: vi resta con la sua essenza, anche se le sue potenze non sono sempre in unione attuale con Dio.

  A010000816 

 Non solo le sue conoscenze precedenti sono ridotte a niente, sembrandogli un nonnulla tutto quel grande sapere, ma anche tutta la sua vita passata e le sue imperfezioni sono annullate: il vecchio uomo è rinnovato.

  A010000816 

 Per questo Davide dice che fu ridotto a niente e non seppe più nulla: sono appunto questi gli effetti che dicevo prodotti dalla bevanda nella segreta cella di Dio.

  A010000816 

 Questo tormento intimo prodotto dall’agitazione del cuore significa che l’anima, insieme a tutti i suoi appetiti, è stata trasformata in Dio e che le sue vecchie abitudini sono state completamente distrutte.

  A010000833 

 In questa strofa la sposa racconta come le due parti, cioè Dio e lei, si sono donate l’una all’altra in questo matrimonio spirituale.

  A010000841 

 È come divina, divinizzata, in modo che anche i suoi moti primi non sono contro ciò che ritiene essere la volontà di Dio.

  A010000854 

 La sua anima ormai, ella dice, il suo corpo, le sue facoltà e tutta la sua abilità non sono più impiegate in altre cose, ma solo per la gloria del suo Sposo.

  A010000858 

 Quanto alle quattro passioni, esse sono ben occupate in Dio: l’anima non gode se non di Dio, non spera in nient’altro che in Dio, teme solo Dio, si rattrista solo secondo Dio.

  A010000858 

 Tutti i suoi desideri e le sue attenzioni sono rivolte esclusivamente a Dio..

  A010000860 

 Dal momento che tutte le sue ricchezze sono ormai impiegate per il servizio di Dio nel modo suddetto, l’anima gode necessariamente anche del favore indicato nel verso che segue: non pasco più le greggi..

  A010000889 

 Così non potranno asserire: direte che mi son perduta, perché non sono perse a se stesse nelle loro opere.

  A010000910 

 I fiori sono le virtù dell’anima e gli smeraldi i doni ricevuti da Dio.

  A010000910 

 Ora, questi fiori e smeraldi sono stati scelti nelle fresche mattinate..

  A010000912 

 Chiama gli anni della gioventù fresche mattinate perché, come in primavera la freschezza del mattino è più gradevole delle altre parti del giorno, così le virtù della giovinezza sono più gradite dinanzi a Dio.

  A010000912 

 Dice di avere colto queste virtù anche perché, cominciando sin dalla giovinezza, le virtù che si acquisiscono sono molto più perfette e preziose.

  A010000912 

 L’anima dice di averli scelti perché le virtù che si acquisiscono nella giovinezza sono preziose e molto gradite a Dio.

  A010000912 

 Per fresche mattinate possiamo intendere anche gli atti d’amore per mezzo dei quali si acquisiscono le virtù; essi sono più graditi a Dio di quanto non lo siano i freschi mattini ai figli degli uomini..

  A010000912 

 Vale a dire: sono stati guadagnati e acquisiti in gioventù, simboleggiata dalle fresche mattinate della vita.

  A010000914 

 Le virtù acquisite in mezzo a queste difficoltà e prove sono, generalmente, molto più preziose, perfette e solide di quelle acquisite tra le gioie e le consolazioni spirituali.

  A010000914 

 Per esaltare, allora, l’eccellenza delle virtù destinate a intrecciare le ghirlande per l’Amato, giustamente è detto che sono scelte nelle fresche mattinate, dal momento che l’Amato si compiace grandemente soltanto dei fiori e degli smeraldi delle virtù e dei doni scelti e perfetti, non di quelli imperfetti.

  A010000914 

 Queste opere, compiute per Dio nell’aridità di spirito e nel dolore, sono molto gradite ai suoi occhi, perché giovano tantissimo per l’acquisto delle virtù e dei doni.

  A010000916 

 Queste sono le ghirlande che la sposa, dice, deve intrecciare insieme allo Sposo.

  A010000918 

 Ciascuna di esse è come una ghirlanda ornata di fiori, cioè di virtù e di doni, e tutte insieme sono una ghirlanda per il capo dello Sposo, Cristo.

  A010000920 

 Ma poiché Dio concede la sua grazia e il suo amore, le opere sono sbocciate nel suo amore e da un capello mio tutte legate..

  A010000922 

 Le virtù e i doni soprannaturali sono così strettamente dipendenti dall’amore dell’anima che, se si spezzasse questo filo, venendo meno l’amore a Dio, immediatamente si staccherebbero tutte le virtù dall’anima e sparirebbero, come appunto cadono i fiori della ghirlanda quando si spezza il filo che li teneva insieme.

  A010000922 

 Quando, infatti, l’amore si porta unicamente e tutto intero verso Dio, come l’anima dice qui, anche le virtù sono perfette, compiute e tutte fiorite nell’amore divino, perché, a questo punto, l’amore che Dio nutre per l’anima è inestimabile, secondo quanto essa medesima lascia intendere nella strofa seguente..

  A010000935 

 La prima è ricordare che l’amore con cui sono unite le virtù è solo l’amore forte, perché solo esso può conservarle.

  A010000937 

 Dove c’è una virtù, ci sono tutte, ma se una manca, mancano tutte.

  A010000937 

 Le virtù, infatti, sono intrecciate nell’anima in modo tale che, se venisse a mancarne qualcuna, immediatamente scomparirebbero anche le altre.

  A010000937 

 Senza questo soffio divino che spinge le potenze dell’anima all’esercizio dell’amore di Dio, le virtù non agiscono né producono effetto alcuno, anche se sono presenti nell’anima.

  A010000991 

 Anche se per natura sono bruna, e quindi non meritavo niente, egli mi ha rivestita della sua bellezza, perché ha posato su di me il suo sguardo e per questo mi ha amata, ecc..

  A010000991 

 Ciò è quanto la sposa rivela alle figlie di Gerusalemme, quando nel cantico dei Cantici dice loro: Nigra sum sed formosa, filiae Jerusalem, ideo dilexit me rex et introduxit me in cubiculum suum: Bruna sono, ma bella, o figlie di Gerusalemme… perciò il re mi ha amata e mi ha introdotta nelle sue stanze! (cfr. Ct 1,4 e 3 Volg.).

  A010001006 

 Sono i turbamenti, le tentazioni, le inquietudini, gli appetiti, se ancora restano, le immaginazioni e altri moti naturali e spirituali, che qui chiama volpi.

  A010001016 

 Per questa divina esperienza interiore sono, inoltre, necessarie la solitudine e il distacco da tutte le cose che potrebbero turbare l’anima, sia nella sua parte inferiore, cioè quella sensitiva, che nella parte superiore, ossia quella razionale.

  A010001037 

 Ho già detto che l’anima della sposa è la vigna fiorita di virtù; qui la si chiama anche giardino, dove sono piantati i fiori della perfezione e delle virtù.

  A010001037 

 Non sempre l’anima avverte o gode effettivamente le virtù che possiede in sé acquisite, perché, ripeto, in questa vita esse sono nell’anima come fiori in boccio, ancora chiusi, o come erbe aromatiche in un sacchetto, il cui aroma non si sente finché non ne vengono estratte e agitate..

  A010001041 

 Non solo quando questi fiori di virtù sono schiusi si riesce a scorgere tutto ciò in tali anime sante, ma esse mostrano abitualmente in sé un certo non so che di grandezza e dignità che, negli altri, ispira venerazione e rispetto: è un effetto soprannaturale, questo, che si diffonde in esse per l’intima e familiare comunicazione con Dio.

  A010001041 

 Tali aromi, a volte, sono talmente abbondanti che l’anima ha l’impressione di essere vestita di delizie e immersa in una gloria inestimabile.

  A010001043 

 L’alberello odoroso, composto di molti fiori, qui rappresenta il mazzo delle numerose virtù che sono nell’anima, che sopra ho chiamate vigna fiorita e pigna di fiori.

  A010001043 

 Ottiene, infatti, di godere delle sue virtù, pervenute al punto in cui sono esercitate con la soavità dell’amore.

  A010001047 

 Ciò di cui egli si pasce è l’anima stessa trasformata in lui, preparata, abbellita ed esaltata dai fiori delle sue virtù, doti e perfezioni, che sono come il condimento con cui e in mezzo al quale Dio la nutre.

  A010001047 

 Ciò è quanto ha voluto dirci egli stesso per bocca di Salomone nel libro dei Proverbi con queste parole: Le mie delizie sono con i figli dell’uomo (Pro 8,31), cioè quando il loro piacere è stare con me, che sono il Figlio di Dio.

  A010001062 

 Come in virtù del matrimonio sulla terra i due sposi formano una sola carne, come dice la sacra Scrittura (Gn 2,24), così, quando si consuma questo matrimonio spirituale tra Dio e l’anima, vi sono due nature nell’unico spirito e amore di Dio.

  A010001066 

 In quest’anima si verifica ciò che dice san Paolo ai Galati: Vivo autem, iam non ego, vivit vero in me Christus: Non sono più io che vivo, ma Cristo vive in me (Gal 2,20).

  A010001066 

 Questi frutti sono le delizie e le magnificenze che lo Sposo possiede in sé e che comunica all’anima in questo stato.

  A010001070 

 Dicendo: allattato al seno di mia madre, vuol significare: inaridisci ed estingui in me gli appetiti e le passioni, cioè i seni e il latte della madre Eva nella nostra carne, che sono di ostacolo al matrimonio.

  A010001070 

 Qui si compie quanto si dice ancora nel Cantico dei Cantici: Iam enim hiems transiit, imber abiit et recessit, flores apparuerunt, ecc.: L’inverno è passato, è cessata la pioggia, se n’è andata; i fiori sono apparsi nei campi (Ct 2,11-12)..

  A010001108 

 Oltre a ciò, mostra come le quattro passioni dell’anima, che sono il dolore, la speranza, la gioia e il timore, siano regolate e sottomesse alla ragione mediante la soddisfazione in cui è l’anima e che è rappresentata dalla soavità delle lire e dal canto delle sirene, come dirò in seguito.

  A010001110 

 Ma lo Sposo le scongiura per le soavi lire, ecc., di cessare; vale a dire: ora che la dolcezza e il diletto dell’anima sono tanto abbondanti e frequenti che esse non li potranno impedire com’erano solite fare un tempo, quando l’anima non aveva ancora raggiunto tale stato, chiede loro che cessino i voli irrequieti e gli slanci sfrenati.

  A010001112 

 In questi effetti è paragonata ai cervi: questi, infatti, hanno una disposizione alla concupiscenza più marcata di molti altri animali, ma sono anche molto codardi e timidi.

  A010001112 

 Manifesta codardia quando le circostanze le sono contrarie, e allora si ritira e si chiude pavida in se stessa.

  A010001112 

 Manifesta temerarietà quando le cose sono favorevoli, e allora non si intimorisce né si scoraggia, ma si fa ardita e ricerca tali cose con tutto l’ardore dei suoi desideri e affetti.

  A010001116 

 Gli atti sono disordinati e difettosi quando sono troppo alti o troppo bassi e deboli, o quando, pur senza cadere negli eccessi, inclinano o verso l’uno o verso l’altro.

  A010001116 

 I monti, che sono molto alti, simboleggiano gli atti imperfetti per eccesso.

  A010001116 

 Le riviere, che non sono né alte né basse, e non essendo pianeggianti partecipano un po’ d’entrambi gli eccessi, significano gli atti delle potenze quando eccedono o non raggiungono affatto la linea della giusta misura.

  A010001116 

 Le valli, che sono basse, rappresentano gli atti di queste tre potenze quando non raggiungono la misura loro conveniente.

  A010001116 

 Questi atti, pur non essendo estremamente disordinati – il che costituirebbe peccato mortale –, tuttavia lo sono in una certa misura: a volte sono peccati veniali o imperfezioni, per quanto piccole, dell’intelletto, della memoria e della volontà.

  A010001118 

 Abitualmente sono molto vivi nelle persone spirituali non ancora giunte a questo stato di matrimonio spirituale, di cui sto parlando.

  A010001118 

 I vigili timori delle notti sono gli affetti dell’altra passione, il timore.

  A010001118 

 Per questo Davide, rivolgendosi a Dio, dice a tale proposito: Salvum me fac, Deus, quoniam intraverunt aquae usque ad animam meam: Salvami, o Dio, le acque sono penetrate fin nell’anima mia (Sal 68,2 Volg.).

  A010001118 

 Questi quattro termini designano gli affetti delle quattro passioni, che sono il dolore, la speranza, la gioia e il timore.

  A010001118 

 Tali timori sono detti delle notti perché vengono dal demonio e perché con essi il demonio briga per diffondere tenebre nell’anima, per oscurare la luce divina di cui gode.

  A010001118 

 Talvolta essi provengono da Dio, nel momento in cui vuole concedere loro alcuni favori, come ho detto sopra: di solito lo spirito è in preda al timore e alla paura, mentre la carne e i sensi sono turbati, perché la loro natura non è ancora fortificata, perfezionata né tanto meno abituata a simili grazie.

  A010001120 

 In questo modo le passioni non solo non regnano nell’anima, ma non sono nemmeno in grado di arrecarle il minimo dispiacere.

  A010001120 

 In questo stato, infatti, la grandezza e la stabilità dell’anima sono talmente possenti che, se prima essa veniva raggiunta dalle acque del dolore per un motivo qualsiasi, come anche per i peccati suoi o per quelli degli altri – cosa che spesso fa soffrire di più le persone spirituali –, ora, anche se valuta la gravità del peccato, non ne ricava sensazioni dolorose.

  A010001126 

 Sono tutti rievocati nel verso seguente: cessino le vostre ire..

  A010001132 

 Per l’anima, così, non vi sono più porte chiuse..

  A010001145 

 Difatti, se i moti della parte sensitiva e le potenze entrano in azione, mentre lo spirito gode, quanto più sono attivi e vivaci tanto più lo molestano e lo turbano.

  A010001149 

 I fiori, come ho detto, sono le virtù dell’anima; i roseti le sue potenze: intelletto, memoria e volontà, che racchiudono in sé e coltivano rose e fiori di pensieri divini e atti d’amore e di virtù; l’ ambra rappresenta qui lo Spirito divino che dimora nell’anima.

  A010001151 

 Difatti ciò che viene chiamato città nell’anima è la sua parte più interna, cioè quella razionale, che ha la capacità di comunicare con Dio e le cui operazioni sono contrarie a quelle della sensualità.

  A010001151 

 Esse penetrano nei sobborghi dei sensi interni attraverso le porte dei sensi esterni, cioè l’udito, la vista, l’olfatto, il gusto e il tatto, così che possiamo chiamare sobborghi tutte le facoltà e i sensi della parte sensitiva; si chiamano sobborghi perché sono i quartieri situati fuori delle mura della città.

  A010001151 

 Nei sobborghi della Giudea, che, come ho detto, è la parte inferiore o sensitiva dell’anima; e i suoi sobborghi sono i sensi interni, come la fantasia, l’immaginazione e la memoria, ove s’imprimono e si conservano le forme, le immagini e i fantasmi degli oggetti.

  A010001151 

 Queste forme sono quelle che qui chiama ninfe.

  A010001153 

 I moti primi dell’anima, infatti, sono la porta d’ingresso e la soglia attraverso cui vi si penetra dentro, e quando questi primi moti arrivano fino alla ragione, hanno già varcato la soglia.

  A010001153 

 Ma se questi moti primi restano ciò che sono, allora toccano solo la soglia o bussano alla porta.

  A010001155 

 Infatti tutte queste agitazioni sono ormai acquietate, come ho spiegato sopra.

  A010001168 

 Sono queste le esperienze di cui parla Isaia: Secretum meum mihi, secretum meum mihi: Il mio segreto è per me, il mio segreto è per me ( Is 24,16 Volg.).

  A010001176 

 Quelle che l’anima chiama compagne sono la moltitudine delle virtù, dei doni, delle perfezioni e delle altre sue ricchezze spirituali.

  A010001176 

 È vero che tali virtù sono tue, ma dal momento che tu le hai donate alla mia anima sono anche di lei che va per isole lontane..

  A010001178 

 Sono cioè della mia anima, che sale a te per mezzo di conoscenze straordinarie, per modi e vie inusitate ed estranee a tutti i sensi e alla maniera ordinaria di conoscere.

  A010001191 

 Lascia intendere che i suoi desideri si sono compiuti, dal momento che in lui l’anima possiede le delizie e il riposo, dopo aver affrontato le sofferenze di questa vita e del tempo passato.

  A010001212 

 Lo Sposo prosegue lasciando capire la contentezza che prova vedendo la solitudine in cui si trovava l’anima prima di giungere a quest’unione, nonché la solitudine in cui è attualmente dinanzi alle fatiche, alle prove e alle difficoltà, avendo essa stabilito nel suo Amato una dimora silenziosa e dolce, da cui sono escluse tutte le creature e le molestie che ne derivano.

  A010001218 

 È esattamente quanto afferma san Paolo a proposito dei perfetti: Qui spiritu Dei aguntur, ecc.: Quelli che sono mossi dallo Spirito di Dio… (Rm 8,14).

  A010001235 

 È, dunque, l’anima che parla in questa strofa con lo Sposo, chiedendogli tre cose che sono proprie dell’amore.

  A010001239 

 Questa è l’adozione dei figli di Dio, i quali in verità diranno a Dio ciò che lo stesso Figlio dichiara, in san Giovanni, all’eterno Padre: Omnia mea tua sunt, et tua mea sunt: Tutte le cose mie sono tue, e tutte le cose tue sono mie (Gv 17,10).

  A010001245 

 Questa profondità della sapienza e della scienza di Dio è talmente profonda e immensa che, per quanto l’anima ne possa conoscere, può sempre più penetrarvi, perché la sapienza divina è immensa e le sue ricchezze insondabili, come esclama san Paolo: O profondità della ricchezza, della sapienza e della scienza di Dio! Quanto imperscrutabili sono i suoi giudizi e inaccessibili le sue vie! (Rm 11,33)..

  A010001247 

 Per questo, quando Davide parla della loro soavità, si esprime così: Iudicia Domini vera, justificata in semetipsa, desiderabilia super aurum, et lapidem pretiosum multum, dulciora super mel et favum; nam et servus tuus dilexit ea: I giudizi del Signore sono tutti fedeli e giusti, più preziosi dell’oro, di molto oro fino, più dolci del miele e di un favo stillante.

  A010001251 

 Tutti desiderano entrare nelle profondità della sapienza, delle ricchezze e delle delizie di Dio, ma pochi desiderano affrontare seriamente le sofferenze e i dolori sopportati dal Figlio di Dio; così come sono molti coloro che vorrebbero essere già arrivati alla meta senza passare per la via stretta che vi conduce..

  A010001266 

 Come le caverne sono profonde e hanno molte sinuosità, così ogni mistero del Cristo è molto profondo in sapienza e contiene molti recessi dei suoi segreti disegni sulla predestinazione e la prescienza riguardanti i figli degli uomini.

  A010001266 

 Le profonde caverne di pietra sono gli alti, sublimi e profondi misteri della sapienza di Dio, presente in Cristo, che riguardano l’unione ipostatica della natura umana con il Verbo divino, la correlazione che esiste tra quest’unione e quella degli uomini con Dio; l’armonia tra la giustizia e la misericordia di Dio nella salvezza del genere umano; la manifestazione dei suoi giudizi, che, a motivo della loro sublimità e profondità, molto giustamente sono chiamati profonde caverne: profonde, per la sublimità dei misteri divini; caverne per l’ insondabilità e immensità della sapienza di Dio racchiusa in essi.

  A010001268 

 Ciò faceva dire a san Paolo, parlando del Cristo: In quo sunt omnes thesauri sapientiae et scientiae Dei asconditi: In lui sono nascosti tutti i tesori della sapienza e della scienza (Col 2,3).

  A010001268 

 Difatti tutti queste cose sono inferiori, anzi sono disposizioni per arrivare alle profonde caverne della conoscenza dei misteri di Cristo, che è la sapienza più alta che si possa raggiungere in questa vita.

  A010001270 

 Queste fenditure sono le caverne di cui sto parlando.

  A010001272 

 Del resto, poiché Dio e l’anima sono strettamente uniti in questo stato di matrimonio spirituale, di cui sto parlando, l’anima non fa più niente da sola senza Dio.

  A010001272 

 Sono, altresì, del tutto ineffabili la gioia e il diletto che l’anima riceve di nuovo, cose di cui parla nel verso seguente: di melagrane il succo gusteremo..

  A010001316 

 Anche qui non bisogna credere che il Figlio voglia dire al Padre che i santi siano una sola cosa per essenza e per natura come lo sono il Padre e il Figlio, ma che lo siano per unione d’amore, come il Padre e il Figlio lo sono per unità d’amore.

  A010001316 

 La chiese Gesù stesso al Padre: Pater, volo ut quos dedisti mihi, ut ubi sum ego, et illi sint mecum: ut videant claritatem meam quam dedisti mihi: Padre, voglio che anche quelli che mi hai dati, siano con me dove sono io, perché contemplino la mia gloria, quella che mi hai data (Gv 17,24).

  A010001316 

 Le anime, dunque, possiedono per partecipazione gli stessi beni che Dio possiede per natura, ragion per cui sono veramente dèi per partecipazione, uguali a Dio e suoi compartecipi.

  A010001318 

 O anime create per simili grandezze e ad esse chiamate, che fate? In cosa vi intrattenete? Le vostre pretese non sono che bassezza e i vostri beni miseria.

  A010001318 

 Sono ciechi dinanzi a una luce così abbacinante! Le vostre orecchie sono sorde allo strepito di voci così potenti! Come non vi accorgete che, mentre cercate le grandezze e la gloria di quaggiù, rimanete miserabili e vili, ignoranti e indegne di tesori così preziosi? Segue la seconda richiesta dell’anima: il canto della dolce filomena..

  A010001320 

 Infatti, come il canto della filomena, cioè dell’usignolo, si ode a primavera, quando ormai sono passati il freddo e le piogge dell’inverno, ed è melodia per l’udito e gioia per lo spirito, così avviene in questa comunicazione e trasformazione d’amore, di cui la sposa gode già in questa vita.

  A010001320 

 È lui che rinnova e ristora la sostanza della sua anima e le sussurra: Alzati, affrettati, amica mia, colomba mia, mia bella e vieni! Perché, ecco, l’inverno è passato, è cessata la pioggia, se n’è andata; i fiori sono apparsi nei campi, il tempo della potatura è tornato e la voce della tortora ancora si fa sentire nella nostra campagna (Ct 2,10-12 Volg.)..

  A010001322 

 Nella voce dello Sposo, che risuona nell’intimo dell’anima, la sposa avverte che tutti i suoi mali sono cessati e che comincia a godere dei beni celesti.

  A010001322 

 Per essere perfetta, come dice lo Sposo, questa voce deve risuonare nelle profonde caverne di pietra, che sono le conoscenze amorose dei misteri di Cristo, nelle quali l’anima è unita a lui.

  A010001324 

 La terza cosa che l’anima chiede di vedere tramite l’amore è il bosco e il suo incanto. Per bosco intende Dio con tutte le creature che sono in lui; come tutti gli alberi e le piante hanno la loro vita e la loro radice nel bosco, così le creature celesti e terrene hanno la loro origine e la loro vita in Dio.

  A010001328 

 Infatti come la notte si dice serena quando è sgombra di nubi e di vapori dell’aria che ne possono impedire la serenità, così questa notte della contemplazione per la vista dell’intelletto è chiara e libera da tutte le nubi di forme, fantasie o conoscenze particolari, che possono entrare attraverso i sensi; e libera anche da qualsiasi vapore di affetti e tendenze della natura; per questo la contemplazione è notte serena per i sensi e per l’intelletto naturale, come insegna il Filosofo quando afferma: Come il raggio del sole è oscuro e tenebroso per l’occhio del pipistrello, così le conoscenze più profonde e chiarissime di Dio sono oscure per il nostro intelletto.

  A010001330 

 Così tutele sue opere e le sue azioni sono ormai divenute divine..

  A010001351 

 Per assedio qui l’anima intende le sue passioni e gli appetiti, che, fin quando non sono vinti e mortificati, la circondano da ogni parte, attaccandola su tutti i fronti.


11-Giovanni della Croce - Fiamma viva d'amore - B.html
  A011000090 

 Tale è l’azione dello Spirito Santo nell’anima trasformata in amore che gli atti compiuti interiormente da lei sono un fiammeggiare, sono vampe d’amore nelle quali la volontà dell’anima, fatta tutt’amore con quella fiamma, sublimemente ama..

  A011000091 

 E cosi, questi atti d’amore dell’anima sono preziosissimi e uno di essi merita e vale molto di più di quanto ha compiuto in tutta la sua vita senza tale trasformazione, per quanto grande possa essere stato..

  A011000094 

 Possiamo perciò affermare che il modo abituale dell’anima, che si trova in stato di trasformazione d’amore, sia come quello del legno investito sempre dal fuoco e che i suoi atti sono la fiamma che nasce dal fuoco d’amore, che promana tanto più veemente, quanto più intenso è il fuoco dell’unione.

  A011000095 

 In tale stato l’anima non può compiere da sé alcun atto, in quanto è lo Spirito Santo che li compie e la muove in essi: di conseguenza tutti i suoi atti sono divini, essendo Dio stesso colui che la crea e la muove..

  A011000098 

 Di questo genere sono le parole che Dio pronuncia nelle anime purificate e monde, parole tutte ardenti, poiché come disse Davide: La tua parola è accesa con veemenza ( Sal 118,140); e il profeta: Le mie parole non sono forse come fuoco? ( Ger 23,29).

  A011000098 

 Tali parole, come Egli stesso dice per mezzo di san Giovanni (6,64), sono spirito e vita e vengono percepite dalle anime che hanno orecchie per ascoltarle, quelle che, come ho già detto, sono pure e innamorate.

  A011000108 

 Perciò, queste ferite, che sono i suoi giochi, sono vampate di tocchi delicati che toccano l’anima di quando in quando, provocate dal fuoco d’amore, che non rimane mai ozioso.

  A011000113 

 E, così, tutti i movimenti di quest’anima sono divini, sebbene appartengano anche all’anima, perché nonostante li compia Dio, essa dà il suo assenso volontariamente..

  A011000116 

 In primo luogo bisogna sapere che l’anima, in quanto spirito, non possiede né alto né basso, né maggior o minore profondità nel suo essere, come accade invece per i corpi quantitativi; e poiché in essa non vi sono parti, non vi è differenza fra dentro e fuori, essendo tutta allo stesso modo, e non ha centro più o meno profondo quantitativamente Quindi non può essere in una parte più illuminata che in un’altra, come i corpi fisici, ma tutta più o meno alla stessa maniera, come l’aria, che è illuminata più o meno ugualmente in ogni sua parte..

  A011000123 

 Da ciò possiamo dedurre che, a seconda di quanti gradi di amore di Dio l’anima può possedere, così altrettanti centri può avere in Dio, uno più interno dell’altro; poiché l’amore più è forte più unisce, e, in questo modo, possiamo comprendere le molte dimore che, come disse il Figlio di Dio, ci sono nella casa di suo Padre ( Gv 14,2)..

  A011000129 

 E siccome le cose rare e delle quali si ha poca esperienza appaiono più insolite e meno credibili, come sono quelle che stiamo dicendo dell’anima in questo stato, non dubito che alcuni, non comprendendolo per scienza né conoscendolo per esperienza, non lo crederanno o lo reputeranno una esagerazione o penseranno che non è così come realmente è..

  A011000130 

 Ma a tutti questi rispondo che il Padre delle luci ( Gc 1,17), la cui mano non ha limite ( Is 59,1), e con generosità si diffonde, senza esclusione di persona ( Ef 6,9), in ogni luogo, come il raggio del sole, mostrandosi benigno anche a coloro che sono in cammino e per via ( Sap 6,17), non esita a condividere le sue delizie con i fi gli degli uomini nella rotondità della terra (Pr 8,31)..

  A011000134 

 E così, questi due modi, unione per solo amore e unione con fiamme d’amore, sono in un certo modo paragonabili al fuoco di Dio che, come dice Isaia, si trova in Sion, e alla fornace di Dio che è in Gerusalemme (31,9); di cui uno rappresenta la Chiesa militante, in cui si trova il fuoco della carità acceso non al massimo grado e l’altro rappresenta la visione della pace, ossia la Chiesa trionfante, dove il fuoco è come fornace accesa in perfezione d’amore..

  A011000156 

 Allora l’anima percepisce le sue tenebre naturali e viziose che sono in contrasto con la luce soprannaturale, che non possedendola in sé non avverte, come accade, invece, con le sue stesse tenebre.

  A011000156 

 E siccome questa fiamma è immensa luminosità, investendo l’anima, fa risplendere la sua luce sulle tenebre di quest’ultima ( Gv 1,5), che sono altrettanto immense.

  A011000177 

 E, perciò, questo suo desiderio e questa sua richiesta non implicano pena, in quanto qui l’anima è incapace di provarla, bensì anelito soave e delicato, desiderando in conformità con lo spirito e con il senso; per questo il verso dice: se vuoi, ormai finisci, perché la volontà e l’appetito sono ormai diventati tutt’uno con Dio, cosicché l’anima reputa sua gloria fare ciò che Dio vuole..

  A011000178 

 Ma tali sono quelle tracce di gloria e di amore, che in quei tocchi si intravedono oltre la porta senza poter entrare nell’anima, a causa della ristrettezza della casa terrestre, che sarebbe anzitutto dimostrazione di poco amore non chiedere d’entrare in quella perfezione e pienezza d’amore..

  A011000179 

 Oltre a ciò, l’anima si accorge che in quella forza di dilettevole comunicazione dello Sposo è presente lo Spirito Santo, che la chiama e la invita con quella immensa gloria che le pone dinanzi agli occhi, con meravigliosi modi e soave affetto, dicendole nel suo spirito ciò che nei Cantici dice alla Sposa, che così lo riferisce: Ascolta ciò che mi dice il mio Sposo: Alzati, amica mia, colomba mia, bella mia, e vieni; poiché già è passato l’inverno e la pioggia cessò e si allontanò, e i fiori sono apparsi nei campi, ed è giunto il tempo della potatura; il tubare della tortorella si ode nella nostra terra; il fico ha il suo frutto, la vigna in fiore spande la sua fragranza.

  A011000185 

 I veli che possono impedire quest’unione e che si devono squarciare perché avvenga e l’anima possieda perfettamente Dio, sono tre: quello temporale, in cui sono comprese tutte le creature; quello naturale, che comprende le operazioni e le inclinazioni puramente naturali; e quello sensitivo, che comprende l’unione dell’anima con il corpo, ossia la vita sensitiva e animale, di cui san Paolo dice: Sappiamo che quando questa nostra casa terrestre si distruggerà, Dio ne concederà una eterna in cielo (2Cor 5,1)..

  A011000190 

 Così la morte di costoro è soave e dolce, più di quanto non sia stata tutta la loro vita spirituale; poiché essi muoiono a causa di così sublimi impeti e deliziosi incontri d’amore, giacché sono come il cigno che canta più soavemente quando muore.

  A011000190 

 Per questo David disse che era preziosa la morte dei santi nell’obbedienza di Dio ( Sal 115,15), perché qui si uniscono tutte le ricchezze dell’anima e i suoi fiumi d’amore entrano nel mare, i quali fiumi sono così immensi e colmi da sembrare già il mare; unendosi il primo all’ultimo dei suoi tesori, per accompagnare il giusto che parte per il suo regno, mentre riecheggiano dai confini della terra le lodi che, come dice Isaia, sono la gloria del giusto (24,16)..

  A011000194 

 E all’anima così esaltata sembreranno ancor meno, poiché sentendo attraverso Dio percepisce le cose come Dio, davanti al quale, come canta David, mille anni sono come il giorno di ieri che è passato ( Sal 89,4) o, come dice Isaia, tutte le genti sono come se non fossero state (40,17).

  A011000194 

 E questo stesso valore hanno per l’anima tutte le cose, esse sono nulla, essa stessa ai propri occhi è nulla.

  A011000196 

 Bisogna però notare: per quale ragione l’anima qui chiede a Dio che squarci il velo, invece di tagliarlo o consumarlo, quando sembra non esservi differenza? Possiamo dire che le ragioni sono quattro..

  A011000199 

 Ugualmente gli atti spirituali infusi da Dio nell’anima avvengono immediatamente; mentre quelli che l’anima compie da sé più propriamente sono disposizioni del desiderio e inclinazioni successive e mai giungono a essere atti perfetti d’amore o di contemplazione, bensì solo qualche volta, quando, come dico, Dio li forma e li perfeziona nello spirito con grande rapidità.

  A011000207 

 E questi, che hanno come fine di purificarla e liberarla dalla carne, sono veramente incontri durante i quali Dio penetra la sostanza dell’anima e la divinizza, assorbendola al di sopra di tutto l’essere nel suo stesso essere..

  A011000208 

 E la causa di ciò è che Dio l’investì e la trafisse vivamente nello Spirito Santo, le cui comunicazioni sono impetuose, quando sono ferventi, come in questo incontro, che l’anima chiama dolce poiché in esso vivamente gusta Dio; e questo non perché gli altri molti tocchi e incontri, che in questo stato riceve, non siano dolci, ma per l’eminenza che questo possiede sopra tutti gli altri; poiché, come abbiamo detto, lo compie Dio al fine di scioglierla e glorificarla quanto prima; perciò le spuntano le ali per dire: squarcia il velo....

  A011000212 

 Giacché, ormai, sei così amica da mostrarti desiderosa di darti a me in vita eterna, se in passato le mie preghiere non giungevano a te – quando con ansia e fatica d’amore soffrivano il mio senso e il mio spirito a causa della mia grande debolezza e impurità e della poca forza d’amore che possedevo, e ti pregavo che mi sciogliessi e mi portassi con te [Fil 1,23], poiché ardentemente ti desiderava l’anima mia, non permettendo l’amore impaziente che mi adattassi alla condizione di vita nella quale tu volevi che ancora rimanessi – e se i passati impeti d’amore non erano sufficienti, giacché non erano tali da ottenere ciò; ora invece, sono tanto rafforzata nell’amore che non solo il mio senso e il mio spirito non vengono meno in te ma anzi sono da te rafforzati..

  A011000213 

 E poiché le mie richieste sono ormai dinanzi ai tuoi occhi più valide e considerevoli d’attenzione, in quanto provengono da te che mi spingi in esse, con gioia e con gusto nello Spirito Santo te le rivolgo, scaturendo ormai il mio giudizio dal tuo volto ( Sal 16,2), il che accade quando tu apprezzi e ascolti le preghiere: squarcia il velo sottile di questa vita e non lasciare che l’età e gli anni naturalmente lo spezzino, affinché ti possa amare senza limite né fine con la pienezza e la sazietà che desidera la mia anima..

  A011000227 

 Così, la mano, il cauterio e il tocco, in realtà, sono una medesima cosa; ma usa questi termini in quanto adatti a indicare l’effetto che ciascuna di loro produce..

  A011000259 

 O piaga tanto più deliziosa quanto più grande e sublime è il fuoco d’amore che la causò! Infatti, avendola prodotta lo Spirito Santo solo per dilettare, così come il suo desiderio e la sua volontà di deliziare l’anima sono grandi, altrettanto grande sarà questa piaga, affinché grandemente sia dilettata..

  A011000262 

 Si può dire che questo cauterio e questa piaga siano al più alto grado possibile in questo stato presente; vi sono infatti molti altri modi con cui Dio può cauterizzare l’anima, che però non giungono a questo grado né sono come questo, poiché questo è il tocco della sola Divinità dell’anima, senza forma alcuna né figura né intellettuale né immaginaria..

  A011000271 

 12. Poche sono le anime che giungono a questo stato, alcune però vi sono giunte, soprattutto quelle la cui virtù e il cui spirito dovevano diffondersi nella sequela dei figli, poiché Dio dona la ricchezza e il valore delle primizie dello spirito ai fondatori, secondo il maggiore o minore numero dei loro discepoli nella sua dottrina e nel suo spirito..

  A011000275 

 Perché, appena la carne tiene frenato lo spirito, ossia quando i beni spirituali si comunicano anche a essa, questa tira le redini e mette il freno in bocca al veloce cavallo dello spirito, smorzandone il gran brio, poiché se lo spirito usa la sua forza le redini sono destinate a rompersi.

  A011000277 

 Dico ciò affinché si comprenda che colui che procede aggrappato alla capacità e al discorso naturale per andare a Dio non si comporterà in modo spirituale; vi sono alcuni, infatti che pensano di potere, con la pura forza e con l’azione del senso, il quale di per sé è vile e naturale, arrivare alle altezze dello spirito soprannaturale, a cui i sensi corporali non giungono se non rinnegando e tralasciando le loro operazioni.

  A011000279 

 E se essi sono come sono stati qui descritti, come saranno allora la mano con cui questo cauterio si dà e il tocco? L’anima lo spiega nel verso seguente, più lodandoli che spiegandoli, dicendo:.

  A011000302 

 E non è incredibile che sia così, credendo, come si deve credere, che questo tocco è tocco di sostanze, ossia, della sostanza divina in quella dell’anima, tocco al quale sono giunti molti santi in questa vita..

  A011000304 

 Non vi sono, infatti, termini adatti per spiegare cose divine così sublimi, come sono quelle che accadono in queste anime, il cui linguaggio, per colui che lo possiede, è comprenderle per sé, sentirle per sé, goderle per sé, tacendole.

  A011000304 

 Poiché l’anima giunge qui a vedere, in un certo modo, che queste cose sono come la pietra di cui parla san Giovanni che si darà a colui che vincerà, e nella pietra sarà inciso un nome sconosciuto a tutti se non a colui che la riceverà ( Ap 2,17).

  A011000315 

 24. E per sapere come e quali siano questi debiti di cui qui l’anima si sente ripagata, bisogna sapere che, in via ordinaria, nessuna anima può giungere a questo alto stato e regno dello sposalizio senza passare prima attraverso molte tribolazioni e molti travagli poiché, come si afferma negli Atti degli Apostoli, ci è concesso entrare nel regno dei cieli attraverso molte tribolazioni (14,21), le quali in questo stato sono ormai superate.

  A011000317 

 25. Le sofferenze che patiscono coloro che devono giungere a tale stato sono di tre generi: travagli e desolazioni, timori e tentazioni, in molti diversi modi da parte del secolo; tentazioni, aridità e afflizioni da parte del senso; tribolazioni, tenebre, oppressioni, abbandoni, tentazioni e altre sofferenze da parte dello spirito, affinché, in questo modo, si purifichi secondo la parte spirituale e sensitiva, così come abbiamo detto spiegando il quarto verso della prima strofa..

  A011000318 

 La ragione per la quale sono necessari questi travagli per giungere a questo stato è che, come un eccellente liquore non si mette se non in un vaso robusto, preparato appositamente e pulito, così questa altissima unione non può verificarsi se non in un’anima rafforzata con sofferenze e tentazioni, e purificata con tribolazioni, tenebre e angustie, poiché attraverso le une si purifica e rafforza il senso, attraverso le altre si spoglia, si purifica e si prepara lo spirito..

  A011000324 

 Conviene qui soffermarci sulla causa per la quale sono pochi coloro che giungono a un così alto stato di perfezione nell’unione con Dio.

  A011000324 

 È bene sapere che non è perché Dio vuole che vi siano pochi spiriti elevati, poiché anzi vorrebbe che tutti fossero perfetti, bensì perché vi sono pochi vasi che sopportano così alta ed eccelsa opera.

  A011000325 

 Vi sono molti che desiderano andare avanti e continuamente chiedono a Dio che li porti a questo stato di perfezione, e, quando Dio li vuole iniziare alle prime tribolazioni e mortificazioni, come è necessario, non vi vogliono passare attraverso né dispiacere al corpo, rifuggendo il cammino angusto della vita (Mt 7,14), cercando quello spazioso delle consolazioni, ossia della perdizione (Mt 7,13), non lasciando spazio a Dio per potere ricevere ciò che gli chiedono quando Egli inizia a concederlo..

  A011000326 

 E così sono come vasi inutili, perché, volendo giungere allo stato di perfetti, non vollero passare per il cammino dei travagli, né iniziarono a entrarvi, sottomettendosi unicamente a quel poco che comunemente si suole patire..

  A011000328 

 Con ciò è come se dicesse: se con le fatiche proprie della via piana, che ordinariamente e umanamente accadono a tutti i viventi, per avere tu un passo così corto, facevi tanta fatica che ti sembrava di correre, come potevi competere con il passo del cavallo, che è fatica più che ordinaria e comune, per il quale si richiede maggiore forza e leggerezza di quella dell’uomo? E se non hai voluto lasciare la pace e il piacere della tua terra, che è la tua sensualità, non volendo dichiararle guerra né contraddirla in nessuna cosa, come pretendevi di entrare nelle turbolente acque delle sofferenze e tribolazioni dello spirito, che sono più intime?.

  A011000338 

 Conviene all’anima sopportare con costanza e pazienza ogni tribolazione e sofferenza interiore ed esteriore alla quale Dio la sottopone, spirituale e corporale, maggiore o minore, prendendole come provenienti dalle mani di Dio per il suo bene e per sua medicina, e non fuggendo da queste, poiché sono salute per lei, seguendo così il consiglio del Savio: Se lo spirito del potente discenderà sopra di te, non abbandonare il tuo posto, ossia il luogo della tua prova, che è la tribolazione a cui sei sottoposto, poiché la cura farà cessare i grandi peccati ( Qo 10,4).

  A011000338 

 Taglia le radici dei tuoi peccati e imperfezioni, che sono le abitudini cattive, poiché la battaglia delle tribolazioni, oppressioni e tentazioni elimina le abitudini cattive e imperfette dell’anima purificandola e fortificandola..

  A011000339 

 Perciò l’anima deve avere in grande considerazione quando Dio le invia tormenti sia esteriori che interiori, comprendendo che sono molto pochi coloro che meritano di essere consumati nella prova, soffrendo per giungere a un così alto stato..

  A011000343 

 Con ciò non solamente è ripagata, ma muoiono i suoi nemici giudei, che sono gli appetiti imperfetti, che la privavano della vita spirituale, nella quale ora essa vive secondo le sue potenze e appetiti.

  A011000348 

 Per ciò che concerne lo spirito, vi sono due modi di vita: una è quella beatifica e consiste nel vedere Dio; questa si raggiunge per mezzo della morte corporale e naturale, come afferma san Paolo quando dice: Sappiamo che quando questa nostra casa terrestre si distruggerà, Dio ci concederà una dimora eterna in cielo (2Cor 5,1)..

  A011000354 

 Infatti l’intelletto, che prima di quest’unione comprendeva naturalmente con la forza e il vigore della luce naturale per mezzo dei sensi corporali, ora, messi da parte i sensi, è mosso e informato da un più alto principio, quello della luce soprannaturale di Dio, e così si è mutato in divino, perché grazie a questa unione l’intelletto dell’anima e quello di Dio sono tutt’uno..

  A011000358 

 In ultimo, tutti gli appetiti, operazioni e inclinazioni che l’anima prima aveva come principio e forza della sua vita naturale, ora, grazie a questa unione, sono mutati in movimenti divini, morti alle loro operazioni e inclinazioni ma vivi in Dio.

  A011000358 

 L’anima, infatti, come vera figlia di Dio, è mossa in tutto dallo spirito di Dio, come insegna san Paolo, quando dice: Coloro che sono mossi dallo Spirito di Dio sono figli di Dio ( Rm 8,14)..

  A011000360 

 Essendo mutata la morte di quest’anima in vita di Dio, le si addicono anche le parole dell’Apostolo quando afferma: Absorta est mors in victoria (1Cor 15,54), così come quelle che il profeta Osea pronuncia in nome di Dio: O morte, io sarò la tua morte (13,14), che significano: poiché io sono la vita, essendo morte della morte, questa verrà assorbita nella vita..

  A011000362 

 35. In questo modo l’anima è assorta in vita divina, aliena a tutto ciò che è mondano, temporale e appetito naturale, introdotta nelle stanze del Re, dove gode e si rallegra nel suo Amato, ricordandosi del suo petto più che del vino, dicendo: Sebbene sono bruna, figlie di Gerusalemme, sono bella ( Ct 1,4 - 5), perché il mio colore bruno naturale si trasformò nella bellezza del Re celeste..

  A011000365 

 Siccome i meriti dell’anima che si trova in questo stato sono ordinariamente grandi, sia per il numero che per la qualità, canta a Dio nel suo spirito tutto quello che David dice nel salmo, il cui inizio è: Exaltabo te, Domine, quoniam suscepisti me, e in particolar modo quei due versetti finali che dicono: Convertisti planctum meum in gaudium mihi; conscidisti saccum meum et circumdedisti me laetitia (29, 12-13), affinché ti canti la mia gloria e già non sia afflitto; Signore, mio Dio, per sempre ti loderò..

  A011000381 

 Ora, illuminate e dotate del calore dell’amore, come effettivamente sono, possono dare luce e amore a colui che le illuminò e innamorò.

  A011000389 

 Ed essendo Egli nel suo semplice essere tutte queste cose, quando, unito all’anima, ritiene opportuno dargliene notizia, allora questa comincia a vedere chiaramente in lui tutte queste virtù e grandezze che sono: l’onnipotenza, la sapienza, la bontà e la misericordia, e così via.

  A011000392 

 E così l’anima ama, infiammata da ognuna e da tutte queste lampade insieme, poiché tutti questi attributi sono un unico essere, come abbiamo detto.

  A011000392 

 E così, tutte queste lampade sono una sola lampada che, a seconda delle sue virtù e attributi, illumina e arde come molte lampade..

  A011000397 

 Mosè vide queste lampade sul monte Sinai, dove, passando Dio, si gettò a terra e cominciò a enumerare alcuni attributi divini così dicendo: Imperatore, Signore, Dio, misericordioso, clemente, paziente, che hai molta compassione, verace, misericordioso nei millenni, che cancelli i peccati, le malvagità e i delitti e nessuno è di per sé innocente davanti a Te ( Es 34,6-7) Pertanto gli attributi e le virtù che Mosè lì conobbe in Dio sono quelli dell’onnipotenza, del dominio, della divinità, della misericordia, della giustizia, della verità e rettitudine di Dio.

  A011000399 

 E così tutte quelle lampade insieme sono diventate una sola luce e un solo fuoco, pur essendo ciascuna in sé una luce e un fuoco..

  A011000405 

 Così, essendo Egli onnipotente, senti che ti fa del bene e ti ama con onnipotenza; essendo Egli sapiente, senti che ti fa del bene e ti ama con sapienza; essendo infinitamente buono, senti che ti ama con bontà; essendo santo, senti che ti ama ed elargisce grazie con santità, essendo giusto, senti che ti ama e ti concede grazie secondo giustizia; essendo misericordioso, pietoso e clemente, senti la sua misericordia, pietà e clemenza; ed essendo forte, sublime e delicato, senti che ti ama in modo forte, sublime e delicato; ed essendo limpido e puro senti che ti ama in modo limpido e puro; poiché è generoso, senti che ti ama con generosità, senza nessun interesse, solo per farti del bene; poiché infine Egli è la virtù della somma umiltà, ti ama con grande bontà e con grande stima, e rendendoti uguale a Lui, mostrandosi a te attraverso i sentieri delle sue notizie benevolmente ( Sap 6,17), con il volto pieno di grazia e dicendoti in questa unione, non senza la tua gioia: Io sono tuo e per te, e ho piacere di essere quale sono per potere essere tuo e per darmi a te..

  A011000408 

 Poiché le notizie che ti comunica l’Amato delle sue grazie e virtù sono le sue figlie, nelle quali tu sei così assorbita e immersa da essere anche come il pozzo delle acque vive che scorrono impetuosamente dal Monte Libano ( Ct 4,15), che è Dio.

  A011000408 

 Queste, infatti, sono le figlie del re che, secondo David, ti dilettarono, con la mirra, l’ambra e tutte le altre spezie aromatiche ( Sal 44, 9-10).

  A011000410 

 E così queste lampade di fuoco sono acque vive dello Spirito, come quelle che vennero sopra gli Apostoli (At 2,3), che erano lampade di fuoco e al tempo stesso acque pure e limpide.

  A011000411 

 Allo stesso modo questo spirito di Dio, finché è nascosto nelle vene dell’anima, è come acqua soave e dilettevole che calma la sete dello spirito; mentre quando si esercita nel sacrificio dell’amore divino, è come le fiamme vive del fuoco, che sono le lampade e le fiamme dell’atto d’amore di cui, come abbiamo detto prima, parla lo Sposo dei Cantici ( Ct 8,6).

  A011000412 

 Tutto si dice in questa parola: l’anima è diventata Dio per partecipazione di Dio e dei suoi attributi, che qui sono chiamati lampade di fuoco.

  A011000417 

 Perché si capisca quali sono gli splendori delle lampade di cui parla qui l’anima e come questa risplenda in essi, bisogna sapere che questi splendori sono le notizie amorose che le lampade degli attributi di Dio danno di sé all’anima, la quale, unita a essi secondo le sue potenze, risplende come loro, trasformata in splendori amorosi..

  A011000418 

 Ma l’illuminazione degli splendori in cui l’anima rifulge con amoroso calore non è come quella delle lampade materiali che, con le loro vampe, illuminano le cose vicine, bensì è come quella che illumina le cose che sono interne alle fiamme, perché l’anima è interna a questi splendori.

  A011000419 

 E così possiamo dire che è come l’aria accesa e trasformata dentro la fiamma, poiché la fiamma non è altro che aria infiammata e i movimenti e gli splendori di quella fiamma non sono unicamente dell’aria né del fuoco di cui è composta, ma dell’aria e del fuoco insieme, e il fuoco li fa fare all’aria che tiene infiammata in sé..

  A011000421 

 E così questi movimenti fatti da Dio e dall’anima insieme non sono solo splendori, bensì anche glorificazioni, poiché questi movimenti e fiammate sono i giochi e le feste gioiose che, come dicemmo nel secondo verso della prima strofa lo Spirito Santo fa nell’anima, durante i quali sembra sempre che voglia darle la vita eterna e concederle la sua gloria perfetta, introducendola davvero in sé.

  A011000421 

 E i movimenti di queste fiamme divine, che sono le vibrazioni e le vampate di cui già abbiamo parlato, non sono fatti solamente dall’anima trasformata nelle fiamme dello Spirito Santo, né solamente da lui, ma dall’uno e dall’altra insieme, poiché è lui che muove l’anima, come il fuoco muove l’aria infiammata.

  A011000421 

 Infatti tutti i beni, i primi e gli ultimi, i maggiori e i minori che Dio fa all’anima, le vengono sempre concessi con lo scopo di condurla alla vita eterna; così come avviene anche per il fuoco, i cui movimenti e fiammate nell’aria infiammata hanno lo scopo di portarla con sé al centro della sua sfera, poiché essi sono i suoi sforzi ostinati per riuscirvi..

  A011000424 

 Bisogna però sapere che questi movimenti sono piuttosto movimenti dell’anima che di Dio, perché Egli non si muove..

  A011000425 

 Perciò questi riflessi di gloria che sono concessi all’anima sono stabili, perfetti e continui, dotati di ferma serenità in Dio, cosi come in seguito saranno anche nell’anima senza alcuna alterazione del più e del meno, né interpolazione di altri movimenti..

  A011000428 

 Da quanto è stato detto e da ciò che diremo, si comprenderà in modo più chiaro quale sia l’eccellenza degli splendori di queste lampade di fuoco, e come questi splendori sono chiamati con altro nome adombramenti..

  A011000433 

 Poiché queste virtù e attributi di Dio sono lampade accese e risplendenti, stando così vicine all’anima, come abbiamo detto, non potranno evitare di toccarla con le loro ombre, le quali a loro volta saranno accese e risplendenti come le lampade da cui sono prodotte; e così queste ombre saranno splendori.

  A011000435 

 Tutto ciò avviene nell’ombra chiara di quelle lampade risplendenti e accese, le quali sono una sola lampada di un unico e semplice essere di Dio che attualmente risplende in tutti questi modi..

  A011000437 

 Che cosa sentirà qui l’anima sperimentando la notizia e la comunicazione di quella visione, che ebbe Ezechiele, di un animale a quattro facce e di una ruota a quattro ruote, vedendo come il loro aspetto è quello di carboni accesi e di lampade, e vedendo la ruota, che è la sapienza di Dio, piena di occhi interni e esterni, che sono le notizie di Dio e gli splendori delle sue virtù, e sentendo nel suo spirito il suono che faceva al suo passaggio, che era come il suono di una moltitudine o di un esercito, in cui sono simboleggiate le grandezze di Dio, che l’anima ora conosce una a una nell’unico suono del passo che Dio compie per lei; gustando quel suono del battito delle sue ali, il quale, dice il profeta, era come il suono di molte acque e come suono di Dio altissimo, parole che si riferiscono all’impeto delle acque divine, di cui abbiamo già parlato, le quali, mentre lo Spirito Santo aleggia sulla fiamma dell’amore dilettando l’anima, la investono, godendo in questa circostanza della gloria di Dio, nella sua immagine e ombra, come anche il profeta dice, che la visione di quell’animale e di quella ruota era un’immagine della gloria del Signore! ( Ez 1, 5-28)..

  A011000438 

 Chi potrà dire quanto si senta elevata quest’anima fortunata, quanto si veda glorificata e meravigliosa nella sua santa bellezza? Vedendosi essa investita in modo tale e con tanta abbondanza dalle acque di questi divini splendori, comprende che il Padre Eterno le ha concesso generosamente il terreno irrigato superiore e inferiore, come fece il padre con Asca quando ella lo chiese sospirando (Gs 15,18-19). Infatti queste acque, irrigando, penetrano nell’anima e nel corpo, che sono la parte superiore e inferiore..

  A011000440 

 O meravigliosa eccellenza di Dio! Infatti, queste lampade degli attributi divini si vedono e si assaporano in modo distinto, nonostante si gustino in un unico essere e siano accese allo stesso modo e ognuna sia sostanzialmente l’altra! O abisso di diletti! Tanto più abbondante quanto più le tue ricchezze sono raccolte nell’unità e nella semplicità infinita del tuo unico essere, dove il conoscere e il godere dell’uno non escludono la conoscenza e il godimento perfetto dell’altro; anzi ogni grazia e virtù che è in te è luce di qualsiasi altra tua grandezza.

  A011000445 

 Da ciò che patiscono quando sono vuote si può capire, in qualche modo, quale sia il loro piacere quando sono piene di Dio, poiché due cose contrarie si chiariscono a vicenda..

  A011000445 

 Queste caverne sono le potenze dell’anima, memoria, intelletto e volontà, che sono tanto profonde quanto capaci di beni grandi, poiché non si soddisfano se non con beni infiniti.

  A011000446 

 Prima di tutto bisogna notare che queste caverne delle potenze, quando non sono vuote, pure e depurate da ogni affetto umano, non sentono il grande vuoto della loro profonda capacità; infatti, ogni piccola cosa che in questa vita si attacchi loro è sufficiente a renderle imbarazzate e alienate, tanto che non sentono il loro danno, né la mancanza dei loro immensi beni, né conoscono la loro capacità..

  A011000448 

 Infatti, poiché gli antri di queste caverne sono profondi, le anime soffrono profondamente, dal momento che il cibo che a loro manca, ossia Dio, è anch’esso profondo..

  A011000448 

 Quando però sono vuote e purificate, la sete, la fa e l’ansia del senso spirituale diventano intollerabili.

  A011000449 

 Di norma l’anima sperimenta questo grande sentimento quando la sua illuminazione e purificazione sono quasi compiute, poco prima di arrivare all’unione, dove quei desideri sono soddisfatti.

  A011000449 

 Queste anime sono coloro che soffrono con amore impaziente e che non possono stare a lungo senza ricevere tale comunicazione, altrimenti muoiono..

  A011000468 

 Al tempo di questo fidanzamento e delle unzioni dello Spirito Santo nell’attesa del matrimonio, quando sono più preziosi gli unguenti che preparano all’unione con Dio, le ansie delle caverne dell’anima sono solite essere fortissime e delicatissime.

  A011000468 

 Infatti, poiché tali unguenti dispongono l’anima all’unione con Dio, giacché sono molto affini a lui, e perciò allettano l’anima in modo soave con il sapore e la dolcezza divina, il desiderio dell’anima è più delicato e profondo, essendo il desiderio di Dio la predisposizione a unirsi con Lui..

  A011000472 

 E se essa gli rivolge i suoi desideri amorosi, che per lui sono tanto profumati quanto le fragranze che emanano le spezie aromatiche della mirra e dell’incenso ( Ct 3,6), egli le invia il profumo dei suoi unguenti, con il quale l’attrae e la fa correre verso di lui ( Ct 1,2-3), che sono le ispirazioni e i tocchi divini.

  A011000474 

 L’anima deve sapere che in questa opera Dio è l’agente principale e la guida che la deve condurre per mano dove lei non saprebbe andare, cioè ai beni soprannaturali, poiché né il suo intelletto né la sua volontà né la sua memoria sono in grado di conoscerli.

  A011000475 

 E i ciechi che la potrebbero sviare dal cammino sono tre, ossia: il maestro spirituale, il demonio ed essa stessa.

  A011000477 

 Poiché per guidare lo spirito, sebbene sono fondamentali la scienza e il discernimento, se non vi è esperienza di ciò che è puro e vero spirito, non sarà possibile condurvi l’anima quando Dio lo concederà, e neppure si potrà capirlo..

  A011000496 

 Lo afferma Isaia con queste parole: A chi insegnerà la scienza e a chi farà udire le sue parole? A co loro che sono svezzati dal latte, cioè dai gusti e dai sapori, e a coloro che si sono staccati dal petto (28,9), ossia dalle notizie e apprensioni particolari..

  A011000503 

 Ma i beni che questa silenziosa comunicazione e contemplazione lascia impressi nell’anima senza che essa allora li senta sono, come dico, inestimabili, perché sono unzioni segretissime, e perciò delicatissime, dello Spirito Santo, che segretamente riempiono l’anima di ricchezze, doni e grazie spirituali, giacché, essendo Dio che li fa, Egli opera come Dio..

  A011000509 

 Infatti, quante volte mentre Dio sta ungendo delicatamente l’anima contemplativa con notizia amorosa, serena, pacifica, solitaria, estranea ai sensi e a ciò che si può pensare, cosicché essa non può né meditare, né pensare a nulla, né provare piacere in alcuna cosa del cielo e della terra, poiché Dio la tiene occupata in quell’unzione solitaria, inclinandola all’ozio e alla solitudine, verrà un maestro spirituale che saprà solo dare martellate e colpire le potenze come un fabbro, e dal momento che non sa insegnare che quello e non sa fare altro che meditare, dirà: su, lasciate questi riposi che non sono altro che ozi e perdite di tempo, meditate invece facendo atti interiori, poiché è necessario che voi da parte vostra facciate ciò che dipende da voi, mentre queste altre cose sono illusioni e sciocchezze..

  A011000517 

 Queste persone che guidano le anime ricordino e considerino che il principale agente e guida di queste, in tale assunto, non sono loro, bensì lo Spirito Santo, che non tralascia mai di prendersene cura; e che loro sono solo strumenti per indirizzarle alla perfezione per mezzo della fede e legge di Dio, secondo lo spirito che Dio concede a ciascuna di loro.

  A011000527 

 Di conseguenza, poiché l’intelletto non può sapere com’è Dio, necessariamente deve procedere del tutto sottomesso, senza intendere; e così, per il suo bene, gli conviene ciò che tu condanni, cioè che non si applichi in intelligenze distinte, poiché per mezzo di queste non può arrivare a Dio, anzi esse sono di ostacolo nel cammino verso di Lui..

  A011000536 

 Tali atti sono tanto più gustosi e meritori di quelli che potrebbe compiere l’anima, quanto maggiore è colui che muove e infonde questo amore, ossia Dio..

  A011000547 

 Essendo ormai Dio che prende per mano l’anima, Lui che regna in essa con abbondanza di pace e tranquillità, facendo venir meno gli atti naturali delle sue potenze, con i quali, lavorando tutta la notte, essa non faceva nulla ( Lc 5,5), nutrendole lo spirito senza l’operazione del senso, poiché né i sensi né la loro azione sono capaci dello spirito..

  A011000551 

 Non per questo però sono scusati per i consigli che danno in modo temerario, senza comprendere prima il cammino dell’anima e lo spirito che conduce, e pur non comprendendo mettono la loro rozza mano in cose che non capiscono, non lasciandole a chi le capisce.

  A011000555 

 Poiché non tutti sono preparati per tutti i casi e per tutte le mete esistenti nel cammino spirituale, né hanno uno spirito così perfetto da sapere come l’anima deve essere guidata e retta in qualsiasi stato della vita spirituale, nessuno deve credere di possedere tutti i requisiti, né che Dio non voglia condurre più avanti un’anima..

  A011000561 

 Chi, dunque, come san Paolo, saprà essere tutto per, tutti per guadagnare tutti (1Cor 9,22)? Così tu tiranneggi le anime, togli loro la libertà e reputi te solo arante della profondità della dottrina evangelica, in godo che non solo fai sì che non ti lascino, ma, ciò che è peggio, se per caso vieni a sapere che qualcuna è andata a trattare un argomento con qualcun altro – che non sarebbe stato conveniente trattare con te o condottavi da Dio, affinché le insegnasse ciò che tu non le insegni – ti comporti con lei, e lo dico con vergogna, con le dimostrazioni di gelosia che sono proprie di coloro che sono sposati, le quali non sono certamente a vantaggio dell’onore di Dio o di quell’anima – non è giusto infatti che tu creda che mancando essa contro di te abbia mancato verso Dio –, bensì sono gelosie dovute alla tua superbia e presunzione o a qualche altra tua imperfezione..

  A011000565 

 I maestri spirituali devono, dunque, lasciare libere le anime, anzi sono obbligati a mostrare loro buon viso quando esse volessero cercare qualcosa di meglio.

  A011000576 

 E il demonio fa tanto conto di ciò, che bisogna notare come un piccolo danno di questo tipo è maggiore di molti altri fatti a numerose anime, perché, come abbiamo detto, poche sono quelle anime, che vanno per questo sentiero, alle quali egli non procuri gravi danni e non faccia subire gravi perdite..

  A011000580 

 Nei suoi stessi occhi lo caccerà come con un amo e gli perforerà le narici con lesina (40,19); cioè con la punta delle notizie con le quali sta ferendo l’anima allontanerà lo spirito da lei, come l’aria aspirata che esce dalle narici, se queste sono forate, si disperde da tutte le parti.

  A011000591 

 E se gli unguenti che disponevano queste caverne dell’anima per l’unione del matrimonio spirituale con Dio sono così sublimi come abbiamo detto, quale pensiamo che sarà il possesso di intelligenza, di amore e di gloria che hanno in questa unione con Dio l’intelletto, la volontà e la memoria? È certo che la loro soddisfazione, la loro sazietà e il loro diletto saranno ora in proporzione alla sete e alla fame che sperimentarono queste caverne, così come, proporzionata alla delicatezza della disposizione, sarà la perfezione del possesso di Dio da parte dell’anima e la fruizione del suo senso..

  A011000591 

 I quali sono così raffinati e costituiscono un’unzione così delicata che, penetrando l’intima sostanza del fondo dell’anima, la dispongono e la preparano in maniera tale per cui la sofferenza e il venir meno del desiderio, assieme al grande vuoto di queste caverne, è immenso.

  A011000593 

 Così molto propriamente le chiama profonde caverne; infatti dal momento in cui sente che in essa sono contenute le profonde intelligenze e splendori delle lampade di fuoco, capisce che ha tante capacità e profondità quante sono le cognizioni, i sapori, i diletti, i piaceri che riceve da Dio.

  A011000593 

 Tutte queste cose sono ricevute e accolte nel senso dell’anima che, come dico, è la virtù e capacità che ha l’anima di sentire, possedere e gustare ogni cosa, per mezzo delle caverne delle potenze, così come al senso comune della fantasia accorrono i sensi corporali con le forme dei loro oggetti, poiché questo è il ricettacolo e l’archivio di quelle.

  A011000603 

 Perché fino al momento in cui Dio disse: Fiat lux ( Gen 1,3), le tenebre erano sopra il volto dell’abisso (1,2) della caverna del senso dell’anima, il quale contiene, quanto più è abissale e quanto più profonde sono le sue caverne, tanto più abissali e profonde tenebre riguardo al soprannaturale, quando Dio, che è la sua luce, non lo illumina.

  A011000604 

 E così, la luce della grazia che Dio aveva dato prima a quest’anima, con cui le aveva illuminato l’occhio dell’abisso del suo spirito aprendolo alla luce divina, e avendola resa con ciò a sé gradita, chiamò un altro abisso di grazia, che è questa trasformazione divina dell’anima in Dio, per mezzo della quale l’occhio del senso rimane tanto illuminato e gradito a Dio, che possiamo dire chela luce di Dio e quella dell’anima sono una sola.

  A011000606 

 Infatti, come succede quando si mette davanti agli occhi una cosa, sia pure piccola, questa è sufficiente a impedire che se ne possano vedere altre, anche grandi; così un piccolo appetito e un atto ozioso dell’anima sono sufficienti perché essa non veda tutte queste grandezze divine nascoste dai gusti e appetiti che l’anima ricerca..

  A011000608 

 73. Chi potrebbe mai dire quanto sia impossibile per l’anima che ha appetiti giudicare le cose di Dio come veramente sono! Perché per riuscire a giudicare le cose di Dio, bisogna totalmente escludere l’appetito e il gusto, e non bisogna giudicarle per mezzo di questo, poiché altrimenti inevitabilmente si considereranno e cose divine come non divine, e quelle che non sono di Dio per Dio stesso.

  A011000610 

 Per uomo animale qui si intende colui che vive tuttavia con appetiti e gusti naturali, poiché, sebbene alcuni gusti nascano nel senso dallo spirito, se l’uomo si attacca a quelli con l’appetito naturale, essi non sono altro che appetiti naturali.

  A011000610 

 Perciò coloro che non sono così spirituali da essere purgati dagli appetiti e dai gusti, e che hanno ancora qualcosa dell’animale in loro, credono che le cose che sono più basse e vili per lo spirito, che sono quelle che più facilmente arrivano al senso, secondo il quale ancora loro vivono, siano cose grandi; mentre quelle che sono più preziose e più sublimi per lo spirito, ossia quelle che più si distanziano dal senso, le terranno in poca considerazione e non le stimeranno, e ancor di più a volte le considereranno folli, come fa ben capire san Paolo con le parole: L’uomo animale non percepisce le cose di Dio; sono per lui follia e non le può capire (1Cor 2,14).

  A011000628 

 E conformi alle perfezioni degli attributi divini che lì l’anima comunica, di fortezza, bellezza, giustizia e così via, sono le perfezioni con le quali il senso, godendo, sta dando al suo Amato quella stessa luce e calore che sta ricevendo dall’Amato stesso; perché, essendo l’anima diventata una stessa cosa con Dio, giacché, come abbiamo già detto in un certo senso è essa stessa Dio per partecipazione, sebbene non tanto perfettamente come nell’altra vita, è quasi un’ombra di Dio..

  A011000635 

 E così tra Dio e l’anima esiste ora un amore reciproco, in conformità all’unione matrimoniale, in cui i beni di entrambi, che sono la divina essenza, possedendoli ognuno liberamente per la donazione volontaria dell’uno all’altra, li possiedono insieme entrambi, dicendo l’uno all’altra ciò che il Figlio di Dio disse al Padre secondo le parole di san Giovanni: Omnia mea tua sunt, et tua mea sunt, et clarificatus sum in eis (17,10).

  A011000635 

 Ossia: Tutti i miei beni sono tuoi, e i tuoi sono miei e in essi sono glorificato.

  A011000636 

 Ed è chiaro che l’anima può fare quel dono, anche se è di entità maggiore rispetto alle sue capacità e al suo stesso essere, così come chi possiede come propri molti popoli e molti regni, che sono di entità superiore a lui, li può donare a chi vuole..

  A011000642 

 Dice insieme perché è congiunta nell’anima la comunicazione del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo, che sono luce e fuoco di amore in lei..

  A011000654 

 Riguardo alla lode che l’anima offre a Dio in questa unione vi sono altre tre perfezioni.

  A011000684 

 Molti sono i modi con cui Dio si risveglia nell’anima, così tanti che, se dovessimo enumerarli, non finiremmo mai.

  A011000685 

 E poiché, come afferma san Giovanni: Tutte le cose in Lui sono vita (1,3 - 4), in Lui vivono, sono e si muovono (At 17,28), come dice anche l’Apostolo, accade che, muovendosi questo grande imperatore nell’anima, il cui regno, secondo quanto dice Isaia, porta sulle sue spalle (9,6), il quale è costituito dalle tre macchine – celeste, terrestre e infernale – e dalle cose che sono in esse, sostenendole tutte, come dice san Paolo, nel Verbo della sua virtù ( Eb 1,3), sembra che tutte le cose si muovano insieme, allo stesso modo in cui insieme con la terra si muovono tutte le cose materiali che sono in essa, come se non fossero nulla.

  A011000687 

 E, sebbene sia vero che l’anima comprende che tutte queste cose sono diverse da Dio, in quanto ognuna di loro è un essere creato, vedendole in Lui con la loro forza, radice e vigore, è così profonda la conoscenza di tutte queste cose da parte di Dio, nella sua infinita eminenza, che l’anima le conosce meglio nell’essere divino che in loro stesse..

  A011000695 

 E così avviene che, quando noi siamo negligenti e addormentati davanti a Dio, ci sembra che Dio sia negligente e dimentico di noi, come si vede nel salmo dove David dice: Alzati, Signore, perché dormi? Alzati (43,23), attribuendo a Dio ciò che va attribuito agli uomini, poiché sono loro che dormono, mentre Colui che guarda Israele non dorme mai ( Sal 120,4)..

  A011000704 

 12. Due sono le cause per le quali l’anima non viene meno né teme questo risveglio tanto potente e glorioso: la prima è perché, trovandosi l’anima in uno stato di perfezione, come qui si trova, nel quale la parte inferiore è molto purgata e conforme allo spirito, non sente quel danno e quella pena che nelle comunicazioni spirituali è solito sentire lo spirito e il senso non purificato e non disposto a riceverle..

  A011000708 

 E così l’anima sente tanta mansuetudine e tanto amore in Lui quanto sono il potere, la maestà e la grandezza, perché in Dio tutto coincide.

  A011000710 

 Ed ecco per lei vesti e fragranze reali, che sono le virtù meravigliose di Dio; ecco lo splendore dell’oro, che è la carità; ecco lo scintillio delle pietre preziose, delle notizie relative alle sostanze superiori e inferiori; ecco il volto del Verbo pieno di grazia, investire l’anima, in modo che, trasformata nelle virtù del Re del cielo, è diventata una regina e si potrà dire veramente quanto David dice di lei nel salmo: La regina stava alla tua destra vestita di oro e cinta di colori (44, 10-15)..

  A011000720 

 Infatti, anche se lo sentiva e lo gustava, era come l’amato fosse addormentato, e fra due persone non vi può essere scambio di conoscenza e amore finché entrambe non sono sveglie..

  A011000725 

 In altre anime, che sono in grazia, ma che non sono arrivate a questa unione per non essere completamente disposte, Dio dimora, sebbene non scontento, tuttavia, nascosto alle stesse.

  A011000725 

 Infatti non lo sentono di solito, ma solo quando fa in loro qualche risveglio saporoso, anche se non sono del genere né della tempra di questo, né hanno nulla a che vedere con esso, né sono per l’intelletto e per il demonio così nascosti, poiché questi potrebbero capire qualcosa dai movimenti del senso – il quale fino all’unione non è annichilito completamente –, per cui compie ancora qualche atto e movimento nei riguardi di ciò che è spirituale, non essendo totalmente puro spirito..

  A011000733 

 Di questo spirare pieno di bene, di gloria e di delicato amore di Dio nell’anima io non vorrei parlare, anzi non voglio, perché vedo chiaramente che non sono in grado di dirlo e se lo dicessi sembrerebbe essere ciò che non è..





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