08.3-Giovanni della Croce - La Salita del Monte Carmelo.html |
A008001122 |
Si cade in imperfezioni a ogni passo se la memoria si applica a ciò che ha udito, visto, toccato, odorato, gustato, ecc.; ogni oggetto imprime in questa facoltà qualche inclinazione al dolore, al timore, all’odio, alla vana speranza, alla falsa gioia, alla vanagloria… Tutte queste impressioni sono quanto meno delle imperfezioni e, a volte, veri e propri peccati veniali, ecc.; generano nell’anima molte impurità, anche se le considerazioni e conoscenze hanno per oggetto Dio. |
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A008001132 |
Egli può, infatti, suscitare immagini, conoscenze o ragionamenti e per loro mezzo indurre l’anima alla superbia, all’avarizia, all’ira, all’invidia, ecc.; le può insinuare un odio ingiusto, un amore vano e ingannarla in molti altri modi. |
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A008001140 |
Difatti vediamo che tutte le volte che l’anima si mette a pensare a qualcosa, rimane più o meno impressionata e agitata secondo la conoscenza che ha di quella cosa: se è dolorosa o spiacevole, ne ricava tristezza oppure odio, ecc.; se gradevole, se ne rallegra e desidera quella cosa, ecc. |
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A008001140 |
Questa passa dalla gioia alla tristezza, dall’odio all’amore; essa non può mai perseverare nello stesso stato, che è un effetto della tranquillità morale, a meno che non cerchi di dimenticare tutte le cose create. |
10-Giovanni della Croce - Cantico spirituale.html |
A010000341 |
In realtà, nel primo caso non può avere la certezza di essere nella sua grazia e nel secondo di esserne fuori, come dice il Saggio: Nemo scit utrum amore an odio dignus sit: L’uomo non conosce se sia degno di amore o di odio davanti a Dio (Qo 9,1). |