Parola «Parla» [ Frequenza = 162 ]


02-Giovanni della Croce - Detti di luce e amore.html
  A002000117 

 Questa parla sempre in un eterno silenzio e nel silenzio dev’essere ascoltata dall’anima (2S 22, 3-6)..


08.3-Giovanni della Croce - La Salita del Monte Carmelo.html
  A008000009 

 Si parla di due differenti notti attraverso cui passano le persone dedite alle cose dello spirito.

  A008000011 

 Ove si parla del primo motivo di questa notte, che consiste nella mortificazione degli appetiti in tutte le cose.

  A008000014 

 Ove si parla dei due principali danni, uno privativo e l’altro positivo, causati all’anima dagli appetiti..

  A008000035 

 Ove si parla dell’impedimento e del danno provenienti dalle conoscenze che l’intelletto può ricevere soprannaturalmente attraverso i sensi corporali esterni, e come l’anima deve comportarsi nei loro confronti.

  A008000036 

 Si parla, infine, del danno provocato dall’attaccamento ad esse..

  A008000040 

 Ove si parla delle percezioni immaginarie che si presentano soprannaturalmente alla fantasia.

  A008000042 

 Ove si parla del danno che certi direttori spirituali possono recare alle anime non guidandole con sano criterio per quanto riguarda le suddette visioni.

  A008000048 

 Ove si parla delle due specie di visioni spirituali che vengono a noi per via soprannaturale..

  A008000049 

 Ove si parla delle rivelazioni.

  A008000050 

 Ove si parla della conoscenza di pure verità da parte dell’intelletto.

  A008000051 

 Ove si parla della seconda specie di rivelazioni, cioè delle manifestazioni di segreti e misteri nascosti.

  A008000052 

 Ove si parla delle locuzioni interiori che vengono comunicate allo spirito per via soprannaturale.

  A008000053 

 Ove si parla della prima specie di parole che a volte lo spirito forma in sé, quando è raccolto.

  A008000054 

 Ove si parla delle parole interiori che formalmente si presentano allo spirito per via soprannaturale.

  A008000056 

 Ove si parla delle conoscenze che l’intelletto riceve dai sentimenti interiori prodotti per via soprannaturale nell’anima.

  A008000059 

 Ove si parla delle conoscenze naturali della memoria e si dice che l’anima deve distaccarsene perché possa unirsi a Dio per mezzo di questa facoltà..

  A008000060 

 Si parla del primo danno..

  A008000061 

 Ove si parla del secondo danno che può venire all’anima da parte del demonio attraverso le conoscenze naturali della memoria..

  A008000062 

 Ove si parla del terzo danno causato all’anima dalle conoscenze naturali particolari delle memoria..

  A008000063 

 Ove si parla dei vantaggi che l’anima trova nell’oblio e nel rifiuto di tutti i pensieri e le conoscenze, che le possono venire naturalmente dalla memoria..

  A008000064 

 Ove si parla del secondo genere di conoscenze della memoria, cioè di quelle immaginarie soprannaturali..

  A008000066 

 Ove si parla del secondo danno, cioè del pericolo di cadere nella stima di sé e nella presunzione..

  A008000067 

 Ove si parla del terzo danno causato all’anima dal demonio per mezzo delle conoscenze immaginarie della memoria..

  A008000068 

 Ove si parla del quarto danno che le conoscenze soprannaturali particolari della memoria possono causare all’anima.

  A008000069 

 Ove si parla del quinto danno causato all’anima dalle forme e conoscenze immaginarie soprannaturali.

  A008000070 

 Ove si parla dei benefici che l’anima ottiene nell’allontanare da sé le conoscenze immaginarie.

  A008000071 

 Ove si parla delle conoscenze spirituali in quanto possono risiedere nella memoria..

  A008000076 

 Ove si parla dei danno che può subire l’anima quando ripone la sua gioia nei beni temporali..

  A008000077 

 Ove si parla dei vantaggi che si procura l’anima rinunciando alla gioia dei beni temporali..

  A008000079 

 Ove si parla dei danni causati all’anima che ripone la gioia della volontà nei beni naturali..

  A008000080 

 Ove si parla dei vantaggi che l’anima ricava dal non riporre la gioia nei beni naturali..

  A008000081 

 Ove si parla del terzo genere di beni dei quali la volontà può compiacersi, cioè i beni sensibili.

  A008000083 

 Ove si parla dei vantaggi spirituali e temporali che l’anima ottiene quando rinuncia alla gioia derivante dalle cose sensibili..

  A008000085 

 Ove si parla dei sette danni in cui può cadere la volontà quando ripone la gioia nei beni morali..

  A008000086 

 Ove si parla dei vantaggi che l’anima ottiene quando rifiuta di godere dei beni morali..

  A008000088 

 Ove si parla dei danni che riceve l’anima quando ripone la gioia della volontà in questo genere di beni..

  A008000089 

 Ove si parla dei due vantaggi che ci si procura rinunciando alla gioia circa le grazie soprannaturali..

  A008000091 

 Ove si parla dei beni spirituali che possono essere percepiti distintamente dall’intelletto e dalla memoria.

  A008000092 

 Ove si parla dei beni spirituali gradevoli che possono essere l’oggetto distinto della volontà.

  A008000093 

 Ove si parla delle immagini e dell’ignoranza di certe persone su questo punto..

  A008000094 

 Ove si parla della necessità di indirizzare a Dio la gioia che la volontà ricava dalle immagini, in modo che non cada in errore e non venga ostacolata da esse..

  A008000095 

 Si parla degli oratori e dei luoghi consacrati alla preghiera..

  A008000096 

 Ove si parla di come ci si deve servire degli oratori e dei templi, considerandoli mezzi per elevare lo spirito a Dio..

  A008000097 

 Ove si continua a indirizzare lo spirito verso il raccoglimento interiore attraverso l’uso dei beni di cui si parla..

  A008000098 

 Ove si parla di alcuni danni ai quali si espongono coloro che si lasciano andare al gusto delle cose sensibili e dei luoghi di devozione di cui ho parlato..

  A008000099 

 Ove si parla di tre diversi luoghi di devozione e come deve comportarsi la volontà nei loro riguardi..

  A008000100 

 Ove si parla dei mezzi, costituiti da una grande varietà di cerimonie, a cui molte persone ricorrono per pregare..

  A008000168 

 Se ci si lascia guidare da questa, non si potrà mai sbagliare, perché lo Spirito Santo parla in essa.

  A008000176 

 Indicherò, altresì, al confessore l’atteggiamento da assumere nei confronti di quest’anima, offrendogli degli indizi per discernere se si tratta di purificazione dell’anima e, in caso affermativo, se purificazione dei sensi o dello spirito, che è la notte oscura di cui si parla.

  A008000194 

 La prima notte o purificazione riguarda la parte sensitiva della persona, di cui si parla in questa strofa; ne tratto nel libro I di quest’opera.

  A008000194 

 La seconda notte riguarda la parte spirituale, di cui parla la seconda strofa; del ruolo attivo dell’anima parlerò nei libri II e III, mentre del ruolo passivo nel libro quarto..

  A008000248 

 Per questo li avverte di essere prudenti e di prendere in considerazione le grandi cose di cui essa parla, e non le cose piccole come sono loro.

  A008000308 

 Il profeta parla di coloro che amano seguire i loro appetiti ed è come se dicesse: Tastiamo come ciechi la parete, come privi di occhi camminiamo a tastoni; inciampiamo a mezzogiorno come al crepuscolo.

  A008000397 

 Sebbene sia vero che ivi si parla del lavoro spirituale e interiore dell’anima, s’insegna anche a mortificare lo spirito d’imperfezione nel suo aspetto sensibile ed esteriore, come si può vedere nelle due vie poste ai lati del sentiero della perfezione.

  A008000433 

 Ho già spiegato il primo verso di questa strofa, che parla della notte dei sensi; ho pure detto che cosa intendere per notte dei sensi e perché si chiama notte.

  A008000449 

 della Salita del monte Carmelo, in cui si parla del mezzo immediato per giungere all’unione con Dio, cioè della fede, e altresì della seconda parte della notte, chiamata notte dello spirito.

  A008000531 

 La fede, già lo sappiamo, ci parla di cose che non possiamo capire con l’intelletto.

  A008000537 

 È bene ricordare a questo punto la parabola del Signore trasmessa nel vangelo di Luca, dove si parla di un uomo che andò da un suo amico a mezzanotte per chiedergli tre pani (Lc 11,5), che rappresentano le tre virtù.

  A008000663 

 Ma finché ci trova gusto e può discorrere nella meditazione, non deve lasciarla, a meno che la sua anima abbia raggiunto la pace e la serenità di cui si parla nel terzo segno..

  A008000685 

 Quanto meno capiscono ciò che sta accadendo, tanto più entrano nella notte dello spirito – di cui si parla in questo libro – che esse devono attraversare per unirsi a Dio al di là di ogni conoscenza..

  A008000705 

 Di fatto lo è, e molto anche, lo ammetto, perché si tratta di un argomento di cui si parla poco sia a voce che per iscritto, essendo di per sé straordinario e oscuro.

  A008000749 

 Se, invece, vogliamo basarci su altre luci o conoscenze chiare e distinte, cessiamo di aggrapparci alla luce oscura della fede, che non ci offre più la sua luce in questo luogo oscuro di cui parla san Pietro.

  A008000827 

 Quando san Giovanni parla dell’ingresso di Cristo in Gerusalemme, afferma: Haec non cognoverunt discipuli eius primum: sed quando glorificatus est Jesus, tunc recordati sunt quia erant scripta de eo: Sul momento i suoi discepoli non compresero queste cose; ma quando Gesù fu glorificato, si ricordarono che questo era stato scritto di lui (12,16).

  A008000831 

 Egli sta in cielo e parla in termini di eternità; noi, invece, ciechi, siamo su questa terra e comprendiamo solo le vie della carne e del tempo.

  A008000901 

 Il primo, perché, come ho detto, Dio comunica molte cose all’anima, ma non le assicura completamente efficacia e forza, luce e certezza, fino a quando, ripeto, non ne parla con colui che Dio ha posto come suo giudice spirituale, il quale ha il potere di legarla o scioglierla, approvare o disapprovare quanto le è accaduto, come ho dimostrato con i testi della Scrittura riportati sopra.

  A008000925 

 Le altre visioni, quelle cioè che riguardano le sostanze incorporee, non si possono vedere neanche con l’aiuto di questa luce proveniente da Dio di cui si parla qui, ma con un altro lume più elevato, denominato lume di gloria.

  A008000975 

 Anche se questa conoscenza di tutte le cose di cui parla qui il Saggio e che gli è stata data da Dio fosse infusa e generale, tuttavia il testo prova sufficientemente la possibilità di tutte le conoscenze particolari che Dio infonde, quando vuole, nelle anime per via soprannaturale.

  A008000975 

 Egli non concede loro la scienza generale e abituale di tali oggetti, come nel caso di Salomone, ma a volte manifesta loro alcune verità su qualcuna di quelle cose di cui parla il Saggio.

  A008001057 

 Beata l’anima alla quale Dio le comunica! Parla, Signore, ché il tuo servo ti ascolta (1Sam 3,10)..

  A008001072 

 Ove si parla della purificazione, attraverso la notte attiva, della memoria e della volontà.

  A008001124 

 Difatti, come ho detto, se l’anima vuole raggiungere questo stato di unione, deve lasciar perdere le sue operazioni naturali; e vi perviene quando, come dice il profeta, entra con tutte le sue potenze nel deserto ove Dio parla al suo cuore (Os 2,14)..

  A008001126 

 Ora, invece, noi chiudiamo la porta a tutte le cose che possono essere un ostacolo all’unione, facendo sì che la memoria resti silenziosa e muta e che soltanto l’udito interiore presti in silenzio attenzione a Dio, dicendo con il profeta: Parla, Signore, ché il tuo servo ti ascolta (1Sam 3,10).

  A008001192 

 Non c’è molto da dire su questo quarto danno, perché se ne parla continuamente in questo libro III. Abbiamo infatti provato come l’anima, per potersi unire a Dio nella speranza, deve rinunciare a ogni possesso da parte della memoria.

  A008001406 

 Da qui nascono la millanteria e gli altri difetti di cui parla il vangelo a proposito del fariseo che pregava e ringraziava Dio, vantandosi di digiunare e di fare altre opere buone (Lc 18,12)..

  A008001436 

 Si chiamano grazie gratis datae, cioè date gratuitamente, come ad esempio i doni della sapienza e della scienza, accordati a Salomone, e le grazie di cui parla san Paolo (1Cor 12,9-10): la fede, il dono della guarigioni, quello di operare miracoli, lo spirito di profezia, la conoscenza e il discernimento degli spiriti, l’interpretazione e anche il dono delle lingue..


09-Giovanni della Croce - Notte oscura.html
  A009000009 

 Ove si parla di alcune imperfezioni spirituali proprie dei principianti relativamente alla superbia..

  A009000010 

 Ove si parla di alcune imperfezioni in cui cadono alcuni principianti circa l’avarizia spirituale, che è il secondo vizio capitale..

  A009000011 

 Ove si parla di altre imperfezioni in cui abitualmente cadono i principianti relativamente alla lussuria, terzo vizio capitale..

  A009000012 

 Ove si parla delle imperfezioni in cui cadono i principianti circa il vizio dell’ira..

  A009000013 

 Ove si parla delle imperfezioni relative alla gola spirituale..

  A009000014 

 Ove si parla delle imperfezioni che provengono dall’invidia e dall’accidia spirituale..

  A009000016 

 Capitolo 9.Ove si parla dei segni dai quali si riconosce che la persona spirituale è in questa notte o purificazione dei sensi..

  A009000019 

 Ove si parla dei vantaggi procurati all’anima da questa notte..

  A009000022 

 Libro II. Ove si parla della purificazione più profonda che avviene nella notte dello spirito..

  A009000031 

 Ove si parla di altre sofferenze che affliggono l’anima in questo stato..

  A009000036 

 Ove si parla di altri meravigliosi effetti prodotti nell’anima da questa notte oscura della contemplazione..

  A009000047 

 Ove si parla del mirabile nascondiglio in cui si trova l’anima in questa notte e come il demonio non riesca a entrare in esso, sebbene entri in altri più reconditi..

  A009000114 

 Essa ha già superato le dure e tormentate prove interiori poste lungo la via stretta che conduce alla vita eterna, di cui parla il Signore nel vangelo (Mt 7.14) e attraverso cui abitualmente essa passa per giungere alla sublime e felice unione con Dio.

  A009000214 

 Per tutti questi motivi provano una profonda tristezza e una grande ripugnanza ad imboccare la via angusta che conduce alla vita, di cui parla Cristo (Mt 7.14)..

  A009000280 

 Non quando godeva le delizie e la gloria che era solito avere da Dio, di cui lo stesso Giobbe ci parla (Gb 1,1-8), ma quando fu posto tutto nudo sul letamaio, abbandonato e persino tormentato dai suoi amici, colmo di angoscia e di amarezza, ricoperto di vermi, sulla nuda terra (Gb 29-30), solo allora colui che solleva l’indigente dalla polvere ( Sal 112,7), il Dio altissimo, si degnò di scendere e parlare con lui faccia a faccia, mostrandogli le profondità incommensurabili della sua sapienza, come non aveva mai fatto nel tempo della sua prosperità (Gb 38-42)..

  A009000306 

 Ne parla nei termini seguenti: Io rifiuto ogni conforto; mi ricordo di Dio e gemo, medito e viene meno il mio spirito.

  A009000499 

 Tutto diventa angusto per l’anima; perde il controllo di sé; i suoi desideri superano il cielo e la terra; i dolori la sommergono fino alle tenebre di cui parla Giobbe.

  A009000545 

 Questi sono i familiari, di cui parla nostro Signore nel vangelo, dicendoli nemici dell’uomo (Mt 10,36).

  A009000565 

 Ho già detto che l’oscurità, di cui parla qui l’anima, si riferisce agli appetiti e alle potenze sensitive, interiori e spirituali; tutte, infatti, in questa notte rimangono all’oscuro relativamente alla loro luce naturale, così che, purificate da questa, possano essere illuminate dalla luce soprannaturale.

  A009000589 

 Proprio di queste anime Davide parla ancora in un altro salmo: Tu li nascondi al riparo del tuo volto, lontano dagli intrighi degli uomini; li metti al sicuro nella tua tenda, lontano dalla rissa delle lingue ( Sal 30,21): espressione con cui si lascia intendere ogni genere di protezione.

  A009000607 

 Ivi scopre non solo la bassezza della condizione umana rispetto alla conoscenza e alla scienza di Dio, ma vede altresì quanto imperfetti, insufficienti e impropri siano tutti i termini o le espressioni con cui in questa vita si parla delle cose divine.

  A009000627 

 Di questo grado d’amore parla la sposa quando dice: Io vi scongiuro, figlie di Gerusalemme, se trovate il mio Diletto che cosa gli racconterete? Che sono malata d’amore! ( Ct 5,8).

  A009000629 

 Arrivata al secondo grado, l’anima cerca sollecitamente l’Amato in tutte le cose; in ogni suo pensiero si rivolge all’Amato; nelle sue parole, in tutte le circostanze che si presentano, parla e si occupa sempre dell’Amato; sia che mangi, dorma o vegli, sia che faccia qualsiasi altra cosa, tutta la sua attenzione è rivolta all’Amato, come ho già detto parlando delle ansie d’amore.

  A009000649 

 Questa è la segreta scala di cui parla l’anima nella seconda strofa.

  A009000671 

 Essa è quella porpora, di cui parla il Cantico (3,10), sulla quale il Signore si adagia quando scende nell’anima.

  A009000681 

 Ma oltre a questo l’anima ebbe sorte fortunata ancora per un altro motivo, di cui parla il verso seguente: al buio e ben celata..


10-Giovanni della Croce - Cantico spirituale.html
  A010000355 

 I desideri e le passioni, di cui parla qui il profeta adoperando il termine reni, si agitano e si trasformano tutti in divini nell’infiammarsi del cuore, e l’anima per amore si dissolve in nulla, non sapendo far altro che amare.

  A010000355 

 Queste vengono giustamente chiamate ferite d’amore, e di esse parla qui l’anima: infiammano talmente la volontà e il sentimento che l’anima arde di fiamma e fuoco d’amore, tanto che sembra consumarsi in quella fiamma.

  A010000409 

 Poiché per cercare Dio si richiede un cuore spoglio e forte, libero da tutti i mali e da tutti i beni che non siano esclusivamente Dio, nel verso presente e nei seguenti l’anima parla della libertà e della forza necessarie per cercarlo.

  A010000503 

 Di questa ferita, che si può anche chiamare malattia, parla la sposa del Cantico dei Cantici, quando dice: Adiuro vos, filiae Ierusalem, si inveneritis Dilectum meum ut nuntietis ei quia amore langueo, cioè: Io vi scongiuro, figlie di Gerusalemme, se trovate il mio Diletto, ditegli che sono malata d’amore! (Ct 5,8).

  A010000507 

 Se ne parla nella Genesi, dove la Scrittura dice che era tale il desiderio che Rachele aveva di concepire, da dire al suo sposo Giacobbe: Da mihi liberos, alioquin moriar: Dammi dei figli, se no io muoio! (Gn 6,8.9 Volg.).

  A010000521 

 E allora l’anima prosegue nel suo lamento e nella strofa seguente parla con la vita della sua anima, dicendo:.

  A010000534 

 In questa strofa, quindi, parla con la vita stessa della sua anima, rimproverandole il dolore che le causa.

  A010000599 

 Poiché l’anima desidera così ardentemente l’unione con lo Sposo e non trova rimedio né mezzi in nessuna creatura, si rivolge alla fede e le parla, come a quella che può darle più efficacemente lumi sul suo Amato, assumendola come mezzo per raggiungere questo scopo.

  A010000603 

 Ecco perché l’anima rivolgendosi alla fede dice: Oh, se in questi tuoi riflessi inargentati! (sono gli articoli della fede menzionati sopra) – con i quali ricopri l’oro dei raggi divini, cioè gli occhi desiderati, di cui parla subito dopo – formassi all’improvviso quegli occhi tuoi desiderati!.

  A010000666 

 Ecco perché nelle strofe che seguono non parla più, come prima, di sofferenze e di ansie, ma solo di scambio e di effusioni d’amore che nutre per l’Amato, traboccanti di pace e di soavità.

  A010000666 

 Essa viene altresì arricchita di tutti quei beni di cui si parla qui.

  A010000666 

 Ma non si deve pensare che a tutte le anime elevate a questo stato vengano concessi tutti i favori di cui si parla in queste due strofe, né che allo stesso modo o nella stessa misura esse partecipino della conoscenza e dei sentimenti d’amore comunicati in tali favori.

  A010000677 

 Resta inteso che le perfezioni di cui parlerò sono presenti in Dio in forma infinitamente eminente o, per meglio dire, ognuna di queste grandezze di cui si parla è Dio e tutte insieme sono Dio.

  A010000687 

 Questa voce e questo suono rimbombante dei fiumi, di cui parla qui l’anima, sono una pienezza così abbondante di beni, una forza tanto vigorosa che s’impadroniscono di lei, da sembrarle non solo fragore di fiumi, ma piuttosto rombo di tuoni.

  A010000697 

 Infatti, ordinariamente, tutte le volte che nella sacra Scrittura si parla di qualche comunicazione di Dio, che passa attraverso l’udito, si tratta di manifestazione di queste verità nude all’intelletto o rivelazione di segreti di Dio; rivelazioni o visioni puramente spirituali, che vengono date esclusivamente all’anima senza il concorso e l’aiuto dei sensi.

  A010000703 

 Qui il profeta parla del momento in cui gli uomini si apprestano a dormire e vengono di solito assaliti e spaventati da visioni che chiamano incubi e che si presentano tra il sonno e la veglia, quando sta per arrivare il sonno.

  A010000705 

 Ne parla anche Daniele quando vide l’angelo: Domine, in visione tua dissolutae sunt compages meae: Signore mio, al vederti le mie giunture si sono slogate (Dn 10,16 Volg.).

  A010000707 

 Quello di cui parla era Dio che si comunicava nel modo suddetto.

  A010000715 

 Il testo dice che è divenuto simile a un passero solitario, perché, nella contemplazione di cui si parla qui, lo spirito ha le stesse caratteristiche di quel passero, che sono cinque.

  A010000769 

 Anzitutto bisogna dire che questo tocco di faville, di cui parla qui, è un tocco delicatissimo che l’Amato a volte fa all’anima, anche quando essa è molto distratta.

  A010000771 

 Di questo tocco divino parla la sposa nel Cantico dei Cantici in questi termini: Dilectus meus misit manum suam per foramen, et venter meus intremuit ad tactum eius: Il mio Diletto passò la mano per la fessura dell’uscio, e mentre la toccava fremettero le mie viscere (Ct 5,4).

  A010000794 

 Parla di due vantaggi che derivano da tale favore, cioè l’oblio o distacco da tutte le cose del mondo, e l’annullamento di tutti i suoi appetiti e gusti.

  A010000796 

 La cella di cui parla l’anima è il grado più elevato e intimo d’amore a cui possa pervenire in questa vita; per questo la chiama segreta cella, cioè la più interna di tutte.

  A010000798 

 Ma in questa vita poche arrivano all’ultima cella, quella più interna; infatti l’unione perfetta con Dio, chiamata matrimonio spirituale, di cui parla qui l’anima, è in questo luogo che si consuma.

  A010000908 

 Gli parla della gioia e delle delizie, di cui lei e il Figlio di Dio godono nel possedere in comune ricchezze, virtù e doni che appartengono a entrambi.

  A010000908 

 Gli parla, altresì, dell’uso che fanno di tutto questo patrimonio, scambiandosi a vicenda il loro amore.

  A010000922 

 L’anima parla di un capello solo e non di molti, per far comprendere che ormai la sua volontà è unicamente per l’Amato e che è distaccata da tutti gli altri capelli, cioè da tutti gli amori estranei e lontani da Dio.

  A010000944 

 Ci parla di uno solo dei suoi occhi e aggiunge che da questo lo Sposo fu ferito, perché se la fede e fedeltà dell’anima verso Dio non fosse semplice, ma fosse mescolata a qualche rispetto umano o a qualche considerazione terrena, non riuscirebbe a ferire d’amore Dio.

  A010000946 

 Nel Cantico dei Cantici lo Sposo, rivolgendosi alla sposa, parla di questo stesso capello e di quest’occhio: Tu mi hai ferito il cuore, sorella mia, sposa, tu mi hai ferito il cuore con uno dei tuoi occhi e con un capello del tuo collo (Ct 4,9).

  A010001039 

 Ciò è quanto l’anima chiama effusione dei profumi nel giardino, di cui parla nel verso che segue: diffondine gli aromi..

  A010001062 

 Di questo stato parla lo Sposo nel presente verso, dicendo: Entrata ormai è la sposa.

  A010001122 

 Tale è l’anima, divenuta quella sorgente di cui parla Cristo per bocca di san Giovanni: La sua acqua zampilla per la vita eterna (Gv 4,14).

  A010001145 

 È la sposa che parla in questa strofa.

  A010001168 

 Sono queste le esperienze di cui parla Isaia: Secretum meum mihi, secretum meum mihi: Il mio segreto è per me, il mio segreto è per me ( Is 24,16 Volg.).

  A010001191 

 In questa strofa è lo Sposo che parla.

  A010001216 

 Tale solitudine conduce all’unione del Verbo e, di conseguenza, a colui che è sollievo e riposo per eccellenza, qui significati dal nido di cui parla, simbolo di riposo e quiete.

  A010001235 

 È, dunque, l’anima che parla in questa strofa con lo Sposo, chiedendogli tre cose che sono proprie dell’amore.

  A010001247 

 Per questo, quando Davide parla della loro soavità, si esprime così: Iudicia Domini vera, justificata in semetipsa, desiderabilia super aurum, et lapidem pretiosum multum, dulciora super mel et favum; nam et servus tuus dilexit ea: I giudizi del Signore sono tutti fedeli e giusti, più preziosi dell’oro, di molto oro fino, più dolci del miele e di un favo stillante.

  A010001266 

 La pietra di cui l’anima parla qui, secondo san Paolo, è Cristo: Petra autem erat Christus ( 1Cor 10,4).

  A010001272 

 Sono, altresì, del tutto ineffabili la gioia e il diletto che l’anima riceve di nuovo, cose di cui parla nel verso seguente: di melagrane il succo gusteremo..


11-Giovanni della Croce - Fiamma viva d'amore - B.html
  A011000020 

 Ho provato non poca esitazione, nobile e devota Signora, a spiegare queste quattro strofe come Vostra Signoria mi ha richiesto, poiché trattando di cose tanto interiori e spirituali, per le quali in genere viene meno il linguaggio – ciò che è spirituale va ben oltre il senso –, con difficoltà si può dire qualcosa della loro sostanza; anche perché non si parla convenientemente delle profondità dello spirito se non con spirito profondo.

  A011000027 

 Si deve comprendere che l’anima parla, in questo grado di fuoco incendiato, già trasformata e interiormente perfezionata nel fuoco d’amore, che non solo l’unisce a sé, ma produce in lei viva fiamma.

  A011000086 

 L’anima, per sottolineare il sentimento e la riconoscenza con cui parla in queste quattro strofe, mette in ogni verso le parole O! e quanto!, che esprimono affettuoso compiacimento e che, ogni volta che si pronunciano, fanno comprendere di ciò che è spirituale più di quello che si comunica con la lingua.

  A011000100 

 Se tali persone, però, non gustano questo linguaggio di Dio, che parla nell’intimo, non devono pensare che altri non lo gustino.

  A011000254 

 Dopo avere parlato con il cauterio, l’anima parla ora con la piaga che esso le ha procurato.

  A011000256 

 E per comprendere quale sia la natura di questa piaga con la quale qui l’anima parla, è bene sapere che il cauterio di fuoco materiale sempre produce una piaga dove tocca, e possiede tale proprietà: applicato su una piaga non di fuoco, la rende di fuoco.

  A011000258 

 In questo modo si deve intendere la piaga di cui qui parla l’anima tutta piagata e, pertanto, tutta sana.

  A011000297 

 Questo tocco divino nessun volume né corpo possiede, poiché il Verbo che lo fa è alieno da qualsiasi modo e maniera e libero da qualsiasi forma, figura e accidente, ossia da tutto ciò che è solito delimitare o porre limiti e confini alla sostanza; e così questo tocco di cui qui si parla, essendo sostanza, per meglio dire, sostanza divina, è ineffabile.

  A011000304 

 Poiché l’anima giunge qui a vedere, in un certo modo, che queste cose sono come la pietra di cui parla san Giovanni che si darà a colui che vincerà, e nella pietra sarà inciso un nome sconosciuto a tutti se non a colui che la riceverà ( Ap 2,17).

  A011000322 

 Come il ferro non può essere utile e non può conformarsi all’idea dell’artefice se non è forgiato con il fuoco e il martello, così afferma Geremia quando parla del fuoco che Dio gli mise nell’intelligenza: Inviò fuoco nelle mie ossa e mi insegnò ( Lam 1,13).

  A011000336 

 Tale sapienza, tuttavia, è per l’anima, per quanto essa possa essere unita a Dio in questa vita, come l’argento di cui parla David, mentre nell’altra sarà come oro..

  A011000356 

 E la memoria, la quale da sé percepiva solo le forme e i fantasmi delle creature, è mutata per mezzo di questa unione, avendo in mente gli anni eterni di cui parla David ( Sal 76,6)..

  A011000388 

 Per comprendere che lampade siano quelle di cui parla l’anima e come illuminino e ardano in lei dando calore, è necessario sapere che Dio, nel suo unico e semplice essere, è tutte le virtù e le grandezze dei suoi attributi.

  A011000411 

 Allo stesso modo questo spirito di Dio, finché è nascosto nelle vene dell’anima, è come acqua soave e dilettevole che calma la sete dello spirito; mentre quando si esercita nel sacrificio dell’amore divino, è come le fiamme vive del fuoco, che sono le lampade e le fiamme dell’atto d’amore di cui, come abbiamo detto prima, parla lo Sposo dei Cantici ( Ct 8,6).

  A011000417 

 Perché si capisca quali sono gli splendori delle lampade di cui parla qui l’anima e come questa risplenda in essi, bisogna sapere che questi splendori sono le notizie amorose che le lampade degli attributi di Dio danno di sé all’anima, la quale, unita a essi secondo le sue potenze, risplende come loro, trasformata in splendori amorosi..

  A011000460 

 Ma, Dio mio, poiché è vero che quando l’anima desidera veramente Dio, possiede già ciò che ama, come dice san Gregorio commentando san Giovanni, come può soffrire per quello che già possiede? Infatti nel desiderio – di cui parla san Pietro – che gli angeli hanno di vedere il Figlio di Dio (1Pt 1,12) non vi è nessuna pena né ansia poiché già lo possiedono.

  A011000490 

 Infatti, come dice Osea, in questa solitudine Dio parla al cuore (2,14), in somma pace e tranquillità, ascoltando e sentendo l’anima ciò che il Signore le dice, poiché in questa solitudine, secondo David, Egli le comunica pace ( Sal 84,9)..

  A011000511 

 E così, non intendendo né i gradi dell’orazione né le vie dello spirito, costoro non riescono a capire se non quegli atti che vogliono imporre all’anima, desiderando che questa cammini con il ragionamento, il che è già accaduto visto che quell’anima è arrivata alla negazione e al silenzio del senso e del discorso; ed è giunta alla via dello spirito, cioè alla contemplazione, in cui cessa l’azione del senso e del discorso proprio dell’anima, e Dio è il solo agente e colui che parla segretamente all’anima solitaria e muta.

  A011000684 

 Però, questo risveglio di cui qui parla l’anima, che è attuato dal Figlio di Dio, è, a mio parere, uno dei più sublimi e fra quelli che offre il maggior bene.

  A011000700 

 È indicibile ciò che l’anima conosce e sente in questo risveglio di Dio, poiché, essendo comunicazione dell’eccellenza di Dio nella sostanza dell’anima, che è il suo seno, di cui qui si parla, risuona nell’anima, con potenza infinita, la voce di moltitudini di perfezioni di migliaia e migliaia di virtù di Dio, che non si potranno mai enumerare.





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