Parola «Vita» [ Frequenza = 438 ]


01-Giovanni della Croce - Poesie.html
  A001000070 

 che sa di vita eterna,.

  A001000072 

 Morte in vita, uccidendo, hai tu cambiato!.


02-Giovanni della Croce - Detti di luce e amore.html
  A002000013 

 Potremo così rimuovere forse molti ostacoli e inciampi a tante anime che v’incappano per ignoranza e, per ignoranza, si smarriscono, convinte invece di seguire il tuo dolcissimo Figlio, nostro Signore Gesù Cristo, e di farsi simili a lui nella loro vita, nelle loro pratiche di pietà, nelle loro virtù, come pure nello spogliamento e nella povertà di spirito.

  A002000073 

 Il cammino della vita non è fatto di frastuono e di agitazione; esige più mortificazione della volontà che molta scienza.

  A002000080 

 Non rallegrarti del benessere temporale, perché non sei sicuro che ti garantisca la vita eterna..

  A002000090 

 Ricorda che molti sono i chiamati e pochi gli eletti (Mt 22,14), e se non ti prendi cura di te stesso, la tua dannazione sarà più sicura della tua salvezza, soprattutto perché stretta è la via che conduce alla vita eterna (cfr. Mt 7,14)..

  A002000100 

 Abbia sempre il pensiero fisso alla vita eterna e pensi che quelli che sono i più disprezzati, i più poveri e i più umili godranno di un potere e di una gloria maggiore in Dio..

  A002000104 

 Crocifissa interiormente ed esteriormente con Cristo, vivrà in questa vita con grande gioia della sua anima, salvandola con la sua perseveranza (cfr. Lc 21,19)..

  A002000124 

 Non sfamarti con pasti proibiti, che sono quelli della vita presente: beati son quelli che hanno fame e sete di giustizia, perché saranno saziati (Mt 5,6).

  A002000126 

 Grande saggezza è saper tacere, senza guardare alle parole, ai fatti e alla vita altrui..

  A002000151 

 Si guadagna di più con un’ora nelle cose di Dio che con tutta la vita nelle nostre cose..

  A002000179 

 Altro detto per vincere gli appetiti disordinati: coltivare un abituale desiderio di imitare Gesù Cristo in tutte le sue opere, conformandosi alla sua vita, sulla quale occorre meditare per poterla imitare e comportarsi in tutto come avrebbe fatto lui (1S 13,3)..

  A002000180 

 Per poter far questo è necessario rinunciare a qualsiasi appetito o gusto che non sia unicamente per la gloria e l’onore di Dio e rimanere nel vuoto per amore di colui che in questa vita non ebbe e non volle altro che fare la volontà del Padre suo, che diceva suo unico cibo (Gv 4,34)..

  A002000195 

 Chi saprà morire a tutto, in tutto avrà vita..


04-Giovanni della Croce - Quattro consigli a un religioso.html
  A004000004 

 Chi vuole essere vero religioso, osservare lo stato di vita che ha promesso a Dio, progredire nelle virtù e godere delle soavi consolazioni dello Spirito Santo, non potrà certamente farlo se non cerca di seguire con estrema cura i quattro consigli seguenti che sono: la rassegnazione, la mortificazione, l’esercizio delle virtù, la solitudine materiale e spirituale..

  A004000008 

 Se non è venuto per tale scopo, non avrebbe dovuto abbracciare la vita religiosa, ma rimanere nel mondo cercando la propria consolazione, l’onore, la stima e i propri comodi..

  A004000010 

 Nella vita religiosa non mancheranno mai le occasioni, né Dio vuole che manchino.

  A004000010 

 Questo secondo avviso è assolutamente necessario perché il religioso possa osservare il suo stato di vita e trovare la vera umiltà, la pace dell’anima e la gioia nello Spirito Santo.

  A004000012 

 Per osservare il terzo consiglio, che consiste nell’esercizio delle virtù, occorre che perseveri nel compiere gli obblighi della vita religiosa e dell’obbedienza, senza alcun rispetto umano, ma solo per amor di Dio.

  A004000018 

 Ricordi bene che se Dio chiederà conto a chiunque per ogni parola oziosa, quanto più dovrà chiedere conto di tutto al religioso, che ha consacrato la vita e tutte le sue opere a Dio!.

  A004000020 

 Tutto ciò è indispensabile per la solitudine interiore, onde evitare che l’anima si fermi su alcun pensiero che non sia rivolto a Dio e dimentichi tutte le cose che sono e passano in questa misera e breve vita.


08.3-Giovanni della Croce - La Salita del Monte Carmelo.html
  A008000031 

 Ove si mostra quanto sia angusto il sentiero che porta alla vita eterna e quanto spogli e liberi debbano essere coloro che vogliono percorrerlo.

  A008000166 

 Per poter spiegare e far comprendere questa notte oscura, attraverso cui l’anima deve passare per giungere alla luce divina della perfetta unione con Dio, per quanto possibile in questa vita, occorrerebbero una scienza e un’esperienza superiori alla mia.

  A008000174 

 Non contenti di questo, quei confessori, pensando che sia tutto frutto di peccati, spingono quelle persone a scavare nella loro vita e a fare molte confessioni generali, tormentandole continuamente.

  A008000211 

 Il terzo deriva dalla meta verso cui si tende, cioè Dio, che è certamente notte oscura per l’anima in questa vita.

  A008000248 

 Aggiunge, infine, che quanto essa genera nelle anime è di gran lunga superiore all’argento puro che essi amano, cose che rappresentano ogni genere di affetto che si può nutrire in questa vita..

  A008000252 

 Al fine di evidenziare tale distanza, sant’Agostino rivolgendosi a Dio, afferma nei Soliloqui: Me misero! Quando la mia pochezza e la mia imperfezione potranno incontrarsi con la tua rettitudine? Tu sei veramente buono e io cattivo; tu pio, io empio; tu santo, io miserabile; tu giusto, io ingiusto; tu luce, io cieco; tu vita, io morte; tu medicina, io malato; tu verità somma, io tutto vanità.

  A008000288 

 Nell’anima, infatti, si realizza, già in questa vita, ciò che l’Apocalisse dice di Babilonia: Quantum glorificavit se, et in deliciis fuit, tantum date illi tormentum et luctum, cioè: Tutto ciò che ha speso per la sua gloria e il suo lusso, restituiteglielo in tanto tormento e afflizione (Ap 18,7).

  A008000304 

 Quando gli appetiti dell’anima sono ancora vivi e impediscono di comprendere Dio, vengono da lui distrutti in questa vita o nell’altra, con il castigo e la correzione, che avverrà attraverso la purificazione.

  A008000316 

 Se volessimo parlare espressamente dell’aspetto brutto e sporco al quale gli appetiti riducono l’anima, non troveremmo un luogo, per quanto pieno di ragnatele e di vermi, né un cadavere con tutta la sua deformità, né qualsiasi altra cosa immonda e sporca che si possa immaginare in questa vita, con cui paragonarla.

  A008000332 

 Gli appetiti non mortificati arrivano a tanto: uccidono la vita di Dio nell’anima, perché questa non li ha uccisi per prima.

  A008000340 

 Eliminarli o mortificarli totalmente in questa vita è impossibile.

  A008000352 

 Quando gli ebrei stavano per impadronirsi della terra promessa, Dio ordinò loro di distruggere la città di Gerico in modo da non lasciare in vita alcun essere che vi abitava, dall’uomo alla donna, dal giovane al vecchio, compresi gli animali; ingiunse, altresì, di non prendere né tanto meno desiderare il bottino catturato (Gs 6,17-21).

  A008000360 

 Essi, infatti, privano l’anima della grazia in questa vita e nell’altra della gloria, cioè del possesso di Dio.

  A008000360 

 La morte della grazia è, infatti, la vita degli appetiti.

  A008000374 

 In primo luogo, occorre coltivare un costante desiderio d’imitare Cristo in ogni azione, conformandosi alla sua vita, sulla quale bisogna riflettere per saperla imitare e per comportarsi come lui si comporterebbe..

  A008000376 

 Occorre liberarsene per amore di Gesù Cristo, che in questa vita non ebbe né cercò altro piacere che fare la volontà del Padre suo, che egli chiamava suo cibo e sua bevanda (Gv 4,34).

  A008000393 

 Ciò nonostante, per offrire più ampie spiegazioni, proporrò un’altra sorta di esercizi che insegnano a mortificare la concupiscenza della carne, la concupiscenza degli occhi e la superbia della vita, cose che secondo san Giovanni, regnano nel mondo (1Gv 2,16) e dalle quali derivano tutti gli altri appetiti..

  A008000395 

 In terzo luogo, cerchi di pensare umilmente di sé fino al proprio disprezzo e di desiderare che anche gli altri facciano lo stesso; questa pratica va contro la superbia della vita..

  A008000493 

 Anzi, in questa vita il massimo che si possa percepire e gustare, ecc., di Dio, è infinitamente distante dalla sua realtà e dal suo puro possesso.

  A008000493 

 Come può l’anima pretendere di unirsi per grazia perfettamente in questa vita a Colui con il quale sarà unita per gloria nell’altra, realtà, questa, che, come dice san Paolo, occhio non vide né orecchio udì né entrò in cuore di uomo? È chiaro che per giungere in questa vita a unirsi a Dio per mezzo della grazia e di un amore perfetto, l’anima dev’essere all’oscuro di tutto quanto può passare attraverso l’occhio, di tutto ciò che può ricevere tramite l’orecchio e può essere immaginato con la fantasia e compreso con il cuore, che in questo caso significa l’anima.

  A008000493 

 Dio non può essere conosciuto, in questa vita, così com’è.

  A008000497 

 Andando oltre tutto ciò che può conoscere o intendere, sia spiritualmente che naturalmente, l’anima deve desiderare con tutte le sue forze di giungere a ciò che in questa vita non può conoscere né può gustare nel suo cuore.

  A008000497 

 Lasciando, inoltre, dietro di sé tutto ciò che gusta, sente e può gustare e sentire in questa vita attraverso i sensi e lo spirito, deve desiderare con tutte le forze di raggiungere ciò che sorpassa ogni sentimento e ogni gusto.

  A008000507 

 In seguito, con l’aiuto di Dio, dirò che l’atto non può determinare un’unione permanente delle potenze in questa vita, ma solo transeunte..

  A008000513 

 Rinascere nello Spirito Santo in questa vita significa avere un’anima molto simile a Dio per purezza, senza avere in sé alcuna mescolanza d’imperfezione.

  A008000525 

 Da ciò risulta altresì che, quantunque in questa vita vi siano anime che nello stato di perfezione godono uguale pace e tranquillità e ognuna di esse è soddisfatta, tuttavia alcune possono essere molto più elevate di altre, ma tutte sono totalmente contente, in quanto tutta la loro capacità è soddisfatta.

  A008000529 

 Difatti, come ho già detto, l’anima in questa vita non si unisce a Dio per mezzo di ciò che può comprendere, godere o immaginare, né tramite qualsiasi altra sensazione, ma solo mediante la fede, la speranza e la carità in rapporto all’intelletto, alla memoria e alla volontà..

  A008000533 

 Quanto alla speranza, non v’è dubbio che essa crei vuoto e oscurità anche nella memoria circa le cose di questa e dell’altra vita.

  A008000547 

 Per trattare ora in modo adeguato dello spogliamento e della purezza delle tre potenze dell’anima sarebbero necessarie una mente e una scienza superiore a quelle che possiedo io, così da far capire alle persone spirituali quanto stretto sia questo cammino che, secondo le parole del Signore, conduce alla vita.

  A008000549 

 A tale proposito è opportuno considerare le parole del Signore riportate in san Matteo circa questo cammino: Quam angusta porta, et arcta via est, quae ducit ad vitam, et pauci sunt qui inveniunt eam, cioè: Quanto stretta è la porta e angusta la via che conduce alla vita e quanto pochi sono quelli che la trovano! (Mt 7,14).

  A008000553 

 Perché chi vorrà salvare la propria vita, la perderà; ma chi perderà la propria vita per causa mia e del vangelo, la salverà (Mc 8,34-35)..

  A008000555 

 Alcune, infatti, pensano che basti una qualsiasi forma di ritiro o di riforma della vita; altre si limitano a esercitarsi in qualche modo nella virtù, nella pratica dell’orazione e della mortificazione, ma senza arrivare allo spogliamento e alla povertà, all’abnegazione e alla purezza spirituale – che sono un tutt’uno – consigliatici qui dal Signore.

  A008000557 

 Ciò è quanto intende dirci il Signore quando afferma: Chi ama la sua vita la perde (Gv 12,25), cioè: chi vorrà possedere qualcosa o ricercarla e tenerla gelosamente per sé, la perderà.

  A008000557 

 Ma chi avrà perduto la sua vita per causa mia, la troverà (Mt 10,39, cioè: chi per amore di Cristo rinuncia a tutto ciò che può desiderare e gustare, scegliendo ciò che più assomiglia alla croce – il Signore stesso nel vangelo di san Giovanni chiama quest’atteggiamento odiare la propria vita (Gv 12,25) –, costui la guadagnerà.

  A008000561 

 In realtà, si fa progresso solo imitando Cristo, che è la via, la verità e la vita; nessuno viene al Padre se non per mezzo di me, come dice egli stesso nel vangelo di Giovanni (Gv 14,6).

  A008000565 

 In primo luogo è certo che egli morì ai sensi, in modo spirituale, durante la sua vita, e fisicamente, alla fine della sua vita, poiché, come egli stesso afferma, in vita non aveva dove posare il capo (Mt 8,20) né tanto meno lo ebbe in croce..

  A008000567 

 In esso, però, compì l’opera più grande di tutta la sua vita, quella che sorpassa i miracoli e ogni altro evento compiuto sulla terra e in cielo, cioè la riconciliazione del genere umano la sua unione con Dio per mezzo della grazia.

  A008000567 

 Quando si sarà ridotto al nulla, avrà cioè raggiunto l’estrema umiltà, allora realizzerà la sua unione spirituale con Dio, che è lo stato più grande ed elevato al quale si possa pervenire in questa vita.

  A008000567 

 Questo fu l’abbandono più desolante, a livello affettivo, da lui provato durante la sua vita.

  A008000577 

 Perché possa unirsi a Dio in questa vita, nei limiti del possibile, esso deve necessariamente usare quel mezzo che lo unisce a lui e con lui ha una forte somiglianza..

  A008000581 

 Allo stesso modo, tutto ciò che l’immaginazione può rappresentare e l’intelletto apprendere e capire in questa vita, non è né può essere mezzo immediato per arrivare all’unione con Dio.

  A008000581 

 Parlando, poi, dal punto di vista soprannaturale, per quanto è possibile in questa vita, l’intelletto, secondo la sua potenzialità ordinaria, finché è nel carcere del corpo, non ha né la disposizione né la capacità di avere una conoscenza chiara di Dio, perché tale conoscenza non appartiene alla condizione naturale: o si deve morire o si deve farne a meno.

  A008000595 

 Essa contiene in sé la luce divina, ma nel momento in cui questa virtù cesserà, al termine di questa vita mortale, apparirà subito la gloria e la luce della Divinità in essa racchiusa..

  A008000597 

 Ben presto, quando si romperanno le brocche di questa vita, unico impedimento alla luce della fede, essa lo potrà vedere faccia a faccia nella gloria..

  A008000597 

 È, quindi, chiaro che l’anima, in questa vita, per arrivare a unirsi e intrattenersi immediatamente con Dio, deve necessariamente penetrare in questa tenebra, ove Dio aveva promesso a Salomone di abitare; deve avvicinarsi a quella nube oscura, ove Dio volle rivelare i suoi segreti a Giobbe, e prendere nelle mani le brocche vuote di Gedeone, per poter agire alla luce della fede oscura nell’unione d’amore con Dio.

  A008000613 

 Così attraverso la vista sogliono presentarsi figure e personaggi dell’altra vita, qualche santo, angeli, diavoli, alcune luci e splendori straordinari.

  A008000649 

 Allo stesso modo l’anima che in questa vita vuole giungere all’unione con Colui che è assoluto riposo e sommo bene, deve passare per tutti i gradi delle considerazioni, delle forme e delle conoscenze e disfarsene, perché queste non hanno somiglianza alcuna né proporzione con il termine al quale conducono, cioè Dio.

  A008000685 

 Pensano che tutta la loro occupazione consista nel ragionare e comprendere cose particolari di Dio attraverso immagini e forme, che sono la corteccia della vita spirituale.

  A008000737 

 Che l’anima non possa giungere fino alle altezze di Dio, nei limiti concessi in questa vita, per mezzo di figure e immagini, ce lo ricorda ancora la sacra Scrittura nel libro dei Numeri.

  A008000749 

 Questo luogo significa l’intelletto, che è il candeliere su cui poggia la candela della fede; esso deve rimanere oscuro fino a quando, nell’altra vita, spunterà il giorno della chiara visione di Dio e, in questa, quello della trasformazione e dell’unione con Dio, verso cui l’anima s’incammina..

  A008000761 

 A mano a mano che si avvicina alla vita dello spirito nel suo rapporto con Dio, si spoglia e si libera dei mezzi sensibili, cioè della meditazione discorsiva e immaginaria.

  A008000761 

 Comincia a comunicarle la vita spirituale partendo dalle cose esterne, palpabili e adeguate ai sensi, secondo la limitatezza e la poca capacità dell’anima.

  A008000761 

 Così, a poco a poco, essa acquisterà l’abitudine di ciò che è spirituale e conseguirà la sostanza della vita spirituale, del tutto estranea ai sensi.

  A008000763 

 Pertanto la persona spirituale che ha raggiunto la perfezione non tiene più conto dei sensi, né riceve cosa alcuna per loro tramite, né soprattutto si serve o ha bisogno di servirsi di essi per andare a Dio, come faceva prima quando non era avanzata nella vita spirituale.

  A008000801 

 Littera enim occidit, spiritus autem vivificat, dice san Paolo: La lettera uccide, lo Spirito dà vita (2Cor 3,6).

  A008000805 

 Chi non si sarebbe ingannato vedendolo poi nascere in umili condizioni, vivere in povertà, morire in miseria e non solo non impossessarsi della terra mentre era in vita, ma sottomettersi a gente ignobile, fino a morire sotto Ponzio Pilato? Come non cadere nell’inganno, pensando che il Signore non solo non liberò i suoi poveri discepoli dalle mani dei potenti di questo mondo, ma li lasciò uccidere e perseguitare per il suo nome?.

  A008000815 

 Dio qui si riferisce alla sovranità più importante e perfetta, che è quella eterna, in effetti già realizzata, e non a quella regalità meno importante o temporale, che Cristo non esercitò durante la sua vita terrena..

  A008000815 

 Tale profezia era, dunque, molto più reale e significativa di quanto l’uomo potesse capire rapportandola a questa vita.

  A008000817 

 A volte noi vediamo che molti santi desiderarono ardentemente molte cose per Dio, ma il loro desiderio non si realizzò in questa vita.

  A008000817 

 Ora dobbiamo credere che, essendo il loro desiderio vero e giusto, si è perfettamente realizzato nell’altra vita.

  A008000817 

 Stando così le cose, sarebbe stato vero anche se Dio in questa vita avesse promesso loro: Il vostro desiderio sarà esaudito.

  A008000825 

 Dio allora disse al medesimo profeta: Quia igitur humiliatus est mei causa, non inducam malum in diebus eius, sed in diebus filii sui: Poiché si è umiliato davanti a me, non farò piombare la sciagura durante la sua vita, ma la farò scendere sulla sua casa durante la vita del figlio (1Re 21,29).

  A008000827 

 Solo lo Spirito, secondo le parole di Gesù, avrebbe spiegato loro tutto ciò che egli aveva loro insegnato durante la sua vita (Gv 14,26).

  A008000835 

 Il santo, amareggiato, s’indispettì e chiese a Dio di togliergli la vita (Gio 4,2-3)..

  A008000861 

 Permette, altresì, che abbandonino le regole ordinarie della vita, per consegnarsi ai loro capricci e alle loro fantasie, come dice Isaia: Domine miscuit in medio eius spiritum vertiginis: Il Signore ha mandato in mezzo a loro uno spirito di smarrimento (Is 19,14), che, in parole povere, significa lo spirito di capire alla rovescia.

  A008000875 

 Per questo motivo Dio rimproverava i figli d’Israele quando non lo consultavano per avere il suo consiglio, e ciò affinché orientassero le loro azioni e gli avvenimenti della vita verso la fede che ancora non conoscevano, perché non ancora donata.

  A008000879 

 In questo modo offenderebbe profondamente il mio amato Figlio, perché non solo mancherebbe di fede in lui, ma lo obbligherebbe anche a incarnarsi di nuovo, a ricominciare la sua vita e a morire di nuovo.

  A008000925 

 Difatti, se Dio volesse comunicarle nella loro essenza all’anima, questa lascerebbe il suo corpo e cesserebbe la sua vita mortale.

  A008000925 

 Tali visioni di sostanze incorporee, come quelle aventi per oggetto gli angeli e le anime, non sono propriamente di questa vita né si possono vedere fin quando si è nel corpo mortale.

  A008000927 

 Anche in questo caso Dio sostiene le condizioni della vita naturale, poiché sottrae totalmente lo spirito da essa, facendo in modo che la sua grazia supplisca alle funzioni dell’anima nel corpo.

  A008000927 

 Queste visioni non sono, dunque, di questa vita, se non raramente e in modo passeggero.

  A008000927 

 Questo passaggio della gloria di Dio consisteva nel manifestarsi in modo transitorio, mentre, con la destra, egli avrebbe conservato la vita naturale di Mosè (Es 33,22).

  A008000927 

 Si vede chiaramente che trascese la vita naturale, nel modo voluto da Dio.

  A008000929 

 Sebbene in questa vita l’intelletto non possa avere queste visioni di sostanze spirituali in modo chiaro ed evidente, tuttavia è possibile sentirle nella sostanza dell’anima con soavissimi tocchi e amplessi che appartengono ai sentimenti spirituali, dei quali, a Dio piacendo, parlerò in seguito: l’intento è, infatti, quello di guidare l’anima verso l’amplesso e l’unione con l’Essenza divina.

  A008000929 

 Tale conoscenza oscura e amorosa, che è la fede, serve infatti in qualche modo, quaggiù, all’unione divina, come il lume di gloria serve nell’altra vita da mezzo per la chiara visione di Dio..

  A008000939 

 In tal modo essa fonderà questo amore e questa gioia su ciò che non vede e non sente, e che non può vedere né sentire in questa vita, cioè su Dio, che è incomprensibile e al di sopra di tutto.

  A008000961 

 Tali conoscenze hanno il sapore dell’essenza divina e della vita eterna e il demonio non può simulare un favore tanto sublime..

  A008000963 

 Vi è, infatti, qualche conoscenza o tocco soprannaturale che il Signore prova nella sostanza dell’anima e l’arricchisce in modo tale che ne basta una sola per liberarla una volta per tutte dalle imperfezioni che essa non era riuscita a correggere nell’intera sua vita, lasciandola colma di virtù e di beni divini..

  A008000965 

 Questi tocchi divini sono così pieni di sapore e di intime delizie che uno solo di essi basterebbe per ripagare l’anima di tutte le innumerevoli fatiche affrontate nella vita.

  A008001029 

 Imparino, dunque, queste anime a non badare alle parole successive, ma a fondare la volontà nella forza dell’amore umile, nella pratica di opere veramente buone, a soffrire imitando la vita e le mortificazioni del Figlio di Dio.

  A008001055 

 In verità, una sola di queste parole procura all’anima più bene di quanto ha compiuto di meritorio nella sua vita..

  A008001055 

 Sono di una tale importanza e di un tale valore da comunicare vita, virtù e un bene incomparabile all’anima.

  A008001084 

 Difatti, osservando come riduco a zero le potenze nelle loro rispettive funzioni, gli potrà forse sembrare che io distrugga l’edificio della vita spirituale, anziché edificarlo.

  A008001098 

 Ma quando arriva all’unione abituale, che è un bene grandissimo, l’anima non ha più dimenticanze di questo genere circa la sua vita morale e naturale; anzi manifesta una perfezione superiore nelle azioni convenienti e necessarie, sebbene queste non passino più per immagini e conoscenze della memoria.

  A008001152 

 Salomone, che conosceva molto bene questi danni e questi vantaggi, ha detto: Ho conosciuto che non c’è nulla di meglio per l’uomo che godere e agire bene nella sua vita (Qo 3,12).

  A008001198 

 Difatti le creature, sia terrene che celesti, come anche tutte le conoscenze e immagini distinte, naturali e soprannaturali, che possono essere comunicate all’anima, per quanto elevate siano in questa vita, non possono essere messe a confronto con la natura di Dio, perché, come dicono i teologi, Dio non cade sotto alcun genere o specie come le creature.

  A008001198 

 L’anima, in questa vita, non è in grado di ricevere chiaramente e distintamente se non ciò che cade sotto il genere e la specie.

  A008001206 

 Inoltre è libera anche dalla fatica e dal dover spendere tempo con i maestri di vita spirituale per discernere se siano buone o cattive, se appartengano a questo o a quel genere; infatti non ha più bisogno di sapere tutto ciò, perché non ha da badarci.

  A008001262 

 È una vanità gioirne, se per mezzo di essi non si serve meglio Dio e se non offrono una strada più sicura per la vita eterna.

  A008001290 

 A quest’ultimo grado appartengono, altresì, tutti quegli sventurati che sono dominati dai beni temporali e li considerano come loro dio al punto di non esitare a sacrificare la vita per essi.

  A008001302 

 Questi favori sono tali che, anche dal punto di vista temporale, sua Maestà, come promette nel vangelo (Mt 19,29), per una gioia lasciata per amor suo o allo scopo di conformarsi alla perfezione del vangelo, darà il cento per uno in questa vita.

  A008001320 

 Se non si prende subito qualche antidoto contro questo veleno per buttarlo fuori, la vita dell’anima è in pericolo.

  A008001340 

 È da notare che per beni sensibili intendo tutto ciò che in questa vita può cadere sotto i sensi della vista, dell’udito, dell’olfatto, del gusto, del tatto, o ancora tutto quello che forma interiormente il ragionamento immaginario, cioè tutto ciò che forma l’esperienza dei sensi corporali, interni ed esterni..

  A008001378 

 Possiamo dire in tutta verità che l’uomo da sensuale diventa spirituale, da animale diviene ragionevole e perciò la sua vita umana si avvicina a quella degli angeli, da temporale e umano diventa divino e celeste.

  A008001382 

 Se si rinuncia a una gioia, il Signore ne darà cento altre di più in questa vita, sia spiritualmente che materialmente; al contrario, se si accetta una gioia proveniente da queste cose sensibili, se ne trarrà cento volte di più in pene e dispiaceri.

  A008001384 

 Ora, se l’anima vive una vita spirituale, dopo aver mortificato quella animale, è chiaro che, essendo tutte le sue azioni e tutti i suoi movimenti ormai spirituali, essa si dirigerà a Dio in ogni cosa e senza alcuna contraddizione.

  A008001386 

 Da quanto detto deriva la seguente dottrina: finché l’uomo non si sarà abituato a privare i sensi della gioia sensibile, così da poterne ricavare fin dal primo moto il vantaggio che ho detto, e a indirizzarsi immediatamente in tutte le cose a Dio, dovrà necessariamente mortificare la gioia e il piacere derivanti da esse per distogliere la sua anima dalla vita sensitiva.

  A008001388 

 Non è necessario parlare di quei beni di gloria riservati nell’altra vita a coloro che rinunciano a tale gioia.

  A008001394 

 Poiché fruttano pace e tranquillità, rettitudine e ordine nell’uso della ragione, come anche prudenza nel comportamento, dal punto di vista umano una persona non può possedere cosa migliore in questa vita..

  A008001396 

 Benché fossero pagani e le guardassero dal punto di vista materiale e dei beni temporali e corporali che naturalmente ne vedevano derivare, non solo per loro mezzo acquistarono i beni e la fama passeggera alla quale aspiravano, ma qualcosa di più: Dio, che ama tutto ciò che è buono anche nel barbaro e nel pagano e non impedisce che si faccia alcuna cosa buona (Sap 7,22 Volg.), prolungò loro la vita, concesse onori, potere e pace, come appunto fece con i romani che seguivano leggi giuste: assoggettò a loro quasi tutto il mondo, ricompensando così su questa terra, per i loro buoni costumi, quelli che erano incapaci, mancando loro la fede, di premio eterno.

  A008001398 

 Diversi personaggi dell’antichità possedettero molte virtù e fecero buone opere, e anche ai nostri giorni molti cristiani sono nella stessa situazione di quelli, ma tutto ciò non gioverà loro affatto per la vita eterna, perché non mirano alla gloria e all’onore che spetta solo a Dio.

  A008001398 

 Ma non deve limitare la sua gioia a questo primo livello, come facevano i pagani, il cui sguardo non andava al di là della presente vita mortale.

  A008001398 

 Poiché egli possiede il lume della fede, per mezzo del quale spera la vita eterna e senza il quale nulla di ciò che è quaggiù o lassù gli sarà di giovamento, deve godere esclusivamente e soprattutto del possesso e dell’esercizio dei beni morali secondo un’altra visuale, in quanto cioè, agendo per amore di Dio, gli fanno acquisire la vita eterna.

  A008001398 

 Senza dubbio, il cristiano deve rallegrarsi di questa prima utilità dei beni morali e delle buone opere che compie in questa vita, in quanto causa dei beni temporali di cui ho parlato sopra.

  A008001412 

 Che giudizio si può emettere su coloro che compiono certe opere e innalzano monumenti commemorativi con il preciso intento di esternare in essi l’onore e la riconoscenza umana, frutto di una vita condotta nella vanità? Agiscono così per perpetuare in tali cose il loro nome, lignaggio o potere.

  A008001412 

 Consiste nella mancata ricompensa da parte di Dio, perché l’hanno voluta ricevere sin da questa vita: nella gioia, nelle consolazioni, negli onori o altri interessi che hanno cercato nelle loro opere.

  A008001444 

 Di conseguenza, l’uomo deve rallegrarsi solo se procede sul cammino della vita, che consiste nel compiere le opere nella carità.

  A008001444 

 L’uomo, quindi, deve gioire non perché possiede tali grazie o per l’uso che ne fa, ma solo per il vantaggio spirituale che ne ottiene, servendo Dio in perfetta carità: in questo sta il nocciolo della vita eterna.

  A008001444 

 Tradotto in termini teologici significa: Gioite perché i vostri nomi sono scritti nel libro della vita.

  A008001506 

 Si serve solo di quelle che le ricordano più il divino che l’umano, e che meglio la orientano alla condizione dell’altra vita che non di quella presente.

  A008001528 

 Difatti uno dei mezzi di cui si serve il demonio per ingannare facilmente le anime imprudenti e impedire loro di seguire il cammino della vera vita spirituale, è costituito proprio dai fenomeni soprannaturali e straordinari.

  A008001562 

 Ogni volta che vedono un luogo devoto di loro gradimento, o qualche forma di vita o stato che si addica al loro temperamento o inclinazione, vi corrono subito, abbandonando quello che prima avevano abbracciato.

  A008001562 

 Vi sono anche di quelli che passano la vita a cambiare stato e modo di vivere.

  A008001590 

 Leggiamo nella Scrittura che, avendo Salomone chiesto a Dio una cosa che gli era gradita, cioè la sapienza per governare il suo popolo nella giustizia, Dio gli rispose: Poiché ti sta a cuore una cosa simile e poiché non hai domandato né ricchezze né beni né gloria né la vita dei tuoi nemici e neppure una lunga vita, ma hai domandato piuttosto saggezza e scienza per governare il mio popolo, su cui ti ho costituito re, saggezza e scienza ti saranno concesse.

  A008001606 

 Lo spirito di vita da cui è animato comunica fervore.

  A008001606 

 Ordinariamente vediamo che, per quanto se ne può giudicare quaggiù, quanto più è santa la vita del predicatore, tanto più abbondante è il frutto che produce, anche se il suo stile è umile, la sua oratoria scarsa e la sua dottrina comune.

  A008001606 

 È proprio vero che un buono stile, dei bei gesti, una dottrina solida e una perfetta esposizione toccano e fanno più effetto se accompagnati da una vita virtuosa.

  A008001616 

 In questa vita, dunque, l’anima non può gustare Dio essenzialmente, e tutta la soavità e le delizie che eventualmente prova, per quanto elevate siano, non possono mai essere Dio.

  A008001624 

 Avendo dimostrato che né la soavità né il piacere, ecc., che la volontà può provare in questa vita è Dio, sarebbe sciocco colui che, non provando soavità e delizie spirituali, pensasse per questo di non possedere Dio, oppure provandole si rallegrasse pensando per questo di possedere Dio.


09-Giovanni della Croce - Notte oscura.html
  A009000054 

 Spiegazione delle strofe che mostrano come l’anima debba comportarsi nel cammino spirituale per arrivare alla perfetta unione d’amore con Dio, quale è possibile raggiungere in questa vita.

  A009000114 

 Essa ha già superato le dure e tormentate prove interiori poste lungo la via stretta che conduce alla vita eterna, di cui parla il Signore nel vangelo (Mt 7.14) e attraverso cui abitualmente essa passa per giungere alla sublime e felice unione con Dio.

  A009000124 

 Solo così è riuscita a vivere una vita d’amore con Dio, piena di dolcezze e delizie spirituali.

  A009000130 

 Difatti, anche in questo modo, essi potranno comprendere lo stato di vita in cui giacciono, per poi sentirsi spinti a desiderare che Dio li faccia entrare in questa notte, dove l’anima si fortifica attraverso l’esercizio delle virtù e gusta le inestimabili delizie dell’amore di Dio.

  A009000156 

 A volte, molti di questi principianti cadono in una grande avarizia spirituale, perché non si contentano della vita spirituale che Dio dona loro.

  A009000156 

 Molti non si stancano mai di chiedere consigli o di apprendere regole di vita spirituale, di possedere o di leggere una grande quantità di libri che trattano di questo argomento.

  A009000168 

 La loro vita è triste; la sofferenza è tale quando soffrono di quest’umore che sono convinte di avere il demonio in corpo e di non essere capaci di liberarsene; ciò nonostante, alcune di esse riusciranno a respingerlo se si faranno coraggio.

  A009000212 

 Invece il Signore nel vangelo insegna proprio il contrario, quando afferma che chi vorrà salvare la propria vita, la perderà; ma chi perderà la propria vita per causa mia, la troverà (Mt 16,25)..

  A009000214 

 Per tutti questi motivi provano una profonda tristezza e una grande ripugnanza ad imboccare la via angusta che conduce alla vita, di cui parla Cristo (Mt 7.14)..

  A009000226 

 Questo cambiamento di solito si verifica nelle persone ritirate dal mondo, più che in altre, e poco dopo il loro ingresso nella vita spirituale, perché sono più libere dalle occasioni di tornare indietro e più disponibili anche a riformare alla svelta le inclinazioni per i beni di questo mondo.

  A009000248 

 Data la loro debolezza, forse non conveniva operare un distacco netto nella loro vita.

  A009000248 

 Difatti non tutti quelli che deliberatamente si consacrano alla vita spirituale vengono da Dio elevati alla contemplazione: forse nemmeno la metà.

  A009000248 

 Solo Dio, infatti, li introduce in questa notte per provarli, umiliarli, correggere il loro appetito e impedire che acquistino una golosità viziosa nelle cose spirituali, ma questo non per elevarli alla vita dello spirito, cioè alla contemplazione.

  A009000252 

 Quando si verificano le aridità di questa notte dei sensi, nella quale Dio opera il cambiamento di cui ho parlato prima, egli sottrae l’anima alla vita dei sensi per elevarla a quella dello spirito, cioè la fa passare dalla meditazione alla contemplazione, dove essa non può più agire con le sue facoltà e discorrere sulle cose di Dio.

  A009000266 

 Ciò è appunto quanto Davide, che pure attraversò questa notte, riferisce di sé nei seguenti termini: Il mio cuore era infiammato, nell’amore della contemplazione, i miei reni erano alterati ( Sal 72,21-22 Volg.), cioè i miei gusti e i miei affetti sensibili sono stati trasformati, sono passati dalla vita sensitiva a quella spirituale, attraverso l’aridità e la rinuncia a tutti i gusti, di cui sto parlando.

  A009000272 

 Ciò costituisce una felice e fortunata sorte per l’anima: prima di tutto perché è una grande vittoria aver spento le passione e gli affetti che la inclinavano alle cose create; in secondo luogo, perché sono pochissimi coloro che soffrono e perseverano nel passare per questa porta stretta e seguire la via angusta che conduce alla vita (Mt 7,14), come dice il Signore.

  A009000336 

 In questo modo essi arrivano tardi alla purezza perfetta in questa vita, anzi alcuni non vi arrivano affatto, perché non sono completamente immersi in questa notte né sono fuori di essa.

  A009000409 

 Egli annienta, svuota e consuma in lei tutti gli affetti e le abitudini manchevoli contratte nel corso della vita.

  A009000449 

 Una volta svuotata di tutto, è veramente povera di spirito e spoglia dell’uomo vecchio; può finalmente vivere quella nuova e beata vita che si raggiunge attraverso questa notte oscura e che è lo stato dell’unione con Dio..

  A009000451 

 In questa situazione, l’anima sembra appartenere più all’altra vita che alla presente..

  A009000453 

 L’anima sopporta tutte queste dolorose purificazioni dello spirito al fine di essere rigenerata alla vita nuova dello spirito per mezzo di questo influsso divino.

  A009000505 

 Si vedrà pure che, come nell’altra vita un fuoco tenebroso e materiale purifica gli spiriti, così in questa vita un fuoco pieno d’amore, tenebroso e spirituale, purifica ed emenda l’anima.

  A009000549 

 Essa conosce, altresì, che la vita dello spirito è la vera vita e il tesoro che racchiude in sé beni inestimabili, come si dirà tra poco nelle strofe che seguono.

  A009000577 

 Anima devota, quando vedrai i tuoi appetiti nelle tenebre, i tuoi affetti nell’aridità e nell’oppressione, le tue facoltà ridotte all’impossibilità di compiere qualsiasi esercizio della vita interiore, non te ne devi addolorare, ma al contrario considera questo stato una sorte fortunata: Dio, infatti, ti sta liberando da te stessa, ti sta togliendo di mani i tuoi averi.

  A009000607 

 Ivi scopre non solo la bassezza della condizione umana rispetto alla conoscenza e alla scienza di Dio, ma vede altresì quanto imperfetti, insufficienti e impropri siano tutti i termini o le espressioni con cui in questa vita si parla delle cose divine.

  A009000627 

 Come il malato perde l’appetito, non prova più gusto per i cibi e perde il suo colorito naturale, così l’anima in questo grado d’amore perde il gusto e il desiderio di tutte le cose; innamorata di Dio, non si lascia più prendere dalle allettanti abitudini della vita passata.

  A009000641 

 Di questo settimo grado parlava Mosè quando chiedeva a Dio di perdonare il peccato del popolo… se no, cancellami dal libro della vita che hai scritto ( Es 32,31-32).

  A009000643 

 Se l’abbraccio con Dio perdurasse, l’anima godrebbe di una certa gloria già in questa vita, perciò quest’unione già in questa vita, perciò quest’unione con Dio dura brevi momenti.

  A009000645 

 Qui dico solo che a questo gradino segue il decimo e ultimo gradino della scala d’amore, il quale, però, non appartiene più alla vita presente..

  A009000647 

 Una volta pervenuta in questa vita al nono grado, l’anima non ha che da lasciare il corpo.

  A009000663 

 Il verde di questa speranza viva in Dio conferisce all’anima tanta forza, coraggio e slancio verso le cose della vita eterna, che l’universo intero le appare com’è in realtà, cioè arido, vuoto, morto, privo di qualsiasi valore rispetto a quanto spera lassù in cielo.

  A009000663 

 Quaggiù sulla terra si spoglia di tutti i vestiti e le livree del mondo, non riponendo il suo cuore in nulla, né si aspetta niente da quello che c’è o ci sarà sulla terra; vive rivestita solo della speranza della vita eterna.

  A009000665 

 La speranza copre anche tutti i sensi della testa dell’anima, in modo che non si ingolfino in alcuna cosa del mondo e siano protetti dalle frecce di questa vita.

  A009000701 

 Altre volte prevale il demonio, e l’anima viene invasa dal turbamento e dal terrore, che le provocano una pena maggiore di qualsiasi altro tormento in questa vita.

  A009000703 

 Queste visioni spirituali, infatti, appartengono più all’altra vita che a questa e sono tali che l’una prepara all’altra..

  A009000703 

 È così che agisce colui che mortifica per dare la vita e umilia solo per esaltare (cfr. 1Re 2,6-7).

  A009000719 

 Per quanto è possibile in questa vita, l’anima consegue la quiete e la pace della sua casa spirituale, in maniera abituale e perfetta, mediante l’azione dei tocchi sostanziali dell’unione or ora descritti.


10-Giovanni della Croce - Cantico spirituale.html
  A010000120 

 o vita, se non vivi ove vivi,.

  A010000310 

 là, tu vita mia,.

  A010000341 

 L’intento principale dell’anima, quindi, in questo verso non è chiedere solo la devozione affettiva e sensibile, che non dà la certezza evidente che si possiede per grazia lo Sposo in questa vita.

  A010000341 

 Occorre dunque notare che, per quanto grandi siano le comunicazioni e le presenze di Dio nei confronti dell’anima e per quanto alte e sublimi siano le conoscenze che un’anima può avere di Dio in questa vita, tutto questo non è l’essenza di Dio, né ha a che vedere con lui.

  A010000345 

 Occorre qui notare – per trovare questo Sposo, nella misura che è possibile in questa vita – che il Verbo insieme con il Padre e lo Spirito Santo risiede essenzialmente nel centro intimo dell’anima, ove si è nascosto.

  A010000355 

 Egli non l’ha ferita fino al punto di toglierle la vita e, così, permetterle di vederlo nella splendida e chiara visione dell’amore perfetto.

  A010000361 

 Essa si è già persa d’amore per Dio, ma senza ricevere, in questa vita, la ricompensa della sua perdita, perché non ha il possesso dell’Amato per amore del quale si è persa.

  A010000361 

 Grida per averla, senza mai ottenerla in questa vita.

  A010000361 

 Per questo l’anima innamorata di Dio vive sempre, in questa vita, nel tormento.

  A010000390 

 È come se dicesse: poiché languo e lui solo è la mia salvezza, mi conceda salvezza; poiché soffro, e lui solo è il mio sollievo, mi conceda sollievo; poiché muoio, e lui solo è la mia vita, mi conceda vita..

  A010000403 

 Questo è il pensiero che esprime nella presente strofa: cercare l’Amato, esercitandosi nelle virtù e nelle mortificazioni della vita contemplativa e attiva.

  A010000407 

 Chiama, inoltre, riviere le mortificazioni, gli atti di umiltà e il disprezzo di sé, quando esercita queste cose nella vita attiva; infatti, per acquisire le virtù, sono necessarie l’una e l’altra vita.

  A010000407 

 Essa chiama le virtù monti, anzitutto per la loro altezza e poi per le difficoltà e la fatica che si affrontano nel salirvi, quando si esercita nella vita contemplativa.

  A010000409 

 Sostiene, quindi, che non si fermerà a cogliere i fiori che troverà lungo il cammino e che rappresentano tutte le voglie, le soddisfazioni e i piaceri che le si possono offrire in questa vita: tutto questo potrebbe ostacolare il cammino, se volesse coglierli e goderli.

  A010000417 

 Per questo Davide, parlando di essi, li chiama forti: Fortes quaesierunt animam meam: I forti insidiano la mia vita (Sal 53,5).

  A010000419 

 Difatti, finché questi persisteranno nell’anima, lo spirito sarà talmente soggiogato da non poter andare avanti verso la vera vita e il diletto spirituale.

  A010000484 

 Tutto ciò che di Dio si può conoscere in questa vita, per quanto elevato sia, non è vera conoscenza, perché è conoscenza parziale e molto remota; conoscerlo nella sua essenza è conoscenza vera, ed è questa che chiede l’anima, non contentandosi di altre conoscenze.

  A010000507 

 Divenuta tutta una piaga purulenta, l’anima vive morendo fino a quando l’amore, uccidendola, la farà vivere della vita d’amore, trasformandola in amore.

  A010000517 

 Uno dei grandi favori transitori che Dio concede in questa vita a un’anima è quello di farle comprendere e sentire la sua presenza in modo tanto sublime che essa si rende chiaramente conto che non potrà mai comprendere o sentire Dio del tutto.

  A010000521 

 E allora l’anima prosegue nel suo lamento e nella strofa seguente parla con la vita della sua anima, dicendo:.

  A010000526 

 o vita, se non vivi ove vivi,.

  A010000534 

 Il senso della strofa è dunque il seguente: vita dell’anima mia, come puoi perseverare in questa vita di carne, che per te è morte e privazione della vita spirituale in Dio, nel quale per essenza, amore e desiderio tu vivi veramente, più che nel corpo? Anche se questo non fosse motivo perché tu esca da questo corpo di morte (Rm 7,24) per vivere e godere la vita del tuo Dio, come puoi permanere in questo corpo? Bastano infatti a porre fine alla tua vita le ferite d’amore ricevute attraverso le grandezze a te comunicate da parte dell’Amato oppure quelle dell’amore veemente che di lui senti e percepisci, e che sono tocchi e ferite d’amore capaci di uccidere.

  A010000534 

 In questa strofa, quindi, parla con la vita stessa della sua anima, rimproverandole il dolore che le causa.

  A010000534 

 L’anima, sentendosi morire d’amore, come ha appena detto, ma non potendo morire per godere con libertà dell’amore, si lamenta per il fatto di essere costretta nella vita corporale, a motivo della quale le viene dilazionata quella spirituale.

  A010000534 

 Si commentano i versi: Ma come duri ancor, o vita, se non vivi ove vivi?.

  A010000536 

 E per far meglio comprendere la durezza di questa vita fragile, subito aggiunge: se ti fanno morir le frecce che subisci..

  A010000536 

 E san Giovanni aggiunge: Quod factum est, in ipso vita erat: Tutto ciò che è stato fatto, era vita in Dio (Gv 1,3.4).

  A010000536 

 In tutto questo, grande è l’insistenza dell’anima, perché qui ci fa comprendere che soffre per due cose di segno opposto, quali sono la vita naturale nel corpo e la vita spirituale in Dio, due cose di per sé contrarie.

  A010000536 

 Infatti la vita naturale è come morte, perché la priva di quella spirituale, ove il suo essere, la sua vita, le sue operazioni sono piene d’amore e di zelo.

  A010000536 

 L’anima, vedendo che ha la sua vita naturale in Dio per l’essere che in lui possiede, come pure la vita spirituale per l’amore con cui lo ama, si lamenta di vivere ancora nella vita corporale, perché questa vita le impedisce di vivere veramente laddove essa ha la sua vera vita per natura e per amore.

  A010000536 

 Per capire questi versi occorre sapere che l’anima vive più dove ama che nel corpo da essa animato, perché non ha la sua vita nel corpo, ma è lei che la comunica al corpo e vive per amore in ciò che ama.

  A010000536 

 Però, oltre a questa vita d’amore, in virtù della quale l’anima vive in qualsiasi cosa che ama, possiede la sua vita originariamente e naturalmente in Dio, come tutte le altre cose create, secondo quanto afferma san Paolo: In ipso vivimus, movemur et sumus (At 17,28), che significa: in Dio abbiamo la nostra vita, il nostro movimento e il nostro essere.

  A010000538 

 È come se affermasse: oltre a quanto detto, come puoi permanere nel corpo se per toglierti la vita bastano da soli i tocchi d’amore – che qui sono chiamati frecce – con cui l’Amato colpisce il tuo cuore? Tali tocchi fecondano talmente l’anima e il cuore di amorosa intelligenza di Dio, da poter ben dire che essa concepisce di Dio, come dichiara nel verso successivo: da ciò che dell’Amato concepisci..

  A010000601 

 Per questo Cristo nostro Signore, parlando con la samaritana, chiamò «fonte» la fede, dicendo che per coloro che avrebbero creduto in lui si sarebbe aperta una sorgente d’acqua zampillante per la vita eterna (cfr. Gv 4,14).

  A010000603 

 Questa stessa sostanza che ora crediamo, vestita e coperta con l’argento della fede, la vedremo e la godremo nell’altra vita apertamente, nell’oro puro della fede.

  A010000603 

 Questa è la colomba, le cui ali, cioè le verità che annuncia, splendono d’argento, perché in questa vita la fede ce le propone oscure e velate.

  A010000609 

 Dicendo vivo io, ma non più io, vuol farci comprendere che, sebbene lui vivesse, la vita non era la sua, perché era trasformato in Cristo, e così la sua vita era più divina che umana; per questo dice che non è lui che vive, ma Cristo in lui..

  A010000611 

 In base a questa somiglianza e trasformazione, possiamo dunque dire che la sua vita e tutta la vita di Cristo erano una vita sola per unione d’amore.

  A010000611 

 In cielo si realizzerà perfettamente quest’unione nella vita divina per tutti coloro che avranno meritato di vedersi in Dio.

  A010000611 

 Ma quando in questa vita si raggiunge questo abbozzo di trasformazione, è una grande fortuna, perché di ciò si compiace moltissimo l’Amato, tanto da desiderare che la sposa lo metta come segnacolo nella sua anima, come le dice nel Cantico: Mettimi come sigillo sul tuo cuore, come sigillo sul tuo braccio (Ct 8,6).

  A010000611 

 Questo stato è possibile anche in questa vita, come lo fu per san Paolo, tuttavia non è perfetto né assoluto, anche se l’anima perviene a quella trasformazione d’amore propria del matrimonio spirituale, lo stato più elevato a cui si possa giungere in questa vita.

  A010000611 

 Qui il cuore significa l’anima, nella quale in questa vita Dio è presente come sigillo di abbozzo di fede, come ho ricordato sopra; e il braccio significa la volontà forte, in cui, come ho appena detto, si trova come sigillo d’amore..

  A010000611 

 Trasformati in lui, vivranno la vita di Dio e non la propria vita, anche se sarà vita propria, perché la vita di Dio sarà la loro vita.

  A010000629 

 Come ho detto, conformemente ai grandi desideri che l’anima aveva di questi occhi divini, che significano la Divinità, ha ricevuto interiormente dall’Amato una comunicazione e una conoscenza di Dio talmente sublime da farle esclamare: Distoglili, Amato! La miseria della natura in questa vita è tale che, quando le viene concesso ciò che è essenzialmente vitale per l’anima e che essa tanto desidera, cioè la comunicazione e la conoscenza del suo Amato, non può accoglierlo senza che le costi quasi la vita.

  A010000631 

 Se Dio non provvedesse, l’anima perderebbe la vita.

  A010000635 

 Con questo non si vuol dire che l’anima abbandoni il suo corpo e gli tolga la vita naturale, ma semplicemente che cessa di agire in lui.

  A010000639 

 L’anima si sarebbe separata molto volentieri dal corpo in quel volo spirituale, pensando ormai che la sua vita stesse finendo, e così avrebbe potuto godere per sempre del suo Sposo in una contemplazione faccia a faccia.

  A010000643 

 La contemplazione, infatti, è un luogo elevato da cui Dio, in questa vita, comincia a comunicarsi e a mostrarsi all’anima, ma non completamente.

  A010000643 

 Per quanto sublimi siano le conoscenze da Dio offerte all’anima in questa vita, sono tutte anticipazioni molto imperfette.

  A010000677 

 Poiché l’anima in questo stato si unisce a Dio, sente che tutte le cose non sono che un solo essere con lui, come percepì san Giovanni quando disse: Quod factum est in ipso et vita erat, ossia: Ciò che fu fatto, in lui era vita (Gv 1,3-4).

  A010000699 

 Anche se spoglia di accidenti, non per questo è chiara, ma oscura, perché è una contemplazione, e la contemplazione, in questa vita, come dice san Dionigi, è raggio di tenebra.

  A010000736 

 Dice di godere una perfetta pace e di essere tutta arricchita e abbellita di doni e di grazie, per quanto è possibile possederli e goderli in questa vita.

  A010000744 

 Beata l’anima che in questa vita ha meritato di sentire talvolta il profumo di questi fiori divini! E aggiunge che questo talamo è con porpora tessuto..

  A010000744 

 Ripeto: abitualmente essa gode della pace e della tranquillità che le recano, ma si può dire che dette virtù, in questa vita, sono nell’anima come fiori ancora in boccio, chiusi nel loro giardino.

  A010000767 

 Si tratta delle anime devote che, nel giovanile vigore ricevuto dalla soavità delle tue vestigia, corrono qua e là, cioè si muovono verso molte parti e per vie differenti, ciascuna secondo lo spirito che ha ricevuto da Dio o lo stato di vita in cui si trova.

  A010000767 

 Vi sono differenze tra le loro pratiche di pietà e opere spirituali, ma tutte seguono il cammino della vita eterna, cioè la perfezione evangelica.

  A010000796 

 La cella di cui parla l’anima è il grado più elevato e intimo d’amore a cui possa pervenire in questa vita; per questo la chiama segreta cella, cioè la più interna di tutte.

  A010000798 

 Ma in questa vita poche arrivano all’ultima cella, quella più interna; infatti l’unione perfetta con Dio, chiamata matrimonio spirituale, di cui parla qui l’anima, è in questo luogo che si consuma.

  A010000798 

 È Dio stesso, infatti, che si comunica all’anima in un alone di gloria straordinaria e la trasforma in lui; entrambi sono una cosa sola, sebbene non essenzialmente e perfettamente come nell’altra vita, come sono un’unica cosa il cristallo e il raggio del sole, il carbone e il fuoco, la luce delle stelle e quella del sole.

  A010000810 

 Perciò, allorché l’anima dice: quando uscita fui, non si riferisce all’unione essenziale o sostanziale che ha ormai raggiunto e che è lo stato di cui sto parlando, ma all’unione attuale delle sue potenze, unione che, in questa vita, non è e non può essere continua.

  A010000816 

 Non solo le sue conoscenze precedenti sono ridotte a niente, sembrandogli un nonnulla tutto quel grande sapere, ma anche tutta la sua vita passata e le sue imperfezioni sono annullate: il vecchio uomo è rinnovato.

  A010000870 

 Felice vita, felice stato! Beata l’anima che vi arriva! Là tutto è ormai sostanza d’amore, gioia e delizie del matrimonio, dove la sposa, in tutta verità, può dire allo Sposo divino quelle parole di puro amore che gli rivolge nel Cantico dei Cantici: Omnia poma, nova et vetera, servavi tibi: Tutti i frutti, freschi e secchi, li ho serbati per te (Ct 7,13 Volg.).

  A010000889 

 In realtà, non vivono pienamente la vita in Cristo.

  A010000895 

 Per questo l’anima dice: venni conquistata, perché chi non sa perdere se stesso, non sa guadagnare se stesso, anzi si perde, come dice nostro Signore nel vangelo: Chi vorrà salvare la propria vita, la perderà; ma chi perderà la propria vita per causa mia, la troverà (Mt 16,25).

  A010000912 

 Vale a dire: sono stati guadagnati e acquisiti in gioventù, simboleggiata dalle fresche mattinate della vita.

  A010001031 

 Tutto questo serve perché il suo Amato provi gioia e sempre più si compiaccia della sua vita virtuosa.

  A010001037 

 Non sempre l’anima avverte o gode effettivamente le virtù che possiede in sé acquisite, perché, ripeto, in questa vita esse sono nell’anima come fiori in boccio, ancora chiusi, o come erbe aromatiche in un sacchetto, il cui aroma non si sente finché non ne vengono estratte e agitate..

  A010001062 

 In questa trasformazione entrambe le parti si donano l’una all’altra, in maniera totale, con una certa consumazione dell’unione d’amore, in cui l’anima è resa divina e Dio per partecipazione, per quanto è possibile in questa vita.

  A010001062 

 Ne consegue che questo è lo stato più elevato che si possa raggiungere in questa vita.

  A010001064 

 Sebbene nella vita presente questo non possa avvenire perfettamente, tuttavia è superiore a tutto ciò che si possa dire o pensare..

  A010001066 

 Vivendo ormai una vita così felice e gloriosa, come è la vita di Dio, consideri ciascuno, se può, quanto piena di dolcezza dev’essere questa vita che l’anima vive, vita in cui, come Dio non può provare alcun dispiacere, così neppure essa lo sente.

  A010001089 

 Se tua madre ai piedi dell’albero ti ha dato la morte, io sotto l’albero della croce ti ho donato la vita.

  A010001108 

 Parimenti, per mezzo di queste lire e di questo canto, egli mostra come, in questo stato, vengono elevate alla loro perfezione, per quanto è possibile in questa vita, le tre potenze dell’anima, cioè l’intelletto, la volontà e la memoria.

  A010001122 

 I desideri della speranza non procurano all’anima più alcuna afflizione, perché, soddisfatta com’è dell’unione con Dio, per quanto è possibile in questa vita, nulla di terreno le resta da sperare, come anche nulla di spirituale le resta da desiderare.

  A010001122 

 Nulla può avvicinarla né disturbarla, essendo ormai entrata, come ho detto, nel giardino desiato, dove gode ogni pace, gusta ogni soavità e prova piacere in ogni diletto, per quanto gliene consente la condizione del presente stato di vita.

  A010001122 

 Tale è l’anima, divenuta quella sorgente di cui parla Cristo per bocca di san Giovanni: La sua acqua zampilla per la vita eterna (Gv 4,14).

  A010001153 

 Lo spirito ormai conduce una vita di beatitudine simile a quello dello stato d’innocenza, quando tutta l’armonia e l’abilità della parte sensitiva dell’uomo serviva ad accrescere la sua felicità e gli era d’aiuto per meglio conoscere e amare Dio, in una pace e un accordo perfetto con la sua parte superiore.

  A010001191 

 Lascia intendere che i suoi desideri si sono compiuti, dal momento che in lui l’anima possiede le delizie e il riposo, dopo aver affrontato le sofferenze di questa vita e del tempo passato.

  A010001195 

 Come la colomba che uscì dall’arca di Noè, vi tornò con un ramoscello d’olivo nel becco, come segno della misericordia di Dio per aver fatto cessare le acque che avevano sommerso la terra (Gn 8.8-11), allo stesso modo l’anima, uscita dall’arca dell’onnipotenza di Dio al momento in cui fu creata, dopo aver attraversato le acque del diluvio dei suoi peccati e delle sue imperfezioni, delle pene e delle sofferenze di questa vita, ora ritorna all’arca del petto del suo Creatore con il ramoscello d’olivo, che è la clemenza e la misericordia che Dio le ha usato.

  A010001251 

 Oh, se riuscissimo a comprendere, una buona volta, che è impossibile pervenire alle profondità della sapienza e delle ricchezze di Dio senza penetrare nel folto delle svariate sofferenze, riponendo in queste la nostra gioia e i nostri desideri! L’anima che desidera veramente la sapienza divina, desidera anzitutto penetrare nella sofferenza, cioè nella profondità della croce, che è il cammino della vita che pochi percorrono.

  A010001268 

 Difatti tutti queste cose sono inferiori, anzi sono disposizioni per arrivare alle profonde caverne della conoscenza dei misteri di Cristo, che è la sapienza più alta che si possa raggiungere in questa vita.

  A010001268 

 Per quanti misteri e meraviglie abbiano scoperto i santi dottori o abbiano contemplato le anime sante in questa vita, la maggior parte è rimasta inespressa e ancora da comprendere.

  A010001268 

 Per questo, a Mosè che chiedeva di mostrargli la sua gloria, Dio rispose che in questa vita non avrebbe potuto vederla; gli avrebbe però mostrato ogni bene (Es 33,18-20 Volg.), vale a dire tutto quello che poteva essere visto quaggiù.

  A010001283 

 là, tu vita mia,.

  A010001289 

 Il motivo per cui l’anima desidera entrare in quelle caverne è per poter arrivare compiutamente, compatibilmente con lo stato di questa vita, a ciò che ha sempre desiderato, cioè la consumazione dell’amore assoluto e perfetto che le viene comunicato in questo favore celeste, perché il fine di tutto è l’amore.

  A010001293 

 Questo non è uno stato che si possa raggiungere completamente in questa vita, sebbene nel presente stato di perfezione, che è quello del matrimonio spirituale, di cui sto parlando, in certa misura sia possibile..

  A010001295 

 Qui l’anima aggiunge che lo Sposo le accorderà tale purezza in questa trasformazione d’amore, dicendo: e dopo mi darai, / là, tu vita mia, / ciò che l’altro dì m’hai già donato..

  A010001312 

 Non sarebbe, infatti, vera trasformazione se l’anima non si unisse e si trasformasse anche nello Spirito Santo, come nelle altre due Persone divine, anche se si realizza in forma oscura e non manifesta, data la bassa condizione di questa vita.

  A010001316 

 Certo, questa realtà meravigliosa si compirà in maniera perfetta, nell’altra vita; tuttavia già in questa l’anima, pervenendo allo stato di perfezione, la intravede a grandi tratti e ne gusta le primizie, anche se, torno a dire, è impossibile esprimere tutto ciò a parole..

  A010001316 

 La sua potenza divina ci ha fatto dono di ogni bene per quanto riguarda la vita e la pietà, mediante la conoscenza di colui che ci ha chiamati con la sua gloria e potenza.

  A010001320 

 Infatti, come il canto della filomena, cioè dell’usignolo, si ode a primavera, quando ormai sono passati il freddo e le piogge dell’inverno, ed è melodia per l’udito e gioia per lo spirito, così avviene in questa comunicazione e trasformazione d’amore, di cui la sposa gode già in questa vita.

  A010001324 

 La terza cosa che l’anima chiede di vedere tramite l’amore è il bosco e il suo incanto. Per bosco intende Dio con tutte le creature che sono in lui; come tutti gli alberi e le piante hanno la loro vita e la loro radice nel bosco, così le creature celesti e terrene hanno la loro origine e la loro vita in Dio.

  A010001324 

 L’anima, quindi, dice che le si mostrerà Dio in quanto vita ed essere di tutte le creature, riconoscendo in lui il loro principio e la causa per cui sussistono; e conoscerà anche le creature, perché senza di lui l’anima non ha nulla, né le interessa conoscerle per via spirituale.

  A010001355 

 Difatti la parte sensitiva dell’anima con le sue facoltà non può, propriamente parlando, gustare in maniera essenziale i beni spirituali, non solo in questa vita, ma nemmeno nell’altra.


11-Giovanni della Croce - Fiamma viva d'amore - B.html
  A011000023 

 Infatti, Egli disse che il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo sarebbero discesi in colui che lo avesse amato e vi avrebbero preso dimora ( Gv 14,23), il che sarebbe avvenuto facendolo vivere e dimorare nel Padre, nel Figlio e nello Spirito Santo nella vita di Dio, come l’anima lascia intendere in queste strofe..

  A011000025 

 Sebbene nelle strofe che sopra commentammo parlammo del più alto stato di perfezione al quale in questa vita si può giungere, che è la trasformazione in Dio, tuttavia queste trattano dell’amore più sublime e perfetto possibile in questo stesso stato di trasformazione.

  A011000041 

 che sa di vita eterna.

  A011000043 

 Uccidendo, morte in vita hai mutato..

  A011000081 

 E siccome vede che quella fiamma delicata d’amore, che arde in lei, ogni volta che l’investe la esalta con soave ed eccelsa gloria, tanto che ogni volta che l’assorbe e la travolge crede che le doni la vita eterna, le sembra che, ormai, manchi molto poco perché il velo di questa vita mortale si rompa, ma che per questo poco non finisce di essere glorificata essenzialmente, e si rivolge con grande desiderio alla fiam ma, che è lo Spirito Santo, perché squarci il velo della vita mortale per mezzo di quel dolce incontro, e termini di comunicarle veramente ciò che ogni volta sembra concederle, ossia la gloria assoluta e perfetta.

  A011000089 

 E questa fiamma ogni volta che fiammeggia bagna l’anima nella gloria e la rinfresca per forgiarla con vita divina..

  A011000091 

 E cosi, questi atti d’amore dell’anima sono preziosissimi e uno di essi merita e vale molto di più di quanto ha compiuto in tutta la sua vita senza tale trasformazione, per quanto grande possa essere stato..

  A011000096 

 A motivo di ciò, l’anima crede che ogni volta che questa vampa fiammeggia, facendola amare con diletto e gusto divino, le stia concedendo la vita eterna, poiché la eleva all’azione di Dio in Dio..

  A011000098 

 Infatti, coloro che hanno il palato corrotto e gustano altre cose non possono gustare lo spirito e la vita di queste parole che, anzi, appaiono loro senza sapore.

  A011000098 

 Tali parole, come Egli stesso dice per mezzo di san Giovanni (6,64), sono spirito e vita e vengono percepite dalle anime che hanno orecchie per ascoltarle, quelle che, come ho già detto, sono pure e innamorate.

  A011000100 

 Essendo quest’anima così vicina a Dio da essere trasformata in fiamma d’amore, in cui le si comunica il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo, sarà cosa tanto incredibile affermare che assapori un riflesso di vita eterna, anche se non perfettamente, perché non lo permette la condizione di questa vita? Infatti, è tanto sublime il diletto che quella fiamma dello Spirito Santo produce in essa, che le permette di pregustare il sapore della vita eterna.

  A011000100 

 Infatti, lo gustò san Pietro quando disse a Cristo: Dove andremo Signore, che hai parole di vita eterna? ( Gv 6,69).

  A011000100 

 Non perché sia necessario dire che Dio sia vivo, perché sempre lo è, bensì per fare comprendere che lo spirito e il senso fatti vivi in Dio vivamente gustano Dio, e ciò è gustare Dio vivo, vita di Dio e vita eterna.

  A011000100 

 Né disse David Dio vivo, se non perché vivamente lo gustava, anche se non in modo perfetto, ma solo come un riflesso di vita eterna.

  A011000100 

 Per questo chiamala fiamma viva; non perché non sia sempre viva, bensì perché produce tal effetto, ossia in quanto permette all’anima di vivere in Dio spiritualmente e provare la vita di Dio nel modo in cui dice David: Il mio cuore e la mia carne esultano nel Dio vivo ( Sal 83,3).

  A011000105 

 Infatti, essendo questa fiamma di vita divina, essa ferisce l’anima con tenerezza di vita di Dio, e tanto e così profondamente e teneramente la ferisce che la scioglie in amore, affinché si compia in lei ciò che avvenne alla Sposa dei Cantici, che tanto si intenerì da sciogliersi e così disse: Appena il mio Sposo parlò, l’anima mia si sentì liquefare ( Ct 5,6).

  A011000121 

 Ma finché non è giunta a tanto, il che non può accadere in questa vita mortale, nella quale l’anima non può giungere a Dio secondo tutte le sue forze, nonostante sia per grazia e dono divino in questo suo centro che è Dio, avendo ancora movimento e forza per procedere oltre, sebbene sia nel centro, ma non nel più profondo, non può essere soddisfatta, poiché può ancora procedere oltre nelle profondità divine..

  A011000126 

 Dice ciò, non perché creda che quest’unione sia tanto sostanziale e completa come nella vita beatifica, poiché, anche se l’anima giunge in questa vita mortale a un così alto stato di perfezione come qui si descrive, non giunge né può giungere allo stato perfetto di gloria, sebbene possa accadere che Dio, quasi di passaggio, le elargisca una grazia simile a quello stato.

  A011000126 

 Tale gaudio è tanto maggiore e tenero, quanto più fortemente e sostanzialmente essa è trasformata e concentrata in Dio; ed essendo il massimo a cui in questa vita si può giungere, sebbene, come dicemmo, non tanto perfetto come nell’altra, lo chiama il più profondo centro..

  A011000127 

 Infatti, l’anima può avere l’abito della carità tanto perfetto in questa vita come nell’altra, ma non l’azione né il frutto; anche se il frutto e l’azione dell’amore crescono a tal punto in questo stato, da diventare simili a quello dell’altra; tanto che, giudicandoli così, l’anima osa affermare ciò che solamente si può dire dell’altra vita, ossia nel più profondo centro dell’anima mia..

  A011000131 

 E non bisogna reputare incredibile che in un’anima già esaminata, purificata e provata nel fuoco delle tribolazioni, travagli e varie tentazioni, e resa fedele nell’amore, si compia, in questa vita, ciò che il Figlio di Dio promise, ossia: che se qualcuno l’ama, la Santissima Trinità verrà e prenderà dimora presso di lui ( Gv 14,23), illuminandole divinamente l’intelletto nella sapienza del Figlio, dilettandole la volontà nello Spirito Santo, e assorbendola il Padre potentemente e fortemente nell’abbraccio abissale della sua dolcezza..

  A011000164 

 E così, questa purificazione sembra simile a quella del purgatorio; poiché, così come lì si purificano gli spiriti per poter vedere Dio nella chiara visione beatifica, così, a suo modo, qui si purificano le anime per potersi unire a Lui per amore in questa vita..

  A011000185 

 I veli che possono impedire quest’unione e che si devono squarciare perché avvenga e l’anima possieda perfettamente Dio, sono tre: quello temporale, in cui sono comprese tutte le creature; quello naturale, che comprende le operazioni e le inclinazioni puramente naturali; e quello sensitivo, che comprende l’unione dell’anima con il corpo, ossia la vita sensitiva e animale, di cui san Paolo dice: Sappiamo che quando questa nostra casa terrestre si distruggerà, Dio ne concederà una eterna in cielo (2Cor 5,1)..

  A011000187 

 L’anima così chiama dolce questo incontro, che è tanto più dolce e saporoso quanto più le sembra squarciare il velo della vita..

  A011000187 

 Tutto ciò accadde nell’anima durante i tormentosi incontri con la fiamma, quando questa era per lei ancora dolorosa; e poiché nella purificazione spirituale di cui si è parlato l’anima squarcia questi due veli e si unisce a Dio, come qui accade, non resta che lacerare ormai il terzo velo, quello della vita sensitiva.

  A011000190 

 Così la morte di costoro è soave e dolce, più di quanto non sia stata tutta la loro vita spirituale; poiché essi muoiono a causa di così sublimi impeti e deliziosi incontri d’amore, giacché sono come il cigno che canta più soavemente quando muore.

  A011000192 

 Infatti, in questo stato, Dio le permette di vedere la sua bellezza e si fa garante dei doni e delle virtù che le ha dato, perché tutto si trasformi in amore e lode, senza ombra di presunzione e vanità, non avendo già più lievito di imperfezione che possa corrompere la massa (1Cor 5,6; Gal 5,9); e siccome vede che solo le manca di strappare questo misero velo che è la vita naturale, nella quale sente irretita, presa e limitata la sua libertà, con desiderio di sentirsi liberata e unita con Cristo (Fil 1,23), sembrandole peccato che una vita tanto bassa e meschina gliene precluda un’altra così alta e forte, chiede che si rompa, e così dice: squarcia il velo di questo dolce incontro..

  A011000194 

 E siccome l’anima avverte la forza dell’altra vita, arriva a vedere la fragilità di quella presente, e le sembra un velo così sottile, quasi una ragnatela, come la definisce David quando scrive: I nostri anni saranno considerati come tela di ragno ( Sal 89,9).

  A011000201 

 La quarta ragione è perché si consumi al più presto il velo della vita; perché tagliare e consumare richiedono maggior riflessione, in quanto si attende che la cosa sia giunta a maturazione o al suo termine, o che intervenga qualche altro fatto, mentre squarciando non si deve attendere che le cose giungano al loro punto di maturazione né nulla di simile..

  A011000203 

 34. Ciò chiede l’anima innamorata, la quale non sopporta l’attesa implicita nel fatto che la vita si consumi in modo naturale né che termini in questo o quel tempo; infatti la forza dell’amore e la disposizione che vede in sé la spingono a desiderare e a chiedere che si spezzi immediatamente la tela della vita durante uno di questi soprannaturali incontri o impeti d’amore..

  A011000204 

 Con la parola affrettarsi si mette in risalto la rapidità con la quale Dio porta alla perfezione l’amore del giusto, e col termine rapire si mette in rilievo come egli viene strappato alla vita prima del tempo..

  A011000205 

 Per questo è necessario che l’anima eserciti in vita questi atti d’amore, affinché, consumandosi in breve, non si trattenga molto né qui né senza vedere Dio..

  A011000207 

 La ragione va ricercata nel fatto che, come già detto, provando l’anima in Dio un infinito desiderio che la vita finisca e siccome ciò non può accadere non essendo ancora giunto il tempo della sua perfezione, essa vede che, per consumarla e liberarla dalla carne, Dio la investe in maniera divina e gloriosa con tali incontri.

  A011000212 

 Giacché, ormai, sei così amica da mostrarti desiderosa di darti a me in vita eterna, se in passato le mie preghiere non giungevano a te – quando con ansia e fatica d’amore soffrivano il mio senso e il mio spirito a causa della mia grande debolezza e impurità e della poca forza d’amore che possedevo, e ti pregavo che mi sciogliessi e mi portassi con te [Fil 1,23], poiché ardentemente ti desiderava l’anima mia, non permettendo l’amore impaziente che mi adattassi alla condizione di vita nella quale tu volevi che ancora rimanessi – e se i passati impeti d’amore non erano sufficienti, giacché non erano tali da ottenere ciò; ora invece, sono tanto rafforzata nell’amore che non solo il mio senso e il mio spirito non vengono meno in te ma anzi sono da te rafforzati..

  A011000213 

 E poiché le mie richieste sono ormai dinanzi ai tuoi occhi più valide e considerevoli d’attenzione, in quanto provengono da te che mi spingi in esse, con gioia e con gusto nello Spirito Santo te le rivolgo, scaturendo ormai il mio giudizio dal tuo volto ( Sal 16,2), il che accade quando tu apprezzi e ascolti le preghiere: squarcia il velo sottile di questa vita e non lasciare che l’età e gli anni naturalmente lo spezzino, affinché ti possa amare senza limite né fine con la pienezza e la sazietà che desidera la mia anima..

  A011000220 

 che sa di vita eterna.

  A011000222 

 Uccidendo, morte in vita hai mutato..

  A011000228 

 E così l’anima qui esalta il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo, lodando le tre grandi grazie e beni che in lei operano, poiché hanno mutato la sua morte in vita, trasformandola in sé..

  A011000230 

 La seconda sa di vita eterna e l’anima l’attribuisce al Figlio chiamandola perciò tocco delicato..

  A011000232 

 E, sebbene qui l’anima nomini tutte e tre le Persone divine a cagione delle proprietà dei loro effetti, si rivolge solo a una di loro, dicendo: morte in vita hai mutato, poiché tutte e tre operano insieme; e così tutto lo attribuisce a uno e uno a tutte..

  A011000269 

 E ciò che qui gode l’anima non si può descrivere, si può solo dire che prova quanto a ragione nel Vangelo il regno dei cieli viene paragonato al granello di senape, che, per il suo grande calore, sebbene così piccolo, dà vita a un grande albero (Mt 13, 31-32).

  A011000287 

 Ma tu, o vita divina!, non uccidi se non per dare vita, così come non ferisci mai se non per sanare.

  A011000287 

 O divina mano!, che mi piagasti per risanarmi e uccidesti in me ciò che mi teneva morta e priva della vita divina nella quale ora mi vedo vivere, facendolo con la liberalità della tua immensa grazia, che usasti con me nel tocco con cui mi toccasti, splendore della tua gloria e immagine della tua sostanza ( Eb 1,3) che è il tuo Figlio Unigenito, nel quale, essendo Egli la tua sapienza, tocchi con forza da un fine all’altro ( Sap 8,1).

  A011000290 

 O Dio mio! o vita mia!, vedranno e sentiranno il tuo tocco delicato solo quelli che, allontanandosi dal mondo, saranno diventati finemente sensibili, convenendo ciò che è delicato solo col delicato.

  A011000300 

 che sa di vita eterna!.

  A011000302 

 E non è incredibile che sia così, credendo, come si deve credere, che questo tocco è tocco di sostanze, ossia, della sostanza divina in quella dell’anima, tocco al quale sono giunti molti santi in questa vita..

  A011000302 

 In effetti, come più sopra abbiamo già detto, anche se non in grado perfetto, quello che si gusta in questo divino tocco è un certo sapore di vita eterna.

  A011000304 

 E così, solo si può dire, e con verità: che sa di vita eterna..

  A011000305 

 E, sebbene in questa vita non si gode perfettamente come nella gloria, con tutto ciò, questo tocco, per essere tocco di Dio, sa di vita eterna.

  A011000308 

 E poiché tutto quello che si può dire è meno di ciò che è,, basta dire, sia per il corpo che per lo spirito: che sa di vita eterna.

  A011000313 

 23. Questo dice l’anima poiché, nel sapore di vita eterna che qui assapora, trova la ricompensa di tutte le fatiche passate per giungere a questo stato, nel quale non solamente si sente soddisfatta e ripagata in giusta misura, bensì con grande eccesso premiata, in modo che comprende pienamente la verità della promessa dello Sposo nel Vangelo, ossia che avrebbe dato cento per uno (Mt 19,29).

  A011000313 

 In modo tale che non vi fu tribolazione, né tentazione, né penitenza, né fatica sopportata in questo cammino, alla quale non corrisponda il centuplo di consolazione e diletto in questa vita.

  A011000319 

 Infatti, come nell’altra vita per unirsi con Dio in gloria gli spiriti impuri attraversano le pene del fuoco, così in questa vita, per l’unione di perfezione, essi devono passare per il fuoco delle suddette pene, che in alcuni opera di più e in altri meno fortemente, allo stesso modo in cui in altri agisce più o meno a lungo, a seconda del grado d’unione al quale Dio li vuole elevare e conformemente a quanto in loro deve essere purificato..

  A011000325 

 Vi sono molti che desiderano andare avanti e continuamente chiedono a Dio che li porti a questo stato di perfezione, e, quando Dio li vuole iniziare alle prime tribolazioni e mortificazioni, come è necessario, non vi vogliono passare attraverso né dispiacere al corpo, rifuggendo il cammino angusto della vita (Mt 7,14), cercando quello spazioso delle consolazioni, ossia della perdizione (Mt 7,13), non lasciando spazio a Dio per potere ricevere ciò che gli chiedono quando Egli inizia a concederlo..

  A011000332 

 Molti servigi hanno dovuto compiere per Dio, e molta pazienza e costanza hanno dovuto avere per Lui, e devono essere stati con la loro vita e le loro opere a Lui molto graditi coloro a cui Dio concede tanta segnalata grazia da tentarli più interiormente, al fine di avvantaggiarli con doni e con meriti.

  A011000336 

 Tale sapienza, tuttavia, è per l’anima, per quanto essa possa essere unita a Dio in questa vita, come l’argento di cui parla David, mentre nell’altra sarà come oro..

  A011000342 

 E così, l’anima, che prima di giungere a questo stato, se ne stava come Mardocheo alle porte del palazzo, piangendo nelle piazze di Susa per il pericolo in cui si trovava la sua vita, vestito di cilicio, rifiutando la veste offertagli dalla regina Ester, senza ricevere premio alcuno per i servigi resi al re e per la fede mostrata nel difendere l’onore e la vita di lui, in un solo giorno, come lo stesso Mardocheo, vede ripagati tutti i suoi travagli e i suoi servigi, poiché non solo è fatta entrare nel palazzo e ammessa dinanzi al re vestita con abiti regali, bensì le viene offerta anche la corona, lo scettro e il trono insieme all’anello del re, affinché faccia tutto ciò che desidera, e ciò che non desidera non faccia, nel regno del suo Sposo (Est 4 - 8)..

  A011000343 

 Con ciò non solamente è ripagata, ma muoiono i suoi nemici giudei, che sono gli appetiti imperfetti, che la privavano della vita spirituale, nella quale ora essa vive secondo le sue potenze e appetiti.

  A011000346 

 Uccidendo, morte in vita hai mutato..

  A011000348 

 32. La morte non è altro che privazione della vita; infatti, arrivando la vita, non resta traccia di morte.

  A011000348 

 Per ciò che concerne lo spirito, vi sono due modi di vita: una è quella beatifica e consiste nel vedere Dio; questa si raggiunge per mezzo della morte corporale e naturale, come afferma san Paolo quando dice: Sappiamo che quando questa nostra casa terrestre si distruggerà, Dio ci concederà una dimora eterna in cielo (2Cor 5,1)..

  A011000349 

 L’altra è la perfetta vita spirituale e consiste nel possesso di Dio per unione d’amore e si raggiunge con la mortificazione di tutti i vizi e appetiti e della loro stessa natura.

  A011000349 

 Sino a quando non si fa ciò, non si può giungere alla perfezione di questa vita spirituale d’unione con Dio, così come afferma l’Apostolo quando dice: Se vivrete secondo la carne, morirete, ma se con lo spirito mortificherete le opere della carne, vivrete ( Rm 8,13)..

  A011000351 

 In questa vita nuova, ossia quando l’anima è giunta alla perfezione dell’unione con Dio di cui qui trattiamo, tutti gli appetiti dell’anima e le sue potenze secondo le loro inclinazioni e operazioni, le quali di per sé erano opere di morte e privazione della vita spirituale, si mutano in divine..

  A011000351 

 Tutto ciò è esercizio della vita vecchia, la quale è morte della nuova, che è la spirituale, nella quale l’anima non potrà vivere perfettamente se non morirà altrettanto perfettamente l’uomo vecchio, come ammonisce l’Apostolo quando afferma: Si spoglino dell’uomo vecchio e si rivestano di quello nuovo, il quale è creato secondo Dio in giustizia e in santità ( Ef 4,22-24).

  A011000353 

 34.E poiché, come dicono i filosofi, ogni vivente vive per mezzo delle sue operazioni, avendo l’anima le sue operazioni in Dio per l’unione che ha con Dio, vive vita divina; e così la sua morte si è trasformata in vita, ossia la sua vita animale si è mutata in vita spirituale..

  A011000355 

 E la volontà, che prima amava fiaccamente con il suo solo appetito naturale, ora è mutata in vita di amore divino, poiché ama in modo sublime con affetto divino, mossa dalla forza e dalla virtù dello Spirito Santo, in cui vive vita di amore, essendo ormai la volontà di Lui e quella di lei una sola volontà..

  A011000358 

 In ultimo, tutti gli appetiti, operazioni e inclinazioni che l’anima prima aveva come principio e forza della sua vita naturale, ora, grazie a questa unione, sono mutati in movimenti divini, morti alle loro operazioni e inclinazioni ma vivi in Dio.

  A011000359 

 Ciò accade in questo stato perfetto di vita spirituale, sebbene non tanto perfettamente come nella vita beatifica.

  A011000360 

 E perciò, parlando di sé, dice nel verso: Uccidendo, morte in vita hai mutato.

  A011000360 

 Essendo mutata la morte di quest’anima in vita di Dio, le si addicono anche le parole dell’Apostolo quando afferma: Absorta est mors in victoria (1Cor 15,54), così come quelle che il profeta Osea pronuncia in nome di Dio: O morte, io sarò la tua morte (13,14), che significano: poiché io sono la vita, essendo morte della morte, questa verrà assorbita nella vita..

  A011000362 

 35. In questo modo l’anima è assorta in vita divina, aliena a tutto ciò che è mondano, temporale e appetito naturale, introdotta nelle stanze del Re, dove gode e si rallegra nel suo Amato, ricordandosi del suo petto più che del vino, dicendo: Sebbene sono bruna, figlie di Gerusalemme, sono bella ( Ct 1,4 - 5), perché il mio colore bruno naturale si trasformò nella bellezza del Re celeste..

  A011000364 

 36. In questo stato di vita perfetta l’anima, interiormente ed esteriormente, è come se fosse sempre in festa, e frequentemente sente nel palato del suo spirito un grande giubilo divino, come un canto nuovo [ Sal 39,4; 143,9; Ap 5,9;14,3], sempre nuovo, intonato con allegria, amore e consapevolezza del suo alto stato.

  A011000395 

 Perciò in questa comunicazione o manifestazione che Dio fa di sé all’anima, la quale a mio parere è la più grande che può fare in questa vita, Egli è per lei come innumerevoli lampade che le danno notizia e amore di Dio..

  A011000400 

 Qui l’anima profondamente assorbita in delicate fiamme, piagata soavemente d’amore da ciascuna di esse e da tutte insieme e soprattutto piagata e viva nell’amore della vita divina, comprende chiaramente che quello è un amore di vita eterna e perciò contiene in sé tutti i beni.

  A011000408 

 Il tuo ventre, che è la tua volontà, è come quello della Sposa, simile al mucchio di grano, ricoperto e circondato da gigli ( Ct 7,2), poiché insieme a questi granelli di pane di vita che stai gustando ricevi anche il diletto dei gigli delle virtù che ti circondano.

  A011000410 

 Infatti, anche se è vero che questa comunicazione, della quale stiamo parlando, è luce e fuoco delle lampade di Dio, questo fuoco però, come abbiamo detto, è qui così soave e immenso che è come acque di vita, che dissetano la sete dello spirito con l’impeto desiderato.

  A011000421 

 E così questi movimenti fatti da Dio e dall’anima insieme non sono solo splendori, bensì anche glorificazioni, poiché questi movimenti e fiammate sono i giochi e le feste gioiose che, come dicemmo nel secondo verso della prima strofa lo Spirito Santo fa nell’anima, durante i quali sembra sempre che voglia darle la vita eterna e concederle la sua gloria perfetta, introducendola davvero in sé.

  A011000421 

 Infatti tutti i beni, i primi e gli ultimi, i maggiori e i minori che Dio fa all’anima, le vengono sempre concessi con lo scopo di condurla alla vita eterna; così come avviene anche per il fuoco, i cui movimenti e fiammate nell’aria infiammata hanno lo scopo di portarla con sé al centro della sua sfera, poiché essi sono i suoi sforzi ostinati per riuscirvi..

  A011000422 

 Ma, così come, trovandosi l’aria nella propria sfera il fuoco non può riuscire nel suo intento, allo stesso modo, sebbene questi movimenti dello Spirito Santo siano efficacissimi nell’assorbire l’anima in grande gloria, tuttavia non vi riescono sino a quando non giunge il tempo nel quale essa esce dalla sfera dell’aria di questa vita corporea e può così entrare nel centro dello spirito della vita perfetta in Cristo..

  A011000426 

 Allora l’anima vedrà chiaramente come, sebbene le sembrasse nella vita terrena che Dio si muovesse in lei, in effetti Egli non si muova, così come il fuoco non si muove nella sua sfera, e come, non essendo essa ancora nella perfetta gloria, avesse quei movimenti e quelle fiammate nel sentimento della gloria..

  A011000446 

 Prima di tutto bisogna notare che queste caverne delle potenze, quando non sono vuote, pure e depurate da ogni affetto umano, non sentono il grande vuoto della loro profonda capacità; infatti, ogni piccola cosa che in questa vita si attacchi loro è sufficiente a renderle imbarazzate e alienate, tanto che non sentono il loro danno, né la mancanza dei loro immensi beni, né conoscono la loro capacità..

  A011000457 

 E sebbene non si soffra intensamente come nell’altra vita, tuttavia si patisce una viva immagine di quella privazione infinita, essendo l’anima disposta a ricevere la sua pienezza..

  A011000482 

 Ma quando l’appetito è già in parte nutrito e abituato alle cose dello Spirito, con forza e costanza, comincia Dio a svezzare l’anima e a porla in stato di contemplazione; questo passaggio suole avvenire molto velocemente in alcune persone, soprattutto in quelle che hanno abbracciato la vita religiosa, perché, negate le cose mondane, più rapidamente dispongono il senso e l’appetito a Dio e ne trasferiscono l’esercizio allo spirito, operando Dio in loro.

  A011000501 

 Tutto ciò però avviene nel respiro soave di amore e di vita nello spirito.

  A011000531 

 Essendo Dio luce divina e amore, nella comunicazione che fa di sé all’anima informa nello stesso modo queste due potenze, intelletto e volontà, con intelligenza e amore; e siccome Egli non è intelligibile in questa vita, l’intelligenza è oscura così come l’amore nella volontà..

  A011000555 

 Poiché non tutti sono preparati per tutti i casi e per tutte le mete esistenti nel cammino spirituale, né hanno uno spirito così perfetto da sapere come l’anima deve essere guidata e retta in qualsiasi stato della vita spirituale, nessuno deve credere di possedere tutti i requisiti, né che Dio non voglia condurre più avanti un’anima..

  A011000567 

 Infatti avendo costoro uno spirito poco devoto, poco distaccato dal mondo, e poco tenero verso Gesù, non entrano per la porta stretta della vita (Mt 7,13-14; Lc 13,24], impedendo anche agli altri di entrarvi.

  A011000569 

 In tal modo il maestro è un cieco che può disturbare la vita dell’anima, che è lo Spirito Santo.

  A011000628 

 E conformi alle perfezioni degli attributi divini che lì l’anima comunica, di fortezza, bellezza, giustizia e così via, sono le perfezioni con le quali il senso, godendo, sta dando al suo Amato quella stessa luce e calore che sta ricevendo dall’Amato stesso; perché, essendo l’anima diventata una stessa cosa con Dio, giacché, come abbiamo già detto in un certo senso è essa stessa Dio per partecipazione, sebbene non tanto perfettamente come nell’altra vita, è quasi un’ombra di Dio..

  A011000635 

 Nell’altra vita ciò avviene nella fruizione perfetta senza alcuna interruzione; invece in questo stato di unione avviene quando Dio esercita nell’anima questo atto di trasformazione, anche se non con la perfezione con cui avviene nell’altra vita..

  A011000638 

 Nell’altra vita questo avviene per mezzo del lume di gloria, mentre in questa per mezzo della fede illuminata.

  A011000650 

 La prima è che qui essa gode Dio per mezzo di Dio stesso; infatti siccome qui l’anima unisce l’intelletto all’onnipotenza, alla sapienza, alla bontà, sebbene non in modo così chiaro come nell’altra vita, ha un grande diletto in tutte queste cose intese in maniera distinta, come abbiamo detto prima..

  A011000685 

 E poiché, come afferma san Giovanni: Tutte le cose in Lui sono vita (1,3 - 4), in Lui vivono, sono e si muovono (At 17,28), come dice anche l’Apostolo, accade che, muovendosi questo grande imperatore nell’anima, il cui regno, secondo quanto dice Isaia, porta sulle sue spalle (9,6), il quale è costituito dalle tre macchine – celeste, terrestre e infernale – e dalle cose che sono in esse, sostenendole tutte, come dice san Paolo, nel Verbo della sua virtù ( Eb 1,3), sembra che tutte le cose si muovano insieme, allo stesso modo in cui insieme con la terra si muovono tutte le cose materiali che sono in essa, come se non fossero nulla.

  A011000687 

 Eppure il paragone è improprio, perché sembrano non solo muoversi, ma anche scoprire la bellezza del loro essere, la virtù e la grazia e la radice della loro esistenza e vita; poiché qui l’anima capisce come tutte le creature della terra e del cielo hanno la loro vita, durata e forza in Dio, e comprende chiaramente ciò che Egli dice nel libro dei Proverbi: Per mezzo mio regnano i re, per mezzo mio governano i principi, e i potenti esercitano e comprendono la giustizia (8, 15-16).

  A011000690 

 Infatti, essendo essa rinnovata e mossa da Dio, affinché abbia questa vista soprannaturale, e rivelandosi a lei in modo del tutto nuovo quella vita divina e l’essere e l’armonia di tutte le creature con il loro movimento in Dio, all’anima sembra che è Dio che si muova e che la causa prenda il nome dell’effetto, e secondo quell’effetto possiamo dire che Dio si muove, poiché, come afferma il Savio, la Sapienza è più mobile di tutte le cose che si muovono ( Sap 7,24).

  A011000694 

 Tale è la bassezza della nostra condizione di vita che, come noi viviamo, pensiamo che anche gli altri vivano, e che, come noi siamo, così giudichiamo gli altri, fondando il nostro giudizio su noi stessi e non sull’esterno.





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